periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 203 - Roma, 14  gennaio 2004

Sommario

Corte Costituzionale su statuto Calabria Buffardi: riforma Moratti da rinviare
Attività produttive e Regioni:  Cnr pubblica Rapporto Devolution: La Loggia vicino a Bossi
Storace: dal 2005 un terzo assessori donne Domani Conferenza delle Regioni
Corte Costituzionale su statuto Calabria
La Corte Costituzionale ha giudicato (cfr.  testo sentenza) - lo Statuto della Regione Calabria  - impugnato dal  Governo - incostituzionale il meccanismo di elezione del  presidente della Giunta insieme al vicepresidente, e alcune  disposizioni in materia elettorale.
Saranno brevi, secondo il  Presidente della commissione riforme della Regione Calabria, Paolo Naccarato, i tempi per la modifica dello Statuto dopo che la Corte Costituzionale ha giudicato  incostituzionale il meccanismo di elezione del Presidente della  Giunta insieme al vicepresidente, e alcune disposizioni in  materia elettorale.
''Sono pienamente d'accordo con il  pronunciamento della Corte Costituzionale. L'elezione diretta  del Presidente della Regione e' un principio che va  rafforzato''. E' il primo commento di Enzo Ghigo, Presidente della  Regione Piemonte e della Conferenza delle Regioni alla decisione. ''Nel nuovo Statuto del Piemonte - ha aggiunto Ghigo - questo  principio verra' riaffermato con forza''.
Per la Corte Costituzionale le Regioni ad autonomia ordinaria, sulla base del nuovo Titolo  quinto della seconda parte della Costituzione, dispongono di  un'ampia potestà statutaria, che possono esercitare con ampia  discrezionalita' per darsi un autonomo ordinamento interno, ma  pur sempre nel rispetto degli specifici limiti determinati dalla Costituzione.
Uno di questi limiti riguarda il potere regionale di  disciplinare la forma di governo: le Regioni sono libere di  scegliere modalità diverse dall'elezione diretta del Presidente  della Giunta, che e' indicata dalla Costituzione come un modello possibile e utile, ''ma non possono utilizzare il procedimento  di elezione diretta, che e' finalizzato ad una specifica  valorizzazione del ruolo politico unificante del presidente della Giunta, per l'elezione da parte del corpo elettorale di un  tandem di candidati (presidente e vicepresidente)''.
Inoltre, stabilisce ancora la Corte Costituzionale nella  sentenza n.2 del 2004, relatore Ugo De Servio, lo statuto  regionale non può privare il presidente eletto direttamente dal  corpo elettorale del potere di dimettersi provocando  l'automatico scioglimento del consiglio regionale.
Un altro limite della potestà statutaria regionale deriva  dalla attribuzione alla legge regionale, e non allo statuto, del  potere di determinare la legislazione elettorale regionale, nel  rispetto della legislazione nazionale di cornice: in  quest'ambito lo statuto può quindi solo determinare criteri  direttivi in conformità alle disposizioni costituzionali.
Lo Statuto della Regione Calabria e' stato  il primo ad essere approvato in Italia.
''Resta forte, nonostante  la decisione della Corte Costituzionale, e direi quasi  inamovibile lo spirito costituente che ha fin qui connotato l'  Assemblea legislativa calabrese'', ha infine detto il presidente del  Consiglio regionale
Luigi Fedele.
Esultano i presidenzialisti, alcuni presidenti delle Regioni non nascondono la loro soddisfazione e con loro  anche il Ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia, che  ha  spiegato: '''siamo abbastanza soddisfatti di questa decisione e  l' invito e' a procedere alle modifiche e alle correzioni nel  piu' breve tempo possibile''. Per il ministro, poi, e'  ''ragionevole che le altre Regioni tengano conto delle  osservazioni della Corte Costituzionale per farne tesoro nella  stesura degli statuti''. 
Per il Presidente della Commissione parlamentare per le  questioni regionali, Carlo Vizzini (Fi), ''la sentenza sullo  statuto della Regione Calabria e' di fondamentale importanza,  anche perché mette tutte le Regioni a statuto ordinario nella  condizione di conoscere i limiti oltre i quali la Consulta non  consente di andare nel determinare la forma di governo con il  sistema dell' elezione diretta. Sono convinto - sottolinea  Vizzini - che la Regione Calabria in tempi brevissimi  correggera' le parti bocciate''. 
 ''Sin dalla partenza - ha affermato il Presidente della  Calabria, Giuseppe Chiaravalloti - anche io ero sulle posizioni  della Corte Costituzionale. Poi allo Statuto e' stato frutto di  una mediazione. Ora - ha aggiunto - bisogna prendere atto della  decisione della Corte e modificare lo Statuto con le indicazioni  che sono state date. La Corte ha dato ragione alle mie posizioni  iniziali. Ma bisogna anche dire che la Corte Costituzionale è  un organo un po' sui generis perché decide nella forma come  decidono gli organi giudiziali, in quanto si esprime con  sentenze, però i giudizi non sono rigorosamente in punta di  diritto, ma sono anche politici''. Per Chiaravalloti, insomma,  ''è chiaro che il giudizio della Corte riflette anche le  valutazioni politiche del problema''. 
''Non avevamo alcun dubbio che il papocchio partorito dalla  Regione Calabria, nel nuovo Statuto, sarebbe stato bocciato  dalla Corte Costituzionale'', commenta l'assessore regionale  agli Affari Istituzionali del Lazio, Donato Robilotta.
Infine, Bruno Tabacci, a margine della direzione nazionale dell'Udc, ha dichiarato di ritenere ''inopportuno candidare i  Presidenti delle Regioni nelle liste dei singoli partiti: lo ha  ricordato La Russa per quanto riguarda Formigoni e non si può dargli torto''.  (gs)
Attività produttive e Regioni: Cnr pubblica Rapporto

Il rapporto "Regioni e attività produttive" (2° rapporto sulla legislazione e sulla spesa 2001-2002) realizzato dall'Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie "Massimo Severo Giannini"del Cnr è stato pubblicato da Giuffrè Editori.
"
Le innovazioni sul piano istituzionale - si legge nel rapporto - derivanti dall’attuazione del d.lgs. n.112 del 1998 e quelle conseguenti alla riforma del Titolo V della Costituzione - non ancora definitiva, visto che quella introdotta dalla legge cost. n.3 del 2001 è oggetto di proposte di modifica attualmente in discussione al Parlamento - sembrano indicare che il legislatore nazionale valuti positivamente un crescente coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali nella definizione e nella gestione delle politiche di sviluppo a favore delle attività produttive. Se è vero questo, l’analisi svolta (...) mette in evidenza che, negli esercizi 2001 e 2002, si sono manifestate alcune tendenze in linea con tali aspettative. In primo luogo, la sensibile crescita delle spese delle regioni ordinarie a favore dell’industria (cfr.tabelle estratte) - sia sotto forma di incentivi alle imprese, sia in termini di stanziamenti complessivamente destinati al settore - e il fatto che ciò sia stato accompagnato da una dinamica più contenuta degli stanziamenti a favore dell’agricoltura può significare che le regioni godano di una maggiore discrezionalità nell’allocazione delle risorse iscritte nei propri bilanci, un dato anche questo sicuramente positivo nell’ottica del rafforzamento del carattere federale della forma di Stato. In secondo luogo, l’aumento della capacità di spesa delle regioni in entrambi i settori (...) può indicare che una maggiore responsabilizzazione degli enti territoriali sul piano della definizione e della gestione delle politiche di spesa favorisce un aumento dell’efficienza nella utilizzazione delle risorse.
Ad esempio secondo i dati che sono stati resi noti dall'Oice (l' Associazione delle  organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza  tecnico-economica) è aumentato del 19% nell'ultimo anno  il valore complessivo delle gare indette in Italia per i servizi  di ingegneria ed architettura, passando da 778 milioni di euro  del 2002, a 923 milioni di euro del 2003. A trainare la crescita - secondo l'Oice - anche il consistente aumento della domanda da parte dei Comuni,  (4.029 gare, + 5% rispetto al 2002). Lazio, Lombardia e Piemonte le regioni con piu' domande pubbliche di servizi di ingegneria e architettura,  rispettivamente con 306 milioni di euro, su 397 gare; 98 milioni  di euro, su 592 gare e 91 milioni di euro su 690 gare.
Infine segnaliamo che l'ENEA presenta a Roma, domani 15 gennaio (
V.le D. Lubin - CNEL - Sala della Biblioteca),  il
“Rapporto Energia e Ambiente 2003”, la situazione energetica nazionale e regionale. Il Rapporto  si propone di presentare l’attuale quadro nazionale fra i cambiamenti in atto dettati dal riequilibrio dei poteri tra Stato e Regioni, la liberalizzazione dei mercati, lo sviluppo delle grandi reti di trasmissione, il sostegno al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili e la necessità di fronteggiare  i grandi problemi nazionali della sicurezza degli approvvigionamenti, della forte dipendenza energetica, della salvaguardia dell’ambiente. Ecco il programma della manifestazione: 09,30 -Apertura: Claudio Falasca, Consigliere CNEL; 09.45 Coordinamento Jacopo Giliberto, Il Sole 24 Ore ; 10,00 - Il Rapporto Energia  e Ambiente 2003, Ing. Giovanni Lelli, Direttore Generale ENEA; Intervengono: Giovanni Dell’Elce, Sottosegretario Ministero delle Attività Produttive; Corrado Clini, Direttore Generale, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio; Alessandro Ortis Presidente Autorità per l’energia elettrica e il gas; Tommaso Franci; 12,00 Dibattito; 12,30 Conclusioni. (sm)

Storace: dal 2005 un terzo assessori donne

A partire dal 2005 un terzo degli  assessori regionali del Lazio dovranno essere donne. E' quanto  ha proposto il presidente della Regione Lazio Francesco Storace che ha auspicato su questa proposta il  consenso di maggioranza e opposizione.
''La bozza di statuto licenziata dalla commissione - ha detto  Storace - parla di 'adeguata' rappresentanza dei due sessi in  giunta. Ma questo e' un termine troppo generico. Sono favorevole  a fare una battaglia per migliorare la bozza''. Personalmente  Storace si e' detto pronto ad osare anche un limite del 50% di  donne in giunta, ''ma non so se sara' possibile - ha detto -  pero' indicare un limite di un almeno un terzo sarebbe  importante, significherebbe per i partiti dover candidare piu'  donne. Sarebbe una rivoluzione politica e istituzionale che ci  porrebbe davanti a tutte le regioni del paese e a tutte le  istituzioni''.
Il presidente della Regione ha detto che portera' questa  proposta in aula quando si discuteranno gli emendamenti allo  statuto.
''Sono d'accordo con la proposta di  Storace (nella foto) ma credo siano importanti sia il potere che viene dato  alle donne che la loro rappresentativita' nelle istituzioni. E  non dobbiamo assolvere i partiti dai loro doveri''. Lo ha dichiarato ilil consigliere regionale dei
Ds Giulia Rodano. Secondo la quale i partiti dovrebbero mettere le donne in  lista in posizione di vantaggio, ''consentendo loro di competere  ad armi pari con gli uomini''. Infine, l'esponente dei Ds ha  detto che lo statuto dovrebbe sancire, oltre all'adeguata  rappresentanza delle donne anche i luoghi di potere dove  esprimere le loro idee: ''le consulte - ha detto - la  commissione referente ma anche uffici ed istituzioni dove si  possa esprimere il punto di vista femminile sulle scelte''.   (red)

Buffardi: riforma Moratti da rinviare
''Dal momento che c'e' una forte  opposizione di famiglie e studenti al decreto attuativo della  riforma Moratti il mio suggerimento al ministro e' di rinviare  di un anno l'applicazione di questo provvedimento''. Il  suggerimento e' dell'assessore Adriana Buffardi,  della Regione Campania (nella foto), capofila per la materia nell'ambito  della Conferenza delle Regioni.  Ieri si è svolta un'audizione informale di Regioni ed Enti locali convocata dal  Presidente della commissione cultura, scienza e istruzione della  Camera sullo schema di decreto legislativo concernente la scuola  dell'infanzia e il primo ciclo di istruzione.
''Al di là del merito del decreto - ha spiegato Buffardi,  precisando di parlare, a questo proposito, esclusivamente come  assessore della Regione Campania -  non si possono scaricare i  ritardi accumulati sulle spalle delle famiglie e degli enti  locali. Per questo suggerisco di sospendere il provvedimento per  un anno''.
L'assessore  Buffardi ha reso note le due posizioni diverse espresse dalle  Regioni. Le Regioni Campania, Emilia Romagna, Toscana, Marche,  Umbria, Basilicata, Friuli e la Provincia autonoma di Bolzano,  ''pur valutando positivamente le modifiche sul tempo pieno sia  per la scuola dell'infanzia che per la primaria'', hanno  espresso parere negativo sullo schema di decreto legislativo,  motivandolo con una serie di questioni, tra cui l'indefinitezza  delle risorse e l'assenza di copertura finanziaria del tempo  pieno e hanno criticato ''la carenza di un progetto educativo  autonomo che la scuola dovrebbe offrire alle famiglie'', ''la  mancata individuazione di adeguati livelli istituzionali di  raccordo per assicurare continuità tra servizi educativi della  prima infanzia e ciclo primario'' e ''la non condivisione della  figura dell'insegnante tutor''. 
Le altre Regioni hanno espresso invece parere favorevole  allo schema del decreto, anche se, ha spiegato Buffardi, hanno  sollevato alcune critiche sulla copertura finanziaria e si sono  augurate che gli altri decreti attuativi siano maggiormente  attenti a seguire un percorso di condivisione istituzionale.
Parere favorevole al decreto era arrivato in Conferenza  Unificata da Anci, Upi, Uncem, che l'avevano tuttavia  subordinato all'accoglimento di alcuni emendamenti. Il  coordinatore degli assessori all'istruzione dell'Unione delle  Province d'Italia, Gianni Oliva, intervenendo all'audizione alla Camera ha espresso tuttavia forti  critiche:    ''In Conferenza Unificata - ricorda l'assessore Oliva -  abbiamo presentato emendamenti che sono stati approvati, la cui  applicazione comporterà un aumento consistente del corpo  docenti per il tempo mensa. Chi pagherà queste spese ulteriori?  Certamente non gli enti locali, che dalla Finanziaria hanno già avuto tagli disastrosi. Inoltre di questi emendamenti nel testo  in discussione alla commissione non c'e' traccia. Infine -  conclude Oliva - il testo del decreto non rispetta i dettami  della riforma costituzionale che assegna allo Stato, in materia  di istruzione, la legislazione esclusiva delle sole norme  generali''. (red)
Devolution: La Loggia vicino a Bossi
''Mi piace precisare, dando  un'ulteriore conferma di solidarietà al ministro Bossi su  questo argomento, che io per primo ho sostenuto le sue proposte  e la sua impostazione, in modo tale che non vi fossero riserve  di nessun tipo attraverso una visione del federalismo vista da  nord e vista da sud''.
A sostenerlo e' il ministro per gli  Affari Regionali, Enrico La Loggia. ''Percio' - ha chiarito il ministro riferendosi a Bossi - mi  ha meravigliato la sua battuta dell'altro giorno sul quotidiano  la Repubblica, e mi piace confermargli il massimo di  solidarietà: credo che tra tutti i ministri del governo, quello  più vicino alle sue posizioni sono proprio io''.
A Bologna
il 15 E 16 gennaio 2004 (Sspa-Bologna, AULA MAGNA "Guglielmo Negri", Via Testoni, 6) si svolgerà un convegno dedicato proprio al tema Federalismo e devolution. E' previsto l'intervento dell'Assessore Luciano Vandelli (Regione Emilia-Romagna). Il Programma è on line. (red)
Domani Conferenza delle Regioni
E' convocata per domani a Roma (giovedì 15 gennaio 2004 alle ore 10.00 - Via Parigi, 11) la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome anche in relazione alle riunioni delle Conferenze Unificata e Stato-Regioni programmate sempre per il pomeriggio di giovedì 15 gennaio.
La Conferenza delle Regioni avrà, tra l'altro, all'ordine del giorno:
5) Riforme istituzionali – 5a) Informativa in merito al disegno di legge costituzionale recante modifica agli articoli 121 e 126 della Costituzione, d’iniziativa parlamentare all’esame della I Commissione del Senato; 5b) Determinazioni in merito al Disegno di legge costituzionale di modifica della parte II della Costituzione (A.S. 2544) – prosecuzione del dibattito;
6) Lavori pubblici – 6a) Valutazione dello “Schema di legge regionale in materia di espropriazioni per pubblica utilità”; 6b) Esame delle linee guida denominate “Protocollo Itaca per la valutazione della qualità energetica ambientale di un edificio”; 6c) Esame della bozza di “Schema di protocollo d’Intesa tra Itaca e Ente Nazionale Italiano di Unificazione”;
7) Agricoltura – Posizione delle Regioni sull’attuazione del Reg. 1782/2003 CE concernente la revisione di medio periodo della PAC;
8) SpettacoloUlteriori valutazioni della Conferenza dei Presidenti in merito all’inquadramento della materia Spettacolo nell’ambito delle disposizioni recate dal Titolo V della Costituzione; 9) Illustrazione del Coordinatore della Struttura interregionale per la disciplina dei rapporti con il personale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (Sisac) dell’ipotesi di organizzazione dei lavori della struttura (comma 1, art. 8) del Regolamento Sisac, approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle P. a. il 24 luglio 2003). (red)
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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