periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 34 - Roma, 13 maggio 2003

Sommario

Farmaceutica: Gava sorpreso da reazione Sirchia Rifiuti in Campania: soluzione interregionale
Beni culturali: proposte regioni Osservatorio turismo
Sicurezza: Comuni, Province e Regioni uniti Agriturismo. la competenza è regionale
Farmaceutica: Gava (Regioni) sorpreso da reazione Sirchia
'Sono sorpreso per alcune dichiarazioni forti espresse dal ministro della salute" (cfr. regioni.it n.33). Lo ha dichiarato l'assessore alla Sanità del Veneto, Fabio Gava, nella sua veste di coordinatore degli assessori alla Sanità delle Regioni italiane. Ricordiamo che Sirchia in un'intervista a Il Sole 24 aveva definito "sovietiche" le posizioni delle Regioni di proposta di un "patto" sulla farmaceutica: documento inviato il 9 maggio da Enzo Ghigo (cfr. regioni.it n.32) , Presidente della Conferenza delle Regioni, con lettera al Ministro dell'Economia e al Ministro della Salute.
Gava ha spiegato la
proposta dei Presidenti di Regione in materia di farmaceutica: "Le nostre preoccupazioni derivano dall'esigenza di individuare in tutto il settore un sistema equilibrato e capace di funzionare, sia in momenti ordinari, che straordinari. Ovviamente, trattandosi di un qualcosa di unitario, il documento contiene le posizioni di tutte le Regioni. Si tratta di proposte da non prendere o respingere in toto, ma passibili di ogni confronto, discussione, e anche, alla fine, di una possibile approvazione parziale''.
''In particolare - ha sottolineato Gava - va richiamata l'attenzione su alcuni elementi che le Regioni considerano importanti: l'evidenziazione dell'effettiva spesa farmaceutica, sia convenzionata che ospedaliera; la necessità di un sistema che introduca prezzi di riferimento per categoria farmaceutica, omologo a quello utilizzato per il nuovo prontuario; l'opportunità di alcune regole sull'informazione scientifica che tanti problemi ha creato di recente; il superamento del sistema previsto dall'articolo 9-ter, buono negli obbiettivi, ma di difficile applicazione; la possibilità di introdurre anche in Italia l'Agenzia Nazionale dei Farmaci''. (gs)
Beni culturali: proposte regioni

Le Regioni, per affrontare il tema del nuovo Codice delle leggi in materia di beni culturali, hanno elaborato una serie di proposte. Si parte dal presupposto che bisogna individuare ciò che serve al Paese per migliorare le forme di esercizio della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, per arrivare a valutare, alla luce del nuovo dettato costituzionale, se sia meglio definire tali aspetti solo in sede legislativa o non anche con gli strumenti pattizi previsti dalla Costituzione (art. 118 - III comma) .
"Nell’ambito di tali premesse - si legge nel documento delle Regioni approvato dalla Conferenza dell'8 maggio - Stato, Regioni ed Enti Locali non possono schierarsi su fronti contrapposti, ma è opportuno che procedano secondo intese ed accordi, tali da consentire l’attuazione di quel principio di leale cooperazione più volte affermato, proprio in materia di beni culturali, dalla Corte Costituzionale".
Inoltre anche in materia di beni culturali, così come è avvenuto per altre discipline (vedi ad esempio quella urbanistica e ambientale, ma non va dimenticata l’esperienza in tal senso maturata per i musei), sarebbe necessaria la definizione di standard e linee guida di portata generale, che consentano di guidare i soggetti sia pubblici che privati nella gestione del bene tutelato, al fine di garantirne tanto una buona conservazione quanto una efficiente protezione. Un sistema di garanzie, insomma, dirette a salvaguardare il bene anche nella fase di valorizzazione, che è, del resto, esattamente coincidente con il governo del complessivo ciclo di vita (in senso tecnico) dei manufatti vincolati e con la gestione dei processi simbolici e, in generale, comunicativi dei valori, per i quali sussiste il pubblico interesse alla conservazione e godimento dei beni. (sm)

Sicurezza: Regioni, Province e Comuni uniti

Regioni, Province e Comuni unite sulla sicurezza e nel presentare una serie di proposte legislative riguardanti “Disposizioni per il coordinamento in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa locale, e per la realizzazione di politiche integrate per la sicurezza".
P
er politiche integrate per la sicurezza si intendono le azioni volte ad integrare le politiche locali per la sicurezza con le politiche di contrasto della criminalità e di ordine pubblico. Il sistema delle Autonomie quindi evidenzia l'importanza degli accordi locali e regionali in materia di coordinamento, di scambio informativo e di interconnessione, ad esempio, delle sale operative delle polizie locali con le sale operative delle Forze di polizia nazionali.
E' prevista l'istituzione della Conferenza regionale per la sicurezza, che è composta dal Presidente della regione che la presiede, dai  Sindaci dei comuni capoluogo di provincia e dai  Presidenti delle Province, coadiuvati ove necessario dai rispettivi comandanti della Polizia locale, dalle Autorità provinciali di pubblica sicurezza, dal Comandante regionale e dai Comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri, dal Comandante regionale e dai comandanti territoriali della Guardia di Finanza. La conferenza  è convocata, in seduta plenaria, almeno due volte all'anno, e può essere convocata per aree territoriali subregionali, dal Presidente della Regione, su ordine del giorno concordato con il Prefetto del capoluogo regionale. (red)

Rifiuti in Campania: soluzione interregionale
L'emergenza rifiuti in Campania ha trovato nella collaborazione tra le Regioni uno sviluppo positivo nell'immediato. Intanto il Presidente della Regione, Antonio Bassolino, ha denunciato  ''scarso senso di responsabilità'' e le posizioni ''strumentali'' e le ordinanze ''sbagliate'' di alcuni sindaci.   E' quindi un esempio positivo quello che viene dal dialogo tra le Regioni: ''Nelle prossime ore - ha detto Bassolino - cominceremo a portare le ecoballe in Puglia. Il presidente Fitto mi ha appena scritto, spiegando che non trattandosi di smaltimento di rifiuti non c'era bisogno dell'autorizzazione. Ma comunque e' stato giusto avviare un confronto tra noi, in spirito di reciproca collaborazione''. Le ecoballe arriveranno in Emilia-Romagna attraverso appositi treni, ed in Puglia (il sito industriale da utilizzare si trova in provincia di Taranto) a bordo di camion. Così facendo, spiegano i tecnici del commissariato straordinario, si conta di smaltire circa 2.500 balle al giorno, di cui 300 in Umbria, 1.200 in Emilia e un migliaio in Puglia.
I rifiuti campani da smaltire in Emilia-Romagna non dovranno comunque superare le 50.000 mila tonnellate e dovranno essere rifiuti già preselezionati, trattati e il loro trasferimento dovrà avvenire esclusivamente in treno, su rotaia e non su gomma. E' ''un atto di responsabilità - ha precisato il presidente dell' Emilia-Romagna,
Vasco Errani - non un'azione di supplenza a tempo indeterminato. L' obiettivo è l' autosufficienza di tutte le Regioni, anche attraverso lo sviluppo della raccolta differenziata''. Per Errani, ''si tratta di un esempio concreto di federalismo solidale e responsabile". Per questo Errani ha chiesto a Enzo Ghigo, Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, che l'emergenza rifiuti sia posta all' ordine del giorno di una delle prossime riunioni, per decidere un pacchetto di proposte da presentare al Governo e definire meglio le modalità di 'mutuo soccorso' in situazioni di emergenza. (gs)
Osservatorio turismo
Un'importante novità di Ecotur 2003 e' l'Osservatorio permanente del Turismo-Natura, costituito per monitorare l'andamento, il volume d'affari, le tendenze e tutto ciò che interessa questo segmento del turismo nazionale.
L'Osservatorio si avvale del supporto e della collaborazione dell'Università degli Studi dell'Aquila, corso di laurea in Economia e gestione dei servizi turistici di Sulmona. L'Osservatorio ha presentato ad Ecotur 2003 un Rapporto sull'ecoturismo in Italia. (red)
Agriturismo: la competenza è regionale

Le Regioni prendono posizione sul Disegno di Legge in materia  di agriturismo (attualmente in discussione alla Camera). La Conferenza delle Regioni ribadisce che  la Costituzione attribuisce alle Regioni la competenza generale residuale (c.d. “esclusiva”) su tale materia. In tale ambito ricadono, del resto tutte le materie relative allo sviluppo delle attività produttive non menzionate nel comma terzo dell'articolo 117 della costituzione, ivi comprese quelle concernenti l’agricoltura ed il turismo (delle quali l’ “agriturismo” rappresenta una specifica interazione). Pertanto, un disegno di legge nazionale organico in materia di agriturismo risulta, già nel suo impianto generale, contrastante con il titolo V della parte seconda della Costituzione e dovrebbe essere ritirato. Naturalmente, lo Stato può disciplinare quelle materie – che pure rilevano nell’ambito dell’attività agrituristica – che sono demandate alla propria competenza normativa esclusiva (ad esempio alcuni aspetti fiscali) o per le quali esso conserva una potestà legislativa limitata alla previsione di principi fondamentali: è il caso, ad esempio, delle disposizioni in materia di tutela della salute o di alimentazione (considerato il notevole rilievo dei requisiti igienici e gli specifici risvolti relativi alla preparazione e somministrazione dei pasti), nonché di alcune disposizioni che possono interessare il governo del territorio. Tuttavia, da un lato, questi aspetti non possono consentire una normazione statale che vada oltre gli specifici limiti di ogni materia (se il legislatore statale deve dettare solo “principi fondamentali” non può scendere nel dettaglio) e, d’altro lato, comunque l’insieme dei piccoli interventi legislativi che allo Stato competono rispetto a questo settore non può in nessun modo portare all’adozione di un intervento organico in materia di agriturismo, come quello che il d.d.l. ipotizza, ma semmai a limitate misure legislative specifiche. (sm)

 

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