Sommario3

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Caro energia: Regioni, destinare surplus gettito per abbattere costo bollette emesse
(Regioni.it 4363 - 14/09/2022) “L’emergenza energetica che sta vivendo il Paese è senza precedenti e sta mettendo in seria difficoltà l’intero tessuto produttivo. Per questo occorre far fronte alle esigenze di aziende e famiglie con un’azione condivisa Governo–Regioni, partendo da un intervento urgente per destinare tutto il surplus derivante dal gettito all’abbattimento del costo delle bollette già emesse”. Lo hanno sottolineato il vicepresidente della Marche, Mirco Carloni (coordinatore della Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni) e Anita Pili, Assessore della Regione Sardegna (coordinatrice della materia energia nell’ambito della Commissione Ambiente, energia e sostenibilità della Conferenza delle Regioni).
“La Conferenza delle Regioni ha approvato oggi un documento di proposte – predisposto dalla Commissione Sviluppo Economico e dalla Commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità - che si articola lungo due direttrici, una emergenziale da concretizzare urgentemente, l’altra prevede invece interventi di medio-lungo periodo.
Proposte che riguardano – hanno spiegato Carloni e Pili - la liquidità e il credito d’imposta, l’incentivazione e la facilitazione verso le fonti di energia rinnovabile, il tetto al prezzo del gas, la rateizzazione delle bollette.
Le Regioni sono disponibili - hanno concluso i due coordinatori - ad un confronto immediato sui temi proposti per la tenuta dell’industria italiana che resta tra le più competitive del mondo ma che oggi è a forte rischio a causa della preponderante dipendenza dal gas per l’approvvigionamento energetico”.
( red / 14.09.22 )
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Rinnovabili: Anie, forte aumento energia nel 2022

(Regioni.it 4363 - 14/09/2022) Aumenta nel 2022 l’energia da fonti rinnovabili. L'Osservatorio Fer (Fonti di energia rinnovabili) di ANIE Rinnovabili (l'associazione delle imprese della produzione elettrica a zero emissioni), sulla base dei dati di Terna, rileva che nel primo semestre del 2022 in Italia sono stati installati 1.211 megawatt di nuova potenza di fonti rinnovabili, il 168% in più rispetto allo stesso periodo del 2021: 1.061 MW per il fotovoltaico (+193%), 123 MW per l'eolico (+66%) e 27 MW per l'idroelettrico (+72%).
Si rileca anche che per il fotovoltaico le installazioni di potenza inferiore ai 10 kW costituiscono il 34% del totale, quelle tra 10 kW ed 1 MW il 31% e quelle sopra 1 MW il 35%.
Complessivamente sono stati connessi alla rete da gennaio a giugno 2022 quasi 74.000 impianti.
Le regioni che hanno avuto l'incremento maggiore di nuova potenza installata, rispetto allo stesso periodo del 2021, sono Basilicata (+611%), Sicilia (+599%), Sardegna (+1.180%) e Valle d'Aosta (+2.305%).
Per valore assoluto si sono contraddistinte le Regioni Lazio, Lombardia e Sicilia rispettivamente con 142, 147 e 139 MW.
Per l'eolico, le installazioni di potenza superiore ad 1 MW sono l'82%.
Gli impianti maggiori a 1 MW realizzati nel primo semestre sono 5, tutti in Puglia: 4 nella provincia di Foggia e uno offshore a Taranto, dopo un iter autorizzativo conclusosi dopo 14 anni.
Solo in Puglia si registra un trend crescente rispetto al primo semestre del 2021, periodo nel quale le Regioni a più alta ventosità (Basilicata, Calabria, Campania, Sardegna e Sicilia) registrano un eclatante stop della corsa all'eolico.
( gs / 14.09.22 )

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Cerved: con la transizione ecologica molte aziende a rischio
(Regioni.it 4363 - 14/09/2022) Sono quasi un milione le aziende che sono a rischio.
Nel 'Rapporto Italia sostenibile 2022' presentato da Cerved si analizza il grado di sostenibilità italiana e dei Paesi europei dal punto di vista economico, sociale e ambientale. L'Italia è promossa sull'ambiente, ma fatica negli ambiti economico e sociale.
Per la transizione sostenibile sono molte le province specializzate in settori che dovranno affrontare forti cambiamenti hanno imprese con una struttura finanziaria più debole e quindi meno pronta agli investimenti.
Gli indici di sostenibilità ambientale, economica e sociale, tracciati da Cerved, potranno essere utili per programmare i 50 miliardi del Fondo sviluppo e coesione e gli 80 miliardi destinati ai territori dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Le aziende a rischio medio-alto di mancata transizione ecologica sono le 932mila (con 2 milioni di addetti) che operano nei settori dei combustibili fossili, degli energivori e del sistema moda, afferma Cerved nel secondo rapporto Italia sostenibile, calcolando l'indice in base ai fondi necessari per la riconversione e l'abbattimento delle emissioni.
La gran parte delle risorse finanziarie per i processi di riconversione (14,8 miliardi di euro su 20,6 totali) è al Nord, mentre al Sud sono disponibili per la transizione solo 2,6 miliardi (il 12,8% dei fondi totali).
Dal punto di vista ambientale invece sono più di un milione (il 19,3% di 5,3 milioni tra quelle iscritte all'apposito), con 3,3 milioni di impiegati le aziende a rischio fisico, idrogeologico o sismico, alto o medio-alto, secondo i dati di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dell'Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
C’è anche una classifica generale di sostenibilità, in base a diverse variabili: su 29 Paesi analizzati, l’Italia occupa la quindicesima posizione.
A penalizzarla è soprattutto l'economia. Sono pochi sia gli investimenti esteri, sia quelli interni in ricerca, sviluppo e digitalizzazione. I redditi, di conseguenza, sono fermi da dieci anni, con un tasso di occupazione al 57%, 10 punti sotto la media UE. Fanno peggio solo Romania, Cipro e Grecia. Vanno meglio però Nord Ovest e Nord Est: scorporate, sono al sesto e settimo posto, dietro Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Germania e Finlandia.
Dal punto di vista sociale c'è ancora tanto da lavorare: l'Italia è al diciottesimo posto, ben al di sotto della media europea, con il sud terz'ultimo posto davanti a Grecia e Romania. Influiscono le tante famiglie a rischio povertà, la scarsa capacità di formazione del capitale umano e un sistema di sicurezza e giustizia poco efficiente.
Nell'assistenza sociale e nella sanità l'Italia però si piazza al settimo posto.
Sull'ambiente l'Italia fa addirittura meglio della Francia, collocandosi nona, nonostante un territorio fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico. Sono bassi i livelli di inquinamento e gas serra. Mentre, in linea con l'Europa, un quinto dell'energia consumata proviene da fonti rinnovabili.
Risultati positivi anche per l'inquinamento industriale: solo 5 tonnellate per abitante, con una riduzione del 25,4% dal 2011 al 2020, superiore di dieci punti alla media UE.
( gs / 14.09.22 )
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Pandemia: il ruolo della Conferenza delle Regioni per superare l'emergenza
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(Regioni.it 4363 - 14/09/2022) Pubblicato sul sito www.regioni.it il dossier "Il ruolo della Conferenza delle Regioni negli anni della pandemia e l’alleanza con il Governo per superare l’emergenza", curato dalla Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Si ripercorrono i “giorni del Covid” dal 31 dicembre del 2019, quando la Cina segnalò all’Oms un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan;
Il dossier offre un panoramica, in ordine cronologico, delle azioni messe in campo per la gestione della pandemia dal Governo ( e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
( red / 14.09.22 )
Si ripercorrono i “giorni del Covid” dal 31 dicembre del 2019, quando la Cina segnalò all’Oms un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan;
Il dossier offre un panoramica, in ordine cronologico, delle azioni messe in campo per la gestione della pandemia dal Governo ( e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
( red / 14.09.22 )
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Vino: primi produttori al mondo
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(Regioni.it 4363 - 14/09/2022) Sono 50,27 milioni gli ettolitri di vino prodotti dall'Italia, che mantiene saldo il primato produttivo mondiale e segna un incremento del 3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021. Ma nonostante questo il primato mondiale di fatturato è ancora della Francia.
L'Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv presenta la classifica delle Regioni italiane per produzione di vino, che vede al primo posto la regione Veneto nonostante il calo del 3% e che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre un quinto del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell'intero vigneto italiano.
Flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%) mentre si stima in crescita la Valle d'Aosta (+10%). A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%) mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile.
Al Centro si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%). Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l'Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).
Secondo l'Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv, si attendono quest’anno vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l'asticella sull'ottimo" Piemonte, Val d'Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni "buone/ottime". "Buone" invece le attese per le etichette lombarde e venete.
( gs / 14.09.22 )

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Web talk Cinsedo il 19 settembre, "Oltre il 2027: il futuro della Politica di Coesione"
Prosegue la Formazione in materia europea del Centro interregionale studi e documentazione
(Regioni.it 4363 - 14/09/2022) Prosegue il X ciclo del Programma di formazione in materia europea promosso e organizzato dal Cinsedo (Centro Interregionale Studi e Documentazione). Si tratta di seminari (riservati a dirigenti funzionari delle Regioni e delle Province autonome) che hanno l’obiettivo di contribuire al rafforzamento della capacità
dell’amministrazione regionale italiana di esercitare le proprie funzioni europee e, nel contempo,
di contribuire agli obiettivi della Better regulation.
dell’amministrazione regionale italiana di esercitare le proprie funzioni europee e, nel contempo,
di contribuire agli obiettivi della Better regulation.
Il prossimo appuntamento in programma il 19 settembre (dalle ore 14.30 alle ore 16.00) ed ha come tema “Oltre il 2027: il futuro della Politica di Coesione”.
La centralizzazione degli interventi e della programmazione realizzata in occasione del PNRR, a livello degli Stati membri ed europeo, potrebbe essere un segnale della prospettiva di superamento del protagonismo delle Regioni che ha caratterizzato finora la Politica di Coesione e la programmazione dei Fondi SIE.
Sul futuro della Politica di Coesione si interroga anche la Commissione europea nella Comunicazione che accompagna l’ottava relazione sulla coesione, prendendo in considerazione le sfide individuate nell’ultima relazione di previsione strategica, i cosiddetti “megatrend”: la sfida climatica e altre sfide ambientali, l'iperconnettività digitale e le trasformazioni tecnologiche, la pressione sulla democrazia, i cambiamenti nell'ordine globale e nella demografia. Come può la Politica di Coesione affrontare queste sfide? A quali cambiamenti potrebbe andare incontro? A fronte delle nuove opportunità della duplice transizione verde e digitale, infatti, vi sono rischi di ulteriori e nuove disparità fra i territori.
Il dibattito per contribuire alla definizione della nuova Politica di Coesione oltre il 2027 è stato lanciato dalla Commissione europea.
Il Web talk del 19 settembre intende avviare la riflessione anche in Italia. On line sul sito www.regioni.it (nella sezione “Seminari”), il programma e il modulo per iscriversi.
( red / 14.09.22 )

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03