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Regioni.it

n. 3834 - martedì 5 maggio 2020

Sommario
- Convocata la Conferenza delle Regioni per il 7 maggio
- Regioni: femminicidio, incontro con Bonetti e Valente
- Fase 2 tra anticipi e decreto di maggio
- Fase 2: la ripartenza nelle Regioni all'insegna della responsabilità
- Emergenza Covid-19 e bilanci delle Regioni a Statuto speciale: confronto Governo-Presidenti
- Toti in audizione: elezioni regionali nella finestra estiva, non rimandate in autunno

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Fase 2: la ripartenza nelle Regioni all'insegna della responsabilità

Tabelle leggi e ordinanze

(Regioni.it 3834 - 05/05/2020) "E' l'ora della responsabilità" a scriverlo sulla sua pagina facebook  è  il Presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Dal 4 maggio molti sono tornati al lavoro - in Emilia-Romagna come nelle altre Regioni - e "se rispettiamo tutti le regole potremmo anticipare i tempi per le altre attività, ancora oggi ferme. Indossiamo la mascherina, rispettiamo le distanze di sicurezza e insieme ne usciremo".
"L'Emilia-Romagna è ripartita - sottolinea in un altro post -  ma guai ad abbassare la guardia. Solo rispettando tutti insieme le regole sarà possibile uscirne, aprendo le attività ancora chiuse in anticipo se la curva dei contagi dovesse continuare a scendere.
In un'intervistaConsumatori, la rivista dei soci Coop il Presidente della Conferenza delle Regioni torna anche sul tema dell'assetto istituzionale: "Ho sentito da più parti chiedere il ritorno della sanità in capo allo Stato. Viceversa, se in Emilia-Romagna abbiamo retto in questi due mesi, soprattutto nel momento di picco dell’emergenza sanitaria da coronavirus, lo dobbiamo proprio alla sanità che qui abbiamo creato in 40 anni, a forte valenza pubblica, e a chi ci lavora, che non ringrazieremo mai abbastanza. Per questo ho difeso l’autonomia delle Regioni e non intendo arretrare di un passo. E qui i primi a protestare per un ritorno alla gestione nazionale della sanità regionale sarebbero i cittadini. Più che di rapporti istituzionali, è un problema di come si ricopre il ruolo al quale siamo chiamati. Dopodiché se ne esce insieme, come sistema Paese, con misure di respiro nazionale, collaborando al di là dei confini geografici e dei colori politici". Qunato poi al rapporto Stato-Regioni, Bonaccini ricorda che "Fin dal primo momento ho cercato di lavorare per favorire la massima coesione tra il governo e le Regioni, anche in virtù del mio ruolo di presidente della Conferenza delle Regioni. Non è solo una questione di forma: viviamo un’emergenza senza precedenti e chi ne approfittare per polemiche da teatrino della politica mi fa solo pena. Col governo c’è stato un confronto a volte franco, ma sempre all'insegna dell’ascolto e se ci sono stati degli errori, non dimentichiamoci che nessuno era preparato per vivere questa crisi. C’è un aspetto che credo sia sotto gli occhi di tutti: l’esperienza di chi conosce e opera sul territorio è un valore aggiunto. Cito un esempio emiliano, ma altri se ne potrebbero fare per altre regioni: chi avrebbe dovuto prendere tempestivamente ordinanze come quella di chiudere Medicina o quelle con misure ancora più restrittive per le province di Piacenza e Rimini se non il presidente della Regione, d’intesa coi sindaci e i prefetti? Cioè chi meglio conosceva la situazione nelle realtà locali".
Una certa preoccupazione riguarda la riattivazione a pieno regime del trasporto pubblico locale:"Oggi mi pare sia tutto sotto controllo. Prima, in Giunta, l'assessore alla mobilità ci ha detto che non ci sono stati particolari problemi",  ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in collegamento con Pomeriggio 5, commentando la prima giornata di ripartenza sul territorio. Bonaccini poi ha spiegato che oggi è anche un altro giorno "record" per quanto riguarda il trend di diminuzione dei contagi da Covid-19 in Emilia Romagna. Da questo punto di vista "stiamo progressivamente andando meglio".
Il tema del trasporto pubblico è in cima anche all'agenda pubblica delle Regione Lombardia: "Io sono convinto che bisogna spalmare l'inizio del lavoro, che deve andare dalle 8 a mezzogiorno", ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a Centocittà, su Rai Radio 1, sempre a proposito della Fase 2. "La richiesta che io sto facendo da tempo e che spero venga presa in considerazione anche dai sindacati oltre che dal Governo è la strada giusta. Noi abbiamo dimostrato in questi due giorni che se la ripartenza è graduale funziona tutto. Si può fare anche il distanziamento sui mezzi di trasporto pubblico, non ci sono problemi e le cose vanno bene" ha detto Fontana. "E' chiaro - ha aggiunto - che se noi dal 18 maggio ripartiremo con il commercio e le attività che fino a oggi sono state chiuse, il rischio è che nelle ore di punta si possa creare affollamento c'è".
Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sottolinea che "Parte la Fase 2, ma l'emergenza non è finita. La Lombardia e' stata la prima a essere colpita, abbiamo il dovere di essere i primi a indicare la strada per uscirne. Attenzione, rispetto delle regole, coraggio. Non dimentichiamo mai - prosegue Fontana - mascherine, guanti, igienizzante per le mani e distanza. Ci rialzeremo piu' forti di prima". E in Consiglio regionale il Presidente è impegnato "per l'approvazione dello stanziamento dei 3 miliardi per la ripartenza. Fondi veri per i 1500 comuni della Lombardia".
"Sono convinto, ed è la proposta che ho fatto al Governo, che dobbiamo superare questa fase passando dalla stagione dei divieti, che era assolutamente doverosa nella fase del contenimento, alla stagione delle regole". Lo ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, aprendo i lavori del Consiglio Regionale a Udine. "Dobbiamo cominciare a fare dei protocolli con le categorie a livello nazionale, e in questo sono d'accordo con il Governo - ha aggiunto Fedriga -. Penso che questa settimana sia il termine entro cui farli per tutti".  "Dopo di che - ha concluso -, quando vengono stabilite le regole attraverso i protocolli, dobbiamo dire che chi e' in grado di rispettare quelle regole puo' cominciare a riaprire, a lavorare e a vivere una vita con quelle liberta' che davamo scontate fino a qualche settimana fa e che oggi scontate non lo sono piu'".
La fase 2 - come come la precedente gestione dell'emergenza - hanno avuto bisogno del supporto di puntuali attivtà di comunicazione. E il Presidente Giovanni Toti difende la campagna della Regione "Noi, fieri e tenaci. Liguri. Ripartiamo insieme":"È stata finanziata - spiega Toti - con un fondo, previsto per tutti gli enti istituzionali, dedicato alla comunicazione che ovviamente non può essere utilizzato per altri scopi, come l'acquisto (a titolo di esempio) di macchinari medici, tamponi o altri dispositivi". "Rappresenta - sottolinea Toti - il ringraziamento delle istituzioni liguri ai tanti cittadini che hanno lavorato dall’inizio di questa emergenza e a tutte quelle categorie che ripartiranno, dopo un lungo stop, proprio in questi giorni. "Una campagna - conclude Toti - in cui non vi è alcun protagonismo del presidente, ma dove gli unici protagonisti sono i tanti e seri lavoratori liguri che si apprestano ad affrontare questa nuova fase".
"Ripartenza deve far rima con prudenza". Così il presidente della Regione, Alberto Cirio, che illustrando il ddl 'Riparti Piemonte' approvato dalla giunta regionale ha sottolineato: "dipende dalla nostra condotta la possibilità di riuscire a completare l'uscita dal tunnel del Coronavirus senza sorprese". "Dipenderà dalla capacità di ciascuno di noi di rispettare le regole della mascherina in tutti i luoghi chiusi e dove non è possibile rispettare le distanze di sicurezza, del distanziamento sociale e del lavarsi le mani", ha ribadito ricordando che "ad oggi sono oltre 2 milioni le mascherine che la Regione sta distribuendo ai Comuni perché vadano in tutte le famiglie.  "Ma è importante - ha concluso - che ciascuno, in attesa che si trovi il vaccino, impari a vivere responsabilmente con queste nuove modalità per riuscire a riprenderci la libertà e ad aprire sempre più attività imprenditoriali". 
La ripresa economica del nostro Paese è legata a doppio filo con la ripartenza dell''industria alberghera e turistica.  Un concetto partocolarmente vero per alcune realtà territoriali come la Sardegna. Ne è convinto il Presidente Christian Solinas: ''Il turismo è fondamentale per l'economia dell'isola perché rappresenta, insieme all'indotto, il 14% del nostro Pil. È una di quelle materie su cui siamo particolarmente attenti, con un set di misure di sostegno all'industria turistica e all'indotto per superare questi mesi di grande difficoltà, inoltre siamo al lavoro con le organizzazioni di categoria e il comitato tecnico-scientifico per trovare delle linee guida e dei protocolli che ci consentano di andare presto a una ripartenza delle attività''. Continuando il suo ragionamento a 'Sky Tg24' il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, parlando del futuro delle attività turistiche in Sardegna e all'ipotesi di un test per garantire l'accesso dei turisti in sicurezza, spiega: ''È chiaro che questa stagione non potrà essere come quelle che abbiamo conosciuto finora. Questa pandemia ha colpito tutto il mondo e in Sardegna, che ha il 99% di accessi internazionali per il suo turismo, deve essere un campanello di attenzione particolare nella disciplina di nuovi arrivi. La prima ipotesi che avevamo formulato era quella di una sorta di passaporto sanitario, che consentisse a chi intende raggiungere la Sardegna di effettuare un test che non abbia più di sette giorni di anzianità nell'esecuzione, che certifichi la condizione di negatività al coronavirus"."Questo al momento in Italia determina diverse criticità, mentre a livello internazionale si sta andando verso una progressiva liberalizzazione di questi test, che da qui a breve potranno essere effettuati in tutti i laboratori. Stiamo osservando con attenzione assieme ai nostri tecnici anche lo sviluppo di test diagnostici che partono dalla saliva e quindi rendono più semplice certificare questa condizione - conclude - Qualora questo si perfezionasse, penseremmo di avere un accesso contingentato in questi termini, in maniera tale da connotare la Sardegna come luogo nel quale si può venire in totale sicurezza perché chi entra è certificatamente negativo''.
Modalità e tempistiche della cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus in Alto Adige sono state al centro dell'incontro tra il presidente Arno Kompatscher e il ministro degli affari regionali, Francesco Boccia, avvenuto il 4 maggio (vedi anche notizia successiva).  “La visita del ministro - ha riferito Kompatscher – mi ha consentito di fare il punto della situazione e illustrare i contenuti della nostra proposta legislativa che ora è all’esame del Consiglio provinciale”.  Secondo il presidente “la strada che abbiamo deciso di percorrere è in linea con i principi espressi dal governo per quanto riguarda la tutela dei lavoratori e di tutti i cittadini, ed è anche espressione della nostra autonomia, che è sinonimo di responsabilità”.  “Abbiamo diverse posizioni – ha aggiunto – per quanto riguarda la differenziazione territoriale, ma con il dialogo di oggi abbiamo gettato le basi per il lavoro delle prossime settimane”. Kompatscher ha affrontato con il ministro anche la questione dei rapporti finanziari "alla luce della quasi certa riduzione del gettito fiscale" e ricordato al ministro che “il turismo è il motore della nostra economia”, augurandosi che venga presto ripristinata la mobilità all’interno dell’Unione europea. Altro tema affrontato dalle due delegazioni è quello di come “garantire la presenza, in sicurezza, dei lavoratori stagionali”.
Prosegue infine il lavoro avviato nei giorni scorsi col l'aggiornamento di alcune ordinanze regioni (vedi anche il monitoraggio pubblicato sul sito www.regioni.it).
In particolare nelle Marche Con l'ordinanza n. 28 il presidente della Regione Marche ha stabilito che il territorio della Repubblica di San Marino, ai fini della disciplina degli spostamenti individuali, va assimilato a quello della Regione Marche per gli spostamenti in ambito regionale.
Infine in Veneto in via del tutto irrituale, ed esclusivamente per introdurre un elemento di assoluta semplificazione e chiarezza, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, non ha firmato un’ordinanza aggiuntiva alla nr. 44, bensì una nuova ordinanza sostitutiva, che ne replica i contenuti, ne ricomprende tutti gli articoli e vi aggiunge le misure adottate il 6 maggo. Pertanto l’ordinanza nr. 44 del giorno 3 maggio 2020 è da considerarsi revocata.  



( red / 05.05.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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