Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 075 del 01/06/2023 - Interrogazione: riforma dei percorsi di formazione iniziale degli insegnanti

lunedì 5 giugno 2023


Interrogazione: sulla riforma dei percorsi di formazione iniziale degli insegnanti

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00436

Pubblicato il 16 maggio 2023, nella seduta n. 67
Svolto il 1° giugno 2023 nella seduta n. 75 dell'Assemblea

MALPEZZID'ELIACRISANTIRANDOVERDUCCI - Ai Ministri dell'istruzione e del merito e dell'università e della ricerca. -

Premesso che:

da quanto appreso nella VII Commissione permanente (Cultura) della Camera dei deputati, in risposta all’interrogazione 5-00755, presentata da alcuni deputati del Gruppo PD, il Ministro dell’istruzione e del merito avrebbe avviato, dal mese di novembre 2022, un confronto con il Ministro dell’università e della ricerca su una prima bozza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla formazione iniziale, di cui all'articolo 44, comma 4, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sarebbe stata sottoposta, inoltre, anche al vaglio della Commissione europea;

sembrerebbe, da notizie a mezzo stampa, che la Commissione europea abbia richiesto una maggiore coerenza dei percorsi formativi ed universitari di formazione iniziale con le professionalità richieste al docente;

il target attualmente previsto dal PNRR è quello dell’assunzione entro il 2024 di 70.000 docenti formati con le nuove regole, per quanto da notizie di stampa sembrerebbe che il Ministero sia intenzionato a chiedere uno spostamento in avanti di tale scadenza;

inoltre, sempre da notizie pubblicate dalla stampa di settore, i Ministeri competenti, in seguito anche ad un confronto avviato con la CRUI, starebbero prospettando la possibilità di ricorrere a un significativo innalzamento della modalità telematica di erogazione dei corsi di formazione;

altro aspetto che richiederebbe un confronto è quello relativo al costo di partecipazione al corso di formazione, che verrebbe interamente sostenuto dai corsisti;

in fase di conversione del decreto-legge n. 36, il Gruppo PD ha proposto di introdurre, relativamente al costo dei percorsi di abilitazione, una norma volta a sottoporre la contribuzione al regime della no tax area, riprendendo un principio già previsto per i corsi di studio e come accadeva, anche, per il conseguimento dei 24 crediti formativi universitari;

con tale norma si potrebbe contenere l’eventuale impatto negativo sulla regolarità degli studi e quindi sui requisiti per ottenere le provvidenze del diritto allo studio,

si chiede di sapere quali siano i tempi ed i contenuti del decreto, riguardo, in particolare, ai costi dei percorsi formativi a carico dei partecipanti, alle modalità di erogazione dei percorsi e di selezione in accesso ai medesimi, nel caso in cui le domande siano superiori al fabbisogno individuato dalle singole università, e agli elementi individuati per garantire l’omogeneità dei percorsi a garanzia degli standard professionali previsti dalla norma.

Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 075 del 01/06/2023

Stralcio

[…]

RISPOSTA

Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

FRASSINETTI, sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito. Signor Presidente, ringrazio intanto la collega Malpezzi per la possibilità che mi offre di comunicare che il procedimento di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è ormai giunto in dirittura d'arrivo. A seguito di una lunga interlocuzione con la Commissione europea, siamo infatti addivenuti a un nuovo testo, anch'esso pienamente condiviso con il Ministero dell'università e della ricerca e ora sottoposto alle definitive valutazioni della stessa Commissione.

L'impostazione attuale del DPCM intende valorizzare, ai fini dell'uniformità dei percorsi, sia i contenuti professionali minimi del docente, sia il ruolo di garanzia svolto dall'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) nel processo di accreditamento iniziale periodico, che costituisce il principale presidio dell'omogeneità dei requisiti qualitativi dell'offerta formativa.

In merito ai contenuti specifici del DPCM, preciso che al momento non si rende possibile entrare nel dettaglio, in quanto il testo, come già detto in precedenza, dev'essere prima validato, quanto meno nella sua nuova impostazione generale, dalla Commissione europea. In ogni caso, posso anticipare fin d'ora che il DPCM individua puntualmente: i requisiti di accreditamento dei percorsi di formazione iniziale, in modo da garantirne l'elevata qualità e solidità; le modalità di organizzazione degli stessi al fine di realizzare una collaborazione strutturata e paritetica tra sistema scolastico e istituzioni della formazione superiore; i contenuti e la strutturazione dell'offerta formativa dei percorsi, con l'obiettivo di assicurare un'erogazione uniforme ed omogenea su tutto il territorio nazionale, nonché gli eventuali costi massimi di iscrizione ai percorsi universitari e accademici di formazione iniziale che tengono conto delle diverse tipologie di partecipanti.

Infine, mi preme segnalare che l'adozione del DPCM non esaurirà le azioni di questo Governo per favorire l'attuazione della riforma del sistema di reclutamento dei docenti prevista dal PNRR e definita nella precedente legislatura.

Infatti, proprio al fine di meglio regolare talune delle questioni citate dal presente atto ispettivo - mi riferisco in particolare alle modalità di erogazione della didattica e alla definizione di strumenti di flessibilità organizzativa al fine ultimo di accrescere al massimo la disponibilità dell'offerta formativa da parte dell'università - preciso che vi è la necessità di intervenire su talune previsioni normative della riforma rivelatesi non coerenti con il raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Si tratta di correttivi che stiamo proponendo in sede di conversione del decreto-legge cosiddetto assunzioni PA e che, se approvati, potranno contribuire positivamente, sia ad ampliare l'offerta formativa dell'università, sia a ridurre i costi di erogazione dei percorsi, a beneficio finale degli aspiranti docenti della scuola.

MALPEZZI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALPEZZI (PD-IDP). Signor Presidente, ringrazio la Sottosegretaria che conosco per pragmatismo, ma si renderà conto anche lei che la risposta data è quasi simile a quella che il Ministero ha dato nell'altro ramo del Parlamento circa due settimane fa. Dico quasi simile, ma non risolve le questioni che abbiamo sollevato e che ci stanno particolarmente a cuore per una serie di elementi. Provo a metterli in ordine, consegnandoglieli, Sottosegretaria, in modo tale che possa a sua volta consegnarli al Ministro per poter dare una risposta, se non al Partito Democratico, agli studenti e alle università.

Quali sono questi elementi? Primo: le università e gli studenti, che non sono stati ancora coinvolti con le loro rappresentanze studentesche, non hanno alcun tipo di indicazione circa il percorso dei 60 CFU (crediti formativi universitari), perché non ne conoscono i contenuti. Quindi, non hanno idea né le università, né i rappresentanti degli studenti di quale direzione intraprendere, anche a livello organizzativo. Peraltro, siamo in grandissimo ritardo, perché sappiamo anche noi che c'è una data di scadenza ben precisa, che le 70.000 assunzioni dei nuovi insegnanti devono avvenire entro il 2024 e che si deve correre. Per ora il percorso è ancora tutto molto indefinito e - come ricordava giustamente lei - è un percorso che è stato legiferato nel decreto-legge n. 36 del 2022, esattamente un anno fa, ma non sono più partiti i decreti attuativi. Stiamo ancora aspettando e non abbiamo chiarimenti.

C'è un altro tema che ci preoccupa moltissimo, preoccupa noi, le università e soprattutto gli studenti e le loro famiglie. È il tema dei costi. Noi come Partito Democratico in quella sede di conversione avevamo chiesto che venisse inserito lo stesso sistema che si utilizza per l'università, e cioè ampliare la cosiddetta no tax area, spostarla anche in quell'ambito, in modo tale da essere sicuri che gli studenti potessero accedere a quel tipo di percorsi in modalità sostenibile. In caso contrario, si parla di costi - lo riportano le fonti di stampa, ma mi aspetto che il Ministero possa chiarire - che possono arrivare a 2.500 euro. Non è possibile dire ai nostri ragazzi che vogliono diventare insegnanti che quel percorso lo devono pagare loro.

Quindi, dobbiamo trovare una modalità, che può essere ripresa dal decreto legislativo dei tempi della buona scuola, approvato nel 2017, che metteva un massimo di costi per quelli che erano allora i 24 crediti, che era fissato in 500 euro - una sorta di contributo, ma per il resto ci pensa lo Stato - altrimenti così non può funzionare. Noi vediamo anche il messaggio della no tax area, che quindi riguarda l'ISEE e potrebbe avere un significato all'interno del Piano per il diritto allo studio e in questo modo essere riconosciuto.

C'è un altro elemento che ci preoccupa: siccome comprendiamo che c'è un ritardo, noi sapevamo che all'interno di quel decreto c'era una quota di erogazione della formazione online; quota però limitata dal decreto al 33 per cento, in modo tale che ci fossero due terzi di formazione in presenza e solo una piccola parte di erogazione online. Ricordiamoci che all'interno di questi percorsi c'è una parte importante di tirocinio, perché i nostri futuri insegnanti non devono solo avere le competenze - le conoscenze dovrebbero essere già certificate - ma devono anche saperle trasmettere. Quindi, era necessario anche il tirocinio.

È vera la notizia che questa percentuale di formazione erogata online può essere aumentata, addirittura al 50 per cento? Io penso che non sia possibile e che si debbano trovare altre strade, perché la formazione dei ragazzi che saranno gli insegnanti del futuro non può assolutamente avvenire con quel tipo di modalità.

Chiediamo pertanto chiarezza e una compartecipazione.

Non volete confrontarvi? Il Ministero non vuole confrontarsi con le Commissioni competenti perché non è tenuto in maniera così netta? Bene: lo faccia con le università e con le rappresentanze studentesche. Abbiamo bisogno di sentir parlare anche i ragazzi che vogliono diventare insegnanti, che hanno visto in quel decreto-legge n. 36 del 2022 - era dell'allora ministro Bianchi - la possibilità di un percorso molto chiaro, dopo che quello creato nel 2017 era stato eliminato con un colpo di spugna nella legge di bilancio 2019, riportando tutto nuovamente nel caos.

Oggi i nostri studenti hanno un percorso preciso, una possibilità: rendiamogliela chiara, diciamo loro come deve essere e aiutiamoli a dirci anche come la pensano loro.

Sottosegretaria, lo sottolineo ancora una volta: la questione dei costi diventa oggi prioritaria.