periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 44 - Roma, 24, 25 e 26  maggio 2003

Sommario

I documenti della Conferenza delle Regioni del 21-22 maggio Veneto: coordinamento emergenze
La Giornata del Sollievo Terremoto in Algeria: l'impegno di Caritas e Croce Rossa
Marche: in prima linea sul fronte rifiuti Statuto Regione Lombardia: un articolo su "Confronti"
I documenti della Conferenza delle Regioni del 21-22 maggio
Il 21 e il 22 maggio si è svolta la Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome. Nel corso della riunione sono stati approvati diversi documenti e osservazioni presentate al Governo in occasione delle Conferenze Stato-Regioni e Unificata. Ad esempio sul fondo nazionale destinato per la protezione civile è stato chiesto di predisporre, in vista dell’approvazione del documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) per il 2003 e dei disegni di legge finanziaria e di bilancio per il 2004 e per il biennio successivo, una proposta normativa che modifichi il comma 16 dell’art.138 della legge n.388/2000, ispirandosi ai seguenti criteri: 1) conferma delle finalità del Fondo Regionale di Protezione Civile come individuate dalla norma originaria; 2) rinvio della definizione del meccanismo di gestione del Fondo alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, stabilendo, in particolare, che su detto meccanismo debba acquisirsi il parere del Dipartimento della Protezione Civile; 3) definizione di un meccanismo di reperimento delle risorse finanziarie del Fondo che faccia riferimento a nuove risorse non già presenti nei bilanci delle regioni, anche valutando l’opportunità di disporre opportune misure finanziarie straordinarie.
Tra l'altro le Regioni sono anche intervenute sull'Ordinanza di protezione civile recante i criteri per la riclassificazione sismica nel territorio nazionale e le nuove norme tecniche per la costruzione nelle zone sismiche. E hanno chiesto al Governo: 1) che sia data attuazione alle disposizioni del comma 21, art. 80 della Legge finanziaria 2003. Tale norma stabilisce l’inserimento nel programma per le infrastrutture strategiche previsto nelle Legge Obiettivo di “un piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici con particolare riguardo a quelli che insistono sul territorio delle zone soggette a rischio sismico”. Tale piano avrebbe dovuto essere presentato al CIPE entro il 27 marzo scorso dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministro dell’Istruzione; 2) che siano utilizzate le risorse ancora disponibili di cui all’art. 80, co. 21 e 29 della Legge 289/2002 e ogni altra fonte finanziaria possibile per avviare un programma urgente che realizzi le attività di formazione da effettuare nei centri allo scopo previsti e di analisi della vulnerabilità degli edifici pubblici strategici ai fini di protezione civile già previste nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio n. 3274/2003 ed anche un primo piano di interventi prioritari di miglioramento e adeguamento sismico.
Le Regioni chiedono inoltre che si tenga conto dei prossimi riparti in materia di edilizia pubblica di settore (edilizia sanitaria, scolastica, ecc.) delle necessità finanziarie legate all’applicazione della citata Ordinanza.
Fra i documenti approvati dalla Conferenza delle Regioni sono inoltre da  sottolineare quelli relativi a:Specialità medicinali ; Istituti atipici; Bando ricerca finalizzata anno 2003 per progetti ex art.12 bis D.Lgs. 502/92; Dpcm Salute umana e sanità veterinaria . (gs)
La Giornata del Sollievo

Ieri si è svolta nelle regioni la Giornata del Sollievo dedicata verso tutti coloro che soffrono per gravi malattie. “Le Regioni italiane sono al fianco del Ministero della Salute nella difficile battaglia per il trattamento del dolore e lo sviluppo delle cure palliative". Lo ha detto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, con riferimento alla II Giornata Nazionale del Sollievo proclamata per il 25 maggio (promossa dalla Conferenza delle Regioni, dalla Fondazione Gigi Ghirotti e dal Ministero della Salute). "Una medicina ed una sanità che vogliono dirsi moderne - ha detto Ghigo - sono tali se viene intrapreso ogni sforzo umanamente possibile per evitare il dolore.”
Sono state numerose le iniziative in programma nelle diverse Regioni italiane e particolarmente significativi gli interventi proposti. Ne segnaliamo solo alcuni per motivi di spazio. Prima di tutto l’attivazione da parte del Ministero della Salute, d’intesa con le Regioni, di un programma formativo per 360.000 medici e farmacisti. Si tratta di un programma obbligatorio che riconosce crediti elevati rispetto all’apprendimento delle terapie per il trattamento del dolore. Il Ministero della Salute invierà a medici e farmacisti un opuscolo dedicato proprio alle modalità di trattamento del dolore nelle varie fasi, ai farmaci disponibili e alle modalità di compilazione delle ricette. E’ di imminente pubblicazione sulla G.U. il decreto per semplificare le modalità di prescrizione degli oppiacei. Le Regioni e la Fondazione Ghirotti stanno lavorando anche ad un progetto di un opuscolo informativo che metta a disposizione dei cittadini i riferimenti dei servizi presenti sul territorio per il trattamento del dolore. Tale progetto dovrebbe trovare una prima concreta applicazione on-line sul sito della Fondazione Ghirotti nel corso del mese di giugno. Fra le iniziative in programma sul territorio:
"Si tratta – sottolinea l’assessore alla sanità della Regione Veneto e Coordinatore degli Assessori alla Sanità della Conferenza delle Regioni, Fabio Gava – di una doverosa e utile iniziativa di sensibilizzazione rispetto alle necessità di chi soffre, dentro e fuori gli ospedali. Pressoché tutte le Regioni si sono attivate su questo fronte sin dalla prima giornata del sollievo dell’anno scorso – aggiunge l’Assessore – e oggi possiamo rilevare l’ottimo risultato ottenuto in tutta Italia con la raccolta di informazioni, attraverso un questionario, su come i pazienti percepiscono la loro situazione e la loro condizione: sono infatti ben 15.000 le schede distribuite e compilate negli ospedali e ora consegnate alle Regioni".
Sono comunque state organizzate manifestazioni, convegni e iniziative di sensibilizzazione in tutte le Regioni italiane. Tra le diverse iniziative, in Emilia-Romagna la Giornata del Sollievo vedrà l’attivazione del numero verde 800033033 per ricevere informazioni sulle Associazioni di volontariato impegnate nel campo oncologico e nella lotta alla sofferenza inutile. E’ in programma sabato 24 un convegno dedicato alla “terapia del dolore: esperienze a confronto” (Aula Magna, Nuove Patologie, Padiglione 5, Policlinico Sant’Orsola, Malpighi, Bologna) a cui parteciperà l’Assessore della Regione Emilia-Romagna, Giovanni Bissoni e il giornalista Sergio Zavoli (autore de “Il dolore inutile”). Saranno poi allestiti gazebo con materiale informativo in occasione del 25 maggio e il 26 sarà distribuito l’opuscolo “insieme contro il dolore post-operatorio” negli Ambulatori di Anestesia di tutti gli ospedali delle Regioni. Si tratta di una pubblicazione destinata a tutte le persone che devono sottoporsi ad un intervento chirurgico.
In Lombardia, a Milano l’ospedale Niguarda aderisce alla giornata e per l’occasione 4 medici specialisti saranno a disposizione dei cittadini per visite e consulenze gratuite (previa prenotazione al Cup 02644445638).
La
Giunta del Lazio ha approvato il progetto “ospedale senza dolore” - Prenderà il via al S. Andrea per poi estendersi ad altri ospedali del Lazio.
Sarà realizzato al Sant’Andrea il primo “Ospedale senza dolore” del Lazio. Lo ha deciso la Giunta regionale presieduta da Francesco Storace, approvando, su proposta dell’assessore alla Sanità, Vincenzo Saraceni. Mentre l' assessore regionale alla Sanita' della regione Calabria, Giovanni Luzzo, ha fatto visita agli ammalati ricoverati all' ospedale civile di Lamezia Terme. ''E' certamente un fatto rilevante - ha detto Luzzo - sia sotto l' aspetto sociale che sotto quello morale. Testimoniare anche con la presenza fisica la solidarieta' a chi soffre e' un fatto che ci gratifica per il lavoro che facciamo in questo delicato settore, che ha bisogno di sempre maggiore attenzione e determinazione. Il nostro impegno va in questa direzione, che ci porta a mettere l' ammalato al centro del nostro operare''. (sm)

Marche: in prima linea sul fronte rifiuti

Ridurre i rifiuti, ottimizzare la raccolta differenziata per selezionare l’avvio al possibile riutilizzo e soltanto allora intervenire con l’incenerimento e smaltire la parte restante in discarica: questa sequenza é il ‘poker’ di interventi per salvaguardare l’ambiente marchigiano dalla grande mole di rifiuti che sono sempre più un’emergenza nel mondo occidentale. Se ne é discusso in un Forum regionale dei rifiuti organizzato dalla Regione Marche alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Entrando nel merito del problema, l’assessore all’Ambiente della Regione, Marco Amagliani, ha detto: “Sbagliamo, pensando di risolvere solo con l’impiantistica di vario livello e uso la situazione che, pur non essendo d’emergenza, va migliorata con una programmazione che coinvolga tutti gli interlocutori interessati e sensibilizzi i cittadini, con la regia del pubblico. Pur senza preclusioni su tecnologie e quant’altro, dobbiamo partire dall’educazione ambientale, cioè da un cambiamento culturale: questa è la filosofia di fondo con cui affrontare problemi politici e pratici.” Questi sono i problemi che le Marche debbono risolvere. La raccolta differenziata, con un 12,5% registrato nel 2000 che sembrerebbe cresciuto di 4/6 punti nel 2002, é ben lontana dal 35% che è l’obiettivo nazionale. La produzione di rifiuti è aumentata negli ultimi anni a una media di due punti percentuali all’anno, raggiungendo una quota pro capite per cittadino pari a 515 chilogrammi, superiore di dieci chili alla media nazionale. (red)

Terremoto in Algeria: l'impegno di Caritas e Croce Rossa
È sempre più grave il bilancio delle vittime del devastante sisma che ha colpito l'Algeria settentrionale. La rete internazionale della Caritas si organizza per far fronte alle necessità più urgenti della popolazione. Proseguono con difficoltà i tentativi di contattare Caritas Algeria che si è comunque subito attivata per rispondere ai bisogni più urgenti. Oggi stanno partendo per Algeri due rappresentanti della rete internazionale Caritas. La Caritas Italiana mette a disposizione, come primo segno concreto, 25.000 euro. Anche la Croce Rossa (Red cross red crescent) è fortemente impegnata in Algeria  (questi i Comitati regionali italiani on line : CRI - Regione Friuli Venezia Giulia  CRI - Regione Lombardia CRI - Regione Marche  CRI - Regione Molise  CRI - Regione Sicilia CRI - Regione Toscana  CRI - Regione Umbria  CRI - Regione Valle d'Aosta ) e si susseguono gli appelli - anche on line per la ricerca dei fondi  (per saperne di più: Press release on appeal launch ; Emergency response teams sent to Algeria ; Read appeal for funds ; Make a donation ).
La Protezione Civile del Veneto si è mobilitata subito per portare soccorso. Da Verona sono partite due squadre cinofile. "L’intervento della protezione civile veneta – ha detto l’assessore regionale – è stato richiesto dal Dipartimento nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e ha trovato pronte le professionalità di cui c’è maggiore bisogno in questo frangente, quando il primo compito è di riuscire a salvare quante più vite umane è possibile". In allerta anche la protezione civile di altre Regioni. Ad esempio in Calabria le squadre di soccorso sono state attivate e sono pronte ad intervenire, nelle Marche invece l'organizzazione di protezione civile  e' stata allertata dal Dipartimento nazionale. Alla struttura marchigiana e' stato chiesto di tenersi pronta per rispondere a tre tipi di necessita': personale sanitario (medici e infermieri con esperienza in zone disastrate) da inviare nel paese africano, allestimento di un posto medico avanzato da realizzare in tenda e spedizione di viveri, farmaci e materiale sanitario.
(red)
Veneto: coordinamento emergenze
Nasce in Veneto un Centro Regionale di Coordinamento del Sistema di Urgenza-Emergenza (in sigla, CREU). E' per certi aspetti un'esperienza pilota e di riferimento anche a livello nazionale. Una delibera della Giunta regionale ha istituito formalmente  la struttura, che avrà sede a Treviso. Alla ULS 9 sono destinate infatti importanti funzioni, tra le quali supportare le Centrali Operative Provinciali del 118, ed in particolare quella regionale di Mestre nei casi di maxiemergenze; sviluppare iniziative regionali di adeguamento tecnologico e operativo; mantenere il collegamento tecnico-scientifico con i 118, i dipartimenti di urgenza-emergenza, i Servizi di Pronto Soccorso e le direzioni delle Ullss; rapportarsi con Protezione Civile, Forze dell'Ordine, Vigili del Fuoco, Forze Armate e Volontariato per incrementare le capacità di risposta nelle emergenze territoriali; favorire e coordinare iniziative regionali sul fronte della formazione specifica per l'emergenza. "Il sistema veneto dell'urgenza-emergenza - sottolinea l'assessore alla sanità Fabio Gava - è già oggi un modello nazionale di efficienza, che ha dato prova di sé anche nel recente maxitamponamento sull'A-4, ma proprio il numero e l'articolazione delle iniziative già attivate richiede ora un nuovo salto di qualità, con una struttura come quella che sta per nascere a Treviso, capace di elevare ulteriormente la soglia del coordinamento, di rapportarsi con gli altri Enti e Istituzioni nazionali e regionali perché in caso di necessità vaste la macchina complessiva scatti veramente all'unisono, di studiare e proporre evoluzioni e migliorie all'organizzazione". (gs)
Statuto Regione Lombardia: un articolo su "Confronti"

Con un articolo sulla Rivista quadrimestrale "Confronti" della Regione Lombardia (edizione Maggioli) , Giovanni Protti (Direttore dell'Unità organizzativa riforma dell'ordinamento regionale della Lombardia), con la collaborazione di Elisabetta Gadda, ha tentato di fare il punto sulle ipotesi sul tappeto per il nuovo statuto regionale. Secondo Protti "La forma di governo, il ruolo e la figura del Presidente della Giunta regionale, la valorizzazione delle funzioni d controllo e legislativa del Consiglio regionale" saranno gli ambiti che "verranno (...) innovati dallo Statuto regionale lombardo ora in fase di elaborazione".
"Uno Statuto davvero innovativo - scrive Protti - non dovrebbe solo menzionare la sussidiarietà (nelle sue declinazioni: verticale e orizzontale) tra i principi fondamentali cui ricondurre l’azione amministrativa e legislativa della Regione; in Statuto andrebbero, altresì, disciplinate le modalità (almeno di massima), in base alle quali dare concreta applicazione a tale principio (in particolare a livello di ricadute nel rapporto Regione-enti locali)". ma "il tema politicamente centrale dello Statuto" è  - scrive Protti - la forma di governo". e nel suo articolo Protti si sofferma su quelle che definisce "ipotesi sul tappeto", relative al metodo elettorale e alla forma di governo. Le ipotesi in campo sembrano essere tre. La prima è quella che propone un sistema elettorale incentrato sulla designazione, con voto popolare, del candidato alla presidenza della Giunta, alla quale si fa seguire l'elezione del candidato a Presidente da parte del consiglio regionale. la seconda prevederebbe , forzando il dettato costituzionale, l'eventualità dell'elezione diretta di presidente e Vicepresidente , sul modello statunitense. la terza risulta essere essere un'integrazione fra le prime due: la coppia di candidati alla presidenza e alla vicepresidenza della Giunta regionale è votata (indicata) dal corpo elettorale, con successiva elezione da parte del consiglio di entrambi i candidati e designati dal popolo".
L'analisi di Protti prosegue anche con un ragionamento attorno alla possibilità di introdurre il Decreto Legge Regionale: "Da tempo poi si discute della possibilità per il Presidente della giunta regionale di emanare decreti legge e decreti legislativi. Attualmente infatti egli ha poteri di intervento immediato che sono minori di quelli attribuiti al sindaco, pur essendo prevista per entrambi la stessa modalità di legittimazione della carica (per voto popolare). La previsione del decreto legge regionale consentirà finalmente di intervenire in caso di necessità e urgenza. D’altra parte, il Consiglio regionale non risulta esautorato della sua funzione legislativa, in quanto si prevederà l’obbligo della conversione in legge del decreto entro 60 giorni dalla pubblicazione. Si può immaginare una disciplina regionale dell’istituto più rigorosa di quanto già non sia per il “provvedimento provvisorio con forza dì legge” (art. 77, comma 2, Cost.), adottato dal Governo in casi straordinari di necessità e di urgenza, anche tenendo conto dell’esperienza maturata dopo l’entrata in vigore della legge n. 400 del 1988 (Disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Ad es. nel caso di reiterazione del decreto. I tempi sono ormai maturi per incoraggiare un’inversione di tendenza, innovando una giurisprudenza costituzionale secondo la quale non sarebbe necessario accelerare le procedure per la formazione delle leggi regionali né, tanto meno, prevedere l’istituto del decreto legge". Concludendo la sua disamina, Protti scrive."La definizione della forma di governo (sistema elettorale) (...) il ruolo e la figura del Presidente della Giunta regionale, la valorizzazione della funzione di controllo e legislativa del Consiglio regionale costituiscono il “nucleo forte” del nuovo Statuto. Anche se non si deve comunque trascurare la disciplina di altri istituti  non citati, quali l’iniziativa popolare, il referendum (compreso il cosiddetto referendum confermativo, di cui all’art. 123 comma 3 della Costituzione), la procedura di revisione statutaria, ecc. Rispetto alla soluzione dei problemi innanzi enunciati tuttavia la discussione su tali istituti appare oggi di interesse minore". (sm)

 

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