periodico telematico quotidiano a carattere informativo
registrato il 17/03/2003 presso il Tribunale Civile di Roma Sezione Stampa n.106/2003
 
n. 273 - Roma, 22  aprile 2004

Sommario

Riforme: dibattito su referendum Emilia-Romagna: Piano gestione integrata zone costiere
Puglia: approvato piano regolatore Premio eccellenze servizi sanitari
Istat: è pendolare 50%  italiani Regioni: il punto sulle questioni finanziarie
Riforme: dibattito su referendum
Il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini si è detto preoccupato su un possibile referendum in merito alla riforma costituzionale che è in corso di approvazione in Parlamento e che ha visto un primo passaggio al Senato: "dopo il referendum bisognerà comunque governare". Casini pertanto sollecita ''un dialogo a tutto campo'' e chiama quindi le forze politiche ad ''uno sforzo comune'' perché ''le regole si definiscono insieme'' e perciò ''occorre trovare un'intesa che non sia paralizzante".
Quindi la missione della Camera - afferma Casini - è nell'affermare il metodo del dialogo a tutto campo: "sia tra gli schieramenti sia con l'intero sistema delle autonomie, come fattore di unità nazionale e di equilibrio istituzionale".
Il referendum ''e' considerato una eventualità normale dalla Costituzione'', dice Francesco D'Onofrio: "Ritengo che il presidente della Camera Casini sia preoccupato che questo strumento possa essere utilizzato come clava in materia di riforme ed ha ragione, ma se e' una conseguenza naturale non c'e' niente di sconvolgente''.
Per il vicecapogruppo della Margherita alla Camera Agazio Loiero: ''Ci troviamo, tra l'altro, di fronte -spiega- ad una nuova Costituzione e non ad una semplice sua revisione, visto che sono state cambiate la forma di Stato, la forma di governo e si e', nei fatti, ridisegnato un nuovo assetto dei poteri costituzionali dello Stato. E tutto questo e' avvenuto con il voto contrario dell'opposizione. Ci fa piacere che il presidente Casini si renda implicitamente conto del fatto che quel testo ha finito per rappresentare per molti costituzionalisti un vulnus''.
Per il leghista Attilio Fontana: ''Il Presidente Casini ha evidenziato come questa riforma istituzionale, -ha aggiunto- che e' stata approvata al Senato, subirà cambiamenti sostanziali alla Camera: e' chiaro che sarà molto difficile arrivare ad una approvazione definitiva. Purtroppo questa e' la prova che certi poteri centralisti non hanno nessuna intenzione di arrivare alle riforme istituzionali''.
La sede della Commissione bicamerale per gli Affari regionali, che prevedeva l'integrazione delle autonomie locali, e' stata rilanciata dal suo presidente Carlo Vizzini (nella foto): ''il Presidente Casini - ha commentato - mi sembra abbia fatto un'apertura in direzione della integrazione della mia commissione come fatto transitorio da qui alla prossima
legislatura, se il dibattito è maturo vedremo''.
''Non credo ci sia nulla di drammatico in un possibile referendum sulle riforme. Quello del presidente Casini mi sembra, francamente, un falso problema''. Cosi' Pietro Fontanini, capogruppo della Lega in commissione Affari Costituzionali della Camera. ''Noi non facciamo barricate -prosegue Fontanini-  su questa questione, non ci terrorizza un referendum e riteniamo che faccia parte delle regole della democrazia sottoporre cambiamenti importanti al vaglio della valutazione popolare''. ''Le riforme, comunque, - conclude il parlamentare della Lega - stanno procedendo in commissione in un clima positivo secondo la tabella di marcia stabilita''.
Le riforme hanno bisogno di un largo consenso: ''le Costituzioni sono fatte per durare, anche se vanno aggiornate e modificate, quando necessario'', ha sostenuto il senatore Franco Bassanini dei Ds in sintonia con Casini. ''Non ci possiamo permettere - ha detto - di prolungare all'infinito questa gia' lunga transizione costituzionale ma non ci possiamo permettere nemmeno di rimettere tutto in discussione ad ogni cambio di maggioranza''.
Infine notizie sui nuovi Statuti: c
on l'eccezione di Calabria e Puglia, che hanno gia' approvato in seconda lettura la nuova carta statutaria, tutte le Regioni segnano il passo: e' questo il quadro che emerge, al 31 marzo, da uno studio messo a punto dal Servizio Studi legislativi del Consiglio regionale delle Marche.
(gs)
Puglia: approvato piano regolatore

La giunta regionale pugliese ha approvato una serie di provvedimenti, tra i quali il piano regolatore generale del Comune di Rutigliano (Bari). Sempre con prescrizioni e modifiche, e' stato approvato anche quello del Comune di Cavallino (Lecce).
La giunta pugliese ha poi approvato definitivamente il piano regolatore generale del Comune di Laterza, in provincia di Taranto.
          
Sono stati approvati due accordi di programma dalla giunta regionale pugliese. Il primo accordo - e' detto nella nota - si riferisce allo schema per l'attuazione del Pru (Piano residenziale urbanistico) nell'area di Edilizia Residenziale Pubblica in 'Contrada Cozzetto', nel Comune di Mola di Bari per un importo totale di euro 16.322.801,64, tra interventi pubblici e privati.
Il secondo e' invece riferito alla realizzazione di uno stabilimento industriale per la lavorazione di prodotti tessili, nel Comune di Canosa di Puglia. Ditta proponente: Merco srl. Quindici i nuovi posti previsti oltre ai 5 gia' attivi.
La giunta regionale ha approvato l' accordo di programma per la realizzazione di un complesso turistico-alberghiero in localita' 'Masseria dell'Orbo', nel Comune di Alberobello. La ditta proponente  e' la 'Residence Barsento s.r.l.', i posti di lavoro previsti, a pieno regime, e' pari ad 80 unita'.
Tra l'atro la Giunta ha approvato: il marchio collettivo che individuerà, in Italia e nel Mondo, i prodotti pugliesi: “Il logotipo è formato da due parentesi colorate di grigio che contengono un simbolo con la scritta: Prodotti di Puglia. Il simbolo è un sole che al suo interno nella parte centrale verde delinea un germoglio di pianta a forma di “P”. I raggi di questo sole sono colorati di giallo. Alla base del sole nella parte centrale, al posto dei raggi è visibile uno svolazzo marrone”.
L’esecutivo ha affidato “in house” all’Istituto Finanziario Regionale Pugliese FINPUGLIA lo svolgimento delle attività per la Gestione, Manutenzione, Aggiornamento ed Implementazione del Portale delle PMI, denominato PMIon.net, di proprietà della Regione, Assessorato Promozione Attività Industriale.
Per l’espletamento di tale attività, alla FinPuglia sarà riconosciuto un corrispettivo annuo massimo di € 1.000.000,00. Sarà istituito presso l’assessorato Promozione Attività Industriale – Settore Artigianato e PMI- un Tavolo di coordinamento con la funzione di monitorare lo sviluppo delle attività per la Gestione, Manutenzione, Aggiornamento ed Implementazione del Portale.
La Giunta regionale ha inoltre approvato l’Accordo integrativo regionale per la disciplina dei rapporti con i medici Pediatri di libera scelta e quello con i medici di medicina generale.
Sia l’uno che l’altro, siglati tra le Parti il 10 dicembre scorso, sono tesi ad una migliore programmazione regionale attraverso la valorizzazione ed il potenziamento delle cure primarie, tendenti a ridurre il ricorso improprio alle strutture ospedaliere e creando nel territorio le opportunità per soddisfare la maggior parte dei bisogni reali della popolazione.
L’accordo punta fortemente sull’incentivazione dell’associazionismo tra medici di famiglia finalizzato a garantire anche una maggiore apertura degli studi ai cittadini, al potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare e alla informatizzazione degli stessi studi. In particolare è stato codificato il principio dell’apertura di minimo un’ora per ogni 100 assistiti.
Anche l’accordo per i pediatri di libera scelta (per il quale vengono investiti 3,5 milioni di euro all’anno) prevede l’incentivazione dell’associazionismo (minimo un’apertura di 1 ora ogni 53 assistiti) e l’informatizzazione che mira a coprire il 100% degli studi entro dicembre 2004. L’obiettivo è prioritariamente quello di assicurare una miglior servizio all’utenza e nel contempo di lenire la disoccupazione medica.

(red)

Istat: è pendolare 50 %  italiani

Oltre 26 milioni e mezzo di italiani, il 46,8% della popolazione residente, si spostano ogni giorno dalla loro dimora abituale per raggiungere il luogo di studio o di lavoro: lo rende noto l' Istat.
Le punte più elevate di pendolari si registrano al Nord, soprattutto in Lombardia (53%), Trentino-Alto Adige (52,8%) e Veneto (52,3%), mentre i valori minimi sono registrati al Sud, in particolare in Calabria (38,8%), Sicilia (39%) e Campania (40,2%).
Le informazioni riguardano il motivo dello spostamento, il tempo impiegato, il mezzo di trasporto utilizzato e il luogo di destinazione
Il 63,1% delle persone che quotidianamente si spostano lo fa per andare al lavoro, mentre il restante 36,9% si muove per raggiungere il luogo di studio. Scendendo da Nord a Sud, la quota di spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro diminuisce e, di conseguenza, aumenta quella per raggiungere il luogo di studio. L' Emilia Romagna e' la regione dove gli spostamenti per motivi di lavoro sono relativamente più alti (71,2%) e più bassi quelli per motivi di studio (28,8%). La Campania, al contrario, registra la più alta percentuale di spostamenti per motivi di studio (51,6%) e la più bassa per motivi di lavoro (48,4%).
I pendolari si spostano soprattutto all' interno dello stesso comune di residenza (61,9%) e verso altri comuni della stessa provincia (31,0%). Percentuali più basse si riscontrano per i flussi verso comuni appartenenti a un' altra provincia della stessa regione (5,2%) e verso comuni di altre regioni (1,9% compresi gli spostamenti verso l' estero, pari a circa 0,2%).
Il pendolarismo intracomunale raggiunge valori massimi in Sicilia (76,2%) e nel Lazio (75,8%), mentre scende a valori minimi in Lombardia (48,0%) e Valle d'Aosta (52,5%). La Valle d' Aosta (44,7%) e la Lombardia (41,8%) presentano le più alte percentuali di mobilità giornaliera tra comuni della stessa provincia, mentre all' ultimo posto figurano il Lazio (19,4%) e la Sicilia (20,2%).
(red)

Emilia-Romagna: Piano per la gestione integrata delle zone costiere
Riorientare tutte le attività  che interessano la costa emiliano-romagnola verso la piena sostenibilità ambientale, economica e sociale. E’ l’obiettivo del Piano per la gestione integrata delle zone costiere, l’innovativo strumento voluto dalla Regione, che definisce  gli obiettivi e le azioni da mettere in campo in nove settori strategici: turismo; difesa della costa; gestione delle risorse idriche; portualità e trasporto marittimo; tutela degli habitat naturali; pesca e acquacoltura; agricoltura sostenibile; politiche energetiche; sistema insediativo e mobilità. Per tutelare un sistema dagli equilibri ambientali fragili e delicati,  sottoposto alla crescente pressione delle attività umane.
“Con questo Piano – ha detto il presidente della Regione Vasco Errani (nella foto) – vogliamo dare più qualità ai territori della costa, integrando i singoli interventi settoriali  e indirizzandoli verso  un unico obiettivo: quello dello sviluppo sostenibile. Si tratta della prima esperienza di questo tipo in Italia  e di  uno degli esempi a livello europeo. “  “Anche il turismo – ha sottolineato il Presidente della Regione - oggi sempre più  mette al centro della sua capacità attrattiva la valorizzazione dell’ambiente, come dimostrano le esperienze dei tanti alberghi che anche in Emilia-Romagna già ora si stanno  attrezzando in questa direzione”.  “Una grande sfida” dunque  e,  anche,  “un nuovo modo di intendere il governo del territorio attraverso la condivisione di  obiettivi e responsabilità e la collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali, economici e sociali. Mettendo in campo pratiche virtuose che possano costituire un riferimento concreto anche a livello nazionale”.
Il Piano, tra l'altro, dice no  alla realizzazione della città lineare tra Milano-Marittima e il Delta del Po, in una zona cioè  dove esistono ancora, tra i diversi insediamenti, ampi tratti di vegetazione spontanea con  dune e acque. Mentre, per quanto riguarda la  "grande città della costa" di fatto  già esistente da Milano-Marittima a Cattolica, propone interventi di mitigazione e di riqualificazione edilizia e urbanistica. Il percorso individuato passa, tra l'altro,  per la progressiva diffusione della certificazione di qualità  degli alberghi esistenti, che sempre più dovranno  allinearsi ai più avanzati standard europei. Non solo per quanto riguarda l'aspetto ricettivo, ma anche  la possibilità di gestire in modo sostenibile i consumi energetici e idrici e più in generale l'impatto ambientale.
(red)
Premio eccellenze servizi sanitari

Premio sulle eccellenze nei servizi sanitari: Forum P.A., Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, Istituto Tecnologie Biomediche - CNR, Il Sole 24 Sanità, F.I.A.S.O., Federsanità/ANCI, Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali e 3M anche quest'anno hanno indetto il Premio FORUM P.A. SALUTE 2004. Giunto alla sua 5° edizione, il Premio è centrato sul tema dell'accesso ai servizi da parte dei cittadini ed è suddiviso in tre categorie: campagne di promozione prevenzione e tutela della salute, accesso alle strutture e accesso on line ai servizi. Quest'anno sono arrivati 263 progetti di cui il 70% provenienti dalle Asl-Ausl, il 20% dalle A.O. e il 10% dalle Regioni: si riconferma il forte impegno e la partecipazione attiva delle aziende sanitarie.
(red)

Regioni: dossier su questioni finanziarie irrinunciabili

Mentre si lavora a livello tecnico e politico per superare l'impasse istituzionale fra Stato e Regioni e possano tenersi la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza Unificata in programma per il prossimo 29 aprile (cfr. regioni.it n.270), la Segreteria della Conferenza delle Regioni propone un dossier di riepilogo sulle questioni finanziarie "irrinunciabili” poste all'attenzione del Governo da parte delle Regioni. Come è noto, secondo le regioni alcune norme finanziarie pregiudicano “la sopravvivenza dell’istituzione Regione già a partire dall’anno 2004”. In tal senso si sono aperti dei "tavoli" di confronto con il Governo.
Il
15 gennaio 2004 c’è stata la discussione in Conferenza dei Presidenti e la definizione dei documenti relativi alle “questioni irrinunciabili”. Poi il 29 gennaio 2004  si è tenuto l’incontro con il Governo, e in particolare con il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’Economia e delle Finanze. 5 le grandi questioni che i Presidenti delle Regioni hanno posto sul tavolo. Si tratta di nodi non sciolti dopo che il varo della legge finanziaria 2004 ha palesato che molte delle proposte di emendamento concordate nella Conferenza Unificata del 26 novembre 2003 non sono state accolte. Si è riscontrato che nuove norme introdotte in extremis hanno posto  problemi ulteriori che devono essere affrontati in maniera urgente e indifferibile, poiché si tratta , come hanno sottolineato i Presidenti delle Regioni di gangli "vitali per la sopravvivenza dell’”istituzione Regione” già a partire dall’anno 2004.
L'allarme fu lanciato dai Presidenti delle Regioni, prima nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la sede della conferenza il 23 ottobre 2003 e poi in occasione di una manifestazione organizzata a Roma il 30 ottobre, intitolata "una finanziaria per i cittadini".

Il 4 marzo i Presidenti delle Regioni hanno inoltre tenuto una
conferenza stampa anche sul tema riforme costituzionali, ma anche (nel comunicato stampa è possibile leggere le motivazioni) su queste questioni finanziarie.
Il 18 marzo 2004 c'è stata un'audizione della Conferenza delle Regioni durante la quale, tra l'altro, sono state giudicate restrittive e ingiustificate le norme sull'indebitamento. L'
audizione delle Regioni (documento consegnato durante l'Audizione) è avvenuta presso la Commissione Bilancio del Senato in ordine all’andamento del debito per la componente non statale, e il 1° aprile 2004  un’audizione presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sull’andamento dei saldi di finanza pubblica.
I cinque punti finanziari ritenuti “irrinunciabili” riguardano:
1) Nuove norme sull’indebitamento (art. 3 commi da 14 a 21 della legge 350/2003);
2) Proroga, per l’anno 2004, del fondo di garanzia previsto dal Decreto legislativo 56/2000;
3) Proroga, per l’anno 2004, del regime di trasferimenti per il finanziamento delle funzioni attribuite alle Regioni nell’ambito del “decentramento amministrativo” (legge 59/97 c.d. “Bassanini” e dlgs. 56/2000);
4) Proroga, per l’anno 2004, della definitiva determinazione dell’aliquota di compartecipazione IVA (emanazione DPCM per il 2004 previsto dal dlgs. 56/2000).
5) Copertura oneri di assistenza sanitaria per gli immigrati regolarizzati.
Le Regioni, in particolare sul primo punto, quello sull’indebitamento, hanno manifestato le seguenti considerazioni:
- l’art.119 della Costituzione è molto articolato, l’applicazione di un solo comma stralciato dal contesto può risultare incongruo (per cui quanto meno andrebbe accelerata l’iscrizione all’O.d.G. della Conferenza Unificata dell’Accordo sui meccanismi strutturali del federalismo fiscale);
- l’introduzione improvvisa e immediata di una parte del titolo V contrasta con l’approccio “morbido” e graduale già sperimentato con la c.d. “legge La Loggia”;
- l’introduzione di questa disciplina fortemente vincolante crea condizioni di asimmetria e disparità tra l’azione che può esercitare l’amministrazione centrale e ciò che possono fare le Regioni;
- la norma così configurata metta a forte rischio almeno 2,5 miliardi di euro di contributi alle imprese;
- la concezione quasi “privatistica” della lettura data all’art. 119 Cost. ultimo comma appare troppo restrittiva e controproducente in quanto esclude interventi che, al di là delle considerazioni puramente contabili, non possono non essere considerati investimenti (si pensi per esempio all’ambiente);
- potrebbe comportare nel medio termine un impoverimento del paese, in particolare per la mancata possibilità di cofinanziare gli interventi comunitari.
In sintesi le Regioni sono nell'impossibilità di finanziarie con risorse diverse dall'indebitamento le spese per contributi agli investimenti delle imprese, delle famiglie e delle associazioni che ammontano ad oltre 2 miliardi di euro e costituiscono una leva molto importante ai fini dello sviluppo sociale ed economico dei territori regionali.
(gs)

 

Proprietario ed editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
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