periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 151 - Roma, 25-26-27  ottobre 2003

Sommario

Regioni su codice beni culturali UE, Regioni e politiche migratorie: la "Dichiarazione di Bari"
Trentino- Alto Adige: urne confermano Dellai e Durnwalder Regioni: in 7 Consigli al via iter per cambiare elezione diretta Presidente
Umbria: Oscar comunicazione in ''Dire&Fare' Stato, Regioni, enti locali nella L.131/03: un libro per capirne gli strumenti
Regioni su codice beni culturali

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha approvato un Ordine del giorno relativo allo schema di “Codice dei Beni Culturali”, approvato dal Consiglio dei Ministri in via preliminare. Secondo le Regioni nello schema di codice nessuna delle proposte, formulate congiuntamente dal Coordinamento delle Regioni, dall’ANCI ed dall’UPI, è stata recepita. In particolare si sottolinea come nelle disposizioni generali si amplia il concetto di “tutela dei beni culturali” (competenza legislativa dello Stato), attraverso i concetti di “promozione della coscienza” e “attività di conoscenza” che troverebbero un più corretto inserimento nell’ambito della “valorizzazione dei beni culturali” (competenza legislativa delle Regioni), concetto che invece il codice proposto finisce per limitare notevolmente.

Il documento è stato trasmesso al Ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani (nella foto) dal Presidente della Conferenza, Enzo Ghigo. “Sono certo – ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo - che esistano tutti margini per una riflessione comune con il Ministro per rivisitare il testo del codice. Del resto già in altre occasioni le Regioni hanno trovato in Urbani un interlocutore attento”.

Nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni si sottolinea che l’intero codice è pervaso da norme secondo cui sarebbe il Ministero a dover esercitare tutte le funzioni. Una tale linea potrebbe portare ad un isolamento del Ministero stesso che porrebbe in una condizione subordinata e marginale gli altri partners - istituzionali e non - nell’attività di salvaguardia e promozione del patrimonio culturale. Anche sul paesaggio- sottolineano le Regioni - si reintroduce un parere vincolante (preliminare all’adozione dei provvedimenti di tutela da parte delle Regioni) della Soprintendenza. Quest’ultima dunque si approprierebbe di una funzione ormai delegata da decenni e dilaterebbe la propria competenza su vie, piazze e centri storici, riducendo le competenze urbanistiche da tempo affidate ai Comuni.

Particolarmente grave è l’abrogazione delle norme in materia di beni culturali contenute  del D. Lgs 112/98 (di attuazione del decentramento amministrativo, cd. “leggi Bassanini”), che hanno introdotto caute innovazioni nella ricerca di un allargamento dei soggetti attivi sul patrimonio culturale e che la bozza di codice, invece, arretra anche rispetto alla dichiarata ricerca di modelli gestionali degli istituti culturali più moderni e partecipati.

Il quadro che emerge è, quindi, allarmante ed è tale da determinare un giudizio negativo su tale testo. Le Regioni ribadiscono la validità delle affermazioni di un documento congiunto Conferenza Regioni, sul quale si era registrata anche la convergenza di Anci ed Upi (dell’8 maggio 2003), e pur riconoscendo in modo netto la responsabilità del Ministero per la “tutela dei beni culturali”, ritengono che tale funzione debba essere esercitata con il concorso delle Regioni e degli Enti locali, avendo come obiettivo comune la valorizzazione, lo sviluppo e la crescita culturale del Paese.

Le Regioni chiedono quindi al Governo e alle Commissioni Parlamentari competenti di riaprire un confronto serrato su tali temi per verificare la possibilità di un’intesa. Nel caso in cui tale strada non sia percorribile, si richiede che il Codice si limiti a riordinare la materia della “tutela dei beni culturali”, escludendo ogni norma relativa alla “valorizzazione dei beni culturali” e alla “tutela dei beni paesaggistici”, per le quali si chiede di avviare un confronto interistituzionale. Il documento approvato dalla Conferenza delle Regioni si conclude con un appello ai Comuni e alle Province affinché concorrano nel sostenere la battaglia per la difesa del ruolo di Regioni ed Enti locali per la valorizzazione e la promozione dei beni culturali.

La conferenza delle Regioni del 23 ottobre ha approvato oltre al documento sul codice beni culturali, anche le Linee di politica bibliotecaria per le autonomie, le Osservazioni in merito al documento "Elementi per il Programma Nazionale della Ricerca 2004-2006" , e un documento sull'Osservatorio interregionale sulla rete distributiva dei carburanti.
La Conferenza delle Regioni tornerà a riunirsi mercoledì, 29 ottobre, per un confronto sulle riforme istituzionali. (red)

Trentino- Alto Adige: urne confermano Dellai e Durnwalder
''Avevamo l'impressione che sarebbe andata bene, ma non potevamo immaginare un risultato così  positivo, che naturalmente ci fa molto piacere e ci carica di 
nuove responsabilità''. E' la prima dichiarazione di Lorenzo 
Dellai, ormai ad un passo dall' elezione a Presidente del Trentino.  ''Penso che una campagna elettorale non sia mai il frutto di un unico fattore, ha continuato Dellai, ma che l'elettore la interpreti nella sua complessità. Noi abbiamo messo sul piatto sia i buoni risultati degli ultimi anni di amministrazione e insieme un' idea forte, convincente di futuro''.   Dellai ha poi aggiunto di non voler polemizzare con gli 
esponenti del governo. ''Ben 14, ha ricordato, quelli giunti in Trentino durante la campagna elettorale a dire, oltreché molte sciocchezze e banalità, anche che il dato trentino non avrebbe avuto valore nazionale. Sono il presidente di tutti i  trentini - ha aggiunto Dellai - e sarà mio compito anche in futuro rapportarmi costruttivamente con tutti, qui come a Roma''.  Circa i risultati che provengono dalla Provincia di Bolzano  Dellai (nella foto)  ha commentato che ''se saranno confermati i risultati  parziali, è andata bene, anche se avrei sperato un risultato più positivo per le liste a noi vicine. Invece è prevalsa la  tendenza a radicalizzare il confronto fra le diverse posizioni, in particolare fra An e Forza Italia''. Attesa per il pomeriggio la conferenza stampa di
Durnwalder che ha superato quota 100.000 preferenze e si appresta ad essere riconfermato Presidente della Provincia autonoma di Bolzano.
Preferenze: Alto Adige  (379 su 486 sezioni); liste: Alto Adige (473 su 486 sezioni) candidati Presidente: Trentino   (460 su 516 sezioni)  liste: Trentino (235 sezioni su 516) (red)
Umbria: Oscar comunicazione in ''Dire&Fare''
La Regione Umbria, per la sua  campagna di comunicazione istituzionale sul Patto per lo  sviluppo, si e' aggiudicata il Premio nazionale ''Oscar dell'innovazione'', promosso nell' ambito di ''Dire&Fare'', la sesta  Rassegna della Pubblica Amministrazione che, organizzata dall' Anci Umbria e Toscana.
La campagna di comunicazione, promossa dalla Presidenza della  Regione si e' da poco conclusa ed  e' consistita in una capillare informazione sui contenuti del  Patto per lo sviluppo, attraverso manifesti diffusi su tutto il  territorio regionale, inserzioni a pagamento nei giornali locali  e depliants e brochure distribuiti a istituzioni, associazioni e  parti sociali ed economiche. E' questo il secondo riconoscimento di carattere nazionale nel campo  della comunicazione che la Regione Umbria ottiene dopo quello  conseguito lo scorso anno al ''Com.Pa di Bologna, dove si  aggiudico' il Premio nazionale ''PubblicoþPrivato'', patrocinato  dal ''Com.Pa'' e dalla Confindustria, per la sua campagna sul  Bilancio regionale 2002.
''Soddisfazione'' per l' assegnazione del premio e' stata  espressa dalla presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti (nella foto),  che ha voluto sottolineare come tale ''importante ed autorevole  riconoscimento dia atto della positivita' della scelta compiuta  nel promuovere e sviluppare efficaci politiche di comunicazione  istituzionale sulle azioni del governo regionale di maggior  rilievo ed impatto''. (sm)
UE, Regioni e politiche migratorie: la "Dichiarazione di Bari"

Al termine della conferenza “Partenariato interregionale e politiche migratorie” - che si è tenuta a Bari il 23 e il 24 ottobre 2003- è stata eleborata una "dichiarazione finale" con la quale le regioni propongono alla Presidenza Italiana dell’Unione Europea e alle Delegazioni partecipanti alla Conferenza preparatoria di Palermo, quale contributo alla Conferenza Euromediterranea di Napoli, alcune raccomandazioni.

Prima di tutto si sostiene che le tematiche riguardanti i fenomeni migratori debbano essere affrontate in un’ottica di difesa dei valori della solidarietà, dei diritti umani, dello sviluppo partecipato e della sicurezza.
Si sottolinea la necessità di promuovere la creazione di un grande spazio euromediterraneo (allargato ai Paesi del Vicino e Medio Oriente e dei Balcani), quale spazio di pace, di diritti, di sicurezza e di prosperità, nel quale assicurare relazioni economiche e finanziarie più forti ed equilibrate.

Occorre poi rafforzare la collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, accrescendo il ruolo dei governi sub-nazionali e delle autonomie locali nella promozione e gestione delle politiche di integrazione sociale degli immigrati ed è necessario promuovere l’inclusione nella legislazione dell’Unione di norme comuni per il riconoscimento dei diritti politici e di cittadinanza degli immigrati. va favorito a tale scopo lo sviluppo dei partenariati locali e va promossa un'azione per assicurare maggiori disponibilità finanziarie al Bilancio dell’Unione da finalizzare alle politiche di integrazione dei flussi migratori, per lo sviluppo dello spazio euromediterraneo.
Appare prioritario il rafforzamento infrastrutturale dello spazio euromediterraneo riservando ad esso adeguate risorse, con particolare riguardo all’estensione delle grandi reti materiali ed immateriali di comunicazione e collegamento e alla costituzione della “Banca Euromediterranea”.
I partecipanti alla conferenza hanno poi auspicato l'’inclusione nel progetto di Costituzione Europea di un più ampio riconoscimento dei diritti degli immigrati.
Si chiede: la previsione  di specifici programmi dedicati alle politiche regionali di partenariato volte a promuovere l’inclusione sociale e culturale e la regolazione delle migrazioni in un quadro di co-sviluppo delle aree di provenienza e di destinazione, anche attraverso la costituzione di un osservatorio europeo sui flussi migratori; l’inserimento dell’obiettivo di valorizzazione delle migrazioni nel quadro degli strumenti di prossimità e coesione dell’Unione Europea; l'’introduzione di adattamenti normativi e/o procedurali che favoriscano la mobilità secondo le forme concertate nell’ambito dei partenariati interregionali e/o trasfrontalieri;la costituzione di specifici strumenti finanziari da parte delle istituzioni europee e degli stati membri per rafforzare le ricadute in termini di sviluppo locale delle rimesse dei migranti.
La Conferenza ha dato
mandato al Presidente della Regione Puglia di trasmettere la presente “Dichiarazione di Bari” alla conferenza di Palermo e al Presidente dell’Unione Europea e di promuoverne la più ampia diffusione presso le istituzioni internazionali, europee e nazionali. Il sito della regione Puglia ha dedicato un'ampia sezione alla conferenza, si segnalano, fra gli altri, l'intervento del Ministro Pisanu  e quello del Presidente Fitto (nella foto). (gs)

Regioni: in 7 Consigli al via iter per cambiare elezione diretta Presidente

Niente più scioglimento automatico dei Consigli regionali legato all' elezione diretta del presidente della giunta. L' indicazione viene dalla  Conferenza dei presidenti dei Parlamenti regionali, riunita oggi a Reggio Calabria, che ha unanimemente ribadito il testo della proposta di legge di modifica dell' articolo 126 della Costituzione. I presidenti di sette Consigli regionali hanno già confermato l' avvio della procedura per giungere al voto entro l' anno. Il testo, una volta approvato da almeno cinque Assemblee, sarà trasmesso al Parlamento per la modifica costituzionale. I Consigli regionali chiedono di cambiare la clausola simul 
stabunt aut simul cadent
, che lega inscindibilmente l' elezione e la caduta del presidente della Giunta con quelle dei  consiglieri. Cioè si vuole evitare che l' Assemblea regionale  venga sciolta per cause ''non politiche''.  La proposta di modifica costituzionale, infatti, si propone di far regolare dallo Statuto regionale le situazioni che non attengono il rapporto di fiducia politica tra presidente della Giunta e Consiglio regionale. Le Assemblee regionali che hanno già avviato l' iter della proposta di modifica costituzionale dell' articolo 126 sono: Basilicata, Friuli, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Toscana.  (red)

Stato, Regioni, enti locali nella L.131/03: un libro per capirne gli strumenti
Copertina 09583-7

L'approvazione della riforma costituzionale del Titolo V può essere considerato un fatto significativo anche perché è frutto di una procedura "concertata" con le regioni e gli enti locali.
Il volume "Stato, Regioni ed enti locali nella legge 5 giugno 2003, n. 131" scritto dai membri della direzione de "Le Regioni", una rivista giuridica di settore edita dai il Mulino, pone sotto esame gli strumenti operativi per attuare la riforma, sottolineando le novità che essi presentano ed i problemi che  affrontano o non affrontano o addirittura ulteriormente complicano.
Cura il volume Giandomenico Falcon,  professore ordinario di Diritto amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento. (red)

 

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