periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 292 - Roma, 19  maggio 2004

Sommario

Domani Conferenza Regioni Istat: conseguenze allargamento UE
Formigoni: fondamentale alleanza con la Lega Istat: tante Italie ma non troppe
Passa decreto emergenza sanità alla Camera Disco verde dall'Ue al mais geneticamente modificato
20 maggio: Conferenza Presidenti Regioni, Stato-Regioni e Unificata
Il Presidente Enzo Ghigo (nella foto) ha convocato la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome per giovedì 20 maggio 2004 alle ore 10.00 (Via Parigi, 11  a Roma).
All'ordine del giorno l'esame degli argomenti previsti per la Conferenze Unificata e la Conferenza Stato-Regioni in programma per il primo pomeriggio della stessa giornata.
Gli ordini del giorno integrali della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, della Conferenza Stato-regioni e della Conferenza Unificata possono essere consultati su www.regioni.it.
I Presidenti delle Regioni dovranno esaminare il Documento "Sanità futura elaborato dal Ministro della Salute e dagli Assessori alla Sanità delle Regioni e delle Province autonome  in occasione dell'incontro tenutosi a Cernobbio il 6 aprile 2004.
Prosegue poi il confronto e la discussione sulle ipotesi di riorganizzazione del sistema delle Conferenze Stato-Regioni, Unificata e della Conferenza dei Presidenti.
Anche la materia affari finanziari sarà domani sul tavolo dei Presidenti con particolare riferimento alla perdita di entrate realizzate dalle Regioni a statuto ordinario (art. 17, L. 449/1997) relativamente alla Tassa auto e all'accisa sulla benzina e al D.Lgs. 56/2000 (sul federalismo fiscale) rispetto alla situazione relativa all’applicazione dello stesso per gli anni 2003 e 2004.
Saranno valutate dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni le
proposte di legge d’iniziativa parlamentare all’esame della Commissione IX della Camera dei deputati recanti “Disposizioni in materia di trasporto pubblico locale” (4358 e 3053) e quelle in materia di espropriazioni per pubblica utilità (C 1034, 1054 e 2590) all’esame della 13° Commissione del Senato.
All'ordine del giorno anche alcune
problematiche applicative dell'Ordinanza sulla riclassificazione sismica del territorio nazionale e il Piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Sul tavolo dei
Presidenti finiranno infine anche altri argomenti che rientrano fra i punti all'ordine del giorno:
- il Ddl “Delega al Governo per il riordino dello stato giuridico dei professori universitari” all’esame della Commissione VII della Camera dei Deputati (audizione della Conferenza primo pomeriggio del 20.5.04)
- un documento sull’istituzione dell’Autorità Nazionale per la Sicurezza Alimentare;
- uno schema di accordo per l’Internazionalizzazione del Sistema Fieristico;
- un documento di osservazioni alla proposta di legge recante “Disposizioni per il riconoscimento, il sostegno e la promozione dei diritti individuali di formazione, orientamento, certificazione e accompagnamento”;
- le determinazioni su una nuova sede della Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
(sm)
Formigoni: fondamentale alleanza con la Lega

"Non si può rompere con la Lega", titola oggi il Corriere della Sera riportando un'intervista al Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni.
Il tema sono le elezioni amministrative di giugno e in particolare il presentarsi della Lega da sola con un proprio candidato, già consigliere e assessore regionale "autosospeso", nelle elezioni provinciali di Milano.
Afferma Formigoni: "l’alleanza con la Lega è strategica non soltanto per il governo della Lombardia, ma anche per quello del Paese". Dunque niente crisi? "Crisi? Mai stata. Mai neanche sfiorata. Non c'è e non ci sarà", risponde netto Formigoni. E precisa: " Ho lavorato per convincere tutti i protagonisti della Casa della Libertà a correre uniti non soltanto per la Provincia dL Milano, ma anche per tutte le altre amministrazioni provinciali e comunali. L’accordo non è stato raggiunto. Me ne dispiaccio. E’ stata un’occasione persa per compattare ancora di più la maggioranza".
E l'intervista termina con una domanda sull’assenza di Bossi: "Come spesso capita, dopo averlo esecrato in ogni modo, ora tutti lo rimpiangono. Quando ritornerà, sarà divertente rileggere con lui le lodi di cui lo hanno colmato da ogni parte politica in questi mesi".
(red)

Passa decreto emergenza sanità alla Camera

Sì definitivo alla Camera al decreto emergenza sanità, tutta l'opposizione ha votato contro: i si' sono stati 248, i no 201.  Quindi  conversione in legge del decreto sull'emergenza sanitaria, così come annunciato ieri sempre su "regioni .it".
E la Repubblica titola "Sanita', il governo ottiene la fiducia l'Ulivo : decreto ad hoc per i baroni"; il Sole 24 Ore "Medici, esclusiva con durata annuale"; il Messaggero "Medici, finisce l'esclusiva. I sindacati si dividono"; e la Stampa: "Sanita', via libera alla riforma Sirchia".
''Con la definitiva approvazione del decreto sulle emergenze sanitarie si archivia un altro capitolo della disastrosa permanenza dell'onorevole Bindi al Ministero della Salute e i medici, come avviene nelle principali democrazie liberali, avranno la possibilita' di scegliere come orientare la propria professione'', ha affermato Fabio Minoli (FI), relatore del provvedimento alla Camera. ''Si potrà finalmente optare per l'esclusiva attività in ospedale - spiega il parlamentare - con una maggiore retribuzione o per l'attività ospedaliera unita alla libera professione extramuraria. Ciò consentirà al Ssn di non disperdere le migliori professionalità che per l'iniqua legge Bindi sono state costrette ad esercitare esclusivamente nel privato''. ''Con il nuovo provvedimento - conclude Minoli - sarà possibile garantire ai cittadini un accesso più efficiente e trasparente alle prestazioni pubbliche, si ridurranno le prestazioni in regime di intra-moenia, che in molti casi rappresentano un modo del tutto iniquo per velocizzare l'accesso alle prestazioni. Si avranno in tal modo minori costi per la collettività ed un miglior servizio per tutti''.
Naturalmente di tutt'altro avviso Rosy Bindi (nella foto), ora responsabile politiche Sociali e della Salute della Margherita, che afferma che "il decreto legge del governo mette a rischio la tenuta del Ssn, con misure clientelari, che reintroducono antichi privilegi per pochi, mentre si abbassano i livelli di assistenza per i cittadini soprattutto per le fasce più deboli. Bindi ricorda che "altri e ben più pesanti sono i problemi della sanita' e i bisogni dei cittadini come testimonia la piattaforma rivendicativa di tutte le organizzazioni sindacali dei medici che gia' tre volte hanno scioperato contro il governo e si apprestano a farlo nelle prossime settimane". 
Sono 9 su 10 i medici italiani che lavorano per il servizio sanitario nazionale in rapporto esclusivo, ricevendo una indennita' che supera i 600 euro. Il sistema introdotto con la riforma sanitaria firmata dal ministro Bindi ha permesso, agli assunti prima del 31 dicembre 1998, di optare, in modo definitivo, tra rapporto esclusivo e rapporto non esclusivo; i dirigenti medici assunti dopo questa sono, invece, tutti a rapporto esclusivo. Con la norma contenuta  del dl approvato oggi si introduce la possibilità di cambiare idea anche più volte nel corso nella propria vita professionale. I medici che lavorano in esclusiva possono svolgere l'attività libero professionale all'interno dell'azienda (intramoenia). Si tratta di servizi che vengono offerti fuori dall'orario di servizio in regime ambulatoriale o di ricovero nelle strutture ospedaliere. Il cittadino, in questo caso, paga la prestazione di tasca propria.
L'azienda è tenuta alla realizzazione delle strutture e degli spazi distinti per l'esercizio della libera professione in regime di ricovero ed ambulatoriale. Ma fino a quando non saranno realizzati questi spazi l'azienda deve mettere i dirigenti in condizione di poter esercitare la propria attività anche fuori dall'azienda (la cosiddetta attività libero professionale allargata).
E vediamo cosa dicono i diretti interessati. Una beffa per i medici e un danno per i cittadini. Questo e', secondo la Cgil, il decreto legge sulle emergenze sanitarie. Visto che si rompe il patto fatto ai tempi della legge Bindi, sostiene la Cgil ''per quanto riguarda anche l'indennita' di  esclusivita', nulla vieta a questo punto di richiedere lo stesso  trattamento per tutti i lavoratori del comparto sanitario  pubblico''.
Dice invece si' al cambiamento dell'esclusività di rapporto dei medici con il Ssn, no alla totale deregolamentazione, l'Anaao Assomed, principale sindacato degli ospedalieri: ''L'Anaao fin dal 1999 si batte' per una reversibilita' regolamentata della scelta fra pubblico e privato - afferma Zucchelli - ma il metodo della scelta unilaterale della maggioranza, al di fuori di una concertazione con Regioni e associazioni mediche, ha influito sui contenuti del provvedimento che sono, in parte, non condivisibili. Se le scelte della Riforma Bindi non erano accettabili per un eccesso di rigidita', qui si cade in un eccesso di deregolamentazione''. Questi cambiamenti normativi, inoltre, rappresentano per l'Anaao ''un nuovo ostacolo all'inizio della trattativa contrattuale''. In ogni caso ''il Governo non deve credere che questo provvedimento sia una risposta ai problemi sollevati dalla 'vertenza per la salute' che rimangono tutti irrisolti, come si evince dagli scioperi proclamati a inizio giugno''.

(gs)

Istat: conseguenze allargamento UE
L' allargamento dell' Unione Europea a 25 Paesi membri, l' Ue-15, mettera' fuori dai benefici delle aree di intervento di Obbiettivo 1 oltre 30 milioni di persone che attualmente invece vi rientrano. In Italia, in particolare per quanto, sarebbero la Basilicata e la Sardegna a non poter piu' beneficiare delle risorse previste per le aree in ritardo di sviluppo. E' quanto osserva l' Istat, nell' ambito del Rapporto annuale: la situazione del Paese nel 2003 . L' uscita dall' area di intervento dell' Obbiettivo 1 interesserebbe circa 2,3 milioni di abitanti, di cui 1,6 milioni attribuibili in ogni caso alla naturale crescita della Sardegna. Nell' isola, infatti - rileva ancora l' Istat - il pil pro capite espresso in SPA (standard di potere d' acquisto) nel periodo 1999-2001 e' risultato superiore alla soglia del 75% della media comunitaria. Quanto alla Basilicata, la regione in questo caso uscirebbe dall' Obbiettivo 1 per i soli effetti statistici derivanti dall' allargamento, che comporta l' abbassamento del pil medio per abitante dell' Ue-25.
Alcune evidenze on line sul sito dell'Istat:
- Rapporto annuale: la situazione del Paese nel 2003
Sintesi
(pdf, 206 Kb)
Consultazione online
Volume completo
(pdf, 6.802 Kb)
Dati statistici
-8° Censimento industria e servizi: datawarehouse
-14° Censimento popolazione: datawarehouse
-La previsione sulle semine, annata 2003-2004
--DemoS: più indicatori sociali per il territorio
-PREZZI AL CONSUMO: INFORMAZIONI, DATI E ANALISI
-Indice dei PREZZI per le rivalutazioni monetarie
-FMI - National Summary Data Page
-Edifici e abitazioni
Censimento 2001 (14 maggio 2004)
-
Prezzi al consumo: dati definitivi
e analisi della Dinamica dei prezzi Aprile 2004 (14 maggio 2004)

- Stima preliminare del PIL
I trimestre 2004 (13 maggio 2004)

- Produzione industriale - dati provvisori
Marzo 2004 (13 maggio 2004)

- Il turismo nel 2003

(12 maggio 2004)
(red)
Istat: tante Italie ma non troppe
 

Istituto

L' Italia che continua a perdere colpi in termini di competitività rispetto agli altri Paesi e' al tempo stesso anche la Nazione dell' Unione Europea in cui sono più consistenti le differenze in termini di reddito regionale per abitante, superiori fra l' altro a quelle esistenti in Germania, Spagna, Belgio ed Irlanda. In Italia poco meno di un terzo della popolazione - il 30,4% - cioè circa 17,5 milioni di persone, vive in regioni in cui il pil pro capite e' inferiore al 75% della media nazionale.
Tante  Italie dello sviluppo, rileva il rapporto 2003 curato dall' Istat. Interessanti anche i dati sulla sanità e il welfare. Il rapporto registra forti squilibri fra regione e regione. Basti pensare, a quest'ultimo proposito, che il tasso di occupazione nel 2002 e' oscillato fra un minimo del 41,8% in Sicilia ad un massimo del 71,0% nella Provincia Autonoma di Bolzano.
E qual è la regione dove si sta meglio economicamente? La graduatoria regionale della ricchezza, con riferimento all' andamento del reddito medio per abitante, vede al primo posto Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige, mentre fanalini di coda sono Campania, Calabria, Sicilia e Puglia.
Anche l'andamento della pressione fiscale segnala forti differenziazioni fra le realtà regionali: in Lombardia ed in Lazio infatti questo parametro (misurato dall'incidenza delle imposte correnti sul reddito disponibile) risulta più elevato, attorno al 15%, anche se risulta più complessivamente in calo la forbice fra Nord e Sud, per via della dinamica crescente delle imposte nelle regioni meridionali.
Andamento differenziato anche per quanto riguarda la poverta', considerato che in questo caso i valori minimi si riscontrano in Lombardia e Veneto, con una quota inferiore al 4%, mentre in Calabria si arriva addirittura al 29,5%.
Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia sono in ogni caso le regioni settentrionali con il maggior numero di famiglie povere, circa il 10%, mentre per quanto riguarda il Mezzogiorno la situazione meno drammatica e' quella dell' Abruzzo (18%).
In questa situazione, il rapporto Istat segnala la ripresa del fenomeno dell' immigrazione interna.
Nel processo di redistribuzione del reddito, le imposte correnti aumentano del 37,7 per cento e i contributi sociali del 19,3 per cento. Le prestazioni sociali, invece, crescono del 38,8 per cento. Aumenta di un punto percentuale la quota di imposte e contributi versati dalle regioni del Mezzogiorno (dal 21,3 al 22,3 per cento), che registrano, peraltro, il più basso incremento di prestazioni sociali ricevute.
La pressione fiscale corrente (incidenza delle imposte correnti sul reddito disponibile) risulta più elevata in Lombardia e nel Lazio (entrambe intorno al 15 per cento); in generale, diminuisce la forbice tra il Nord e il Mezzogiorno grazie alla dinamica crescente delle imposte nelle regioni meridionali.
Nel 2002, la Lombardia è la regione con il più elevato livello di spesa equivalente (2.276 euro mensili), seguita da Emilia Romagna e Valle d'Aosta. Fanalino di coda è invece la Calabria (1.314 euro), preceduta da Campania e Basilicata. Lombardia e Veneto sono le regioni che presentano al loro interno una distribuzione della spesa per consumi più omogenea, mentre in Molise e in Trentino-Alto Adige è più elevata la variabilità tra i livelli di spesa.
Nel 2002 risultano povere, in termini relativi, 2 milioni 456 mila famiglie, pari all'11 per cento del complesso delle famiglie, percentuale in linea con la media europea.
La povertà è più diffusa tra le famiglie numerose: il 24,4 per cento di quelle con tre o più figli, infatti, risulta in condizione di povertà. Questa percentuale sale al 31,8 per cento nel Mezzogiorno. Tra gli anziani i livelli di incidenza della povertà raggiungono il 15,7 per cento nel caso delle coppie e il 13,3 per cento per quelli che vivono da soli.
L’incidenza di povertà osservata tra le regioni del Centro-nord è sempre inferiore rispetto alle regioni del Mezzogiorno. I valori minimi, inferiori al 4 per cento, si osservano in Lombardia e Veneto, quello più elevato in Calabria (29,5 per cento). Trentino-Alto Adige e
Friuli-Venezia Giulia sono le regioni del Nord con il maggior numero di famiglie povere (circa il 10 per cento). Nel Mezzogiorno la situazione meno grave si registra in Abruzzo (18 per cento). L'8 per cento delle famiglie (poco meno di 1 milione 800 mila) è quasi povero, cioè presenta livelli di spesa per consumi molto vicini a quelli delle famiglie povere. La percentuale più bassa si osserva in Lombardia (3,9 per cento), quella più elevata in Campania (14,5 per cento). Il 9,5 per cento delle famiglie lamenta difficoltà di accesso ad Asl o pronto soccorso, a causa di problemi di lontananza o affollamento: il disagio riguarda più spesso le famiglie povere, per le quali l’incidenza è doppia rispetto a quelle non povere. 14 famiglie su 100 dichiarano di aver avuto difficoltà nel sostenere le spese relative all’affitto, mentre per il 9 per cento delle famiglie risulta difficile pagare le bollette o acquistare vestiti. Nel 2001 la spesa dell'Ue per prestazioni di protezione sociale è pari in media al 26,4 per cento del Pil. L’Italia si colloca nel gruppo dei paesi con incidenza inferiore alla media europea, con un valore del 24,5 per cento. Nel 2001 la spesa pensionistica dell'Ue è pari mediamente al 12,5 per cento del Pil, mentre in Italia la quota raggiunge il 14,7 per cento. Nel nostro Paese l’incidenza della popolazione anziana è cresciuta nel periodo 1991-2001 dal 15,1 al 18,7 per cento, mentre in Europa, nello stesso periodo, si è passati dal 14,7 al 16,3 per cento.
Nel 2001 risultano ospitate presso strutture residenziali circa 295 mila persone. I minori accolti in queste strutture sono diminuiti del 15 per cento nel corso del 2000 e di un ulteriore 4 per cento nel 2001. Tra i minori dimessi dalle strutture, circa 770 sono andati in affidamento ad altre famiglie e circa 460 sono stati adottati. Aumentano invece i minori stranieri ospitati presso le strutture residenziali, che passano da 3 mila nel 1999 a 5 mila nel 2001. Gli anziani che vivono nei presidi residenziali sono 225 mila e rappresentano il 76 per cento del totale degli ospiti, con un aumento di quelli non autosufficienti, passati dal 45 per cento nel 1991 al 66 per cento nel 2001.
Nel 2001 si registrano 13 milioni di ricoveri ospedalieri di cui 9,8 milioni in regime ordinario (76 per cento) e 3,1 milioni in day-hospital (24 per cento). Rispetto al 1994, a causa dell'invecchiamento della popolazione, aumenta la quota di ricoveri di persone con oltre 65 anni di età, passando dal 33,8 al 37,3 per cento per i maschi e dal 32,6 al 34,8 per cento per le femmine.
La propensione all’utilizzo dei ricoveri ospedalieri è più significativa nel Mezzogiorno: 221 ogni mille maschi, 233 ogni mille femmine. Nello stesso anno il tasso di ospedalizzazione in Italia è stato pari a 204 ricoveri per mille maschi e a 218 per mille femmine.
Nel corso del 2001 le organizzazioni di volontariato e le cooperative sociali hanno offerto servizi a circa 8 milioni di utenti, concentrati soprattutto nelle regioni del Nord (197 ogni mille abitanti nel Nord-est e 173 nel Nord-ovest) e del Centro (174). Nel Mezzogiorno il numero di utenti in rapporto alla popolazione residente è pari al 68 per mille.
Rapporto annuale ISTAT - Volume on line

Copertina (pdf, 71 Kb)
Indice del volume (pdf, 280 Kb)
Avvertenze (pdf, 76 Kb)

Tavole statistiche (pdf, 359 Kb)
Glossario (pdf, 183 Kb)
Indice analitico (pdf, 129 Kb)

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5

Pagina iniziale
Sintesi
(pdf, 206 Kb)
Consultazione online
Volume completo
(pdf, 6.802 Kb)
Dati statistici


Capitolo 1 - La congiuntura economica nel 2003

In breve... (pdf, 19 Kb)
Testo integrale (pdf, 744 Kb)

1.1 -

Quadro macroeconomico internazionale

1.2 -

Economia italiana nell’area dell’euro
1.2.1 Prodotto lordo e componenti della domanda
.Il reddito disponibile delle famiglie italiane
1.2.2 Commercio con l’estero
.La dinamica della competitività italiana sui mercati esteri
.Le dinamiche territoriali delle esportazioni
1.2.3 Attività produttiva settoriale
1.2.4 Inflazione
.La dimensione territoriale della variabilità dell’inflazione
1.2.5 Mercato del lavoro
.La nuova rilevazione trimestrale Oros su retribuzioni, oneri sociali e costo del lavoro

1.3 -

Finanza pubblica
1.3.1 La dinamica delle uscite
1.3.2 La dinamica delle entrate
.Stime della spesa delle Amministrazioni pubbliche per funzione
1.3.3 L'impatto sui saldi
.Il Conto economico trimestrale delle Amministrazioni pubbliche


Capitolo 2 - L’Italia nell’Europa allargata

In breve... (pdf, 21 Kb)
Testo integrale (pdf, 1.446 Kb)

2.1 -

Introduzione

2.2 -

La nuova Unione europea: sfide e opportunità

2.3 -

L’Italia nella nuova Unione europea
2.3.1 Popolazione e tendenze demografiche
2.3.2 Istruzione e capitale umano
2.3.3 Mercato del lavoro
2.3.4 Salute e sicurezza sociale
2.3.5 Aspetti economici e competitività
.L’interscambio commerciale dei nuovi paesi membri e il posizionamento dell’Italia rispetto all’Ue allargata
2.3.6 Coesione sociale

2.4 -

Le regioni italiane nell’Europa allargata
2.4.1 Divari regionali in Italia e in Europa
2.4.2 Le regioni italiane e i nuovi paesi membri
.L’allargamento e i Fondi strutturali comunitari

Approfondimenti
I percorsi di sviluppo delle regioni italiane dell’Obiettivo 1


Capitolo 3 - Competitività del sistema produttivo italiano e comportamenti delle imprese

In breve... (pdf, 44 Kb)
Testo integrale (pdf, 1.022 Kb)

3.1 -

Introduzione

3.2 -

Andamento e determinanti della crescita nel lungo periodo
3.2.1 La crescita dell’economia italiana negli anni Novanta e nei primi anni Duemila
3.2.2 Il contributo dei fattori produttivi alla crescita economica.
3.2.3 Struttura e risultati economici delle imprese
3.2.4 Redditività e concentrazione economica delle imprese

3.3 -

Investimenti e capacità innovativa delle imprese
3.3.1 La spesa per investimenti fissi lordi e per nuovi macchinari e attrezzature
3.3.2 Il quadro della spesa per R&S
3.3.3 Aspetti quantitativi e qualitativi dell’innovazione delle imprese
.L’intensità tecnologica del sistema produttivo: un’analisi per prodotti
3.3.4 L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione delle imprese
.I servizi richiesti tramite Internet alle pubbliche amministrazioni
.Le attività tra imprese e banche tramite Internet

3.4 -

L’internazionalizzazione delle imprese
3.4.1 Diversificazione e persistenza degli operatori all’esportazione
3.4.2 Esposizione internazionale e performance economica delle imprese esportatrici
3.4.3 Il ruolo delle multinazionali estere nel sistema produttivo italiano
.Scambi commerciali con l’estero in regime di perfezionamento e internazionalizzazione produttiva

Approfondimenti
Dinamiche interne al sistema delle imprese.
I gruppi di imprese


Capitolo 4 - Dinamiche dell’occupazione, qualità del lavoro e comportamenti individuali

In breve... (pdf, 64 Kb)
Testo integrale (pdf, 1.263 Kb)

4.1 -

Introduzione

4.2 -

Il ciclo occupazionale italiano: risultati, problemi e prospettive

4.3 -

Crescita dell’occupazione e qualità del lavoro
4.3.1 Crescita dell’occupazione e rallentamento della produttività del lavoro
4.3.2 Effetti della demografia di impresa sulla dinamica dell’occupazione
4.3.3 I flussi occupazionali nelle grandi imprese
4.3.4 Collaboratori coordinati e continuativi e lavoratori interinali nel censimento dell’industria e dei servizi
4.3.5 Dinamiche recenti del lavoro atipico
.Le nuove tipologie lavorative introdotte dalla legge 30 del 2003

4.4 -

Le retribuzioni durante il ciclo occupazionale
4.4.1 Il rallentamento della dinamica delle retribuzioni di fatto
.Le retribuzioni nette nei paesi Ocse
4.4.2 La distribuzione delle retribuzioni di impresa

4.5 -

Ricomposizione territoriale della domanda e dell’offerta di lavoro
4.5.1 Aspetti della localizzazione di imprese, unità locali e addetti
4.5.2 Dinamiche occupazionali e migrazioni interne

4.6 -

Profili e comportamenti individuali nel "nuovo mercato del lavoro"
4.6.1 Profili degli imprenditori individuali
.Tipologie di impresa e figure imprenditoriali
4.6.2 I gruppi professionali emergenti
4.6.3 Tra lavoro e famiglia: strategie di conciliazione delle donne
4.6.4 Madri e/o lavoratrici? Le scelte di partecipazione delle neomadri

Approfondimenti
L’evoluzione della struttura delle retribuzioni nelle grandi imprese


Capitolo 5 - Trasformazioni degli assetti del welfare

In breve... (pdf, 28 Kb)
Testo integrale (pdf, 1.308 Kb)

5.1 -

Introduzione

5.2 -

Il reddito disponibile del settore istituzionale "famiglie"

5.3 -

La diseguaglianza regionale sulla base della spesa per consumi

5.4 -

La povertà nelle regioni italiane

5.5 -

Altre dimensioni del disagio

5.6 -

La spesa per interventi di protezione sociale
5.6.1 La spesa in ambito europeo: un quadro comparato
5.6.2 Quadro nazionale: elementi dinamici e strutturali

5.7 -

Gli attori delle politiche di welfare
5.7.1 Le istituzioni pubbliche
.Forme organizzative ed enti gestori degli interventi e dei servizi sociosanitari
5.7.2 Le istituzioni nonprofit
5.7.3 La partecipazione dei cittadini alle attività di volontariato
.Le tipologie di volontari
5.7.4 Le organizzazioni di volontariato
5.7.5 Le cooperative sociali: diffusione e servizi offerti

5.8 -

I beneficiari delle politiche di welfare
5.8.1 I pensionati
.Quota 516: effetti del provvedimento di incremento delle pensioni per i cittadini meno abbienti
.Gli invalidi civili
5.8.2 I disoccupati
5.8.3 I beneficiari dei servizi reali di assistenza sociale

(red)

Disco verde dall'Ue al mais geneticamente modificato
Disco verde dall'Ue al mais Geneticamente Modificato. La Commissione europea ha infatti autorizzato oggi l'importazione in Europa del mais geneticamente modificato ''Bt-11''. Si tratta della prima volta dal 1999.
Il via libera al mais dolce BT11 (che verra' venduto ad esempio in lattine) arriva dopo che e' gia' stata resa operativa in Europa la nuova legislazione sulla tracciabilita' e sull'etichettatura dei prodotti dove la presenza di materiale transgenico e' segnalato, se superiore allo 0,9% per ogni ingrediente presente nell'alimento.
In Italia il mais dolce BT11 ha ottenuto una valutazione positiva dal Consiglio nazionale della sanita'.
Il via definitivo al provvedimento mette fine di fatto alla moratoria che dal 1999 ha congelato l'importazione in Europa gli Organismi geneticamente modificati (Ogm).
L'Unione al momento ha gia' concesso autorizzazioni al commercio a 34 prodotti transgenici; altri otto (oltre al mais dolce BT11) sono in attesa di una decisione, mentre 24 nuove domande di autorizzazioni sono state notificate a Bruxelles.
 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Redazione: via Parigi, 11    00185 - Roma
Direttore editoriale: Marcello Mochi Onori
Direttore responsabile: Marco Tumiati
In redazione: Stefano Mirabelli; Giuseppe Schifini
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