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Regioni.it

n. 3995 - lunedì 1 febbraio 2021

Sommario
- Pandemia: si fa il punto sulla campagna vaccinale
- PNRR: Regioni, Anci e Upi in audizione alla Camera il 29 gennaio
- Pandemia: nuova circolare e nuove ordinanze del ministero della Salute
- Rigenerazione urbana: contributo alla discussione in Senato sui disegni di legge in materia
- Pandemia e nuove aperture: serve ancora la massima attenzione
- Sviluppo sostenibile: strumenti di governance per le strategie regionali

+T -T
PNRR: Regioni, Anci e Upi in audizione alla Camera il 29 gennaio

(Regioni.it 3995 - 01/02/2021) “Il PNRR è un’opportunità ed è una sfida importante sulla quale non è più rimandabile un confronto serio e definitivo con il sistema delle Regioni italiane”, lo  ha detto, il 29 gennaio, Donatella Tesei (presidente Regione Umbria), coordinatrice della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni, nel corso di un’audizione di fronte alla V commissione della Camera dei Deputati, a cui hanno partecipato anche l’assessore della Regione Lombardia Davide Caparini (coordinatore della Commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni) e il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola (coordinatore della Commissione Infrastrutture della Conferenza delle Regioni). “Esaminando il documento del PNRR - ha spiegato la Presidente dell’Umbria - per il sistema delle Regioni ci sono alcune questioni fondamentali da affrontare.
La prima riguarda il ruolo delle Regioni che hanno competenze costituzionali su molti settori dove il PNRR interviene. Le Regioni si sono proposte come soggetto catalizzatore per realizzare sul territorio gli investimenti nell’ambito delle priorità condivise fra i livelli istituzionali, ma non abbiamo mai avuto risposte. Serve un percorso condiviso per evitare ‘effetti spiazzamento’ con le Politiche di Coesione 2021-2027. Anche su questo le nostre proposte sono sul tavolo da settembre, ma non abbiamo mai avuto interlocuzioni istituzionali.
La seconda riguarda il metodo di lavoro, la governance e l’attuazione del PNRR. Nel prendere atto dei contenuti del PNRR, rileviamo che le idee e le proposte che le Regioni hanno inviato in questi mesi si ritrovano solo in parte nel testo. Ora c’è da capire la “messa a terra” del programma in progetti specifici. Le Regioni ricordano ancora una volta che quando cominceremo a confrontarci bisognerà inevitabilmente considerare prima di tutto la dimensione territoriale, cioè l’allocazione degli interventi e delle risorse: e non solo tra nord, centro e sud del Paese, ma anche tra aree metropolitane, città medie, aree rurali ed aree interne; perché questo Paese si salva tutto insieme, con le sue peculiarità e specificità. Proprio la Governance – ha sottolineato coordinatrice della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni - è il presupposto per la “messa a terra” del PNRR e ne determinerà il successo o il fallimento.
La terza questione riguarda il fatto che il “pacchetto” delle risorse del Recovery Fund va considerato in modo integrato e sinergico con le risorse di React EU e della politica di coesione 2021-2027. Serve – ha proseguito Donatella Tesei - una visione comune. Fino ad oggi, lo abbiamo chiesto più volte, ma non abbiamo avuto alcuna risposta. Leggendo le tabelle del PNRR, l’utilizzo di React EU sembra sia stato già “deciso”, senza prevederne un’allocazione nella programmazione regionale. Le Risorse del REACT EU sono un supporto per favorire la ripartenza e dovrebbero essere utilizzate anche dalle Regioni, perché, non necessitando del cofinanziamento nazionale non appesantiscono i bilanci con il cofinanziamento. Sulla Programmazione 2021-2027 si è svolta una prima interlocuzione con il Ministro Provenzano, ma senza discutere la complementarietà tra PNRR e programmazione 2021-2027 e il tema del cofinanziamento a carico dei bilanci regionali, già prosciugati dall’emergenza pandemica. Occorre affrontare queste partite congiuntamente, e prevedere meccanismi in cui un maggiore sforzo finanziario sia preso in carico dal Governo.
Quarta ed ultima questione: l’attuazione degli strumenti richiede riforme, perché arriveranno molte risorse europee da spendere in pochi anni. Senza snellire i procedimenti e semplificare le norme sarà difficilissimo riuscirci. Negli incontri abbiamo già accennato alla necessità di una riforma del codice degli appalti e delle norme in materia di autorizzazioni, di una semplificazione delle procedure di spesa, di un “Piano di rafforzamento amministrativo” nazionale che preveda un’immissione di forze fresche, di un Fondo rotativo per la progettazione, perché solo una progettazione anticipata e seria permette di mettere a terra con celerità gli interventi.
Tutti temi su cui è necessario fare chiarezza. Temi su sui si gioca il presente ed il futuro del Paese, il benessere e le speranze della nostra e delle generazioni future. Il PNRR, come le altre risorse che arriveranno dall’Europa, sono la benzina per alimentare il motore della nostra ripartenza. Le Regioni – ha concluso la Presidente dell’Umbria - ci sono, sono pronte alla sfida per rilanciare l’Italia e renderla capace di spendere le risorse europee”.
Antonio Decaro, presidente dell'Anci e sindaco di Bari, durante la stessa audizione davanti alla commissione Bilancio della Camera (nel corso della quale sono stati  ascoltati i rappresentanti di Comuni, Province e Regioni) ha voluto avvertire che "Sulle materie di diretta competenza degli enti locali confluiranno almeno 43 miliardi di euro del Recovery Plan: sarà fondamentale che i finanziamenti siano diretti, definire la governance e dare ai Comuni gli strumenti necessari, a cominciare dal  personale, per spendere presto e bene queste risorse. O si perderà l'occasione". Decaro ha poi osservato che "la versione del piano approvata lo scorso 12  gennaio in Consiglio dei ministri è economicamente più consistente  delle bozze precedenti, perché ai 209 miliardi sono state sommate le  risorse del React Eu, del Bilancio dello Stato e quelle della nuova  programmazione comunitaria, fino a raggiungere un totale di oltre 310  miliardi di euro" e "una prima analisi porta a stimare un valore di  circa 43 miliardi di euro impegnati su materie di competenza diretta degli enti locali locali".
La valutazione complessiva dell'Anci sul Pnrr, il Piano nazionale di  ripresa e resilienza, è positiva. "Apprezziamo alcune chiare
indicazioni, nelle linee di finanziamento, coerenti con i 10 punti del manifesto 'Città Italia' che noi sindaci abbiamo concepito e
consegnato al Governo. Tuttavia - ha aggiunto Decaro - dobbiamo segnalare anche alcune lacune o incertezze di merito e di metodo". In particolare, spiega il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, "non riscontriamo nelle misure legate a politiche sociali e socio-assistenziali la centralità del ruolo dei Comuni, che pure  assolvono una funzione essenziale per potenziare la qualità dei  servizi e per rafforzare la capacità di dare risposte adeguate ai  bisogni dei cittadini. Riteniamo, per esempio, che vada costruito uno  snodo efficiente e robusto fra redditi di sostegno e politiche attive  del lavoro che abbia al centro la persona: uno snodo che solo il  Comune può costituire". Altrettanto importante, poi, "è il metodo di gestione e applicazione  del piano: non ci sono elementi sulla gestione delle risorse, sulle  modalità di attuazione del piano e sul ruolo operativo riservato ai Comuni; elementi che influiranno moltissimo su quella certezza dei  tempi che la Commissione Europea ci chiede. Del resto - ricorda Decaro - proprio la Commissione Ue invita i Governi a prevedere una  legislazione che acceleri l'iter e consenta l'assegnazione delle  risorse in un tempo limitato e certo". La direzione indicata dal presidente dell'Anci è quella di  "finanziamenti diretti ai Comuni e procedure più snelle, compatibili  con un'attuazione rapida degli interventi. L'altra questione
fondamentale che incrocia merito e metodo - ha concluso Decaro - riguarda il potenziamento del personale che dovrà attuare il piano: un piano  organico straordinario per evitare il paradosso di avere le risorse ma non il capitale umano necessario per realizzare i progetti entro le  scadenze date. Da molto chiediamo una non più rinviabile rimozione di  paletti sulle assunzioni, vecchi di oltre dieci anni, che non hanno  più ragione di esistere".
Anche per il rappresentante dell'Unione delle Province d'Italia, Luca Menesini, "L'impianto generale del Piano è migliorato, ma ci sono alcuni nodi che il Parlamento può e deve sciogliere, a partire dalla chiarezza sulla governance. Regioni, Province e Comuni sono le istituzioni cui sarà demandata la messa a terra della maggior parte delle principali azioni: stante questo ruolo chiave, e' evidente devono trovare pari centralità anche nella governance di gestione del Pnrr. Occorre il pieno riconoscimento di queste istituzioni nella Cabina di regia nazionale che, a nostro parere, dovra' essere individuata per accompagnare e monitorare l'attuazione del Piano".
Menesini ha poi illustrato le proposte delle Province con le richieste rispetto alle singole linee di intervento, sottolineando alcune priorita'. "Si parta dalla scuola- ha detto il rappresentante Upi- riservando espressamente una quota delle risorse destinate nella Missione due per la rivoluzione verde e transizione ecologica, alla realizzazione di 100 nuove scuole secondarie superiori - innovative, digitali e sostenibili dal punto di vista energetico - una per ogni Provincia e Città metropolitana. Quanto agli investimenti sulle infrastrutture, è assurdo che il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali sia riservato esclusivamente alle grandi opere, quando da ormai tre anni sottolineiamo l'urgenza di un piano di monitoraggio degli oltre 30.000 ponti, viadotti e gallerie che insistono sulla rete viaria secondaria provinciale, per garantire l'incolumità dei cittadini.  Per quanto riguarda gli interventi sulla Pa - ha poi aggiunto- intervenire solo con la digitalizzazione, senza un percorso di valorizzazione e rafforzamento della capacità organizzativa della Pubblica Amministrazione, in particolare di quella locale, non puo' essere efficace.  Serve dunque un Piano straordinario di assunzioni che consenta l'immissione in ogni Provincia di personale tecnico specializzato, in grado di assicurare capacita' di programmazione ed un adeguato coordinamento dei territori. E' un passaggio necessario, considerato che tutta l'attuazione del Pnrr si basa sulla capacità di organizzare una forte programmazione degli interventi in chiave di sistemi territoriali e le Province hanno un ruolo chiaro di regia e di coordinamento, in stretto raccordo con gli enti locali direttamente interessati allo sviluppo delle aree interne".


( red / 01.02.21 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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