periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 319 - Roma, 26, 27 e 28  giugno 2004

Sommario

Riforme: prosegue il confronto in Parlamento e fra le Regioni Verso previdenza integrativa per tutti i cittadini veneti
Risultati ballottaggi: le analisi di Bassolino e Formigoni Condono edilizio: le sentenze della Consulta
Emilia-Romagna: Linee guida per l'autismo Isae: la fiducia dei consumatori "zona per zona"
Riforme: prosegue il confronto in Parlamento e fra le Regioni
Si terrà oggi (28 giugno) una riunione "serale" della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome per continuare il confronto fra i Presidenti delle Regioni sul tema delle modifiche della riforma della Costituzione (attualmente in discussione alla Camera).
La I Commissione Affari costituzionali - (secondo quanto pubblicato dalla
newsletter della Camera dei Deputati)- ha proseguito l’esame del disegno di legge C4862 cost. Governo, approvato, in prima deliberazione, dal Senato e abb. recante Modificazione di articoli della Parte II della Costituzione (Rel. Bruno, FI), procedendo all’adozione del testo base e prorogando il termine per la presentazione degli emendamenti al 1 luglio 2004, ore 16 (la Commissione ha poi iniziato l’esame dello schema di regolamento recante modifiche al DPR 176/2001 concernente il regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali A. n. 383,  rel. Schmidt – FI). E sul tema della riforma costituzionale, l'istituto Massimo Severo Giannini del Cnr ha organizzato un convegno che si terrà il 30 giugno e che coinvolgerà diversi esponenti del mondo accademico (cfr. regioni.it n.318). Da segnalare anche la sezione dedicata alle regioni di www.forumcostituzionale.it (sito organizzato da Quaderni Costituzionali de Il Mulino) con alcuni contributi particolarmente utili (La seconda Camera:il progetto della Commissione governativa: il testo; invito alla discussione e interventi: Roberto BIN, Rosanna TOSI;  La “riforma della riforma”: Antonio RUGGERI, Quirino CAMERLENGO, Stelio MANGIAMELI; Devolution: Roberto ROMBOLI & Antonio RUGGERI, Stefano CECCANTI, Andrea MORRONE, Stefano CECCANTI (2), Antonio RUGGERI; La riforma del Titolo V: gli aspetti generali: Tommaso E. FROSINI, Tania GROPPI, Adele ANZON, Rosanna TOSI; l’attuazione legislativa: Giovanni DI COSIMO, Nicoletta SCATTONE; gli obblighi internazionali: Enzo CANNIZZARO, Lucia Serena ROSSI, Paolo DE STEFANI; i rapporti con l’UE: Giuseppe DI GENIO, Tania GROPPI; l'interesse nazionale: Augusto BARBERA, Rosanna TOSI, Roberto BIN; il sistema delle competenze: Antonio D'ALOIA, Antonio D’ATENAi “livelli essenziali delle prestazioni”: Rosanna TOSI; il principio di sussidiarietà orizzontale: Luca ANTONINI; l’istruzione: Michele SIAS; l’energia: Alessandro BIANCO; il sistema delle fonti:: Antonio D'ATENA, Claudio TUCCIARELLI, Michele BELLETTI, Alfonso Maria CECEREil potere regolamentare: Nicola LUPO, Giovanni DI COSIMO, Andrea PATRONI GRIFFIle forme particolari di autonomia (art. 116): Franco PIZZETTI, Tommaso E. FROSINI, Stelio MANGIAMELI; ; le funzioni amministrative: Roberto BIN, Francesco Saverio MARINI, Mario GORLANI, Franco PIZZETTI, Francesco Saverio MARINI (2); l'impugnazione delle leggi: Paolo NICOSIA; il potere sostitutivo: Cesare MAINARDIS, Felice GIUFFRE’; gli enti locali: Pietro BARRERA, Pietro BARRERA (2); le Regioni speciali: Veronica E. BOCCI, Francesco PALERMO, Francesco TERESI, Carlo PADULA, Emanuele ROSSI; la Commissione bicamerale: Stefano CECCANTI, Stelio MANGIAMELI, Carlo FUSARO, Roberto DE LISO, Roberto BIN, Luigi GIANNITI, Enzo BALBONI, Rosanna TOSI, , Raffaele BIFULCO; la legislazione successiva: Duccio M. TRAINA; le Autorità amministrative indipendenti: Giovanna DE MINICO )

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni si occuperà anche delle proposte da presentare in occasione del varo del DPEF 2005-2008. Sull'argomento il Sole 24 Ore Sanità pubblica un lungo articolo. Per Vasco Errani (nella foto), Vice Presidente della Conferenza delle Regioni, il Governo dovrà definire il prossimo DPEF evitando scelte unilaterali, il conflitto e la politica del non ascolto. Le Regioni - ha spiegato Errani - stanno valutando la possibilità di chiedere l'apertura di un tavolo di confronto con il Governo, Autonomie locali, Forze sociali e imprenditoriali per fissare le priorità da stabilire nel DPEF. Sul tavolo, fra l'altro, la necessità di un adeguamento del Fondo Sanitario Nazionale per finanziare i livelli essenziali di assistenza. Per Romano Colozzi (Assessore della Regione Lombardia e Coordinatore degli Assessori al Bilancio per la Conferenza delle Regioni) un tavolo di questo genere rappresenterebbe una svolta epocale per il Paese, aggiungendo poi che le Regioni non si presentano con atteggiamenti rivendicativi o liste della spesa, ma, pronte a fare la loro parte, chiederanno al Governo un confronto sul sistema degli assetti del Paese perché le responsabilità sono complesse e le Regioni vogliono dare il loro contributo.
(sm)

Risultati ballottaggi: le analisi di Bassolino e Formigoni

Il centrosinistra governerà in 52 province e in 22 comuni capoluogo: prima dell'11 giugno governava in 44 province e 20 comuni capoluogo. Il centrodestra  si ritrova alla guida di 10 province (11 con Pordenone ma a Sondrio e' la Lega che governa, poiche' il candidato del Polo e' stato sconfitto al ballottaggio) e di 8 comuni capoluogo: prima del voto governava in 19 province e 10 comuni capoluogo. Sono questi, in sintesi, i numeri della recente battaglia elettorale (per approfondimenti cfr. la "mappa" fornita dall'Ansa).
Nel frattempo arrivano le prime analisi da parte dei rappresentanti dell'istituzione regionale. Per Formigoni (nella foto), che ha rilasciato interviste al Corriere della Sera, al Messaggero e a La Stampa non c'è da mettere ''il Carroccio sul banco degli imputati'' per il risultato delle provinciali di Milano e ''il segnale degli elettori e' chiaro, non facciamo il grave errore di non capirlo''. Secondo cui comunque "l'Italia rimane moderata e la Casa delle libertà resta maggioranza'', mentre al Messaggero afferma che ''una parte degli elettori di centrodestra ha voluto mandarci un segnale''. ''Dobbiamo rimboccarci le maniche - dice Formigoni - lavorare, essere più vicini alla gente'',  ''la politica e' sporcarsi le mani nel fango, coinvolgere, spiegare quel che si fa giorno dopo giorno. In ogni caso ''Per la Casa delle liberta', al contrario del centrosinistra -prosegue il presidente della Lombardia - l'unità è un valore in piu'. L'Ulivo unito prende meno voti dei partiti che lo compongono, noi separati ne prendiamo meno. Ovviamente quando siamo uniti seriamente, Da subito. Quando non litighiamo''.
Un invito alla prudenza - dalle colonne de La Stampa - giunge dal Presidente della Regione Campania, per il quale siamo di fronte a ''risultati molto importanti, ma ricordiamocelo: sul terreno locale il centrosinistra gioca fondamentalmente in casa''. Antonio Bassolino osserva che ''certo, l'Italia sta cambiando, come dimostrano anche le provinciali di Milano dove il centrosinistra vince anche nella principale casa del centrodestra''. Ma, aggiunge, ''a livello nazionale la partita è ben più difficile. Possiamo farcela - aggiunge Bassolino - ma guai a ritenere che poiché il risultato è molto positivo localmente, allora è già fatta. Non e' cosi' perche' i piani sono diversi''. Sul territorio, avverte, ''e' meno complesso trovare un accordo per una larga coalizione del centrosinistra, dall'Udeur a Rifondazione''.
Il Presidente dell'Anci, Leonardo Domenici,  riconfermato Sindaco di Firenze, dopo aver affermato, in un'intervista all'Unità che il risultato di Firenze "fortifica il centrosinistra", stigmatizza l'atteggiamento della Rai sui ballottaggi "non è la prima volta che scrivo al Presidente della Commissione Petruccioli perché in varie occasioni abbiamo assistito anche a dibattiti televisivi in cui si parlava dei Comuni e nessun Sindaco era stato invitato. e quanto alla scelta della tivu di Stato che secondo l'unità "ha di fatto censurato i ballottaggi scegliendo di non dare nessuna informazione serale agli italiani , Domenici dice che si tratta di un atteggiamento censurabile e che "avremo modo di fare presente la nostra opinione e il nostro punto di vista"
(sm)

Condono edilizio: le sentenza della Consulta

"La Corte Costituzionale - si legge in un comunicato della Corte - ha depositato tre sentenze ed una ordinanza (n. 196, 197, 198 e 199 ) relative alle questioni sorte in relazione al condono edilizio del 2003 (relatore è stato il prof. Ugo De Siervo).
La prima sentenza (n.196/2004) è relativa ai ricorsi presentati da numerose Regioni (Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Fiuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, Toscana, Umbria) contro l’art. 32 del decreto legge 269 del 2003, convertito in legge 326/2003, che appunto prevede e disciplina il condono edilizio. 
In questa sentenza la Corte costituzionale, pur riconoscendo l’ammissibilità costituzionale in linea di principio di una legislazione statale relativa ad un condono edilizio di tipo straordinario, ha però dichiarato la illegittimità costituzionale di una serie di disposizioni del testo adottato nel 2003, al fine di renderlo compatibile con le vaste competenze di Regioni e Comuni in materia urbanistica ed anche più rispettoso della tutela del paesaggio e dell’equilibrato sviluppo urbanistico. La Corte costituzionale ha difeso la piena competenza dello Stato a determinare  in via esclusiva il  condono sul versante delle responsabilità penali relative a costruzioni abusive, ma ha affermato che sul piano del condono amministrativo lo Stato non può escludere il potere delle Regioni di articolare e specificare la legislazione statale mediante proprie leggi, pur rispettose dei principi fondamentali stabiliti dallo Stato.
Sul piano del condono amministrativo, quindi, allo Stato spetta solo la legislazione di principio, mentre alle Regioni spetta (solo per fare un esempio) determinare –all’interno dei limiti massimi determinati a livello statale- quali tipologie possano essere condonate e per quali volumetrie. Al tempo stesso, altre dichiarazioni di illegittimità costituzionali sono finalizzate a valorizzare maggiormente l’autonomia degli enti locali: fra queste vi è anche la dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma che sottraeva agli enti locali il potere di far eseguire le demolizioni degli edifici illegalmente edificati. La sentenza dovrà essere necessariamente seguita da una legge statale che determini alcuni indispensabili termini per far funzionare il nuovo tipo di condono edilizio che scaturisce dalla sentenza.
A questo proposito, la sentenza così si esprime: “il necessario riconoscimento del ruolo legislativo delle regioni nella attuazione della legislazione sul condono edilizio straordinario esige, ai fini dell’operatività della normativa in esame, che il legislatore nazionale provveda alla rapida fissazione di un termine, che dovrà essere congruo perché le Regioni e le Province autonome possano determinare tutte le specificazioni cui sono chiamate dall’art. 32 – quale risultante dalla presente sentenza – sulla base del dettato costituzionale e dei rispettivi statuti speciali. Il legislatore nazionale dovrà inoltre provvedere a ridefinire i termini previsti per gli interessati … (ciò  ovviamente facendo salve le domande già presentate). È peraltro evidente che la facoltà degli interessati di presentare la domanda di condono dovrà essere esercitabile in un termine ragionevole a partire dalla scadenza del termine ultimo posto alle Regioni per l’esercizio del loro potere legislativo.
In considerazione della particolare struttura del condono edilizio straordinario qui esaminato, che presuppone un’accentuata integrazione fra il legislatore statale ed i legislatori regionali, l’adozione della legislazione da parte delle Regioni appare non solo opportuna, ma doverosa e da esercitare entro il termine determinato dal legislatore nazionale; nell’ipotesi limite che una Regione o Provincia autonoma non eserciti il proprio potere legislativo in materia nel termine massimo prescritto, a prescindere dalla considerazione se ciò costituisca, nel caso concreto, un’ipotesi di grave violazione della leale cooperazione che deve caratterizzare i rapporti fra Regioni e Stato, non potrà che trovare applicazione la disciplina dell’art. 32 e dell’Allegato 1 del d.l. n. 269 del 2003, così come convertito in legge dalla legge n. 326 del 2003 (fatti salvi i nuovi termini per gli interessati)” .
L’ordinanza n.
197/2004, relativa ai numerosi ricorsi incidentali di legittimità costituzionale sollevati da vari organi giudiziari contro il recente condono edilizio, rinvia ad essi le questioni perché verifichino se le modificazioni conseguenti alla sentenza 196/2004 permettono di superare i dubbi di legittimità che avevano sollevato. Le sentenze n. 198/2004 e n. 199/2004 derivano da impugnative del Governo contro quattro leggi regionali (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana) ed un atto di indirizzo della regione Campania che hanno dichiarato o considerato inapplicabile nel territorio regionale la legislazione statale sul condono edilizio.
La Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale di questi atti regionali, perché la naturale dialettica fra Regioni e Stato (così come anche viceversa) deve mantenersi nell’ambito degli strumenti e delle forme costituzionali, senza pericolosi tentativi di “farsi giustizia da sé”. 
E' un "capitolo" da 3,6 miliardi quello che il condono edilizio dovrebbe garantire per la costruzione dei conti pubblici del 2004. La Finanziaria di quest' anno, che di fatto proponeva una correzione del deficit di circa 11 miliardi di euro, prevedeva infatti di incassare 3,1 miliardi dal condono edilizio tout court e altri 460 milioni di euro dalla sanatoria per le costruzioni realizzate su alcune tipologie di aree demaniali statali. La decisione della Consulta - che ha oggi richiesto un allungamento dei tempi ed anche piu' poteri alle regioni per fissare le tipologie e le superfici sanabili - riapre questo  capitolo con effetti che per i conti pubblici non possono essere ora stimati. Di certo il condono ha superato lo scoglio della legittimità costituzionale, ma si allungheranno ulteriormente i tempi per le domande di condono che inizialmente erano stati fissati per il 31 marzo 2004 e poi, dopo i ricorsi alla Corte Costuzionale da parte di alcune regioni, erano stati spostati al 31 luglio. L' incasso effettivo, invece, dipenderà anche dalle decisioni che adotteranno le diverse regioni: c'e' da aspettarsi che le amministrazioni che avevano sollevato perplessità  fissino misure piu' stringenti, limitando le tipologie di abuso che possono essere sanate.
Quanto dichiarato oggi dalla Consulta in materia di condono secondo il presidente della Regione Toscana
Claudio Martini, va accolto ''con viva soddisfazione''.E' quanto Martini ha detto oggi nell' ambito della consueta conferenza stampa che precede i lavori della Giunta.''Il testo della sentenza della Consulta non lo abbiamo ancora visto - ha detto - ma se questi sono gli esiti esprimo viva soddisfazione. Perché introduce un punto fondamentale: non si può fare un condono senza le Regioni. Ora dovremo vedere cosa farà il Governo, probabilmente una legge di principio''.

''Assolutamente coerente'' con i contenuti del ricorso alla Corte costituzionale con cui la Regione Umbria ''voleva affermare l' incostituzionalita' di norme che invadevano le competenze regionali in materia di governo del territorio e di urbanistica'': così la presidente della giunta umbra, Maria Rita Lorenzetti,  commenta la sentenza della Consulta in materia di condono. ''La sentenza, che devo però ancora leggere attentamente, in sostanza - ricorda Lorenzetti in una dichiarazione - afferma il principio che la gestione del territorio e' quantomeno materia concorrente tra Stato e Regioni, riconoscendo allo Stato la potestà di dettare i principi generali, riservando invece alle Regioni il compito di emanare norme legislative d' attuazione in materia di urbanistica e tutela del paesaggio''.  Lorenzetti (nella foto) sottolinea che ''la Regione Umbria si e' gia' mossa in questa direzione, approvando una prima legge regionale in materia, con lo scopo di non penalizzare in alcun modo il cittadino umbro, perché la normativa regionale recepisce il testo unico sull' edilizia (la legge 380 del 2001). Inoltre, per
evitare confusioni ed incertezze, la legge regionale invitava i Comuni a sospendere il procedimento amministrativo relativo ad eventuali domande di condono edilizio presentate ai sensi della normativa nazionale, per consentire al cittadino di presentare comunque domanda di condono''. ''Ora - prosegue Lorenzetti - con una successiva normativa regionale intendiamo mettere le amministrazioni comunali nelle condizioni di sanare i cosiddetti 'piccoli abusi', nonché alcune, comprovate e specifiche situazioni di abusivismo, determinatesi nell' ambito dell' opera di ricostruzione post sismica. Tutto cio' - conclude la presidente dell'Umbria - senza mai mettere in discussione il principio di un sano governo del territorio e la tutela del nostro patrimonio ambientale e  paesaggistico''.
(gs)

Isae: la fiducia dei consumatori "zona per zona"
Negli ultimi anni, le inchieste ISAE - afferma un comunicato dell'Istituto  - hanno fornito informazioni dettagliate  anche a livello territoriale. E i dati territoriali delle inchieste sono utilizzati per studiare l’andamento ciclico della fiducia nelle diverse ripartizioni e confrontarlo con la media nazionale, guardando in generale all’ultimo decennio e, più in particolare. Nell’intero periodo considerato (gennaio 1991-maggio 2004), si osservano differenze piuttosto significative nell’andamento della fiducia dei consumatori tra le varie ripartizioni: le regioni del Centro tendono infatti mediamente ad anticipare i risultati nazionali, sia nelle fasi di ripresa sia in quelle di contrazione del ciclo, mentre quelle del Nord Ovest e del Mezzogiorno anticipano soltanto i periodi di svolta positivi (con un ritardo marcato invece, nel caso del Mezzogiorno, nei punti di svolta negativi del ciclo).
Nel Nord Est, invece, la fiducia dei consumatori sembra sempre reagire con ritardo alle svolte registrate nelle altre ripartizioni. Nel settore manifatturiero l’andamento ciclico è invece nel complesso omogeneo a livello territoriale: l’unica ripartizione a mostrare una lieve tendenza ad anticipare i punti di svolta nazionali è il Mezzogiorno, limitatamente peraltro alle sole fasi di contrazione del ciclo; le regioni del Centro sono quelle che più mostrano invece un ritardo nel reagire ai punti di svolta (positivi e negativi) registrati a livello nazionale. Relativamente all’inchiesta sui servizi, per la quale i dati sono disponibili solo dal gennaio 2003, l’andamento della fiducia delle diverse ripartizioni mostra infine alcune differenze rispetto alla media nazionale: le regioni del Centro sono caratterizzate da una notevole volatilità, quelle del Nord Est e del Sud tendono invece rispettivamente ad anticipare e seguire con qualche ritardo la media nazionale;  nelle regioni del Nord Ovest gli andamenti sono in linea con quelli del totale Italia.  L’ultima fase ciclica, sia per i consumatori sia per le imprese manifatturiere, è caratterizzata da una caduta del clima di fiducia, che è più prolungata rispetto alla media del periodo considerato e che dura tuttora; l’intensità della contrazione, almeno sino all’ultimo dato disponibile, che comunque non si configura ancora come punto di minimo, è però fino a questo momento mediamente inferiore rispetto ad analoghi episodi del passato nel caso delle imprese manifatturiere, e generalmente più pronunciata invece nel caso dei consumatori. Gli andamenti appena delineati sono comuni a tutte le principali ripartizioni, con l’eccezione delle imprese manifatturiere del Mezzogiorno, per le quali è in corso una prolungata, anche se debole, fase di espansione della fiducia.
Nei servizi, infine, negli ultimi mesi le regioni del Nord Est hanno evidenziato una nuova accelerazione della fiducia, che, qualora le caratteristiche anticipatrici della ripartizione emerse nel 2003 risultassero confermate, potrebbe riflettersi in un miglioramento del quadro nazionale nei prossimi mesi.(per approfondimenti cfr:"
nota mensile isae di giugno")
(red)
Verso previdenza integrativa per tutti i cittadini veneti
La Giunta regionale, su proposta dell'assessore al bilancio, Isi Coppola, ha approvato un disegno  di legge per promuovere nel Veneto le forme di previdenza complementare collettiva incentivando le adesioni dei lavoratori interessati. ''E' ormai chiaro a tutti - ha detto l'assessore - che la sola previdenza pubblica non potrà più, in futuro, garantire a tutta la popolazione un'esistenza decorosa al momento del pensionamento e questo ci costringe a pensare a forme di previdenza integrativa accessibili a tutti. Per questo crediamo sia di fondamentale importanza offrire a tutti i cittadini del Veneto prospettive serie di sicurezza economica alla fine della loro vita lavorativa attraverso la promozione di una previdenza complementare''. La Regione del Veneto -ha sottolineato l'assessore -  ha deciso quindi, sulla base della competenza riconosciutale dall'art.117 della Costituzione, di approvare un disegno di legge che renda possibile la creazione di un sistema regionale di previdenza integrativa per tutti i cittadini veneti. Il Ddl (art.1) prevede una serie di interventi per la diffusione della ''cultura previdenziale'' e poiché il coinvolgimento delle imprese - per le quali la previdenza rappresenta un costo aggiuntivo sia per l'obbligo di finanziamento (che grava anche sul datore di lavoro), sia per la necessità di destinare al fondo pensione la totalità o una quota del TFR dei lavoratori -  nell'art.3 - e' prevista una forma di incentivazione stabilendo che le imprese che agevolino la previdenza complementare siano avvantaggiate nell'attuazione di interventi previsti da specifiche leggi regionali di settore. Il Disegno di legge prevede inoltre (art.4) contributi a favore dei residenti in veneto, iscritti ai fondi pensione di natura collettiva, per assicurare la copertura contributiva durante i periodi di interruzione del rapporto di lavoro o che fruiscano di periodi di congedo parentale facoltativo. Per la legge sulla previdenza complementare per il 2005 (e per gli anni a seguire ) saranno stanziati 850.000 euro, 200.000 dei quali per la formazione del personale, 100.000 per le iniziative di informazione, 50.000 per il funzionamento dell'Osservatorio regionale e 500.000 per le iniziative a sostegno dei lavoratori nei periodi di congedo parentale.  Il Disegno di legge passa ora all'esame del Consiglio Regionale.
(gs)
Emilia-Romagna: Linee guida per l'autismo
Autismo, al via linee guida per l’assistenza e il supporto alle famiglie in Emilia-Romagna. A renderlo noto è Saluter, la newsletter dell'Emilia- Romagna dedicata ai temi della salute. Tempestività della diagnosi, definizione di programmi di assistenza in rete con le strutture sociali e tutti gli ambienti di vita della persona ammalata, coinvolgimento dei famigliari fin dall’inizio del percorso di assistenza, presa in carico della persona per tutto l’arco della vita. Con la delibera 1066 del 2004 la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha definito le linee guida per migliorare l’assistenza dei bambini e degli adulti con autismo e altri "disturbi pervasivi dello sviluppo". Si tratta degli indirizzi tecnici e organizzativi che le Aziende sanitarie della regione devono seguire, in particolare attraverso i Dipartimenti di salute mentale che in ogni Azienda USL hanno il compito di pianificare e coordinare i percorsi terapeutici individuali. Punto centrale della delibera è la necessità a livello di Azienda sanitaria o interaziendale di formare un gruppo specializzato sull’autismo e su altri disturbi pervasivi dello sviluppo.
(red)
 

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