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Regioni.it

n. 3977 - venerdì 8 gennaio 2021

Sommario
- Nucleare: pubblicata la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Critiche dalle Regioni
- Bonaccini: dal tricolore al recovery fund
- Campagna vaccinale: la battaglia delle Regioni, alla vigilia della riclassificazione in zone
- Famiglia, discriminazioni di genere, borse di studio e contributi allo spettacolo dal vivo: i provvedimenti vagliati a Dicembre
- Immigrazione e contratti pubblici nel confronto Stato-Regioni e interregionale nel mese di dicembre
- Regione Lombardia: i nomi della nuova Giunta del Presidente Fontana
- Calendario Fieristico Nazionale 2021: presa d'atto

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Nucleare: pubblicata la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Critiche dalle Regioni

(Regioni.it 3977 - 08/01/2021) Il 5 gennaio, con il nulla osta del ministero dello Sviluppo economico e del ministero dell'Ambiente, la Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico, che permettera' - si legge in una nota - di "sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attivita'". Un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, "atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilita' da parte del Governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo". 
La pubblicazione della Cnapi, con l'elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorita' a seconda delle caratteristiche), "di fatto - si legge ancora - da' l'avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all'esito della quale si terra', nell'arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale. Sara' questo l'avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedra' la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, universita' ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere". 
In base alle osservazioni e alla discussione nel seminario nazionale, Sogin aggiornera' la Cnapi, che verra' nuovamente sottoposta ai pareri del Mise, del Minambiente e del Mit. In base a questi pareri, il Mise convalidera' la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta nazionale delle aree definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee. La Cnai sara' il risultato dell'aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. "Sara' una procedura - si legge - fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni.
Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un'area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avra' una struttura a matrioska: Nel dettaglio, all'interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all'interno i rifiuti radioattivi gia' condizionati. In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attivita': si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attivita' di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano".
Le aree interessate dalla Cnapi sono "il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall'Isin, che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell'uomo e dell'ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse".
Le regioni individuate come aree potenzialmente idonee per la realizzazione del deposito nucleare, come previsto dalla Cnapi, sono: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nelle cartine pubblicate sono indicati anche i Comuni coinvolti.Tra i potenziali candidati vi sono anche "Comuni limitrofi, ubicati in aree a cavallo tra regioni, come nel caso di Basilicata e Puglia", precisano le fonti. Le stesse fonti tengono a precisare come la realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi rappresenti "un processo di pulizia del territorio da stoccaggi di materiale radioattivo, prodotto quotidianemente, che sono anche in alcuni casi pericolosissimi". Infatti si tratta di quei rifiuti a bassa attivita', ma comunque radioattivi e quindi pericolosi, "legati ad attivita sanitarie e industriali quotidiane", come le pratiche di medicina nucleare, le radiografie mediche e le radiografie industriali, ad esempio quelle per saldature di elementi particolarmente delicati o importanti. Non si trattera' solo di un mero deposito, ma sara' accompagnato "da un parco tecnologico, un polo di ricerca e industriale, che dara' anche occupazione", un'opportunita' quindi, "senza contare la procedura di infrazione europea" ai danni dell'Italia per non aver ancora adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi conforme ai requisiti previsti dalla direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio europeo.
Forti perplessità sono emerse da aprte delle Regioni interessate.
Netta contrarietà espressa dalla Regione Toscana riguardo all’individuazione di due siti per lo smaltimento di scorie nucleari.  Tra le 67 aree indicate 2 risultano essere aree toscane, precisamente tra Trequanda e Pienza (SI) e a Campagnatico (GR). 
“È contraddittorio – ha detto il presidente Eugenio Giani - valorizzare scenari paesistici che come nel caso della Val d'Orcia diventano patrimoni mondiali dell'UNESCO e prevedere poi depositi di scorie di materiale radioattivo nucleare, pur frutto di lavorazioni medicali. Sono convinto che il Governo si ricrederá sull'utilità di scelta ipotizzata in aree dove la bellissima Trequanda ai confini della Val d'Orcia o l'affascinante Campagnatico immerso nei tratti più belli della Maremma costituiscono un valore ambientale unico al mondo”.Sulla stessa linea l’assesso re all’ambiente Monia Monni. “Comprendiamo la necessità di realizzare un deposito unico per i rifiuti radioattivi italiani, di bassa e media attività, scelta necessaria e trasparente che tende a trovare una risposta efficiente alla collocazione di rifiuti prodotti quotidianamente , anche in ambito medico, facendo emergere un problema lasciato nell'ombra per molto tempo.  Tuttavia,  in attesa di ulteriori comunicazioni ufficiali, affermiamo la nostra netta contrarietà alle possibili localizzazioni toscane, contrarietà che faremo valere in tutti i luoghi deputati e con tutti gli strumenti utili, a partire dalla consultazione pubblica prevista per individuare il sito più idoneo. Il nostro territorio vive di bellezza, di turismo e di agricoltura di pregio e, per valorizzarli ulteriormente, ha fatto la scelta di investire su un futuro fatto di ambiente, rinnovabili ed economia circolare. Ribadiamo dunque, e lo affermeremo in ogni luogo e con ogni strumento previsto e necessario, che ĺ'ipotesi di localizzazione in Toscana ci vede fermamente contrari poiché in contrasto con la nostra storia, la nostra vocazione e la nostra idea di futuro”.
Anche l’intera giunta regionale della Basiicata, guidata dal presidente, Vito Bardi, esprime netta contrarietà alla localizzazione, in Basilicata, di un sito per lo smaltimento dei rifiuti nucleari. “Siamo fortemente contrari a questa scelta sia per oggettive ragioni tecniche in quanto non si possono allocare rifiuti nucleari in zone altamente sismiche, sia per ragioni di opportunità. La Basilicata ha già dato al Paese con i suoi giacimenti petroliferi e non possono aprirsi altre ferite che possano mettere in serio pericolo il destino di questa regione. Non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai lucani. Per questa ragione ci opporremo con ogni mezzo a questa ipotesi, già proposta qualche anno fa e poi fallita grazie a una grande mobilitazione dei lucani. Una ipotesi, fra l’altro, emersa senza alcun coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni interessate. Per scelte del genere non esistono colori politici. Aspettiamo fiduciosi anche la voce contraria del Movimento 5 Stelle, a partire dal sindaco, Domenico Bennardi, considerato che questa volta la città, già capitale europea della cultura per il 2019, sarebbe fortemente penalizzata”.
"Trovo assurdo che una scelta di questa portata sia stata assunta senza un minimo confronto con la Regione e i sindaci dei territori. È inaccettabile che da Roma piovano di notte sulla testa dei cittadini piemontesi decisioni così importanti e delicate che riguardano le nostre vite»: così il presidente della Regione Alberto Cirio interviene sulla decisione del Governo di inserire il Piemonte tra le regioni in cui sono state individuate ben otto aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.  Due aree in provincia di Torino (Caluso-Mazzè-Rondissone e Carmagnola) e sei in provincia di Alessandria (Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio).
"Siamo pronti a dimostrare che l’individuazione dei quattro siti siciliani che dovrebbero ospitare i rifiuti radioattivi è scelta che possiamo confutare. Già per domani pomeriggio ho convocato la Giunta di governo che darà mandato ad un gruppo di esperti - che prevede anche il coinvolgimento delle quattro Università siciliane - di predisporre un dossier che evidenzi la superficialità dei criteri utilizzati dal Ministero per l’Ambiente nella scelta dei siti. La Sicilia, per la sua vocazione, specificità e condizione ha bisogno di ben altro". Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intervenendo in diretta a “Dentro i fatti”, su TgCom24, a proposito della mappa nazionale dei siti di possibile stoccaggio di scorie radioattive diffusa ieri che contempla l’istituzione dei depositi a Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula – Petralia Sottana e Butera.  
«Abbiamo elementi tecnici inoppugnabili per contestare questa scelta, in contrasto con tutti gli indicatori fisici, sociali, economici e culturali dell’Isola e lo faremo anche con il coinvolgimento dei Comuni interessati, che condividono le nostre preoccupazioni. La Sicilia – ha aggiunto Musumeci - anche per la sua alta vulnerabilità sismica e per la disastrosa condizione della viabilità interna, su cui la Regione non ha competenza diretta, non può permettersi né di ospitare né di trasportare rifiuti nucleari. E se per le strade provinciali aspettiamo da due anni l’invio di un Commissario straordinario da Roma che avvii la manutenzione, per i rifiuti nucleari presenteremo al più presto una carta che illustri le criticità e faccia valere le nostre ragioni. Senza alzare la voce - ha concluso il governatore siciliano - perché più che manifestazioni e cartelli di dissenso servono in questo momento dati e pareri tecnici. Dimostreremo che, certamente per quanto riguarda la Sicilia, è stato preso un abbaglio".
Il governo della Regione, convocato poi dal presidente Musumeci in seduta straordinaria, ha preso una posizione chiara e netta sulla così detta Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per i siti che dovrebbero ospitare i depositi di scorie nucleari. In Sicilia da Roma ne hanno previsti quattro. La Giunta di governo ha istituito un Gruppo di lavoro, con la Cts, coinvolgendo le quattro Università dell’Isola e i Comuni interessati. Il gruppo, presieduto dell’assessore all’Ambiente Toto Cordaro e coordinato da Aurelio Angelini, dovrà elaborare le motivazioni a sostegno della ferma contrarietà della Regione alle proposte della Carta nazionale, la cui scelta è stata giudicata “irragionevole e priva di fondamento” da parte del presidente della Regione.
“Apprendiamo a ‘cose fatte’ e a distanza di anni, dell’inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi. È ferma e netta la contrarietà della Regione Puglia a questa opzione. I nostri sforzi verso un modello di sviluppo improntato sulla tutela dell’ambiente e della salute sono noti a livello internazionale. Non si può imporre, ancora una volta, scelte che rimandano al passato più buio, quello dell’assenza della partecipazione, dell’umiliazione delle comunità, dell’oblio della storia e delle opportunità”. È la reazione del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano alla notizia odierna secondo la quale, nella Carta dei siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale, la Puglia è indicata con l'area di Gravina in Puglia in provincia di Bari e i comuni di Altamura e Laterza per un'area individuata in condivisione con Matera in Basilicata. “Lo Stato e la Regione – spiega Emiliano - hanno, in quei luoghi, istituito il Parco nazionale della Murgia e il parco regionale più grande, quello delle Gravine, quali presìdi delle biodiversità e simboli dello stile di vita verso cui i pugliesi hanno deciso di andare. Le comunità della Murgia pugliese sono in continuo cammino, in evoluzione costante nel turismo, nell’agricoltura moderna, nella zootecnia basata sul benessere animale, nelle produzioni artigianali che finalmente superano i confini regionali e rendono riconoscibile una storia, una identità vera che profuma di futuro e non può essere sporcata con la parola “nucleare”, incubo del passato”.
“Svolgeremo - conclude - tutti gli approfondimenti tecnici del caso, geologici e ambientali, per motivare anche sotto questo aspetto l’incompatibilità di questa scelta irragionevole che contrasteremo in ogni sede”.
“Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente nel territorio nazionale per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l’ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l’Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un Referendum ed una legge regionale”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas ha commentato la pubblicazione, nel cuore della notte, della Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi di tutta Italia elaborata dalla Sogin ed approvata dai Ministri dello Sviluppo Economico (Patuanelli ) e dell’Ambiente (Costa). “La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italiano, prosegue il Presidente Solinas: dal disboscamento dei 4/5 del proprio patrimonio arboreo per lo sviluppo delle reti ferroviarie della Penisola e per l’industria del carbone, soprattutto toscana, fino ad oltre il 60% delle servitù militari del Paese sul proprio territorio, senza trascurare le servitù industriali ed ambientali della chimica di stato, ancora in attesa di bonifiche. E non possiamo certo dimenticare il tributo di sangue pagato in misura enorme, sproporzionata rispetto al resto d’Italia, da intere generazioni di giovani sardi andati a morire sui fronti del Carso, del Monte Zebio o della Bainsizza nella Grande guerra un secolo fa”, ha continuato il Presidente sardo. “Questo stesso Popolo ha sempre respinto, e continuerà a farlo con tutte le sue forze, ogni ipotesi di trasformazione dell’Isola in una pattumiera nucleare al centro del mediterraneo, con un danno irreversibile alla propria vocazione turistica ed al suo tessuto economico produttivo, prosegue il Presidente Solinas. Abbiamo una legge regionale in vigore dal 2003 che vieta anche solo il transito di scorie radioattive sul territorio regionale e dichiara la Sardegna denuclearizzata. Abbiamo svolto un referendum nel 2011 che, con un’affluenza massiccia, ha ribadito in mondo chiaro e netto con oltre il 97 per cento dei voti il no all’energia nucleare ed al deposito di scorie. A fronte di tutto questo, considerato che da decenni paghiamo un costo dell’energia superiore al resto d’Italia perché lo stato ci ha sempre negato anche il metano, è davvero paradossale, se non proprio offensivo, che il Governo, noncurante di tutti i pronunciamenti istituzionali, popolari e democratici contrari, possa pensare di indicare in Sardegna ben 14 siti di stoccaggio idonei, peraltro in zone di alto pregio ambientale e paesaggistico, ricche di testimonianze archeologiche della civiltà nuragica e difficilmente accessibili dai porti in ragione della rete viaria. Insomma, prosegue il Presidente Solinas, una scelta dal sapore neocoloniale di un Governo che pensa di poter portare distante dai propri centri di potere i rifiuti più pericolosi e dannosi, con costi e rischi aggiuntivi enormi dovuti all’esigenza di trasportare via mare i materiali radioattivi. A questo Stato centralista e prevaricatore che non ascolta la nostra voce, ad un Governo che manca di rispetto a un intero popolo e alla autonomia della nostra Regione, sordo alle nostre legittime richieste ma sempre pronto a imporre pesanti fardelli, diciamo fin d’ora, conclude il Presidente Solinas, che metteremo in campo ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare, coinvolgendo enti locali, associazioni e movimenti, corpi sociali, istituti culturali e scientifici per contrastare questa decisione e preservare la nostra Terra da questo ennesimo oltraggio.
Per Sergio Costa, "La Cnapi e' un atto che il Paese aspettava da tempo. Da troppi anni i rifiuti radioattivi sono stipati in siti provvisori. Pensiamo a tac, risonanze magnetiche o medicina nucleare: rifiuti che vanno messi in sicurezza. Oggi parte uno storico percorso. Non e' tempo di polemiche".

 



 
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[
CNAPI] Proposta di Carta Nazionale delle Aree Poten​zialmente Idonee - 05.01.2021


NUCLEARE, PUBBLICATA LA CNAPI: 67 AREE POTENZIALMENTE IDONEE


-NUCLEARE. 67 SITI IDONEI PER DEPOSITO UNICO NAZIONALE IN SETTE REGIONI PIEMONTE, TOSCANA, LAZIO, BASILICATA, PUGLIA, SARDEGNA E SICILIA


++ Nucleare:Solinas,atto arroganza Stato,oltraggio a Sardegna ++


++ Nucleare: Speranza,la Basilicata non è idonea ++


--NUCLEARE. COSTA: PARTE PERCORSO STORICO, NON È TEMPO DI POLEMICHE


**NUCLEARE: GIANI, 'NETTA CONTRARIETA' DELLA TOSCANA AI DUE SITI INDIVIDUATI'** =


+++NUCLEARE: MUSUMECI "NON ACCETTEREMO RIFIUTI DA ALTRI TERRITORI"+++


++ Nucleare: Bardi, Basilicata nettamente contraria ++

++ Nucleare: Costa, sarà la più grande consultazione pubblica ++

 



( red / 08.01.21 )
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