periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 32 - Roma, 9  maggio 2003

Sommario

Gettito condoni: Regioni scriveranno a Tremonti On line i documenti della Conferenza delle Regioni 8 maggio
21 e 22 maggio Conferenza Regioni. Errani: "Ssn a rischio" Anziani: fondo obbligatorio per non autosufficienza
Regioni propongono un patto per la farmaceutica Sicilia: programmi di eccellenze sanitarie
Gettito condoni: Regioni scriveranno a Tremonti
Le Regioni si preparano ad assumere  una delibera per rinunciare ai ricorsi presentati alla Corte  costituzionale, dopo che un provvedimento del 18 aprile del ministro del Tesoro ha di fatto revocato il decreto taglia-spese limitatamente al capitolo riguardante la riduzione di spese per Asl ed ospedali. Le Regioni chiederanno al governo l' istituzione di un tavolo politico per gestire le questioni di finanza pubblica e per evitare che si ripeta uno scontro istituzionale come quello provocato dal decreto taglia-spese. Il presidente Ghigo ha anche assicurato che scriverà al ministro del  Tesoro per sollecitarne una risposta sulla destinazione delle risorse reperibili attraverso i condoni tributari. Secondo quanto è emerso una quota parte del gettito proveniente dai condoni sui tributi di carattere regionale dovrebbe essere assegnata alle Regioni.(gs)
21 e 22 maggio Conferenza Regioni. Errani: "Ssn a rischio"
E' stata convocata per il prossimo 21 maggio la Conferenza dei presidenti delle Regioni. Lo ha detto il presidente della Conferenza, Enzo Ghigo (che oggi interverrà nel convegno conclusivo in programma a Forum PA) confermando che ieri i Presidenti delle Regioni  si sono dedicati all'''ordinaria amministrazione''. La discussione sul Ddl La Loggia di riforma del Titolo V, che avrebbe dovuto svolgersi questo pomeriggio, e' stata rinviata al 22 maggio.
La Conferenza - come ha detto il Vicepresidente,
Vasco Errani - ha solo ''deliberato le intese decise a Fiuggi'', relative al riparto del fondo sanitario nazionale per il 2002. Errani a tale proposito ha ricordato che ''il problema rimane quello proposto a Fiuggi e sottolineato dal ministro Sirchia: è a rischio il sistema sanitario nazionale pubblico. Ha pienamente ragione il Ministro - ha aggiunto Errani - lo diciamo da tempo, occorre finanziare adeguatamente il sistema sanitario nazionale. Oggi non è così e questo crea problemi serissimi non tanto alle regioni, quanto ai cittadini e al Paese''.
E la garanzia del finanziamento dei servizi essenziali di assistenza è stata anche al centro dell'intervento che il presidente della Lombardia
Roberto Formigoni  ha svolto ieri in occasione della visita del Presidente Ciampi a Lecco: 'La prima cosa che chiediamo è che vengano garantiti i finanziamenti alle Regioni perché queste possano svolgere le loro competenze, garantendo i servizi essenziali ai cittadini''. Formigoni chiede inoltre che: ''Ci sia un nuovo meccanismo di solidarietà tra le Regioni. Le Regioni più forti, tra cui la Lombardia, che e' la prima in assoluto, sono disposte a continuare a dare una mano alle Regioni più deboli. Ma non vogliamo meccanismi penalizzanti''. (sm)
Regioni propongono un patto per la farmaceutica

Un "Patto per la farmaceutica". lo propongono le Regioni con un documento approvato nella Conferenza dei Presidenti delle Regioni dell'8 maggio. Enzo Ghigo, presidente della Conferenza delle Regioni, ha quindi scritto oggi una lettera a Tremonti e Sirchia in sui si ricorda che  "anche durate l’iter delle Legge Finanziaria 2003, in merito alle disposizione sulla Sanità, è stata più volte sottolineata la rilevanza e l’urgenza di una revisione normativa complessiva ed organica del settore farmaceutico. In tale direzione le Regioni hanno formulato una proposta per “Un nuovo patto per la Farmaceutica” e la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione dell’8 maggio u.s., ha approvato tale documento. Desidero, pertanto, trasmettere alla Sua diretta attenzione il documento anche al fine di confrontarsi sulle proposte avanzate".

Il documento che è stato predisposto dal Coordinamento degli Assessori alla sanità  suggerisce la stipula di un patto sulla farmaceutica da parte di tutte le parti contraenti del settore. Con questo documento le Regioni intendono fornire un contributo alla questione centrale della sostenibilità del sistema, vale a dire del rapporto tra spesa, profitti e investimenti in ricerca e sviluppo (R&S). Se ciò non si realizza la farmaceutica rimane per le Aziende un settore di mercato in cui massimizzare il profitto; per il Governo, invece, la farmaceutica diventa un capitolo esclusivo di spesa, in cui necessariamente introdurre, di Finanziaria in Finanziaria, misure congiunturali e di razionamento per limitare un incremento della spesa insostenibile per un sistema che finanzia senza un necessario ed adeguato ritorno. È necessario garantire una sostenibilità condivisa della spesa farmaceutica e del suo governo a partire dal tetto del 13%, derivante dall’accordo dell’8 agosto 2001. La spesa farmaceutica nel 2002 ha evidenziato un fattore di controtendenza, con un rendiconto a consuntivo che non registra aumenti rispetto al 2001 (unico nel settore della Sanità) e i dati di gennaio 2003 danno un tendenziale del –12,2% rispetto a gennaio 2002.
E'  pertanto necessario un patto sulla farmaceutica tra Governo – Regioni – Industria farmaceutica – Distribuzione intermedia e finale, che integri e rilanci l’accordo dell’8 agosto 2001 in quanto nessuno dei soggetti in causa è oggi in grado di sostenere in maniera unilaterale il governo dell’assistenza farmaceutica. Secondo il Documento approvato dalla conferenza  il governo della spesa farmaceutica, tenuto conto di criteri sopra enunciati, può essere mantenuto attraverso:
- la definizione, di concerto tra il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Conferenza Stato-Regioni, dei livelli essenziali di assistenza farmaceutica e del relativo tetto di spesa (farmaci e patologie correlate afferenti alla fascia A di rimborsabilità) e il relativo tetto di spesa nazionale e regionale;
- a sei mesi si procede, attraverso l’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OSMED), ad una verifica ed ad un follow-up puntuale, concertato e condiviso, dei livelli di consumo e di spesa farmaceutica rispetto ai livelli essenziali prefissati e al tetto programmato;
- qualora si determini uno sfondamento rispetto al tetto di spesa sostenibile e definito nel patto, viene applicato un meccanismo automatico di riduzione proporzionale del prezzo dei medicinali per riportare la spesa al tetto programmato (alla singola Azienda, come elemento di flessibilità, potrebbe essere concesso di scegliere i prodotti del proprio portafoglio su cui spalmare la riduzione), così come effettuato con la manovra del Nuovo Prontuario Farmaceutico Nazionale (PFN);

- la revisione periodica del prontuario da parte della CUF dovrà prevedere per l’immissione di nuovi farmaci, una specifica valutazione di costo efficacia, assumendo come termine di confronto il prezzo di riferimento per la relativa categoria terapeutica omogenea, considerando, di volta in volta, la opportunità di una contestuale esclusione dei farmaci resi non più indispensabilmente erogabili a seguito delle nuove immissioni.
- i meccanismi di programmazione, controllo e revisione sopra definiti rendono superabile, a regime, l’attuale procedura del 9-ter.
Altre proposte riguardano: l’informazione sui farmaci – convegni – congressi; la ricerca scientifica, su alcune problematiche relative alla produzione farmaceutica; un nuovo sistema dei prezzi (secondo le regioni va non solo bloccato, ma definitivamente superato, il sistema di determinazione dei prezzi basato sul Prezzo Medio Europeo per orientarsi invece verso l’applicazione di un prezzo di riferimento per categoria terapeutica omogenea con la richiesta alle Aziende di riallineare le proprie specialità a tale prezzo, senza onere a carico del cittadino); le politiche di marketing; le politiche relative alla distribuzione dei farmaci; le modalità di prescrizione, consumo e monitoraggio dei farmaci. Infine il documento delle Regioni propone l'istituzione dell’Agenzia Nazionale dei Medicinali. L’Italia assieme alla Turchia e al Lussemburgo, è l’unico paese in cui non è stata istituita l’Agenzia dei medicinali e la struttura competente (Direzione Generale) è all’interno della organizzazione del Ministero e della Pubblica Amministrazione. Con tale struttura non è possibile reggere, in termini di competitività ed efficienza, il confronto con le grandi Agenzie europee. Per superare tale situazione e per poter definire ed efficacemente sostenere il patto per la farmaceutica, l’istituzione della Agenzia Nazionale dei Medicinali costituisce una esigenza necessaria e improrogabile. Tale struttura deve garantire l’unitarietà delle attività oggi allocate in differenti organismi, sottostando strettamente alle funzioni di indirizzo e di vigilanza del Ministero della Salute, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, congiuntamente esercitate in sede di Conferenza Stato-Regioni. Nel Documento le Regioni forniscono anche uno schema semplificato per una prima sommaria ipotesi di una Agenzia Italiana dei medicinali e dei dispositivi medici. (gs)

On line i documenti della Conferenza delle Regioni 8 maggio
Sono on line su www.regioni.it  i documenti approvati dalla Conferenza delle Regioni dell'8 maggio. Fra questi un Protocollo integrativo area balcanica , un Documento di proposta di un patto per Farmaceutica , un documento sulla Proroga termini attività medici e finanziamento terapie oncologiche ed ematiche, nonché transazioni soggetti danneggiati da emoderivati. Posizioni anche su Agriturismo ,Servizio civile sulle risorse del fondo nazionale per il servizio civile sulla Balneazione ; sulla promozione delle imprese nell'area balcanica . (sm)
Anziani: fondo obbligatorio per non autosufficienza
Le 'tempie grige' non autosufficienti, che oggi sono 1.967.000, passeranno infatti a 4.932.164 nel 2050. Per questo e' necessario attivare sistemi assistenziali integrativi. E la soluzione, secondo le Regioni italiane, e' quella di un fondo obbligatorio autonomo per 'coprire' il rischio di non autosufficienza, 'disegnato' secondo il modello tedesco, che prevede la partecipazione anche dei datori di lavoro e di enti pensionistici.
A indicare i 'numeri' e 'strade' da percorrere e' uno studio dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Assr), illustrato dal Direttore generale dell'Assr. Nel 2000, il fabbisogno per l'assistenza agli anziani non autosufficienti era di 11 miliardi di euro, ma nel 2050 raggiungera' piu' di 45 miliardi. La costituzione di un fondo obbligatorio - sostengono gli autori dello studio - oltre al vantaggio di collegare in maniera diretta contributi e prestazioni, sarebbe accettato meglio dai contribuenti rispetto ad un generico aumento della tassazione generale. A gestire l'attivita' del fondo dovrebbero essere le Unita' sanitarie locali, e per la 'copertura' le Regioni pensano ad un sistema di contribuzioni legate alle retribuzioni di lavoro dipendente e ai redditi da lavoro autonomo, nonche' ai trattamenti pensionistici.
Fotografata la situazione sulla salute degli anziani italiani dall'indagine ''Argento'' dell'Istituto Superiore di Sanita' che ha coinvolto circa 2500 anziani residenti in undici regioni italiane. Secondo i dati presentati a Bolzano il 66% degli anziani intervistati definisce il proprio stato di salute in modo positivo (da buono ad eccellente) mentre in Campania solo il 22%. Sempre a Bolzano solo l'11% e' risultato positivo al test per disturbi cognitivi, ma la percentuale sale al 37% in Basilicata. Tra le persone con difficolta' alla masticazione, dal 35% in Basilicata all'83% in Emilia Romagna riferisce di portare una protesi dentaria. Nella stagione 2001-2002 la percentuale di intervistati che riferisce di essersi vaccinato contro l'influenza varia dal 39% di Bolzano al 70% del Veneto. Gli anziani che riferiscono di aver subito una caduta nell'ultimo anno sono il 23% in Puglia e il 36% in Campania. Tra coloro che hanno assunto medicine nell'ultimo anno, dal 79% della Sardegna al 95% della Puglia assicura che il proprio medico di famiglia ha verificato almeno una volta le medicine assunte, controllando o le ricette (dal 47% della Sardegna al 73% della Liguria) o direttamente le confezioni dei farmaci (dal 16% in Liguria al 37% in Sicilia). I prodotti maggiormente utilizzati, conclude l'Iss, sono quelli per le patologie del sistema cardiovascolare, seguiti dai medicinali per il sistema gastrointestinale e il metabolismo, per il sistema muscolo-scheletrico, per quello nervoso e per quello emopoietico. (red)
Sicilia: programmi di eccellenze sanitarie
Grazie ad un accordo di programma tra il ministero della Salute e la Regione Siciliana parte il progetto per la realizzazione a Palermo del Centro di eccellenza materno-infantile. L’accordo prevede tre strutture ospedaliere medio-alte: un Centro di eccellenza pediatrico con sede a Palermo, un Centro di eccellenza oncologico a Messina, un Centro di eccellenza ortopedico a Catania.  (red)
 

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