periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 427 - Roma,  15 dicembre 2004

Sommario

16 dicembre: Conferenza Presidenti Regioni, Stato-Regioni e Unificata

Olimpiadi invernali 2006 in Piemonte

I distributori farmaceutici e le preoccupazioni per Basilea 2

FNSI: province per riconoscimento addetti stampa

Salute mentale: soggetti a rischio

Emilia-Romagna: nuova organizzazione Servizio sanitario

16 dicembre: Conferenza Presidenti Regioni, Stato-Regioni e Unificata

Il Presidente Enzo Ghigo ha convocato la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome per giovedì 16 dicembre 2004 (ore 10.00, Segreteria Conferenza dei Presidenti, Via Parigi 11, Roma). I Presidenti si confronteranno, come di consueto, anche sui punti all'ordine del giorno delle successive Conferenze Unificata (ore 15.00) e Stato-Regioni (ore 15.30) programmate per il pomeriggio della stessa giornata, presso la Sala Riunioni di via della Stamperia, 8, a Roma (nella foto il Ministro per gli affari regionali, Enrico La Loggia) . Gli ordini del giorno integrali possono essere consultati su www.regioni.it , nella sezione "Conferenze".

Fra i punti all’ordine del giorno della Conferenza dei Presidenti delle Regioni rientra l’ esame di un documento relativo a “Metodologie ed interventi tecnici per la riduzione del rumore negli ambienti di lavoro” e un Protocollo d’intenti in materia di trasporto sanitario.

All’attenzione dei Presidenti anche un Documento concernente la “Costituzione dell’Osservatorio per il Sistema Fieristico Italiano”.

 Infine, l’ordine del giorno prevede anche un confronto sul funzionamento delle Associazioni interregionali della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome e sulle problematiche relative alle Elezioni regionali del 2005.
(red)

I distributori farmaceutici e le preoccupazioni per Basilea 2

L'Associazione Distributori Farmaceutici affronta con le imprese associate, specializzate nel commercio all’ingrosso dei medicinali, le conseguenze ed implicazioni che l’accordo di “Basilea 2” avrà sulla distribuzione intermedia del farmaco.  Relatori A. Muto, G. Oricchio del Gruppo Capitalia;  R. Rosa della Società di Revisione Deloitte; O. Barra e F. Molino, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’Associazione Distributori Farmaceutici. E’ forte - sostiene l'Associazione - il timore che Basilea 2 significhi un aumento dei tassi o peggio una severa riduzione degli affidamenti. Questo timore non è totalmente infondato, visto che le aziende italiane di questo settore sono più indebitate di quelle di altri paesi confrontabili con il nostro.  Tuttavia, l’innovazione sostanziale di Basilea 2 è di stabilire che “non conta solo la quantità, ma anche la qualità”, che vanno entrambe misurate mediante norme oggettive e trasparenti: i rating interni od esterni.  E' lecito, quindi, attendersi dalle banche che il processo di valutazione dei fidi sia più celere di quanto non sia oggi e basato su una maggiore oggettività di giudizio. Diventerà fondamentale la correttezza, completezza e accuratezza nell’assegnazione dei rating e di pari passo aumenterà l’importanza dei dati di bilancio forniti dalle imprese, nonché della loro completezza, affidabilità e tempestività.  Fondamentale - conclude l'Adf - sarà anche l’utilizzo intelligente ad efficiente della risorsa creditizia, cioè l’accurata pianificazione finanziaria del cash flow aziendale.
Si terrà invece domani 16 dicembre, alla presenza del Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, e del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Enrico Garaci, un convegno “Verso una nuova sanità” (presso Aula Pocchiari dell’ISS alle ore 9) durante il quale saranno presentati i nuovi studi che misureranno l’efficacia delle prestazioni nei reparti dove si praticano terapie cardiovascolari. Verrà inoltre presentato il primo studio europeo, coordinato dall’Istituto Superiore Sanità e finanziato dalla Commissione Europea, che valuterà gli esiti delle procedure diagnostiche e terapeutiche in Europa. Il convegno, che sarà aperto da Enrico Garaci, si articola in due sessioni: la prima dedicata a “La misura degli outcome nelle alte specialità in Italia” e la seconda alla presentazione dei “Nuovi studi di valutazione di esito”. Nel corso della prima parte, Fulvia Seccareccia, dell’ISS, descriverà il Progetto BPAC, ovvero la prima esperienza italiana di valutazione degli esiti in cardiochirurgia, mentre Velio Macellari, dell’ISS, si occuperà del Progetto EIPA, riguardante la valutazione degli esiti degli interventi di artroprotesi d’anca, e Alessandro Nanni Costa, Direttore del Centro Nazionale Trapianti, parlerà della valutazione comparativa degli esiti da trapianti d’organo. Nel corso della seconda sessione, Alessandro Boccanelli, della U.O. di Cardiologia del San Giovanni Addolorata (Roma), presenterà il Progetto “IN-ACS Outcome”, Leonardo Bolognese, del Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale San Donato di Arezzo, parlerà del Progetto “OSCAR” e Giuseppe Biasi, dell’Università Bicocca di Milano, illustrerà il Progetto “RISC”. Chiuderà l’incontro una tavola rotonda dedicata al Progetto europeo “EUPHORIC”.
(red)

Salute mentale: soggetti a rischio

Salute mentale: sono a rischio donne, disoccupati, disabili e single Lo rende noto l 'Istituto Superiore di sanità attraverso un’indagine. La prima ad aver descritto la frequenza e le caratteristiche di tutti i disturbi mentali non psicotici nella popolazione italiana, mostra che le donne sono più a rischio, insieme con disabili, disoccupati e single, soprattutto se divorziati.
Le donne hanno un rischio quasi tre volte maggiore rispetto agli uomini di soffrire di disturbi mentali: cadono in depressione il doppio delle volte e sono ansiose il triplo. Peggio ancora se sono casalinghe. Minore, invece, sempre rispetto al sesso maschile, la probabilità di incorrere in disturbi da abuso o dipendenza da alcool. Ma l’essere donna non è l’unico fattore di rischio associato a una maggior frequenza di disturbi psichici: anche i disoccupati e chi, dopo essere stato sposato, si ritrova single hanno una probabilità doppia di essere colti da depressione e disturbi ansiosi. Le persone disabili, infine, hanno una prevalenza di disturbi mentali ben otto volte superiore. Età, livello scolastico e provenienza geografica o zona di residenza non risultano, invece, significativi.
Di questi dati si parlerà oggi nel corso del convegno “Salute mentale e disagio sociale, Un dolore disabilitato”, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Caritas Diocesana di Roma.
Su poco meno di cinquemila persone adulte intervistate (di età uguale o superiore a 18 anni e dall’età media di 48 anni), l’indagine ha rivelato che quasi poco più di un soggetto su cinque ha sofferto di un disturbo mentale nel corso della sua vita, mentre uno su 13 ne ha sofferto nel corso dell’anno precedente all’intervista. Nello specifico, circa l’11% del campione ha avuto un disturbo affettivo o da ansia nel corso della vita, mentre appena l’1% ha presentato un disturbo da abuso o dipendenza da alcool. In termini assoluti, si può calcolare che più di otto milioni e mezzo di italiani hanno sofferto di un qualche disturbo mentale durante tutta la vita. 
(red)

Olimpiadi invernali 2006 in Piemonte

La Belmondo: torno in pista per Torino 2006, titola oggi "La Stampa" l'articolo dedicato alla presentazione di questo testimonial d'eccezione da parte della Regione Piemonte per le Olimpiadi invernali.
Arrivera' a Genova il 18 dicembre 2005, portata dal tedoforo Eraldo Pizzo, la fiamma olimpica di Torino 2006 che, dopo essere partita da Roma, tocchera' tutte le regioni italiane fino ad arrivare alla sede dei giochi olimpici invernali.
Il percorso della fiamma, che partira' fra un anno, coinvolgera' per 64 giorni tutta l'Italia.
In Liguria, accanto a Eraldo Pizzo, saranno chiamati nel ruolo di tedoforo altri personaggi dello sport e dello spettacolo, ma anche persone comuni che verranno scelte fra i candidati che presentaranno il modulo disponibile sul sito www.fiammaolimpica.it. .
(red)

Emilia-Romagna: organizzazione Servizio sanitario

Progetto di legge sull'organizzazione del Servizio sanitario regionale dell'Emilia-Romagna, ne dà informazione la newsletter dell'Emilia Romagna Saluter.
La proposta di legge della Giunta regionale che detta le norme generali sull´organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario dell´Emilia-Romagna, alla luce del nuovo titolo V della Costituzione, ha avuto quindi il via libera dalla Commissione "sanità e politiche sociali".
Tra le novità, la riaffermazione dell’esclusività del rapporto di lavoro dei medici e degli altri operatori del Servizio sanitario pubblico per assicurare il buon funzionamento dei servizi, prevenire conflitti di interesse, e la sua incompatibilità con l´esercizio della libera professione come titolo preferenziale per ricoprire incarichi di direzione, contro la norma recentemente approvata dal Governo.
Un´altra importante novità è relativa agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico che diventano parte integrante del Servizio sanitario regionale; l´ accresciuto ruolo di indirizzo e controllo degli Enti locali; il ruolo della Conferenza permanente tra Regione e Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio, Parma. E ancora: la certificazione dei bilanci aziendali, le più forti competenze del Consiglio regionale e della competente Commissione consiliare, l´inalienabilità del patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie, contro qualsiasi ipotesi di privatizzazione della sanità pubblica.
Il progetto di legge si oppone anche ad una visione economicistica del Servizio sanitario regionale e ne ribadisce a più riprese le preminenti finalità sociali. Valorizza il contributo delle competenze professionali di tutti gli operatori del Servizio sanitario al governo delle Aziende sanitarie. A questo scopo, al collegio di direzione, composto dai dirigenti medici e delle altre professioni sanitarie nonché dai medici di medicina generale, viene attribuito il rango di organo aziendale, al pari del direttore generale. Viene inoltre istituito il collegio aziendale delle professioni sanitarie, di cui fanno parte rappresentanti di tutte le numerose professioni presenti nelle Aziende sanitarie.
Gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico diventano parte integrante del servizio sanitario regionale. Come tali svolgono la loro attività assistenziale all´interno della programmazione regionale, sono organizzati in analogia con le altre Aziende sanitarie e, come queste, hanno un direttore generale nominato dal Presidente della Giunta regionale.
Il testo prevede tuttavia - in riconoscimento della funzione scientifica esercitata dagli IRCCS - che a questo venga affiancato un direttore scientifico nominato dal Ministro della salute d´intesa con il presidente della Regione. Con tali scelte, la Regione Emilia-Romagna dice no alla possibilità di trasformazione degli IRCCS in fondazioni, prevista dal decreto legislativo n.288/2003 contro il quale aveva peraltro già presentato ricorso alla Corte costituzionale, in quanto invasivo delle competenze concorrenti in materia di assistenza e ricerca riconosciute alle Regioni dal nuovo titolo V . 
Più poteri di controllo e di indirizzo agli Enti locali, riuniti nella Conferenza territoriale sociale e sanitaria e nel Comitato di Distretto, mentre vengono mantenuti in capo alle ASL i compiti i gestione. In particolare il progetto di legge prevede che la Conferenza territoriale si esprima sulla nomina dei direttori generali e nel caso di gravi mancanze possa dare inizio al processo di revoca. 
(red) 

Riconoscimento addetti stampa e comunicazione politica

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica il “Pieno riconoscimento delle figure degli addetti agli uffici stampa e comunicazione e comunque di tutti coloro che si occupano e fanno informazione per le amministrazioni provinciali in applicazione della Legge 150/2000”. Questo è in sintesi il senso dell’ordine del giorno approvato dai Presidenti delle Province italiane e dai delegati della XXXI Assemblea generale delle Province d’Italia, sottoscritto da numerosi presidenti di Provincia, da quella di Milano a quella di Roma passando per la provincia di Cagliari, Bologna, Trieste e L’Aquila.
Il sindacato dei giornalisti italiani esprime la più viva soddisfazione per l’iniziativa che arriva da un importante settore della pubblica amministrazione e che è in completa sintonia con l’azione della Fnsi svolta in questi anni. La legge 150 deve in parte essere ancora applicata per ciò che riguarda la definizione delle piante organiche degli enti, deve essere risolta l’ambiguità tra l’ufficio del portavoce e l’ufficio stampa e deve essere sciolta alla radice la questione dell’avvio della trattativa contrattuale con l’Aran per la definizione del profilo professionale del giornalista pubblico su cui pende a breve un giudizio della magistratura del lavoro.
L’ordine del giorno approvato dall’Assemblea generale delle Province d’Italia ricorda, tra l’altro, come, nell’ambito “di una attenta politica della comunicazione volta a favorire un più ristretto rapporto tra i cittadini e le realtà economiche e sociali del territorio”, considera la comunicazione pubblica “un settore vitale e un segmento tutt’altro che marginale, per le Province”. Nel sottolineare come la società dell’informazione richieda una sempre maggiore attenzione da parte delle istituzioni locali verso il mondo dei media e riconoscendo che l’utilizzo delle figure professionali in questo settore non possa prescindere da una specifica organizzazione degli uffici di comunicazione, l’ordine del giorno invita L’Upi (l’Unione province italiane) ed i Presidenti delle amministrazioni provinciali ad operare per la completa e rapida applicazione della legge 150/2000 sulla informazione e comunicazione pubblica”.
L'ordinamento della comunicazione pubblicato sul sito dell'Associazione italiana dei Costituzionalisti - Versione integrale con note PDF : il significato di «ordinamento della comunicazione»: "Unico spazio disponibile alla potestà legislativa concorrente delle Regioni, per ciò che riguarda le reti, è infatti solo quello relativo alla localizzazione degli impianti, come riconosciuto dalla stessa Corte costituzionale nella sent. n. 324 del 2003, ancorché nell’ambito di una decisione di accoglimento di una legge regionale".
Restano da affrontare le problematica che solleva il settore delle comunicazioni elettroniche e radiotelevisive con specifico riferimento alla disciplina dei contenuti(), la quale, con riferimento alle seconde, è stata però avocata solo in minima parte a livello comunitario (promozione delle opere europee, limiti pubblicitari, tutela dei minori, diritto di rettifica)().
In altre parole se deve prendersi sul serio il tenore della locuzione in esame, (che, a torto o ragione, non distingue tra reti nazionali e locali), si dovrebbe ritenere che, per disciplinare i contenuti delle trasmissioni televisive nazionali e delle reti di comunicazione elettronica, occorra un «accordo nazionale».
Infine si segnala che  il segretario generale della Fondazione Censis, Giuseppe De Rita, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il giornalista Arrigo Levi hanno ricevuto la laurea honoris causa in scienze e tecnologie della comunicazione alla libera Universita' di lingue e comunicazione Iulm.
Nel suo intervento il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha approfondito il tema della comunicazione politica.
''La stagione del cosiddetto politichese che tutti noi ricordiamo - ha spiegato - ha dato ai cittadini una immagine nebbiosa e oscura della politica, rendendola un oggetto lontano e incomprensibile. Oggi, per fortuna, la politica e le istituzioni hanno capito che l'arte della comunicazione non si aggiunge al piano delle azioni politiche, ma le innerva, le rende piu' efficaci, le definisce nella loro concreta capacita' di essere ricevute dalle persone. La comunicazione diventa dunque fattore sostanziale al lavoro delle istituzioni''.
Formigoni quindi ha sottolineato l'importanza di una corretta e puntuale informazione del lavoro svolto dalle istituzioni:
''Esiste oggi una quota consistente di popolazione che non viene raggiunta dai messaggi informativi dei mass media o che, se li riceve, non li considera notizie, bensi' intrattenimento, spettacolo o anche pura e semplice fantasia. In questo gli enti locali, e le regioni in particolari, devono impegnarsi a fondo per limitare i danni di un certo modo di spettacolarizzare la politica che anche in Italia si sta gradualmente imponendo''.
(red)
 

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