Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 065 del 04.05.2023 - Interrogazione: rispetto della parità di genere nell'ambito del PNRR e del nuovo codice dei contratti pubblici

venerdì 5 maggio 2023


Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 065 del 04.05.2023

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INTERROGAZIONE

PRESIDENTE. Segue l'interrogazione 3-00297 sul rispetto della parità di genere nell'ambito del PNRR e del nuovo codice dei contratti pubblici.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

BARBARO, sottosegretario di Stato per l'ambiente e la sicurezza energetica. Signor Presidente, la senatrice D'Elia evidenzia come il PNRR fissi tre priorità trasversali - donne, giovani e differenze territoriali - e preveda l'impegno affinché l'intero meccanismo di recovery possa determinare un impatto significativo sull'occupazione femminile.

L'interrogante richiama quanto previsto dal decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, per il quale le stazioni appaltanti sono tenute a prevedere nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, come requisiti necessari e come ulteriori requisiti premiali dell'offerta, criteri orientati a promuovere l'imprenditoria giovanile, la parità di genere e l'assunzione dei giovani fino a trentasei anni, prevedendo altresì misure premiali o penali in caso di ottemperanza o inadempienza.

Nel ricordare quanto disposto dall'articolo 47, comma 8, in ordine all'adozione di linee guida per la definizione delle modalità e dei criteri applicativi delle misure per le pari opportunità e l'inclusione lavorativa nei contratti pubblici relativi al PNRR e al PNC, a giudizio dell'interrogante, le stesse non sarebbero state ancora adottate e ciò in virtù di un asserito orientamento del Governo alla delega permanente all'applicazione della clausola di condizionalità per infondati timori e presunti rischi di complicazioni delle procedure o incremento dei costi dei progetti. Atteggiamento che, a dire dell'interrogante, troverebbe ulteriore conferma nel contenuto del codice dei contratti pubblici.

Da tali premesse discendono i quesiti ai quali è doveroso dare compiuto riscontro. Voglio innanzitutto rassicurare circa la tempistica delle linee guida che risultano essere state già adottate con decreto delle autorità politiche delegate alle pari opportunità e alle politiche giovanili, di concerto con gli altri Ministri competenti per materia il 7 dicembre 2021. Il relativo decreto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 309 del 30 dicembre 2021, definisce le modalità e i criteri applicativi delle misure previste dall'articolo 47 del citato decreto-legge n. 77 del 2021, con l'indicazione di clausole contrattuali e misure premiali volte all'incentivazione e alla tutela delle pari opportunità generazionali e di genere, nonché all'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, oltre a disciplinare le modalità di attivazione delle deroghe.

In merito, l'ANAC, rilevata la necessità di dare attuazione alle citate linee guida, tenuto conto anche dell'esigenza di semplificazione e razionalizzazione degli obblighi posti a carico dell'amministrazione e di digitalizzazione dei processi, ha provveduto con la delibera 122 del 16 marzo 2022, all'individuazione dei dati e delle informazioni che le stazioni appaltanti e gli enti aggiudicatori sono tenuti a fornire alla banca dati nazionali dei contratti pubblici al fine di monitorare l'adozione dei requisiti e dei criteri premiali per le pari opportunità generazionali e di genere nonché per l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità.

Con riferimento alla richiesta di garantire la massima trasparenza sui dati relativi all'attuazione del PNRR, faccio inoltre presente che le aziende, anche di piccole dimensioni, con almeno 15 dipendenti, partecipanti alle gare di appalto o affidatarie dei contratti, hanno l'obbligo, ai sensi dei commi 2, 3 e 3-bis del citato articolo 47, di consegnare alla stazione appaltante una relazione sulla situazione del personale maschile e femminile, nonché sull'adempimento degli obblighi sull'inserimento lavorativo dei disabili.

La relazione di genere è trasmessa anche alle rappresentanze sindacali e aziendali e ai consiglieri regionali di parità. Le suddette relazioni sono pubblicate anche sul sito del committente, nella sezione amministrazione trasparente, e comunicate alla Presidenza del Consiglio ovvero ai Ministeri e alle autorità delegati per le pari opportunità e la famiglia e per le politiche giovanili e il servizio civile universale.

In merito poi al monitoraggio degli obiettivi di riduzione dei divari di genere previsti dal PNRR, si segnala che la direzione generale del Ministero del lavoro ha stipulato con l'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (INAPP) a dicembre 2022 un accordo di programma per l'analisi, il monitoraggio e il sostegno alla governance delle politiche pubbliche sui temi della partecipazione al mercato del lavoro in ottica di genere, della promozione della parità retributiva e delle pari opportunità sui luoghi di lavoro.

Tra le attività oggetto della convenzione, vi è l'analisi della ricaduta del PNRR sui rapporti di lavoro, volta a evidenziarne l'impatto in termini di quantità e qualità occupazionale in ottica di genere, attraverso il tracciamento delle nuove assunzioni imputabili ai fondi PNRR, all'interno del sistema SISCO del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Anche con riferimento al quesito sul nuovo codice degli appalti, rassicuro gli interroganti, giacché le nuove disposizioni rafforzano significativamente le misure di favore sulla parità di genere e sull'occupazione femminile, non solo preservando in sede di aggiudicazione i valori premiali per le politiche aziendali che ne assicurino il rispetto, ma anche introducendo specifiche clausole sociali e puntuali impegni nell'esecuzione del rapporto contrattuale, divenendo il rispetto della parità di genere un obbligo puntuale per l'operatore economico, verificabile con la produzione di specifica certificazione come mezzo di prova. Il nuovo codice intende così aumentare i presidi sostanziali atti a conseguire l'effettiva parità di genere, semplificando il procedimento di aggiudicazione degli appalti, grazie alla possibilità per le imprese di attestare, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti richiesti per ottenere la certificazione sulla parità di genere, ai sensi dell'articolo 46-bis del codice sulle pari opportunità. Ciò preservando il potere delle stazioni appaltanti di verificare l'autocertificazione con ogni adeguato mezzo. Il nuovo codice rende poi strutturale la disciplina di particolare favore finora riferita solo agli appalti PNRR, con riguardo agli appalti riservati. Ciò unitamente al potenziamento del valore della certificazione, grazie alla cumulabilità ora concessa in sede di riduzione della garanzia fideiussoria.

 

D'ELIA (PD-IDP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ELIA (PD-IDP). Signor Presidente, ringrazio il signor Sottosegretario per la risposta. Voglio però sottolineare che quello che volevamo sottoporre all'attenzione del Governo con l'interrogazione - di cui sono la prima firmataria, ma che è firmata da vari senatori del Partito Democratico, a sottolineare l'importanza che per noi ha questo tema, e che è indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e a vari Ministri del Governo - è il senso della posta in gioco, per il Paese, rispetto agli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La posta in gioco è infatti quella di superare il divario enorme rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea in termini di occupazione femminile.

C'è stato, attorno a quel piano, un grande dibattito pubblico, su questo e sulla possibilità, attraverso quel piano, di superare i divari che bloccano lo sviluppo del Paese, tant'è vero che sono state individuate tre trasversalità. Ora, rispetto alla domanda di fondo su come vengono applicate le norme del piano, in particolare sulle trasversalità che riguardano le donne e i giovani - l'altra riguarda il Mezzogiorno, ma le cose sono molto legate - la risposta che viene data in questa sede, mi consenta, è quantomeno burocratica. Possono infatti essere state fatte le linee guida, ma il tema è se la clausola è effettivamente applicata.

Vorrei ricordare cosa siamo noi oggi. L'obiettivo, oltretutto, del tasso di occupazione femminile al 60 per cento, che ci equiparerebbe agli altri Paesi europei, è un obiettivo che il nostro Paese si era dato con Lisbona e lo avremmo dovuto raggiungere tredici anni fa. Ora non solo siamo al 51,1 per cento e non al 60 per cento, ma nel Mezzogiorno scendiamo al 34,4 per cento: sono dati Istat del 2022. Siamo ultimi nella fascia cruciale, quella tra i venticinque e i quarantanove anni. Quindi non è possibile non aggredirla come una grande questione, tant'è vero che l'abbiamo affidata non solo alla clausola. Quando dico «noi», intendo il Paese, perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza è dell'Italia, non di qualche partito. Ebbene l'abbiamo affidata non solo alla clausola, ma all'investimento sui nidi, sui servizi, sulle infrastrutture e al potenziamento della presenza delle donne nelle materie STEM.

Questo divario non è accettabile in un Paese del G7, secondo per manifatture e terzo per PIL nell'Unione europea. Questa è la cosa che non torna, la grande ingiustizia, ed è anche quello che frena, secondo me, lo sviluppo di questo Paese. Qual era la difficoltà del PNRR? È che si tratta di un investimento infrastrutturale che investe in modo significativo in settori nei quali c'è poca occupazione femminile. Per questo c'è la clausola, perché il 79,8 per cento delle risorse va in settori caratterizzati prevalentemente da lavoratori uomini.

La clausola però - ci dicono i dati - non viene applicata nel 69 per cento dei bandi pubblicati ad oggi. Allora, possono essere state fatte o meno le linee guida, ma che cosa facciamo di fronte a questo? Come interveniamo rispetto al fatto che una condizionalità che ci siamo dati non viene rispettata nei bandi che interessano il Piano nazionale di ripresa e resilienza? E non si può solo rispondere che in edilizia ci sono poche donne, perché ci sono molti modi per impiegare le donne anche in quel settore e per far crescere l'occupazione.

Per quanto riguarda il codice degli appalti, è grazie a una battaglia che come Partito Democratico abbiamo fatto, e che ci ha visto protagonisti, che esso contiene il rispetto delle premialità. Però anche questo aspetto è molto debole e rimangono delle criticità. Le aziende che decidono di usufruire della premialità possono anche autocertificarsi e fare a meno dell'intervento degli enti preposti; questo mette a rischio di pink washing, come si dice quando si fa una piccola verniciatura di rosa, ma poi l'occupazione a cui si guarda è quella maschile. Inoltre i subappalti e gli affidamenti diretti, quello che voi avete previsto in questo codice degli appalti, mettono seriamente in discussione la possibilità di applicare queste clausole.

La ringrazio comunque per la risposta, signor Sottosegretario, ma io sono fortemente insoddisfatta e credo che questo Paese abbia un enorme problema da affrontare. È un'occasione che non può perdere con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. (Applausi).