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Regioni.it

n. 4228 - giovedì 3 febbraio 2022

Sommario
- Mattarella: il valore del ruolo e dello spazio delle autonomie. Apprezzamento dalle Regioni
- Covid-19: l'ultimo decreto del Governo recepisce gran parte delle richieste delle Regioni
- Antivirali: Figliuolo, domani l'avvio della distribuzione alle Regioni
- Green pass fino al 2023: Commissione Ue propone estensione
- Pnrr: lo stato di avanzamento
- Scuola e pandemia: nuove norme dal 7 febbraio

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Mattarella: il valore del ruolo e dello spazio delle autonomie. Apprezzamento dalle Regioni

Il messaggio che il presidente della Repubblica ha rivolto al Parlamento, riunito in seduta comune, e ai delegati regionali.

(Regioni.it 4228 - 03/02/2022) Un'analisi puntuale dei problemi  più urgenti che il nostro Paese è chiamato ad affrontare nei prossimi mesi, ma soprattutto un appello a ritrovare insieme i valori  di un'appartenenza  e la dignità nei  suoi molteplici aspetti. Questo il senso del messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto al Parlamento, riunito in seduta comune, e ai delegati regionali.
Un passaggio chave è stato riservato al ruolo delle Regioni e degli enti locali "Vanno tenute unite due esigenze irrinunziabili: rispetto dei percorsi di garanzia democratica e, insieme, tempestività delle decisioni. Per questo è cruciale il ruolo del Parlamento, come luogo della partecipazione. Il luogo dove si costruisce il consenso attorno alle decisioni che si assumono. Il luogo dove la politica riconosce, valorizza e immette nelle istituzioni ciò che di vivo emerge dalla società civile. Così come è decisivo - ha aggiunto il Presidente della Repubblica - il ruolo e lo spazio delle autonomie. Il pluralismo delle istituzioni, vissuto con spirito di collaborazione – come abbiamo visto nel corso dell’emergenza pandemica – rafforza la democrazia e la società. Non compete a me indicare percorsi riformatori da seguire. Ma dobbiamo sapere che dalle risposte che saranno date a questi temi dipenderà la qualità della nostra democrazia".
Uno dei primi pensieri il Presidente lo ha riservato "a tutte le italiane e a tutti gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte al loro disagio. Queste attese sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di gravi difficoltà".
Poi uno sprone ulteriuore per la camoagna vaccinale "La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi, ma non ci sono consentite disattenzioni. È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che proteggono noi stessi e gli altri. Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro".
Naturlamente diversi passaggi del discorsoi hanno riguardato l'agenda del Paese per l'attuazione del PNRR. "Viviamo una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte definita dalla strategia condivisa in sede europea. L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale".
Il bisogno di governabilità, non può, per Mattarella, tradursi in stasi: "La stabilità di cui si avverte l’esigenza è, quindi, fatta di dinamismo, di lavoro, di sforzo comune". E "I tempi duri che siamo stati costretti a vivere ci hanno lasciato una lezione: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per prevenire futuri possibili pericoli globali, per gestirne le conseguenze, per mettere in sicurezza i nostri concittadini". Per questo "L’impresa alla quale si sta ponendo mano richiede il concorso di ciascuno. Forze politiche e sociali, istituzioni locali e centrali, imprese e sindacati, amministrazione pubblica e libere professioni, giovani e anziani, città e zone interne, comunità insulari e montane. Vi siamo tutti chiamati".
Un auspicio che è anche un programma per il settennato: "Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza". e "Rafforzare l’Italia significa, anche, metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei giorni più impegnativi della pandemia".
"Una riflessione si propone anche sul funzionamento della nostra democrazia, a tutti i livelli" suggerisce il Presidente in un altro passaggipo del suo intervento. "Proprio la velocità dei cambiamenti richiama, ancora una volta, al bisogno di costante inveramento della democrazia. Un’autentica democrazia prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione. L’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Tempestività che va comunque sorretta da quell’indispensabile approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte. Occorre evitare che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si traduce sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggiore forza".
La politica stessa deve mutare pelle: "I partiti sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che provengono dai cittadini e dalle forze sociali. Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la propria appartenenza alla Repubblica". Lo stesso Parlamento "ha davanti a sé un compito di grande importanza perché, attraverso nuove regole, può favorire una stagione di partecipazione".
"Anche sul piano etico e culturale - ha aggiunto Mattarella - è necessario – proprio nel momento della difficoltà – sollecitare questa passione che in tanti modi si esprime nella nostra comunità. Tutti i giovani in primo luogo, tutti, particolarmente loro, sentono sulle proprie spalle la responsabilità di prendere il futuro del Paese, portando nella politica e nelle istituzioni novità ed entusiasmo".
Dopo un'ampia riflessione sul tema della riforna della giustizia, il Presidente si è soffermato sullla cultura che "non è il superfluo", ma è "un elemento costitutivo dell’identità italiana". "L’Italia - ha ricordato - è, per antonomasia, il Paese della bellezza, delle arti, della cultura. Così nel resto del mondo guardano, fondatamente, verso di noi". "Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni – da preservare e sostenere – divenga ancor più una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico. Risorsa importante particolarmente per quei giovani che vedono nelle università, nell’editoria, nelle arti, nel teatro, nella musica, nel cinema un approdo professionale in linea con le proprie aspirazioni" e "Consentitemi di ricordare, per renderle omaggio, una grande protagonista del nostro cinema e del nostro Paese: Monica Vitti".
Il lavoro è uno dei temi ulteriori affrontati dal Presidente."Nell’ultimo periodo gli indici di occupazione sono saliti - ed è un dato importante - ma ancora tante donne sono escluse dal lavoro, e la marginalità femminile costituisce uno dei fattori di rallentamento del nostro sviluppo, oltre che un segno di ritardo civile, culturale, umano. Tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali. È doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni. La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno per ogni prospettiva reale di crescita. Nostro compito – come prescrive la Costituzione – è rimuovere gli ostacoli".
"Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società".  E alla dignità - a significato più profondo di questa parola - è dedicata l'ultima parte del discorso, sottolineata a più riprese da lunghi applausi. "Dignità è azzerare le morti sul lavoro", per cui "Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro".
"Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo", ma anche "impedire la violenza sulle donne, piaga profonda e inaccettabile".
Così come "La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti dignità umana agli altri", la nostra dignità sta nell'impegno per "combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani".
"Dignità è diritto allo studio", "rispetto per gli anziani", azione per  "contrastare le povertà". "Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità"."Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti". Dignità "è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare" ed "è un Paese libero dalle mafie". La dignità va ricercata nel "diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente". "La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile".
"A questo riguardo – ha concluso Mattarella - desidero ricordare in quest’aula il Presidente di un’altra Assemblea parlamentare, quella europea, David Sassoli. La sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e capace di rappresentare le democratiche istituzioni ai livelli più alti, è entrata nell’animo dei nostri concittadini. “Auguri alla nostra speranza” sono state le sue ultime parole in pubblico. Dopo avere appena detto: “La speranza siamo noi”. Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica".
Il discorso del Presidente della Repubblica ha raccolto l'appprezzamento dei Presidenti delle Regioni."Tutto il discorso andrebbe riepilogato e condiviso. È un grande indirizzo che ha dato a tutti noi e a tutti gli italiani, non solo quelli che ricoprono ruoli istituzionali, ma anche a tutti coloro che ogni giorno combattono per rendere migliore la loro vita e di chi gli sta vicino". Lo dichiara il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, al termine della cerimonia di giuramento in Parlamento del capo dello Stato, Sergio Mattarella. "La cosa che mi ha colpito di più è la sua concezione dell'articolo 3 della Costituzione, il principio di uguaglianza e il dovere della Repubblica di rendere effettivo questo principio rimuovendo tutti gli ostacoli, soprattutto per le donne, per chi ha meno opportunità, attraverso la solidarietà e l'aiuto reciproco - aggiunge - Un Paese non è fatto solo di bellissime parate, solo dei momenti di gioia, delle bandiere. Ma è fatto di quotidianità. L'applauso bellissimo del Parlamento rivolto a tutti i nostri operatori sanitari mi ha colpito profondamente". Per il Presidente pugliese, Mattarella è stato "eletto da rappresentanti del popolo, molti erano giovanissimi che hanno pensato che l'unica persona a cui consegnare le chiavi dell'unità nazionale fosse il presidente Mattarella. Per lui è un grande onore e un'enorme responsabilità. Tutto questo farà di Mattarella un presidente legittimato, che mi auguro possa sostenere anche l'attività del governo Draghi, il quale ha offerto il suo contributo all'elezione di Mattarella, mostrando grande stima e gradimento. E questo può essere un buon viatico per il presidente Draghi nei prossimi anni".
In un'intervista a "Start", su SkyTg24, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha ricordato che  "Nell'incontro che i governatori hanno avuto con il Capo dello Stato, prima della sua rielezione, ho trovato il solito Mattarella, disponibile, cortese, equilibrato. Il presidente della Repubblica ha riconosciuto il ruolo che le Regioni hanno avuto nella difficile fase di contrasto alla pandemia. E ha sottolineato la grande importanza che ha per lui questo livello istituzionale". Cosi' n. E' stato molto rinfrancante sentire queste parole dal presidente Mattarella. " Mi e' parso in forma, certo - ha concluso - sara' un presidente che non dovrà imparare a fare il presidente, dopo sette anni di mandato".
"L'inizio è ottimo, non avevamo dubbi. Ha disegnato il Paese che vorrebbe per i prossimi anni"". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato il discorso di insediamento del capo dello Stato.  "Estremamente concreto e realista", ha aggiunto il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "L'importanza dei vaccini, per i quali la nostra regione è primatista mondiale, e la centralità delle imprese: due temi che sono alla base dell'azione portata avanti dalla Lombardia, una Regione che si riconosce nei valori del 'dinamismo' e del 'lavoro' evidenziati dal Capo dello Stato", osserva  Fontana. "Bene ha fatto, poi, il presidente Mattarella a richiamare la necessità della riforma della Giustizia, rispondendo alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità richieste dai cittadini. Così come importanti e necessari, valuto i riferimenti alle riforme, prima fra tutta quella dell'Autonomia delle Regioni".
"Un discorso alto, di grande profondità, che ha messo in evidenza un elemento che troppo spesso tendiamo a dimenticare: "L'Italia è un grande paese, ha ribadito il Presidente Mattarella. Questa non è solo una considerazione, ma anche una responsabilità che tutti noi rappresentanti delle Istituzioni dobbiamo onorare con il massimo impegno e la totale dedizione". Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, presente oggi a Roma per il giuramento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella."C'è poi un altro passaggio a mio avviso cruciale: una democrazia che funziona è una democrazia che decide. E le decisioni devono essere tempestive, dati questi tempi così veloci che stiamo vivendo e anche per evitare che modelli autocratici di governo possano sembrare più "efficienti": un'illusione che non possiamo  permetterci. In questo contesto, cruciale è il ruolo delle autonomie, con il loro pluralismo che rafforza il senso di apparenza, l'unità nazionale e la collaborazione tra i vari livelli di governo, come abbiamo dimostrato durante questa pandemia, che ha visto le regioni come attrici protagoniste, pensiamo solo alla campagna vaccinale. Il nostro obiettivo è costruire, giorno dopo giorno, un'Italia più moderna. E il discorso del Presidente Mattarella è tutto rivolto a questo futuro, che finalmente - dopo due anni di pandemia - oggi riusciamo finalmente a intravedere. Un discorso di speranza per tutti gli italiani", conclude Bardi.
"Sull'autonomia, dal presidente Mattarella è venuto un bel segnale, così come sul ruolo delle Regioni e delle autonomie locali, un passaggio che ho molto apprezzato. Per il Veneto spero sia di buon auspicio, anche perché il nostro processo di autonomia differenziata è avviato e dobbiamo assolutamente chiudere questa partita, che è in linea con la Costituzione". E "il fatto che il presidente della Repubblica, che ne è il garante, ne abbia parlato in forma molto rispettosa fa ben sperare che si possa arrivare alla fase esecutiva". Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. "In generale si è trattato di un discorso a 360 gradi, indicando quali saranno le sfide del futuro rispetto al tema del sociale, del lavoro, della violenza sulle donne, delle sfide economiche che ci attendono, della fase nuova (non post Covid) come egli l'ha chiamata. Ho anche apprezzato molto i passaggi sulla Magistratura e sulla necessità che si riformi", conclude Zaia.
"E' stato molto importante che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, abbia toccato il ruolo dei territori e delle autonomie. Non avevamo dubbi sul fatto che il capo dello Stato avesse una forte sensibilità sulle autonomie speciali, ricordandole come esempio anche riformatore all'interno delle decisioni che deve toccare il Parlamento". Lo ha detto - informa una nota - il presidente della Regione Trentino Alto Adige, Maurizio Fugatti. "Mattarella ha più volte sottolineato la centralità del Parlamento, chiamato a decidere troppo velocemente sui provvedimenti d'urgenza emanati dal Governo. E proprio su questo punto ha messo al centro i territori: il pluralismo delle istituzioni e la collaborazione tra loro, come detto dal capo dello Stato, sono espressione della capacità delle diverse realtà istituzionali, e quindi anche delle diverse autonomie del nostro Paese, di saper fare crescere al meglio i nostri territori e la nostra società", ha aggiunto Fugatti.
"Sono rimasto impressionato dal clima di grande partecipazione sia da parte della gente nelle strade a Roma che in Parlamento da parte dei grandi elettori"". Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, al termine della cerimonia di insediamento del capo dello Stato. "Più che un nuovo inizio si tratta di un'azione in continuità con il settennato appena concluso", ha precisato. Il presidente della Repubblica ""ha espresso, con idee chiare e puntali, la visione strategica che ha del Paese a partire dal tema della ripresa economica, dello sviluppo, delle riforme necessaria per lo Stato"", ha detto il Presidente della Toscana, sottolineando l'importanza anche del "tema delle autonomie differenziate per le Regioni".
"Grazie Presidente! Un indirizzo chiaro per un'Italia più giusta"". Così sui social il presidente della regione Lazio , Nicola Zingaretti.
"Mi ha colpito - ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio - nei modi la fermezza e la determinazione nelle parole del presidente Mattarella e nel merito il monito chiaro su quelle che sono le priorità oggi per l'Italia. Sono le parole di un presidente che vuole guardare avanti ed essere non solo garante della nostra democrazia, ma anche guida e punto di riferimento per il nostro Paese. Mi ha anche colpito, dopo la solennità della cerimonia in Parlamento, l'intimità del momento che ha condiviso con noi al Quirinale".
"Oggi Mattarella -  ha sottolineato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti - ha rivolto un richiamo importante ai valori della democrazia, un discorso profondo e sentito, in cui ha mostrato un grande affetto per la nostra Repubblica e le sue regole, che ha sempre rispettato sia nella forma sia nella sostanza. Un richiamo all'unità delle istituzioni, al lavoro comune per vincere le tante problematiche del Paese, con un buon richiamo alle problematiche della giustizia". 


( red / 03.02.22 )
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