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Regioni.it

n. 3897 - mercoledì 5 agosto 2020

Sommario
- Bonaccini convoca la Conferenza Regioni per il 6 agosto
- Recovery Plan: Bonaccini, programmare e spendere bene, nessun Governo può fare da solo, senza la collaborazione delle Regioni
- 50° Regioni a statuto ordinario: le dichiarazioni dei Presidenti
- Mattarella: dalla Conferenza delle Regioni importante contributo di coordinamento orizzontale
- Conferenza Stato-Regioni il 6 agosto
- Gazzetta Ufficiale: la rassegna di luglio

50° Regioni a Statuto ordinario

+T -T
Mattarella: dalla Conferenza delle Regioni importante contributo di coordinamento orizzontale

Alcuni passaggi chiave dell'intervento del Capo dello Stato durante l'incontro con i Presidenti delle Regioni

(Regioni.it 3897 - 05/08/2020) Ci sono alcuni passaggi nell'ntervento di ieri (4 agosto) del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con i Presidenti di Regione, nel cinquantesimo anniversario di costituzione delle Regioni a statuto ordina che meritano di essere sottolineati. Si tratta di considerazioni che nonostante la grande copertura mediatica dell'evento, non hanno avuto il rilievo che meritano e che sono invece assolutamente rilevanti sul piano istituzionale.
Parlando della nascita delle Regioni a Statuto ordinario il capo dello Stato ha ricordato "si affacciava una soggettività politica dei territori in grado di ampliare e organizzare in maniera più compiuta la partecipazione dei cittadini alle scelte della convivenza democratica". "Non fu un passaggio privo di interrogativi" - ha ricordato Mattarella - e questo "ritardo ha certamente pesato nella delineazione di quello Stato delle autonomie previsto dai Costituenti: l’articolazione in Comuni, Provincie, Regioni è rimasta priva, per oltre due decenni, di un pilastro decisivo".
Ricordando poi il dibattito che ha preceduto L'istituzione delle Regioni, il Capo delo Stato, ha sottolineato che "La questione non si poneva in termini soltanto istituzionali ma apparteneva, piuttosto, alla riflessione su come procedere sulla strada dell’ammodernamento e dello sviluppo del Paese. Le Regioni venivano viste come importanti strumenti nell’ambizioso processo che si intendeva attuare con la programmazione economica: il Governo Moro, nel 1963, legava i due temi fra loro, anche nella prospettiva di concorrere al superamento del divario Nord-Sud. Regioni, dunque, protagoniste attive, con lo Stato, per lo sviluppo delle condizioni di vita delle popolazioni dell’intera Italia".
Mattarella ha rimarcato che "In questi cinquant’anni le Regioni si sono affermate come componente fondamentale dell’architettura istituzionale della Repubblica, con un indubbio e prezioso accrescimento della nostra vita democratica in ogni ambito" e "si sono rivelate un forte elemento di coesione del popolo italiano. Il senso di comune appartenenza alla Repubblica si ritrova al centro di ogni Regione, di ogni Provincia, di ogni Comune".
"In questi cinquanta anni, il ruolo delle Regioni ha influenzato fortemente l’organizzazione delle pubbliche amministrazioni, pur se non sempre il loro assetto si è ridisegnato in maniera del tutto lineare. Funzioni fondamentali sono state attribuite alle Regioni".
"La riforma del Titolo V, intervenuta nel 2001, ha rappresentato un coerente sviluppo dei principi costituzionali. Il legislatore costituzionale, nel rafforzare le competenze legislative e amministrative delle Regioni, ha previsto che l’esercizio dell’autonomia si conformi ad esigenze di solidarietà e di perequazione finanziaria tra i diversi territori, riconoscendo allo Stato il ruolo di garante dell’uniformità dei livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali sull’intero territorio nazionale".
E se "l'istituzione di una seconda Camera a vocazione territoriale" non è diventata realtà, è pur vero "rimangono in opera gli strumenti già previsti di raccordo tra i livelli di governo regionale e statale. È il sistema delle conferenze – Stato-Regioni, Stato-Città, Unificata - che ha dimostrato di avere un ruolo di particolare importanza, anche in occasione dell’emergenza sanitaria per contrastare la pandemia che non ha risparmiato il nostro Paese. Questo profilo trova posto, in tutto il suo valore, nel documento presentato, in occasione di questo nostro incontro, dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome. Vi si evoca il principio della leale collaborazione, esplicitamente richiamato all’art. 120 e più volte enunciato dalla Corte costituzionale. Accanto al coordinamento tra Stato e Regioni, che le Conferenze intergovernative sono in grado di assicurare, un ulteriore importante contributo di coordinamento orizzontale è quello offerto dalla Conferenza delle Regioni".

"La condizione attuale ha visto più volte la Conferenza delle Regioni sollecitare un riordino delle forme di raccordo tra Stato e autonomie territoriali, con specifiche proposte che meriterebbero di essere riprese. Si avverte la necessità di individuare, con maggiore precisione, sedi e procedure attraverso le quali il principio di leale collaborazione, caposaldo della giurisprudenza costituzionale, possa divenire sempre di più la cifra dei rapporti tra lo Stato, le Regioni e le autonomie locali".
"È importante - ha detto Mattarella - che la soggettività politica delle Regioni si sviluppi, non in contrapposizione con l’indirizzo politico statale, ma in chiave di confronto e di cooperazione". E lo stesso documento presentato dalle Regioni– "auspica il superamento di criteri di riparto sulla base di contrapposizione e che si approdi a logiche di complementarietà. Si fa ricorso, in tal modo, a una positiva attitudine collaborativa".
"Non compete a me fornire risposte a questo riguardo ma è incontestabile che la presenza del livello regionale di legislazione, ancor più come ridefinito nel 2001, ha introdotto e pone a continua prova il tema del riparto della potestà legislativa e dell’esercizio delle competenze amministrative".  Per questo "una maggiore istituzionalizzazione e disciplina del “sistema delle Conferenze” potrebbe incrementare gli elementi di snodo e di raccordo tra il livello nazionale e quello regionale. E "Le Conferenze sono, quindi, il luogo della rappresentanza degli esecutivi statale, regionali e locali".

Se si attuasse l’articolo 11 "della riforma del titolo V del 2001, che prevede la integrazione della Commissione parlamentare per le questioni regionali con rappresentanti delle stesse autonomie territoriali", "potrebbe essere perseguita maggiormente la complementarietà nell’esercizio delle rispettive competenze legislative e favorita la condivisione ex ante di comuni obiettivi strategici, come auspicato nel documento di riflessioni e proposte presentato " dalla Conferenza delle Regioni.
"In questa linea si inserisce il percorso in atto delle autonomie differenziate, previsto dall’art.116 della Costituzione. Sono ben consapevole che questo viene visto non al fine di competizione tra le Regioni – né, tantomeno, di emarginazione – ma come sollecitazione per attingere tutte più adeguati livelli di efficienza.
Il perseguimento di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, nello spirito del dettato costituzionale, appare idoneo a valorizzare specificità e capacità delle singole regioni, sempre in chiave di collaborazione politica. Diverrebbe così possibile realizzare aperture e diversificazioni che, nel loro insieme, accrescano il dinamismo dei territori, rafforzando al contempo il tessuto della Repubblica e salvaguardando appieno le esigenze unitarie".
"È trascorso mezzo secolo dall’avvio dell’esperienza delle Regioni a statuto ordinario e nessuno ovviamente mette più in dubbio la soggettività politica acquisita da enti dotati di potestà legislativa, strumento della stessa autonomia politica.
Rispetto al rischio di "un eccesso di burocratizzazione con trasferimento dalla capitale ai capoluoghi delle Regioni", Mattarella ha rilevato che si tratta di "una consapevolezza sottolineata nel documento presentato dalle Regioni, laddove si indica – e cito le parole del documento, che sottoscrivo - 'la ridefinizione del rapporto tra Regione e le altre componenti essenziali delle rispettive comunità: Comuni, Unioni, Provincie, Città metropolitane in una moderna e unitaria concezione di sistema delle autonomie territoriali' che 'rifugga da ogni centralismo, sia statale sia regionale' ".
"Una indicazione concreta viene anche dalla emergenza epidemiologica di questi mesi che ha visto Stato, Regioni e Comuni nella stessa prima linea nel contrastare un fenomeno del tutto ignoto, che si è sviluppato con una velocità e una virulenza impensabili, ponendo questioni di gestione, di adeguatezza e, ora, di adeguamento, dei nostri servizi e sistemi sanitari" e "Il Piano per l’Italia, in cui è prezioso il contributo delle Regioni, rappresenta un impegno ineludibile".

 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con i Presidenti di Regione, nel cinquantesimo anniversario di costituzione delle Regioni a statuto ordinario

 
50° a Statuto ordinario: Intervento del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, durante l'incontro con il Capo dello Stato - 04.08.2020




 



( red / 05.08.20 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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