periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 33 - Roma, 10-11-12  maggio 2003

Sommario

Cipe: risorse per Mezzogiorno, ricerca e informatizzazione Gli italiani scelgono l'eco-turismo
Farmaceutica: Sirchia boccia patto proposto da Regioni Regioni, Europa e artigianato
Toscana: il caso Pfizer dal Senato alla Magistratura Toscana: futuro anche nell'impresa
Cipe: risorse per Mezzogiorno, ricerca e informatizzazione
berlusconi.jpg (104464 byte) Due importanti delibere sono state adottate dal Cipe nel corso di una seduta presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi.
La
prima delibera (in attuazione del nuovo sistema introdotto dagli articoli 60 e 61 della Legge Finanziaria 2003) alloca a singoli incentivi e a investimenti pubblici in infrastrutture per il triennio 2003/2005 le risorse dei Fondi per le aree sottoutilizzate (cfr.nota) costituiti presso i Ministeri dell'economia e delle finanze e delle attività produttive: 14 miliardi e 500 milioni di euro per il riequilibrio economico e sociale" .
La
seconda delibera destina le risorse per investimenti pubblici in infrastrutture materiali e immateriali alle Regioni e ai Programmi nazionali di sviluppo, in particolare nei settori della ricerca e della società dell'informazione: 5 miliardi e 200 milioni di euro per investimenti pubblici". (sm)
Farmaceutica: Sirchia boccia il patto proposto dalle Regioni

Quasi una bocciatura senza appello quella espressa dal Ministro della Salute, Sirchia, con riferimento al "patto" proposto dalle Regioni sulla farmaceutica. Il documento è stato inviato il 9 maggio con lettera al Ministro dell'Economia e al Ministro della Salute dal Presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni Enzo Ghigo: "Anche durante l’iter delle Legge Finanziaria 2003, in merito alle disposizione sulla Sanità - scrive Ghigo -  è stata più volte sottolineata la rilevanza e l’urgenza di una revisione normativa complessiva ed organica del settore farmaceutico. In tale direzione le Regioni hanno formulato una proposta per “Un nuovo patto per la Farmaceutica” e la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione dell’8 maggio, ha approvato tale documento. Desidero, pertanto, trasmettere alla Sua diretta attenzione il documento anche al fine di confrontarsi sulle proposte avanzate".
Ma nell'
intervista a Il Sole 24 ore il Ministro afferma  che il documento delle regioni "contiene idee sovietiche" e ''non condivisibili nei contenuti". Per Sirchia è un documento ''vecchio'' e che ''riesuma delle cose ampiamente superate dal nuovo Prontuario che sta riportando la spesa ai livelli precedenti''. Tanto che a fine anno, afferma Sirchia, si prevede di raggiungere il tetto del 13%, in linea con il patto di stabilità dell'8 agosto 2001. il Ministro attacca anche la ''logica economicistica pura'' e la razionalità dei tagli: ''tagliando indiscriminatamente  il buono e cattivo, si fa un'operazione devastante''. Nel documento delle Regioni il ministro sottolinea le  osservazioni relative all'informazione scientifica delle  aziende. ''Cose apprezzabili, che però abbiamo già messo in cantiere''. E' invece perplesso ''quando si pensa di incanalare l'industria in un regime di vigilanza speciale e di tagli  ulteriori''. (gs)
Toscana: il caso Pfizer dal Senato alla Magistratura

Il Senato discute il caso Pfizer, un importante casa farmaceutica che è stata al centro di polemiche con la Regione Toscana per via di comunicazioni ritenute non corrette, e intanto del caso si interessa anche la Magistratura. "E' evidente che la Commissione giunge alle nostre stesse conclusioni. Abbiamo fatto bene a non sottovalutare la cosa e a portare tutto alla Procura della Repubblica". L'assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi commenta con soddisfazione l'annuncio dato da Francesco Carella, presidente della Commissione d'inchiesta del Senato sul caso Pfizer, che i resoconti delle audizioni finiranno sul tavolo della magistratura. "I giudizi negativi sulla sanità toscana vengono smentiti dallo stesso Mannheimer, autore del sondaggio - prosegue Rossi - Segno evidente che in Toscana si governa la sanità guardando agli interessi dei cittadini ed esclusivamente a questi. Proprio per questo può accadere che ci siano forze che vogliono screditare una sanità pubblica nel complesso buona. Noi continueremo per la nostra strada serenamente, convinti di interpretare le istanze dei cittadini e degli operatori della sanità insieme ai quali abbiamo costruito il nostro modello di servizio sanitario regionale". (red)
Gli italiani scelgono l'eco-turismo

Vengono dall'Italia i  turisti che scelgono di trascorrere le vacanze nelle aree protette e nei parchi d'Italia, un sistema che occupa oltre il 10 per cento del territorio ed è meta, ogni anno, di quasi 10 milioni di visitatori, la cui permanenza media e' di cinque giorni. I dati emergono dal primo Rapporto sul turismo-natura, curato dall'Osservatorio permanente costituito nell' ambito dell'annuale borsa turistica Ecotur. Dopo gli italiani (il 12 per cento del totale), i più assidui frequentatori sono i tedeschi, (1,2 milioni) seguiti dai francesi (90mila), dagli svizzeri (66mila), dagli austriaci (61mila), dagli inglesi (58mila) e dagli olandesi (53mila), mentre una piccola quota arriva dal resto del mondo. Interessante anche il dato relativo ai cittadini dell'Europa dell'Est, recentemente conquistati dal turismo verde in Italia: sono circa 16 mila, soprattutto polacchi (3 per cento). La crescita di questo tipo di turismo, e' stato rilevato, coinvolge sempre più la popolazione locale nella fornitura di servizi e nella riconversione di infrastrutture già presenti sul territorio. Secondo il rapporto, il prodotto basato sull'offerta di risorse naturali non puo' prescindere dall'abbinamento con il patrimonio culturale, che, in base a recenti rilevazioni del Ministero per i Beni culturali, consiste in non meno di 100 mila chiese, 3.500 musei, 2.100 aree archeologiche, decine di migliaia di rocche, castelli, giardini storici, biblioteche e archivi. Fra le Regioni italiane più frequentate per la loro offerta di natura, al primo posto, con quasi 500mila arrivi, risulta l'Alto Adige; seguono Emilia Romagna, Veneto, Sardegna, Lombardia, Toscana e Puglia. Come tipologia di struttura ricettiva, gli alberghi e le pensioni rappresentano la soluzione preferita per il 48,2 per cento dei turisti, gli appartamenti sono scelti dal 21,2 per cento, i campeggi raccolgono il 9 per cento dei favori, la formula B&B (Bed and breakfast), arriva al 6,6 per cento. Il camper e' scelto dal 6,3 per cento dei viaggiatori, mentre l'8,7 per cento opta per altre strutture.
Utili indicazioni sono arrivate dal Rapporto per le future strategie di promozione delle regioni: c'e' infatti disparità fra le richieste di informazioni sui parchi di alcune zone e la presenza, nei cataloghi dei tour operator dei paesi nord europei, di offerte relative alle regioni per le quali i potenziali turisti manifestano più interesse. Da un lato, regioni come Piemonte, Lombardia, Trentino, Umbria e Campania sono più presenti rispetto alla richiesta, mentre e' inversamente proporzionale il rapporto per Liguria, Toscana e Sicilia. Solo l'Abruzzo, fra le regioni a più alta percentuale di richieste, presenta un rapporto sostanzialmente equilibrato: 17,7 per cento di richiesta contro il 17,2 per cento di programmazione del prodotto Parchi da parte dei Tour operator. (red)
Regioni, Europa e artigianato

Una ricerca su "L’artigianato in Europa e in Italia", presentata a Torino dall’Osservatorio della Regione Piemonte sulll’artigianato, ha analizzato la realtà e le molteplici forme dell’impresa artigiana e delle istituzioni, soprattutto come esse interagiscono nelle varie situazioni nazionali europee e regionali italiane.
L’artigianato è una realtà estremamente importante soltanto in alcuni dei Paesi dell’Unione europea, quelli dove il settore ha riconoscimento giuridico e rappresentanza organizzata. Il rapporto infatti fornisce nella prima parte un panorama dell’artigianato europeo, al quale seguono due profili nazionali dedicati ai principali modelli di artigianato riconosciuti, quello tedesco e quello francese. Viene quindi offerto un primo quadro sinottico della situazione delle diverse Regioni italiane, con l’obiettivo di verificare l’importanza che l’artigianato riveste nelle diverse realtà territoriali e di identificare quali strumenti legislativi, strutture amministrative, programmi di intervento, impegni finanziari e tipologie di servizio siano presenti. (sm)

Toscana: futuro anche nell'impresa

"La Toscana non sarà solo un grande parco giochi" ma anche industria, sarà piccola e media impresa. E' questo il futuro della regione Toscana secondo il presidente Claudio Martini che lo ha tracciato durante un convegno a Siena: "Non sarà - ha detto - una area di attività dedicate solo alle vacanze dei turisti italiani o stranieri. Voglio sottolineare questo concetto dinanzi all'idea di alcuni che ormai la Toscana possa puntare decisamente al post-industriale, o addirittura al non-industriale. Sì, certo, turismo, terziario avanzato, attività del benessere e dello svago sono vocazioni da sviluppare ma non crediamo in un futuro in cui il terziario si sostituisca totalmente all'industria. E industria in Toscana vuol dire piccola e media impresa". Il 35,2 per cento della forza lavoro toscana si concentra in aziende con meno di dieci addetti, un altro 39,3% in imprese che ne contano più di dieci ma meno di cinquanta. Solo il 25,5% lavora laddove ci sono più di 50 assunti: stabilimenti ancora piccoli ma che dispongono di strutture produttive ed organizzative già tipiche dell'impresa. E' la fotografia della regione che esce dall'ultima ricerca dell'Irpet - i dati sono quelli del 2002 - e che chiariscono subito come il fenomeno della piccola e media impresa sia caratterizzato in Toscana, rispetto a regioni economicamente simili come Emilia Romagna e Veneto, da un numero più elevato di piccole unità produttive. La piccola e media impresa non è comunque un modello debole in sé. Anzi, a volte porta anche vantaggi. Diventa un modello debole, come altrove in Italia, solo quando l'azienda non fa parte di un sistema. Ci sono aree, come i sistemi locali presenti lungo il bacino dell'Arno, dove la Pmi è un modello 'forte' ed altre aree invece, lungo la costa, in cui le singole imprese sono ancora e spesso entità isolate. (gs)
 

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