periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 169 - Roma, 20  novembre 2003

Sommario

Bossi presenta emendamenti a Senato federale Contratto lavoratori comparto sanità
Emilia-Romagna su riforma Moratti Energia: confronto Autorità -Ministero Economia su tariffe
Banca d'Italia e conti pubblici: servono correzioni strutturali Chiaravalloti: vigili su Scanzano
Bossi presenta emendamenti a Senato federale
Il clima sulle riforme costituzionali appare "sereno variabile", tendente al nuvoloso verso ovest con ampli squarci di sole al nord, centro stazionario. Dopo che il Ministro Bossi ha annunciato al quotidiano "la Padania" in un'intervista del direttore Moncalvo che presenterà oggi al Consiglio dei Ministri gli emendamenti al testo (cfr. a riguardo gli articoli pubblicati da il Sole 24 Ore e da la Stampa) di riforma costituzionale che prevede anche il Senato federale, il Ministro Buttiglione ha voluto chiarire che comunque non si tratta di un testo blindato. ''Il Governo intende fare la riforma  federale'', ha detto  il Ministro per le politiche  comunitarie. ''Non crediamo che il testo vada blindato. Possiamo concordare alcune modifiche che il governo  proporrà ma vogliamo che ci sia un confronto aperto con  l'opposizione. Non vuol dire che in questo confronto la  maggioranza vada senza una propria linea''.
Bossi aveva preannunciato che sul Senato Federale: "Il governo ha escluso che il Senato Federale non venga eletto direttamente dagli elettori ma che sia costituito dai membri degli esecutivi delle Regioni". Perché - chiede Moncalvo a Bossi - lei ha fatto questa scelta e non quella tedesca? "Perché il Senato Federale - risponde il ministro - legifera su competenze regionali così importanti che sono destinate ad incidere sulla politica generale del Paese". Gli emendamenti riguarderanno: 1) la "contestualità delle elezioni regionali" con quelle del Senato Federale; 2) la presenza come membri di diritto del Senato dei Presidenti di Regione; 3) il procedimento di approvazione degli statuti delle cinque regioni autonome; 4) approvazione della Finanziaria Bicamerale.
Bossi afferma anche che "il Senato Federale è proprio la sede naturale per la valutazione dell'interesse nazionale. Il Senato è un organo politico ma rappresenta anche gli interessi del territorio".
Per il senatore dell'UDC Francesco
D'Onofrio - in un'altra intervista de "la Padania" - «Senza la devoluzione salta il disegno strategico dei governo». «Il dato politico fondamentale è che la riforma passerà entro Natale. È possibile, insomma, approdare ad una riforma in senso federalistico dello Stato». In Commissione «L'intervento centrale è stato quello del ministro Tremonti, secondo ll quale è chiaro che un Senato forte può condizionare anche la politica economica del governo. È quindi possibile che il Senato federale si occupi anche della Finanziaria. È normale infatti che il governo debba "contrattare" con le Regioni la legge economica fondamentale, oggi lo fa con la conferenza Stato‑Regioni, domani lo farà con il Senato. L'intervento è stato fondamentale perché ha fatto capire che l'intenzione è quella di avere un organo federale forte anche nel settore economico e non solo nelle competenze.»
Mentre per il coordinatore della Lega Roberto
Calderoli:
«Il Governo ha fatto proprie delle richieste avanzate dai presidenti delle Regioni. Adesso bisogna verificare che la maggioranza recepisca queste proposte». Il vicepresidente del Senato ribadisce: "se non dovessero essere accolte le proposte delle Regioni, si tornerebbe comunque al testo originario del Governo. Il provvedimento non si scardina". (gs)
Emilia-Romagna su riforma Moratti

E' stato chiesto al Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e all'assessore regionale alla Scuola e Formazione Mariangela Bastico (nella foto), quindi alla Regione Emilia-Romagna, di intervenire in sede di conferenza Stato-Regioni per sollecitare il ritiro del decreto attuativo della riforma Moratti sulla scuola. La richiesta è pervenuta da una trentina tra insegnanti, genitori e alunni di diverse scuole elementari del bolognese.
Il decreto attuativo della legge Moratti sarà in discussione il 26 novembre:“La partecipazione dal basso in difesa dell’istruzione pubblica – ha detto il Presidente Vasco Errani – è un valore importante che testimonia la qualità della nostra scuola e la consapevolezza che le famiglie hanno dell’importanza dell’istruzione per il futuro dei propri figli. Posso confermare l’impegno della Regione a proporre modifiche sostanziali a questo decreto nelle sedi istituzionali, verificando anche il consenso delle altre Regioni, dei Comuni e delle Province”. (red)

Contratto lavoratori comparto sanità

Ci sono tutte le condizioni per la  firma del contratto dei lavoratori del comparto sanità, scaduto  da 18 mesi, e che riguarda oltre 550 mila persone del settore (esclusi medici e dirigenti). A sostenerlo e' l'assessore al  bilancio della Regione Lombardia, Romano Colozzi, che ricopre  l'incarico di coordinatore degli assessori al bilancio per la Conferenza delle regioni e di presidente nazionale del comitato di settore per  il comparto sanità. Colozzi  ha incontrato i segretari  regionali di Cgil, Cisl e Uil e il rappresentante nazionale  della Cgil Fp, Podda.  L'assessore ha spiegato che manca l'approvazione definitiva  dei presidenti delle Regioni, che si esprimeranno il prossimo 26  novembre nella Conferenza delle Regioni, e che devono esaminare  il costo del contratto dal momento che la direttiva approvata in  precedenza parlava di aumenti medi pari a 103 euro, mentre ora  si parla di cifre diverse e piu' significative. ''Solo su un punto permane una valutazione diversa con i  sindacati - ha aggiunto Colozzi (nella foto) - relativa ad una richiesta che,  riteniamo, potrebbe innescare processi di incrementi futuri non  compatibili con gli attuali meccanismi di finanziamento della  sanita'''. L'assessore e' tuttavia convinto che questo punto di  divergenza puo' essere superato e che comunque esso può essere  nuovamente esaminato nella trattativa che dovrà partire per il  secondo biennio. ''L'auspicio - ha concluso Colozzi - è che si  arrivi alla chiusura del rinnovo del contratto''. Anche l'Assessore regionale alla sanità del  Veneto Fabio Gava (coordinatore degli Assessori alla sanità per la Conferenza delle Regioni)  ha incontrato a Venezia i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil (presenti anche gli autonomi della Cisas), che hanno organizzato una serie di manifestazioni presso tutte le Regioni italiane per sollecitare la definizione del contratto nazionale di lavoro del comparto sanità.
Ed il tema della sanità è stato anche al centro dell'attenzione durante la p
resentazione del Rapporto Osservasalute 2003 all'Universita' cattolica del Sacro cuore di Roma. Secondo Sirchia, ''al fine  di assicurare ai cittadini un sistema sanitario sempre più equo  ed efficiente -  scrive il ministro nella presentazione all'indagine - non si può prescindere dalla misurazione della quantità e della qualità dei servizi erogati nelle varie  regioni per poter intervenire, qualora necessario, in modo da garantire a tutti i cittadini italiani lo stesso diritto ai  servizi sanitari, ovunque risiedano". Il rapporto ha evidenziato molte differenze. Le malattie cardiovascolari e i  tumori restano tra le prime cause di morte, anche legate ai  cattivi stili di vita che in molti casi gli italiani faticano ad  abbandonare. E' uno degli elementi comuni a tutte le Regioni,  accanto al dato che vede sempre un costante ricorso al parto  cesareo. Per il resto, l'Italia della salute fotografata dal  rapporto Osservasalute 2003  è a macchia di leopardo. (red)

Banca d'Italia e conti pubblici: servono correzioni strutturali

Conti italiani a rischio per il   prossimo anno. Se infatti la crescita ipotizzata dal Governo per il 2004 dovesse rivelarsi inferiore alle aspettative potrebbero saltare gli obiettivi di finanza pubblica. Ai primi timidi effetti della riduzione dell'Irpef dovuti al primo modulo della riforma fiscale (l'imposta è aumentata solo dell' 1,8%) fa da contrappeso un aumento delle imposte locali, con un boom del 24,6% per l'Irpef regionale. C'è poi l' inflazione che per il prossimo anno è prevista attestarsi intorno al 2,1%.
L'allarme sui conti pubblici nel 2004 arriva dalla Banca d'Italia che nel Bollettino Economico riconosce, al tempo stesso, che il fabbisogno e' in linea con le stime del governo e il debito dovrebbe segnare un calo nell' ultimo trimestre dell'anno. L' istituto guidato da Antonio Fazio (nella foto) punta però l'indice contro le troppe misure temporanee e chiede correzioni strutturali, pigiando nuovamente sul tasto delle pensioni. ''E' necessario - e' scritto nel bollettino  - un ampio riassetto della normativa previdenziale''. La riforma ''in corso di definizione - secondo la Banca d'Italia - potrebbe contribuire a ridurre la tendenza espansiva degli esborsi in questo settore, connessa con il progressivo invecchiamento della popolazione''. 
Via Nazionale considera in ogni caso possibile il raggiungimento per quest'anno dell' obbiettivo di indebitamento netto al 2,5% e ritiene anche che l'andamento del fabbisogno ''appare coerente con la stima di settembre'' fatta dal Governo. Valutazione, questa, che tiene conto della cartolarizzazione dei crediti Inpdap di inizio novembre e degli ulteriori versamenti per le sanatorie fiscali attesi nell'ultima parte dell'anno. Buone le notizie sul fronte del debito. Nell'ultimo trimestre 2003, infatti, la Banca d'Italia ritiene che il debito pubblico dovrebbe calare, dopo la crescita di 67,1 miliardi nei primi nove mesi. Mentre una strigliata arriva come sempre per la mancata riduzione della spesa. Quella corrente primaria continua infatti a marciare su valori elevati, al punto che, secondo le valutazioni della banca centrale, la sua incidenza rispetto al prodotto interno lordo ''rimarrebbe nel 2004 superiore di quasi un punto ai livelli registrati nella seconda metà degli anni novanta''.
La Banca d'Italia ritiene perciò che ''il conseguimento degli obiettivi e il proseguimento della politica di riduzione del carico fiscale'' richiedano ''interventi strutturali sulla spesa corrente''. Né si può pensare di rimpiazzare questi necessari tagli conl'eccessivo ricorso a misure una tantum. ''Il reiterato ricorso a condoni può determinare incertezza circa la cogenza delle norme'', e ''alcuni interventi anche se di immediata efficacia, possono comportare oneri o perdite di gettito negli anni futuri''. Sottilineati anche gli aumenti delle aliquote deliberati dalle amministrazioni regionali: gli incassi dell'addizionale regionale Irpef hanno segnato un boom del 24,6% nei primi 9 mesi 2003. E vi e stato anche un incremento dell'Irap superiore alle entrate nazionali, cresciuta in nove mesi del 6,6%. Sono stati pubblicati sul sito della Banca d'Italia i seguenti documenti:
Sommario  [  pdf - 94 kB ] ;  L'economia e la finanza internazionale  [  pdf - 201 kB ]; L'economia dell'area dell'euro e dell'Italia  [  pdf - 516 kB ] La finanza pubblica nell'area dell'euro e in Italia  [  pdf - 156 kB ] ; La politica monetaria unica, gli intermediari e i mercati finanziari nell'area dell'euro e in Italia  [  pdf - 393 kB ]; Prospettive economiche a breve termine  [  pdf - 72 kB ]; Note e Documenti  (pdf - 288 kB) ; Interventi  [  pdf - 460 kB);Appendice  (pdf-422 kB ]  Pubblicazione completa  [  zip - 2 MB ]  
''E' impossibile un equilibrio finanziario a livello di governo nazionale in presenza di squilibri dei livelli di governo territoriali''. Lo ha osservato il ministrodell'Economia, Giulio Tremonti, parlando ieri in commissione Affari Costituzionali al Senato sulla riforma costituzionale. Nel corso del
suo intervento Tremonti ha poi ricordato che ''tutti i livelli di Governo sono determinanti per la tenuta del Patto di Stabilità dell'Unione Europea''.
Inoltre rispondendo alla domanda di un senatore sulla possibilità che, con il nuovo assetto previsto dalla riforma, per la Finanziaria venga richiesta,  la procedura bicamerale paritaria Tremonti ha detto di condividere l'esigenza di ''ridiscutere la questione della procedura di approvazione della legge Finanziaria''. ''La situazione  e' inaccettabile. 
Chiudere i bilanci per l'anno venturo sarà un esercizio davvero difficile '' Lo afferma il sindaco di Roma Walter Veltroni il quale aggiunge che ''per il secondo anno consecutivo la scure della Finanziaria si abbatte soprattutto sui governi di prossimità, che sono quelli che erogano i servizi di cui i cittadini usufruiscono quotidianamente''. Veltroni denuncia che ''in questo scenario allarmante, Roma risulta la città più 
colpita insieme con tanti piccoli Comuni in particolare del Lazio, che dall'aggregazione dei dati comunali emerge a sua volta come la regione complessivamente più colpita dai tagli''. Il Campidoglio sottolinea che stando a una rielaborazione dei dati del Ministero dell'Interno realizzata dall'Anci e pubblicata oggi dal ''il Sole 24 Ore'' Roma è la metropoli più  colpita dalle decurtazioni a carico dei comuni previste dalla Finanziaria. Il taglio complessivo ai trasferimenti derivante dalla manovra del governo ammonterebbe a oltre 92 milioni di euro con una differenza negativa nel 2004 di quasi il 10% rispetto al 2003. Il Campidoglio sottolinea anche che l'Associazione Nazionale dei Comuni ha messo a confronto sul proprio sito le dotazioni dei Comuni nel 2003 con quelle previste dalla Finanziaria che è all'esame del Parlamento. Dal confronto risulta che Roma, se questa Finanziaria non verrà modificata, subirà un taglio di 92.667.676 euro (- 9,95%), mentre Milano, ad esempio, avrà
16.194.979 euro in meno (-3,59%), Torino 17.367.315 euro (-6,12%), Genova 10.275.393 euro (-4,86%), Bologna 4.405.623 euro (-4,08%), Firenze 2.822.646 euro (-2,26%), Napoli 12.287.137 euro in meno (-1,91%). La riduzione dei trasferimenti agli oltre 8.000 Comuni italiani, in media, risulterebbe del 6,21%. ''Per Roma la pesante decurtazione dei trasferimenti - afferma l'Assessore alle Politiche economiche del Comune di Roma Marco Causi - non è l'unico problema. Rimane ancora 
drammaticamente aperta, dal momento che non abbiamo avuto alcuna 
rassicurazione da parte del governo, la ferita del definanziamento della legge 396 per Roma Capitale, che già sul 2004 sconta circa 83 milioni di euro in meno per gli investimenti strategici e che non prevede neppure un euro dal 2005".(red)

Energia: confronto Autorità -Ministero Economia su tariffe
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha diffuso un secondo documento per la consultazione con le proprie proposte sulle tariffe elettriche che saranno applicate dal prossimo primo gennaio 2004 fino al 31 dicembre 2007. Il quadro tariffario delineato dall'Autorità prevede sia un aumento complessivo dei ricavi delle aziende impegnate nei settori della trasmissione, distribuzione, misura e vendita dell'elettricità sia una riduzione di alcuni punti percentuali del costo finale per i consumatori. Questo risultato, che tiene conto dell'aumento dei consumi di elettricità nel quadriennio, sarà ottenuto con un'equa ripartizione dei recuperi di efficienza (quindi minor costo complessivo del servizio) conseguiti dalle imprese negli anni 2000-2003, stimolate dai meccanismi tariffari incentivanti introdotti dall'Autorità a fine 1999. In tale periodo il recupero medio annuo di produttività è stato del 6%, maggiore di circa 2 punti percentuali rispetto all'obiettivo che fu fissato dall'Autorità, con un price-cap (riduzione annuale predeterminata dei ricavi) del 4%. Le proposte dell'Autorità individuano il punto di equilibrio tra l'interesse delle imprese e quello dei consumatori fissando un tasso di rendimento del capitale investito reale pre-tasse del 6,2% per l'attività di trasmissione e del 6,4% per l'attività di distribuzione.
Il Ministero dell'Economia ha preso atto con viva sorpresa del II documento per la consultazione pubblicato oggi dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, di cui non condivide il contenuto e si riserva di intraprendere ogni azione a tutela dell’Enel e dei suoi azionisti, in vista del Documento definitivo, contenente il sistema tariffario 2004-2007. (sm)
Chiaravalloti: vigili su Scanzano
Altro giorno di proteste, ma anche di atti concreti sul decreto legge sul sito nazionale scorie nucleari. E il Governo per bocca del Sottosegretario all'ambiente Tortoli annuncia possibili cambiamenti del Decreto, mentre il Presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico rivolge un altro appello affinché sia rivisto il testo del provvedimento.
Lancia un monito anche
il professor Floriano Villa,
Presidente dell'Associazione nazionale dei geologi italiani : "Da un punto di vista geologico  non vedo una soluzione in termini di completa sicurezza'', mentre arriva il sostegno dell'Anci  e quello dei Vescovi della Regione che esprimono ''Profonda gratitudine e sostegno  sentito e cordiale per le iniziative che si stanno  concretizzando sul piano istituzionale e politico per scongiurare il grave pericolo a cui e' esposta l' area di Scanzano Jonico''.
In ogni caso il territorio della Basilicata sarà dichiarato denuclearizzato e non sarà concessa la movimentazione e la presenza di materiali nucleari prodotti fuori regione. E’ quanto prevede un disegno di legge approvato dalla Giunta regionale con il quale viene modificata ed integrata la legge regionale sullo smaltimento dei rifiuti (numero 59 del 1995). Il disegno di legge prevede in particolare che venga preclusa la movimentazione e la presenza di materiali nucleari non prodotti in regione, ad esclusione di quelli necessari per scopi sanitari e per altri scopi ben individuati. La norma prevede anche misure urgenti di vigilanza ambientale e sanitaria e di controllo per evitare l'immissione di nuovo materiale nucleare e per impedire la contiguità di tale materiale con la popolazione e gli insediamenti civili. Inoltre la Regione Basilicata solleverà la questione di illegittimità costituzionale del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi", la protesta sale anche on line e si registrano una serie di servizi attivati sul sito del Comune di Scanzano Jonico.

Intanto la Calabria fa sapere, tramite il suo presidente di regione, che  ''Occorre raccogliere e, quindi, fornire garanzie assolute, senza alcun possibile rischio per la  salute dei cittadini, per la terra e per l'aria, prima di  prendere posizione a favore o contro la collocazione di un sito  di raccolta per le scorie 'nucleari' al confine tra Basilicata e  Calabria''.  Giuseppe Chiaravalloti è quindi in ''vigile attesa''. ''Non ci deve essere su queste  tematiche una contrapposizone strumentale allo schieramento  politico, né tanto meno - commenta Chiaravalloti - alcuna  pregiudiziale di parte. L'argomento interessa tutti e non  soltanto i calabresi o i lucani. Occorre conoscere e far sapere, poi, alla popolazione come si intende scongiurare ogni rischio e  quali eventuali benefici al territorio può portare la  collocazione di un 'sito' in quell'area geografica. Non ci sono  confini regionali - afferma Chiaravalloti - per la sicurezza  ambientale. Per la Calabria, in particolare, ambiente, agricoltura e turismo sono fonti inestimabili di sviluppo. Per  l'intero Mezzogiorno occasione di valorizzazione, di risorse per  tanto tempo solo marginalmente sfruttate''.
Infine
Pierluigi Bersani, responsabile economico  DS,  invita l'esecutivo a  ripensare la scelta del sito in Basilicata per le scorie  nucleari. ''C'è da sperare che il Governo si  fermi e cominci a confrontarsi con Regioni e Parlamento prima  che la situazione vada fuori controllo e pregiudichi per sempre  la possibilità di una soluzione razionale ad un problema  delicato''. (red)
 

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