Assemblea - Stralcio resoconto stenografico del 23 febbraio 2023 - interrogazione a risposta immediata: Bonus edilizi

venerdì 24 febbraio 2023


Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00242

Pubblicato il 22 febbraio 2023, nella seduta n. 41

Svolto question time il 23 febbraio 2023 nella seduta n. 42 dell'Assemblea

PAITAFREGOLENTGELMINILOMBARDO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. –

Premesso che:

dal 1998 l'Italia ha avviato una politica fiscale volta a incentivare la realizzazione di interventi di recupero del patrimonio edilizio, prima, e di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico, poi;

per molti anni tali incentivazioni potevano essere fruite esclusivamente dal soggetto che aveva sostenuto le spese, portandole in detrazione sotto forma di quote annuali a scomputo dalle imposte dovute;

la necessità di garantire il conseguimento degli obiettivi fissati dalla normativa eurounitaria ha portato il legislatore nel tempo a sperimentare un meccanismo alternativo di incentivazione, riservato al cosiddetto ecobonus e sisma bonus su edifici condominiali e volto a consentire la trasformazione, laddove vi fosse incapienza fiscale, delle detrazioni per le spese sostenute in crediti d'imposta cedibili esclusivamente al soggetto fornitore;

dall'applicazione di tale meccanismo di stimolo non sono derivate criticità, né in termini di elusione ed evasione fiscale, né in termini di truffe o pregiudizi per imprese ed erario;

nel maggio 2020, con l'entrata in vigore del cosiddetto decreto rilancio (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34), è stata introdotta la nota misura del superbonus, con cui si è consentito di trasformare la relativa detrazione pari al 110 per cento o in sconto sul corrispettivo dovuto (anticipato dai fornitori), cioè il cosiddetto sconto in fattura, o per la cessione di un relativo credito d'imposta, senza limiti;

tale meccanismo è stato poi esteso agli altri bonus edilizi, come il bonus facciate, ristrutturazioni, efficientamento energetico, rimozione delle barriere architettoniche, installazione di impianti fotovoltaici;

detto regime di cedibilità è stato oggetto di numerosi interventi legislativi del Governo Draghi, volti a consentire l'accertamento di truffe da parte della Guardia di finanza e ad arginare evidenti distorsioni e criticità, che sono derivate nel tempo dall'applicazione di un regime totalmente deregolamentato: a seguito dell'adozione di tali interventi mirati, fino al 16 febbraio scorso la cedibilità a qualunque soggetto era possibile solo in sede di prima cessione, mentre per le altre (possibili fino a un massimo di tre) era consentita la cessione solo nei confronti delle banche, intermediari finanziari e assicurazioni e le banche potevano cedere detti crediti a clienti professionali privati con cui avessero in essere un contratto di conto corrente;

dette modifiche si erano rese necessarie per ristabilire un perimetro normativo definito e coerente a un impianto disinvolto e sbilanciato, al fine di contemperare gli interessi di imprese, cittadini ed erario;

nonostante tali correttivi, il 16 febbraio 2023 il Governo ha adottato il decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, attualmente all'esame della Camera dei deputati, con cui si esclude il ricorso allo sconto in fattura e si stabilisce il divieto di cessione dei crediti d'imposta dei bonus edilizi, sia per i nuovi interventi, sia per quelli già in corso che non rispettino determinate condizioni;

la decisione si pone del tutto in contrasto con le dichiarazioni programmatiche del Governo e viene applicata indiscriminatamente a tutti i bonus edilizi, senza considerare le diverse eco che questi trovano sul piano costituzionale ed eurounitario, come quelli relativi all'abbattimento delle barriere architettoniche e all'efficientamento energetico;

tale approccio, a giudizio degli interroganti arbitrario, poco lungimirante e del tutto asistematico, si pone in diretto contrasto con il principio del legittimo affidamento e di certezza del diritto e rischia di pregiudicare migliaia di imprese e contribuenti, che negli anni hanno programmato interventi che ora, in maniera estemporanea e incoerente rispetto a quanto affermato dal Governo, si riveleranno più onerosi o addirittura insostenibili sia nel breve che nel medio-lungo periodo;

le disinvolture e approssimazioni che hanno caratterizzato la disciplina del superbonus sono state profondamente corrette dal Governo Draghi e nonostante siano ancora necessari ulteriori interventi non può in alcun modo giustificarsi un approccio che si proponga di scaricare le stesse sulle imprese e sui contribuenti,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare, nell’ambito delle proprie competenze, in materia di efficientamento energetico e transizione ecologica, per salvaguardare gli interessi di cittadini e imprese a seguito della disciplina legislativa appena introdotta in materia di bonus edilizi, cedibilità dei crediti e sconto in fattura.

RISPOSTA

Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 042 del 23/02/2023

Stralcio:

[…]

PRESIDENTE. La senatrice Fregolent ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00242 sulle modifiche alla disciplina dei bonus edilizi, per tre minuti.

FREGOLENT (Az-IV-RE). Signor Ministro, come lei ben sa, con il superbonus si è tentato di riqualificare gli edifici italiani che per la gran parte sono stati costruiti durante il boom economico degli anni Sessanta-Settanta e, a maggior ragione, devono prevedere importanti ristrutturazioni per rientrare poi nei parametri europei. Non è nato benissimo perché non c'era mai alcun elemento tecnico che prevedesse un controllo preventivo prima che venisse esborsato e autorizzato l'intervento. Purtroppo inoltre è stata data la possibilità della cessione di credito anche agli istituti che non sono quelli autorizzati a fare ciò, cioè le banche e gli istituti di credito.

Con il Governo Draghi abbiamo cercato di rimediare a una situazione che aveva previsto numerose truffe, come puntualmente ha denunciato anche la Guardia di finanza al Senato non più di qualche giorno fa.

Non ci aspettavamo però il provvedimento che a un certo punto cancellasse definitivamente la norma perché un conto è quanto riguarda il futuro, ma per quanto riguarda la materia esistente, le aziende e le famiglie si trovano in grande difficoltà. Le aziende, quelle costruttive, perché ovviamente hanno rispettato le regole previste dallo Stato e oggi si trovano in difficoltà, non sanno più a chi cedere il credito e le famiglie italiane, che pensavano di fare interventi immobiliari senza dover esborsare soldi, oggi si trovano nella difficile situazione di dover pagare.

Pertanto per quanto riguarda le sue competenze, perché ovviamente lei non è nel MEF né in altri Ministeri, posto che invece lei in Europa è andato a favore del Piano casa, previsto proprio dall'Unione europea, chiedo quali saranno gli interventi del Governo per tutelare le famiglie e le imprese in questa difficile situazione.

PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti. In merito al quesito posto dai senatori interrogati e per quanto di competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, sull'efficientamento energetico degli edifici non possono che essere confermati gli impegni assunti a livello europeo ed inseriti nell'ambito del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, in corso peraltro di aggiornamento, nell'ottica di raggiungere la decarbonizzazione nell'intero settore civile al 2050, in linea con la strategia di riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale del 2020.

A tale scopo le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici sono tuttora attive e hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili termiche nel settore residenziale. Al fine di dare maggiore certezza a chi sostiene delle spese per interventi di efficientamento energetico, sarebbe certamente auspicabile una riforma generale dell'intera disciplina delle detrazioni fiscali in quanto ad oggi eccessivamente frammentata, che garantisca un'adeguata permanenza temporale dei predetti bonus che di solito sono oggetto di proroghe annuali o triennali.

Venendo alla questione della cessione del credito, non di competenza diretta del Ministero che rappresento - come lei ha avuto modo di dichiarare - come già evidenziato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana, l'intervento urgente, disposto dal decreto-legge n. 11 del 16 febbraio, è stato dettato dalla necessità di porre un argine al fenomeno della monetizzazione dei crediti fiscali, che si è venuto a creare con la trasformazione degli incentivi fiscali in una sorta di moneta parallela.

Inoltre, è stato posto il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti derivanti da bonus edilizi che - come evidenziato da Eurostat - avrebbero avuto un impatto diretto sul debito pubblico.

In ogni caso, il Governo ha ribadito a più riprese il suo impegno a trovare tutte le soluzioni necessarie per sbloccare i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire, i cosiddetti crediti incagliati, al fine di tutelare le imprese e i cittadini che hanno agito nel rispetto della normativa.

Pertanto, è già stato istituito un tavolo tecnico permanente, con il coinvolgimento anche delle associazioni di categoria interessate, al fine di individuare delle norme transitorie che garantiscano il corretto passaggio dal regime antecedente alla soluzione del problema.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Paita, per due minuti.

PAITA (Az-IV-RE). Signor Ministro, intanto la ringrazio. Noi sappiamo perfettamente che lei si è ritrovato a gestire la questione senza averne in qualche modo responsabilità. È chiaro, infatti, e in qualche modo inequivocabile, che in questo Paese le scelte più sbagliate sono state compiute da Conte. È Conte ad aver voluto il reddito di cittadinanza. È Conte ad avere in qualche modo concepito la teoria nefasta della decrescita felice. È Conte ad avere voluto questo tipo di impostazione. È Conte ad avere voluto a tutti i costi il superbonus. (Vivaci commenti). Sì, ma non vi agitate.

Signor Presidente, l'isterismo non va bene. Altrimenti, mi concede tempo ulteriore.

PRESIDENTE. Senatrice Paita, il tempo è quello che le ho comunicato in apertura del suo intervento. Invito i colleghi a rispettare i senatori che intervengono, anche perché ricordo che è in corso la diretta televisiva.

PAITA (Az-IV-RE). Quindi, signor Ministro, è chiarissimo a chi attribuire le responsabilità di scelte profondamente sbagliate, come quella del superbonus, volute e concepite in questo modo. Tuttavia, signor Ministro, in questo momento vi è lei al Governo.

Sono tante le famiglie e le imprese in difficoltà: imprese che sono preoccupate perché rischiano veramente di fallire e cittadini che sono in mezzo al guado. Quindi, io mi auguro che questo Governo vada oltre l'istituzione di un tavolo, perché di tavoli, ormai, questo Governo ne ha fatti veramente tantissimi: c'è una sorta di congestione da tavolo.

Ciò che serve sono le risposte. Sono state avanzate alcune ipotesi: l'utilizzo del modello F24, ma anche una sorta di coinvolgimento delle banche, magari attraverso la possibilità che queste garantiscano quei debiti attraverso delle garanzie SACE. Vi sono varie possibilità.

Che cosa le chiediamo, dunque, signor Ministro, nel ringraziarla comunque della sua disponibilità e apertura al ragionamento? Certamente le chiediamo di modificare un'impostazione sbagliata, fondata sulla teoria che in questo Paese possa essere fatto debito pubblico a dismisura; una impostazione incarnata sul concetto di irresponsabilità, che - lo ripeto - Conte ha voluto in tutti i casi manifestare nei confronti del Paese.

Al tempo stesso, le chiediamo di farsi carico del futuro di imprese e cittadini, che in questo momento hanno bisogno di risposte serie. Lo ripeto, signor Ministro: non tavoli, ma risposte serie, garanzie delle banche, utilizzo del modello F24; soluzioni che dovete mettere in campo subito, se non volete che il sistema collassi. (Applausi).

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