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Conferenza delle regioni e delle provincie autonome
Conferenza delle regioni
e delle provincie autonome
REGIONE: SARDEGNA - TIPOLOGIA: ENERGIE RINNOVABILI
Parte 1: ANAGRAFICA
Titolo del progetto
Centro di Competenza sulle Fonti di Energia Rinnovabile
Amministrazione proponente
Sardegna Ricerche
Unità organizzativa

Indirizzo
Sardegna Ricerche-Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna
CAP
09010
Città
Pula
Provincia
CA
Regione
Sardegna
Indirizzo internet dove esiste una descrizione del progetto
Referente del progetto
Nome
Giuliano
Cognome
Murgia
Funzione
Presidente
Ente
Sardegna Ricerche
E-mail
murgia@sardegnaricerche.it; saba@sardegnaricerche.it
Telefono
07092432247
Fax
Parte 2: PROGETTO - aspetti generali
Area di intervento del progetto
X Energie rinnovabili
Destinatari del progetto
X Aziende
X Cittadini
X Istituzioni
X Associazioni di rappresentanza dell'impresa
 
Status del progetto
X In stato di realizzazione
Durata del progetto
Data di avvio del progetto
Gennaio 2007
Data prevista per la messa a regime

Descrizione sintetica del progetto
Il presente progetto riguarda lo sviluppo in Sardegna del Centro di Competenza FER con l'obiettivo generale di focalizzare le competenze di punta presenti nei settori della ricerca avanzata, dello sviluppo e della produzione di energia rinnovabile in un sistema integrato a supporto di uno sviluppo innovativo e competitivo del territorio. E con l'obiettivo operativo di realizzare un complesso di laboratori di progettazione, prototipazione e sviluppo incentrato sul tema delle energie rinnovabili. Il Centro sarà una struttura dedicata alla promozione dello sviluppo scientifico-tecnologico delle imprese e dotato di una massa critica di risorse materiali e immateriali idonea a fare dell' innovazione uno dei motori principali dello sviluppo locale. Il Centro, per adempiere ai propri compiti, dovrà svolgere attività riconducibili a: 1. Informazione attraverso la diffusione di: - informazioni scientifico-tecnologiche; - informazioni relative alla normativa tecnica nazionale ed europea; - informazioni sulle procedure per l'ottenimento di marchi e brevetti; - informazioni sui programmi comunitari, nazionali e regionali mirati a promuovere lo sviluppo tecnologico e l'innovazione, nonché sulle relative procedure di accesso. 2. Trasferimento tecnologico: - individuazione di Centri di Competenza tecnologica esterni all'area in grado di fornire tecnologie adeguate alla soluzione dei problemi delle imprese assistite; - fornitura anche di servizi come sale di test e prove, laboratori e altre attrezzature tecniche; - affiancamento delle aziende e assistenza nelle fasi di diagnosi e di implementazione delle scelte innovative; - individuazione di soluzioni di accelerazione tecnologica in grado di favorire la crescita dimensionale delle imprese. L'implementazione della proposta dovrà partire da alcune opzioni strategiche: Il Centro dovrà comprendere tutte le attività tipiche di una filiera tecnologica e cioè la ricerca, con particolare riferimento alla ricerca industriale, la prototipazione, lo sviluppo e la facilitazione delle attività di produzione, valorizzando le opportunità e le potenzialità offerte dalla presenza dell'Università, dei centri di ricerca pubblici e privati e delle PMI. Il Centro dovrà rapportarsi in via più generale alle caratteristiche del tessuto imprenditoriale, istituzionale e della ricerca esistente sul territorio, perseguendo attività di ricerca applicata, disseminazione/trasferimento di tecnologie e conoscenze che possano beneficiare in modo diretto una quota consistente degli operatori presenti, favorendone la crescita competitiva e generando concrete opportunità di sviluppo.
Esigenza/e affrontata/e dal progetto
QUADRO DI RIFERIMENTO E POSIZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA E DELL'ITALIA: La produzione energetica, nella società moderna, è un fattore chiave, poiché da essa dipende lo sviluppo economico e sociale, ma essa è quasi totalmente basata sui combustibili fossili con gravi conseguenze per la salute e l'ambiente. Per questo è importante promuovere un più ampio utilizzo delle Fonti Rinnovabili, virtualmente inesauribili e a ridotto impatto ambientale, e un uso razionale dell'Energia, basato su criteri di risparmio energetico e efficienza energetica. L'utilizzo delle energie rinnovabili rappresenta una esigenza sia per i Paesi industrializzati che per quelli in via di sviluppo. I primi necessitano, nel breve periodo, di un uso più sostenibile delle risorse, di una riduzione delle emissioni di gas serra e dell'inquinamento atmosferico, di una diversificazione del mercato energetico e di una sicurezza di approvvigionamento energetico. Per i Paesi in via di sviluppo, le energie rinnovabili rappresentano una concreta opportunità di sviluppo sostenibile e di accesso all'energia in aree remote. In particolar modo, l'Unione Europea (UE) mira ad aumentare l'uso delle risorse rinnovabili per limitare la dipendenza dalle fonti fossili convenzionali e allo stesso tempo far fronte ai pressanti problemi di carattere ambientale che sono generati dal loro utilizzo. A conferma di ciò nella Direttiva 2001/77/CE ''Promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili'', viene posto come traguardo il soddisfacimento, entro il 2010, di una quota pari al 12% del consumo interno lordo di energia e al 22% di quello dell'energia elettrica, attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili. Per ottenere questi risultati nella direttiva sono indicati degli obiettivi differenziati per ogni singolo Stato membro e l'Italia si è prefissa di raggiungere, entro il 2010, una quota pari al 22% della produzione elettrica nazionale, contro l'attuale 16,3 %. Il Decreto Legislativo del 29 dicembre 2003 n. 387 recepisce la Direttiva 2001/77/CE e introduce una serie di misure volte a superare i problemi connessi al mercato delle diverse Fonti di Energia Rinnovabile. Il sistema di promozione dell'energia rinnovabile in Italia, inizialmente incentivato con il provvedimento noto come CIP6, è stato profondamente riformato con il decreto legislativo 79/99, che ha introdotto l'obbligo per le imprese che producono o importano elettricità da fonti fossili a immettere in rete una quota prodotta da impianti nuovi o ripotenziati alimentati da fonti di energia rinnovabili. Tale quota era stata fissata inizialmente al 2% dell'energia eccedente i 100 GWh. Successivamente, con il decreto n. 387 si è stabilito di incrementarla annualmente dello 0,35% fino al 2006. Tutti gli operatori soggetti all'obbligo possono provvedere autonomamente alla produzione della quota di energia rinnovabile che devono immettere in rete, o comperare tale quota da terzi attraverso un meccanismo di mercato che prevede la cessione dei cosiddetti ''Certificati Verdi'' (CV). Si tratta di titoli attribuibili annualmente dal GRTN (Gestore Rete Trasmissione Nazionale) all'energia prodotta da fonti rinnovabili. Tali titoli hanno una taglia di 100 MWh e possono essere vantaggiosamente negoziati, tramite contratti bilaterali tra detentori di CV e gli operatori soggetti all'obbligo o nella piattaforma di negoziazione nel GME (Gestore Mercato Elettrico). Nella conferenza europea di Berlino (2004), la UE ha stabilito i propri ambiziosi obiettivi. Il risultato da raggiungere è quello di coprire con le fonti rinnovabili, entro il 2020, il 20% del consumo totale di energia. Fino ad allora, la UE auspicava soltanto di raddoppiare la percentuale di "energie rinnovabili" fino ad arrivare a un 12,5% entro il 2010, senza stabilire obiettivi fino al 2020. Una fonte energetica è rinnovabile quando il suo sfruttamento avviene in un tempo confrontabile con quello necessario per la sua rigenerazione. Le fonti di energia rinnovabile sono definite dall'art. 2 della Direttiva 2001/77/EC. In particolare si ricordano due importanti definizioni: a) "fonti energetiche rinnovabili", le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas); c) "elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili", l'elettricità prodotta da impianti alimentati esclusivamente con fonti energetiche rinnovabili, nonché la quota di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili nelle centrali ibride che usano anche fonti di energia convenzionali, compresa l'elettricità rinnovabile utilizzata per riempire i sistemi di stoccaggio, ma non l'elettricità prodotta come risultato di detti sistemi. L'utilizzo di FER è l'ultimo gradino di una piramide che ha come base il risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia. Il primo passo è, infatti, quello di limitare gli sprechi incrementando l'efficienza dei dispositivi che producono energia. Solo in seguito si può pensare alla scelta della fonte energetica con cui alimentare questi dispositivi. Le FER presentano numerosi vantaggi, di cui i maggiori sono senza dubbio l'assenza di emissioni inquinanti durante il loro utilizzo (fonti ''pulite'') e la loro inesauribilità. Tali lati positivi le rendono del tutto preferibili rispetto alle fonti fossili oggi utilizzate, come petrolio, gas naturale e carbone. Le FER sono caratterizzate da una variabilità imprevedibile (si pensi ai regimi di vento o anche alle piene dei fiumi), per cui in genere è necessario un sistema integrativo che ''aiuti'' l'impianto alimentato a FER e ne assicuri la continuità di servizio. Nel caso, p. es. di un impianto fotovoltaico, il sistema integrativo può essere costituito da un parco batterie per l'accumulo dell'energia, oppure dalla rete elettrica o da un gruppo elettrogeno diesel. Nel caso di un sistema solare termico, l'integrazione è data da una caldaia a gas oppure da uno scaldabagno elettrico. La combinazione di più FER, meglio se complementari (es. sole e vento), permette di ridurre il loro carattere imprevedibile e diminuire così la dipendenza dal sistema integrativo. Facendo un bilancio a livello nazionale, l'andamento della produzione di energia da FER oggi è, però, complessivamente negativo. Questo deriva dalla sommatoria di fonti (eolico) che hanno fatto registrare incrementi molto elevati, rispetto alle previsioni, e di fonti (ad esempio biomasse) rimaste stazionarie o quasi. Una considerazione di carattere generale che si può trarre è che, con tutta probabilità, vi sono alla base delle cause di ordine strutturale e intrinseche alla natura delle fonti stesse. Il sistema economico e sociale delle società avanzate è stato, infatti, progettato e si è sviluppato in modo centralizzato intorno alle energie convenzionali (petrolio, gas, carbone e nucleare) e, in particolare, sulla produzione di energia elettrica da grandi impianti di potenza. Le nuove rinnovabili presuppongono, viceversa, un sistema decentralizzato, si basano su impianti di piccola taglia con un forte legame con il territorio le cui risorse naturali (vento, acqua, sole, vegetazione, ecc.) alimentano gli impianti di produzione di energia. Uno dei problemi più importanti è quello di ordine economico. Molte delle fonti rinnovabili non sono, allo stato attuale, competitive e hanno bisogno di supporti finanziari. Praticamente tutti gli stati membri dell'Unione europea hanno introdotto contributi sotto forma di tariffe fisse, obbligo di acquisto di certificati verdi o bandi di gara per una certa capacità. Nonostante la remuneratività potenzialmente alta di alcuni di questi supporti (ad esempio in Italia il CIP6), i risultati in termini di potenza aggiuntiva da fonti rinnovabili sono stati deludenti. Imprevedibilmente, una delle barriere emergenti è rappresentata dall'accettabilità sociale. Le fonti rinnovabili sono la risposta alle attuali minacce ambientali. Le associazioni ambientaliste e dei consumatori, le organizzazioni culturali e scientifiche, piuttosto che i comitati dei cittadini sembrano consapevoli della necessità di promuovere l'utilizzo di queste fonti. Eppure, quando dalla dichiarazione d'intenti si passa al problema concreto di realizzare impianti il dissenso emerge. Il problema che molti sentono è quello di essere maggiormente informati sulle caratteristiche e potenzialità di queste fonti e di essere chiamati a partecipare alle scelte di localizzazione degli impianti che interessano il territorio dove essi vivono e lavorano. Il potenziale nazionale rinnovabile non ancora utilizzato è considerevole: seppure non sia disponibile una stima precisa per ciascuna fonte, si valuta che il potenziale energetico sfruttabile dell'eolico sia di qualche Mtep (in termini di fonti fossili sostituiti dall'elettricità prodotta) e quello delle biomasse qualche decina di Mtep (in termini di contenuto energetico della materia prima). Per il solare, in particolare per la conversione in elettricità, il giacimento potenziale è stimato ancora più interessante, e trova il principale limite allo sfruttamento nei costi degli impianti di produzione. Interessanti anche gli ulteriori margini di sfruttamento di energia idroelettrica, geotermia, per applicazioni termiche ed elettriche, e impiego del contenuto energetico dei rifiuti. Lo sfruttamento di questo ''giacimento rinnovabile'', per alcune fonti abbondante nel Mezzogiorno, aumenterà la sicurezza del sistema energetico italiano ed europeo. QUADRO DI RIFERIMENTO E POSIZIONAMENTO DELLA REGIONE: Anche in Sardegna il settore energia sta attraversando un periodo di rilevanti cambiamenti per l'effetto combinato delle politiche comunitarie di integrazione e apertura alla concorrenza, delle iniziative nazionali di liberalizzazione e privatizzazione dell'industria energetica e, infine, delle politiche di sviluppo sostenibile e compatibile con l'ambiente. In questo scenario, alla Pubblica Amministrazione spetta sempre più un ruolo di indirizzo e regolazione del mercato e di tutela dell'interesse economico generale, nonché degli interessi di rilevanza sociale ed ambientale, lontano pertanto dai pregressi interventi diretti, finanziari e gestionali, esercitati tramite le aziende di Stato, che avevano caratterizzato fino ad oggi i mercati energetici europei. In questo nuovo contesto si inserisce l'azione politica di gestione del settore energetico da parte della Regione Sarda, afflitta dagli storici problemi connessi all'insularità e dal conseguente aggravio della bolletta energetica regionale. Per garantire la sostenibilità della politica energetica regionale, risultano di fondamentale importanza le seguenti azioni svolte dalla Regione Sarda o in via di svolgimento: rielaborazione del Piano energetico regionale e sua contestuale Valutazione Ambientale Strategica (VAS); promozione di modalità di generazione sostenibili; - redazione di piani attuativi per specifiche linee d'azione (es. fonti rinnovabili); campagna per l'energia sostenibile articolata nelle due linee d'azione: risparmio ed efficienza energetica e comunità sostenibili (per ridurre l'impatto della produzione di energia); promozione di progetti pilota, quali foresta sostenibile (produzione di energia da biomassa come elemento della gestione economica del bosco) e risparmio energetico in edilizia (integrazione delle politiche energetiche sostenibili nella pianificazione urbanistica). La Regione Sardegna è stata ammessa al parternariato della Campagna per il Decollo il 31 marzo 2003. CTO è l'acronimo di Campaign for Take-Off for Renewable Energies, la Campagna Europea per il decollo delle energie rinnovabili. La Campagna fa parte della strategia e del piano di azione della Comunità Europea sulle fonti energetiche rinnovabili, che mira al raggiungimento nel 2010 di un tasso minimo di penetrazione del 12% delle fonti energetiche rinnovabili nell'Unione Europea. L'attuazione della strategia e del piano di azione presentati nel Libro bianco vengono seguite attentamente, nel quadro del programma ALTENER, per valutare i progressi realizzati in termini di penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili. Con l'adesione alla CTO la Regione Sardegna si propone come una tra le più importanti realtà territoriali italiane nel settore delle FER, e probabilmente anche di tutta l'Unione Europea, essendo tra le poche Regioni europee ad aver sottoscritto l'adesione nonché per il contributo che l'attuazione della strategia regionale darebbe al perseguimento degli obiettivi generali della Campagna (quantificabile per il solo settore eolico nel 20% del totale).
Obiettivi del progetto
Il progetto per il Centro di Competenza rappresenta un importante passo nella realizzazione della strategia regionale per la ricerca: prende forma il principale obiettivo del Piano regionale per la ricerca e lo sviluppo tecnologico delle imprese e del territorio, che identifica infatti, quale percorso di sviluppo nel campo delle dell'ambiente, energia e materiali, la creazione di Cluster Innovativi Territoriali tra i vari attori del mondo della ricerca e dell'impresa. Parallelamente, il Centro di Competenza, rappresenta un importante strumento a supporto del Piano Energetico Ambientale Regionale nel conseguimento dei programmi di riduzione delle emissioni nocive secondo i Protocolli di Montreal, di Kyoto, di Goteborg, compatibilmente con le esigenze generali di equilibrio socio-economico e di stabilità del sistema industriale esistente facendo ricorso alle FER ed alle migliori tecnologie per le fonti fossili Inoltre la caratterizzazione significativa del Piano Energetico Ambientale Regionale deriva dalla diversificazione delle FER, che se da un lato ha ridimensiona l'eolico, dall'altro ha promosso il ricorso al solare termico e fotovoltaico, con ipotesi di applicazione del solare termodinamico. Forte attenzione è dedicata al comparto produttivo manifatturiero e agricolo attraverso lo sviluppo di processi di filiera tendenti a valorizzare le produzioni agricole per la produzione di biocombustibili ed agricolo - forestali per la produzione di energia dalle biomasse. Sempre a sostegno delle attività produttive è favorito il ricorso all'autoproduzione di energia da piccoli impianti eolici diffusi sul territorio. L'idea di sviluppare un Centro di Competenza FER, nasce non solo dall'esigenza di fornire risposte concrete al tema della sostenibilità ambientale, direttamente legato al campo energetico, ma anche come occasione per valorizzare e ottimizzare l'impiego delle risorse naturali, incrementare il ricorso alle fonti rinnovabili e gestire in modo sostenibile le risorse convenzionali in Sardegna, creando modelli da sperimentare con progetti dimostrativi e impianti pilota, suscettibili poi di essere ampliati e trasferiti ad altre realtà territoriali. I punti di forza sui quali fa perno lo sviluppo del Centro di Competenza sono: la presenza in Sardegna di un importante nucleo di competenze e conoscenze scientifiche nel campo delle FER; la presenza di importanti competenze di ricerca scientifica e tecnologica; la presenza in regione di Sardegna Ricerche che funge da importante elemento catalizzatore e di orientamento dei processi di sviluppo e innovativi; la presenza di centrali di produzione idroelettrica; condizioni ottimali per la diversificazione delle fonti di energia. Un obiettivo è quello di affrontare e almeno ridurre i punti di debolezza che sono: elevati costi nella produzione di energia e scarsa innovazione tecnologica degli impianti esistenti; scarsa diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili e da risorse endogene; eccessiva dipendenza dal petrolio; scarsa diffusione delle tecnologie per risparmio energetico e per la protezione dell'ambiente. Il progetto per lo sviluppo del Centro di Competenza fa perno sull'attivazione di tre ''laboratori tecnologici'' nei quali convergeranno le attività e le competenze scientifiche e tecnologiche del Centro di Competenza rappresentate dalle imprese, dalle università e dai centri di ricerca. I ''laboratori tecnologici'' consentiranno inoltre di arricchire la dotazione tecnologica e il know-how del Centro di Competenza al servizio di tutti gli operatori coinvolti. Da tali ''laboratori'' dovrà nascere il principale impulso per la realizzazione di attività di ricerca applicata e di valorizzazione dei risultati scientifici in ambito industriale: in tal senso, i laboratori opereranno quali operatori di start-up di nuove iniziative imprenditoriali ad elevato contenuto tecnologico. I LABORATORI: - ''Lab. 1 - Solare Termodinamico e Idrogeno da FER''; - ''Lab. 2 - Fotovoltaico''; - ''Lab. 3 - Biocombustibili / Biomasse''. LE ATTIVITÀ DI RICERCA, SVILUPPO E FORMAZIONE: Verranno attivati specifici programmi di ricerca, sviluppo e sperimentazione sulle tematiche dei laboratori e sui seguenti temi: ''Edilizia sostenibile, integrazione dei sistemi''; ''Tecnologie per l'integrazione di sistemi di produzione distribuita di energia''. Il Programma verrà attivato attraverso le seguenti AZIONI CHIAVE: 1. Progettazione e servizi per lo start-up del Centro di Competenza; 2. Impianti, attrezzature e prototipi e servizi per i Laboratori Tecnologici; 3. Progetti di Ricerca, sviluppo e sperimentazione. Nello svolgimento delle suddette attività verranno coinvolte le strutture e le competenze esistenti nel sistema universitario, degli enti pubblici di ricerca e delle imprese operanti sul territorio.
Azioni previste dal progetto
Le azioni chiave sono gli strumenti attraverso i quali si realizzano i laboratori tecnologici previsti dai cinque metaprogrammi di cui al paragrafo precedente. Le azioni chiave previste dal CC.FER. sono le seguenti: 1. Progettazione e servizi per lo start-up del Centro di Competenza. 2. Impianti, attrezzature, prototipi e servizi per i Laboratori Tecnologici. 3. Progetti di Ricerca, sviluppo e sperimentazione. AZIONI - IMPORTI EURO: 1. Progettazione e servizi per lo start-up del Centro di Competenza: 500.000; 2. Impianti, attrezzature e prototipi per i Laboratori Tecnologici: 4.500.000; 3. Progetti di Ricerca, sviluppo e sperimentazione sui temi dei laboratori e sui temi individuati: 5.000.000. TOTALI: 10.000.000. PROGETTAZIONE E SERVIZI PER LO START-UP DEL CENTRO DI COMPETENZA: Attività: In questa azione sono comprese quelle attività orientate a: 1. definire una base dati e un sistema certo di conoscenza (audit) su tutte le iniziative che operano nel filone delle Fonti di energia rinnovabile, della loro dimensione operativa e del loro orientamento strategico, e che potrebbero avere interesse allo sviluppo del costituendo Centro di Competenza; 2. impostare e realizzare una serie di iniziative e attività di marketing per la promozione del Centro in altri ambiti nazionali e internazionali, anche con la finalità di attrarre presso il Centro di Competenza altre iniziative di produzione e di servizi afferenti il settore delle energie rinnovabili; 3. definire e realizzare iniziative, giornate, eventi, workshop e materiali di diffusione, presentazione e dimostrazione dei risultati realizzati nell'ambito del Centro di Competenza. Modalità amministrative e regime di aiuti Gli impegni di spesa previsti per la realizzazione delle attività sopra indicate saranno gestiti in forma diretta da Sardegna Ricerche secondo le procedure ad evidenza pubblica dettate dal proprio ''Regolamento di amministrazione'' e senza applicazione di regimi di aiuti. ATTIVITA' - IMPORTI Euro: Audit sul sistema FER, attività di marketing, attività di presentazione e diffusione risultati: 500.000,00. TOTALI: 500.000,00. IMPIANTI, ATTREZZATURE E PROTOTIPI PER I LABORATORI TECNOLOGICI: I Laboratori Tecnologici sono intesi come luoghi aperti di collaborazione tecnologica tra il sistema delle imprese e il sistema della ricerca e dell'innovazione operanti nel filone FER. L'avvio e il funzionamento di questi laboratori saranno realizzati attraverso le seguenti attività. Attività da realizzare: 1. acquisto di macchinari, attrezzature e infrastrutture tecnologiche e materiali di consumo necessari per la realizzazione delle piattaforme, applicazioni, protocolli, moduli da utilizzare per le attività di sperimentazione. Si prevede la realizzazione di prototipi da mettere a disposizione delle imprese. Modalità amministrative e regime di aiuti Gli impegni di spesa previsti per la realizzazione delle attività sopra indicate saranno gestiti in forma diretta da Sardegna Ricerche secondo le procedure ad evidenza pubblica dettate dal proprio ''Regolamento di amministrazione'' e senza applicazione di regimi di aiuti. 2. realizzazione di ''progetti cluster'' attraverso i quali gruppi di imprese appartenenti a filiere, settori, comparti o segmenti relativi alle tematiche sulle FER, attraverso il supporto di un gruppo di ricerca dedicato, affrontano problematiche connesse ai laboratori individuati. I Progetti Cluster produrranno prototipi, attività, risultati e conoscenze che saranno messi a disposizione, in modo diffusivo, sia delle imprese che hanno partecipato allo sviluppo del progetto sia delle altre imprese interessate appartenenti alla filiera, settore, comparto o segmento FER afferente il progetto sviluppato. I risultati raggiunti dai Progetti Cluster resteranno di proprietà della Regione Sardegna/Sardegna Ricerche, che li metterà a disposizione, in maniera non commerciale, sia delle imprese che hanno partecipato allo sviluppo del progetto sia delle altre imprese interessate. Modalità amministrative e regime di aiuti I Progetti Cluster non evidenziano l'erogazione di aiuti di stato, e i costi di attuazione saranno perciò finanziariamente a carico della Regione Sardegna. Gli impegni di spesa previsti per la realizzazione delle attività indicate saranno gestiti in forma diretta da Sardegna Ricerche secondo le procedure ad evidenza pubblica dettate dal proprio ''Regolamento di amministrazione''. 3. Al termine del progetto, i risultati raggiunti saranno divulgati e messi a disposizione di tutte le imprese interessate, partecipanti o meno al progetto. Verranno a tal fine organizzate attività di animazione economica (incontri, convegni, seminari, pubblicazioni) in occasione delle quali verranno illustrati gli obiettivi raggiunti e i risultati acquisiti Modalità amministrative e regime di aiuti Tali attività non evidenziano l'erogazione di aiuti di stato, e i costi di attuazione saranno perciò finanziariamente a carico della Regione Sardegna. Gli impegni di spesa previsti per la realizzazione delle attività indicate saranno gestiti in forma diretta da Sardegna Ricerche secondo le procedure ad evidenza pubblica dettate dal proprio ''Regolamento di amministrazione''. 4. Organizzazione di percorsi formativi ad elevato contenuto scientifico e tecnologico funzionali alla creazione del capitale umano per le imprese e i centri di ricerca che partecipano ai laboratori Modalità amministrative e regime di aiuti Questa attività verrà attuata attraverso specifici bandi impostati secondo il regolamento comunitario 68/2001. 5. Realizzazione di specifici progetti di start up che, attraverso la realizzazione di nuove iniziative imprenditoriali, implementino e portino a realizzazione operativa le piattaforme, applicazioni, protocolli, moduli e prototipi sviluppati nell'ambito dei diversi laboratori. Modalità amministrative e regime di aiuti Questa attività verrà attuata attraverso specifici bandi impostati secondo i regolamenti comunitari 70/2001 e ''de minimis''. ATTIVITA' - IMPORTI Euro: 1. Laboratorio - Solare Termodinamico e Idrogeno da FER: 3.000.000,00; 2. Laboratorio - Fotovoltaico: 1.000.000,00; 3. Laboratorio - Biocombustibili / Biomasse: 500.000,00; TOTALI: 4.500.000,00.
Risultati attesi
Il Centro di Competenza sulle Energie Rinnovabili è stato predisposto al fine di conseguire i seguenti risultati: 1. LABORATORIO PER LO SVILUPPO DI TECNOLOGIE SOLARI TERMICHE TRADIZIONALI E A CONCENTRAZIONE E DI IDROGENO DA FER: Il Laboratorio ha come obiettivo lo sviluppo di tecnologie per l'energia solare termica e di idrogeno prodotto da FER, che, a medio termine, potrebbe rimpiazzare una significativa quota dell'energia del petrolio oggi utilizzata nei trasporti. Il Laboratorio sarà incentrato su attività di Ricerca e Sviluppo in grado di dimostrare: la fattibilità della produzione, efficiente, pulita e competitiva, di energia elettrica a partire dalla fonte energetica solare per arrivare ad una riduzione del costo del kWh prodotto e a una penetrazione delle centrali elettriche basate sul solare termodinamico nel mercato energetico; la fattibilità della produzione di un'energia alternativa ottenuta direttamente sotto forma di idrogeno dalla scomposizione dell'acqua in idrogeno ed ossigeno, grazie ad un'alta temperatura generata con l'energia solare. Le attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) e di innovazione tecnologica sui due aspetti indicati sono il nocciolo delle attività di sviluppo del Laboratorio, insieme allo sviluppo di modelli accurati per le proiezioni economiche da utilizzare ai fini dell'elaborazione di business plan di progetti industriali e commerciali. L'introduzione progressiva ma vigorosa nell'isola di questi due nuovi metodi innovativi è quindi auspicabile e di un grande interesse strategico. Risultati attesi: La realizzazione in Sardegna del Laboratorio, con le sue specifiche attività di R&S e di formazione, permetterà di: realizzazione prototipo impianto solare termodinamico a concentratori parabolici lineari di piccola scala basati su fluido termovettore ad olio diatermico; acquisire un ruolo di eccellenza nell'innovazione e nella gestione delle tecnologie solari termiche e delle tecnologie di produzione di idrogeno da FER; creare un punto di riferimento della ricerca aperto al Bacino del Mediterraneo e ai paesi extra-comunitari; dare un forte contributo all'attrazione di imprese ad alto tasso innovativo e con interessi nell'utilizzo dei servizi proposti dall'offerta dei Parchi Tecnologici della Sardegna; dare un forte contributo alla formazione avanzata in settori tecnologici ad alto contenuto conoscitivo; dare un contributo all'occupazione, diretta e indiretta, potendosi prevedere il coinvolgimento e la nascita di imprese locali (spin-off) per la produzione della componentistica relativa, e l'impiego di personale per le operazioni di manutenzione e gestione dei sistemi. Attività previste:fattibilità tecnica, sperimentazione e messa in opera del prototipo di impianto solare termodinamico; modellazione, ingegnerizzazione e realizzazione di sistemi complessi di captazione della radiazione solare e trasferimento su specchi parabolici lineari; modellazione, ingegnerizzazione e realizzazione di sistemi di accumulo termico; modellazione, ingegnerizzazione e realizzazione di sistemi di controllo, della strumentazione di misura, e del sistemi di acquisizione dati; esercizio e gestione dei sistemi realizzati interamente o parzialmente accoppiati; sviluppo di modelli predittivi quantitativamente accurati, sia ingegneristici che economici, e benchmark del software corrispondente, raccolta dati e creazione di banche dati. Si prevede di acquisire competenze nella progettazione e realizzazione di sistemi per la captazione della radiazione solare anche non ad alta temperatura. In particolare verranno sviluppate le attività di project management per lo sviluppo di nuovi prodotti, attività che si concretizzano nello studio della riduzione dei componenti, normalizzazione, modularizzazione, standardizzazione, ecc. 2. LABORATORIO FOTOVOLTAICO: Nell'ambito delle energie rinnovabili la produzione di energia elettrica mediante moduli fotovoltaici rappresenta un sistema dall'elevato valore strategico e ambientale. Un modulo fotovoltaico è un dispositivo in grado di convertire l'energia solare direttamente in energia elettrica. Il materiale in assoluto più usato per la sua realizzazione è il silicio. In forma mono o poli-cristallina per i cosiddetti moduli cristallini, che rappresentano la maggior parte del mercato, o in forma amorfa, distribuita su un letto di sostegno, per i cosiddetti moduli a film sottile. Quest'ultima tecnologia impiega minori quantità di silicio. Questo è importante perché il silicio, fortemente utilizzato nell'elettronica, inizia a scarseggiare. I produttori di silicio a fronte di un incremento del 200% della domanda, hanno risposto con un incremento del 60%. Questo porta ad un aumento del prezzo che può influire sul successo della ''corsa'' verso il fotovoltaico. Le prestazioni dei moduli fotovoltaici sono molto sensibili a parametri come il rendimento dei materiali, alla tolleranza di fabbricazione rispetto ai dati di targa, all'irraggiamento reale e all'angolazione con cui questo raggiunge la superficie, alla temperatura di esercizio dei materiali, che tendono ad ''affaticarsi'' in ambienti caldi e alla composizione dello spettro della luce. Per rendimento si intende il rapporto tra energia trasformata e distribuita rispetto all'energia solare complessivamente captata. Il rendimento complessivo di un modulo è inferiore o uguale a quello della singola cella peggiore tra quelle che compongono il modulo stesso. In genere il rendimento diminuisce di un punto percentuale su base annua, a causa dell'affaticamento dei materiali. Quanto scritto, ovviamente, rappresenta il quadro generale in cui il Centro di competenza può muoversi nella scelta delle azioni di ricerca e sviluppo. La scelta di questa tecnologia è legata a parametri ambientali (irraggiamento solare, ecc) particolarmente favorevoli e alla presenza di strutture e competenze locali nel campo dell'energia e ambiente. Risultati attesi: L'obiettivo generale è quello rispondere alla necessità di innovare il tessuto produttivo e individuare nuove produzioni ad alto contenuto tecnologico, anche con una visione rivolta verso mercati internazionali ad alto tasso di crescita. La struttura si propone di diventare il punto di riferimento locale per questo genere di impianti anche dal punto di vista della comunicazione e dell'incontro tra investitori, enti di ricerca pubblici e privati, gruppi industriali e, ovviamente, il mercato. La ricerca si focalizzerà sull'incremento dell'efficienza dei moduli fotovoltaici e sullo sviluppo di nuove tecnologie per il loro ottenimento. A breve si potrebbe prevedere la messa in funzione di impianti pilota per la produzione di silicio così da rendere indipendente quest'area da quella dell'industria elettronica. Un risultato importante è quello delle ricadute occupazionali, a vari livelli di specializzazione di medio e alto profilo. Attività previste: Studio di fattibilità tecnico-economica e ambientale per la diffusione del fotovoltaico nel territorio; integrazione con tradizionali reti di distribuzione dell'energia elettrica; sviluppo di nuove tecnologie per la costruzione di moduli fotovoltaici con particolare enfasi sull'aumento dell'efficienza e sull'abbattimento dei costi di produzione; elaborazione di piani di gestione e manutenzione degli impianti per ottimizzarne i costi di gestione; attività di diffusione e formazione sulle tecnologie fotovoltaiche. 3. LABORATORIO BIOCOMBUSTIBILI E BIOMASSE: I biocombustibili sono, in questo momento, l'unica fonte di energia rinnovabile, in forma liquida, disponibile sul mercato. Il bioetanolo e il biodiesel rappresentano l'alternativa per la sostituzione dei prodotti derivati dal petrolio e sono usati principalmente nel settore dei trasporti, in forma pura o miscelati a benzine e diesel in percentuali variabili. Il bioetanolo è il combustibile liquido più diffuso e largamente prodotto. Circa il 60% della produzione mondiale deriva da colture zuccherine (barbabietola e canna da zucchero o melassa). Altre colture includono il sorgo dolce, frutta varia e amidacee come granturco, frumento, patate, cassava. Tecnologie più avanzate permettono di utilizzare masse cellulosiche derivanti dal legno, dalla coltura dei boschi, da scarti industriali e dalla parte umida dei rifiuti solidi urbani. Il biodiesel è una miscela di composti organici ottenuta da sorgenti rinnovabili come oli vegetali, grassi animali e oli alimentari. La biomasse di partenza deriva dalla coltivazione della colza, del girasole e della soia. Come sottoprodotti si ottengono anche glicerina e mangimi. La più grossa barriera per lo sviluppo dell'industria dei biocombustibili è economica. Solo un prezzo del petrolio costantemente al disopra di US$ 50 al barile, alle quotazioni odierne, rende conveniente la produzione di biocombustibili senza supporti governativi. Altrimenti convengono ancora i derivati del petrolio, seppure occorra tenere conto di altri fattori (inquinamento, non rinnovabilità delle fonti, ecc) che possono e devono spingere a scelte innovative. L'attuale produzione di biocombustibili nell'UE-25 è pari all'1% del mercato energetico del settore trasporti e l'obiettivo per il 2010 è di passare al 7.5%. Per rispettare la sua quota UE la Sardegna, nel 2010, dovrà essere in grado di produrre 60-65 ktep/anno, pari a 40-60 kHa di colture di biomasse. Allo stato attuale i valori sono di circa 13 ktep/anno tra biodiesel e bioetanolo, pari a circa 14 kHa di colture miste. L'UE nel 2007-2013 prevede investimenti sui biocombustibili con gli obiettivi di riduzione dei costi di produzione, sviluppo della tecnologia, espansione del mercato e, in generale, ottimizzazione della catena energetica ed economica. Risultati attesi: -Avanzamento delle tecnologie per la conversione delle biomasse in combustibili, energia elettrica e prodotti; -Avanzamento delle tecnologie di raccolta delle biomasse, del loro stoccaggio e gestione; -Identificazione; -Sviluppo di specifiche bioraffinerie; -In generale, Generazione delle condizioni per la creazione di una nuova bio-industria regionale. Attività previste: -Sviluppo di strumenti di R&S sulla filiera biomasse-biocombustibili; -Elaborazione di un Programma Strategico Regionale sulle biomasse e sviluppo di tutte le attività necessarie all'attuazione dello stesso; -Sviluppo delle condizioni per una penetrazione significativa nel mercato delle tecnologie delle biomasse; -Formazione di personale in grado di collaborare all'attuazione del programma strategico; -Formazione di personale in grado di eseguire attività di R&S; -Verifiche periodiche sul raggiungimento degli obiettivi parziali e totali fissati dal Programma Strategico Regionale. SCHEDE TEMATICHE DI RICERCA: -Edilizia sostenibile, integrazione dei sistemi; -Tecnologie per l'integrazione di sistemi di produzione distribuita di energia; 4. EDILIZIA SOSTENIBILE INTEGRAZIONE DEI SISTEMI: I paesi della Comunità Europea si sono impegnati ad introdurre norme sempre più restrittive per rispettare gli accordi di Kyoto e ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'ambiente. L'abbassamento del fabbisogno energetico per il riscaldamento sembra essere una risposta al dibattito sul crescente inquinamento atmosferico ed appare come la misura più efficace e più rapida per il raggiungimento degli obiettivi. Il settore dell'edilizia assorbe il 45% dell'energia prodotta in Europa, produce il 50% dell'inquinamento atmosferico, consuma il 50% delle risorse sottratte alla natura. Di questa enorme quantità quasi il 57% è speso nel riscaldamento degli ambienti (in Italia sfiora il 30% del totale), il 25% per l'acqua calda, l'1% per usi elettrici. I consumi di energia nel settore edilizio sono, dunque, valutabili in termini di consumi di energia primaria e quindi in termini di inquinamento globale prodotto. Per ridurre di una significativa percentuale tale consumo primario e le relative emissioni di gas serra occorre risparmiare energia, quindi ridurre il fabbisogno energetico dell'edifico conservando l'energia in esso contenuta, limitandone le dispersioni e garantendo nel contempo la salubrità e la qualità all'interno. Le esperienze positive dei paesi del nord Europa dimostrano chiaramente che una struttura ben progettata e realizzata correttamente è la via più pratica e al tempo stesso più economica per il risparmio energetico e, conseguentemente, per la salvaguardia del nostro ambiente. La ricerca dunque si focalizza su due aspetti principali: a) ridurre al minimo le perdite, sfruttare a pieno l'inerzia termica del prefabbricato, rinunciando ad un impianto di riscaldamento tradizionale, con evidente risparmio energetico in termini di energia primaria e riduzione di emissioni di anidride carbonica; b) consentire l'utilizzo di energie rinnovabili per la copertura del fabbisogno residuo, quindi promuovere l'energia pulita in accordo alla politica europea. Risultati attesi: Proporre un modello eco-intelligente di riferimento, per la diffusione dell'utilizzo nell''edilizia di elementi ad alta efficienza energetica e ambientale, nonché standard di efficienza per la riduzione dei consumi di energia e di acqua, rispettando canoni di estetica architettonica ''contemporanea''. Altri obiettivi saranno: risparmio delle risorse; riduzione dell'impatto ambientale nell''utilizzo degli edifici; controllo intelligente (sia durante la costruzione che, soprattutto, nella successiva fase di gestione dell'edificio); qualità dell'aria; riciclo e riutilizzo delle acque; ricadute sul tessuto imprenditoriale (nuove tecnologie, nuovi investimenti, nuove professionalità, occupazione); apporto di contributi significativi, in termini di informazione strutturata, anche sugli strumenti urbanistici e regolamenti edilizi. Questa base informativa aiuterebbe a definire un programma di diversificazione delle fonti rinnovabili utilizzabili, quali sole, acqua, eolico, legno ed altro e di un migliore uso energetico rispetto agli attuali fabbisogni pubblici e privati). Attività previste: Si favorirà lo studio di sistemi software e hardware che favoriscano l'apporto di luce naturale; regolino l'illuminazione artificiale; controllino il microclima delle singole stanze in base al numero di persone. Progetto e messa in opera di un ambiente confinato prefabbricato dimostrativo ad alta efficienza energetica. Schede tecniche contenenti le informazioni relative alle caratteristiche termiche e meccaniche. Relazione tecnico-scientifica attestante i risultati ottenuti dal calcolo del fabbisogno energetico dell'edificio pilota, in termini di energia primaria consumata e di emissioni di CO2 rapporti delle prove di carico e delle prove di trasmittanza termica sui pannelli di rivestimento, copertura ecc. 5. TECNOLOGIE PER L'INTEGRAZIONE DEI SISTEMI DI PRODUZIONE DISTRIBUITA DELL'ENERGIA: L'utilizzo di tecnologie avanzate per l'integrazione di sistemi di produzione distribuita di energia, e quindi di Microgenerazione (MG), in una rete elettrica di distribuzione rappresenta uno strumento di grande importanza nell'ambito della realizzazione di politiche di sviluppo energetico sostenibile e di riequilibrio dell'impatto territoriale derivante dalla produzione di energia. In questo quadro, l'energia elettrica gioca un ruolo strategico nel sistema produttivo, essendo caratterizzata da doti ineguagliabili di flessibilità d'uso e di trasporto, nonché dalla disponibilità di una capillare rete di trasmissione e distribuzione. Nel contesto europeo, quello italiano è un sistema elettrico caratterizzato dalla necessità di rilevanti importazioni di energia dall'estero. Tale situazione risulta rischiosa perché eventuali contrazioni di approvvigionamenti delle fonti energetiche tradizionali avrebbero ripercussioni negative sul tessuto produttivo nazionale. Il divario esistente tra le varie regioni italiane poi, è stato individuato tra le cause di perdita di valore aggiunto della produzione nazionale e di spreco di risorse in termini economici e occupazionali. Gli indirizzi di riequilibrio a livello europeo ed a livello nazionale conducono a porre in essere, e sin da subito, una serie diversificata e complessa di provvedimenti. Nel campo della generazione dell'energia elettrica essi inducono, tra l'altro, all'introduzione di tecnologie innovative per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e inoltre inducono ad assumere provvedimenti di miglioramento del rendimento energetico (''efficientamento'') degli impianti esistenti. Risultati attesi: trasferimento tecnologico delle metodiche per il progetto, le tecniche per l'analisi e il controllo di sistemi elettrici complessi per un'ampia gamma di taglie; strumenti per la valutazione di impatti tecnico-economici dei possibili provvedimenti di incentivazione all'uso di specifiche fonti primarie; tecnologie innovative (quali la superconduttività SMES) e l'elettronica di potenza (Front-End, dispositivi di compensazione dei disturbi della Qualità del servizio) nei sistemi di controllo e monitoraggio delle reti elettriche in presenza di MG; metodi avanzati per l'analisi di sicurezza, affidabilità e qualità dell'energia elettrica in condizioni di incertezza e variabilità di regime di produzione; sviluppo di sistemi di comunicazione e controllo per la gestione delle reti di distribuzione innovative; sistemi di diagnostica intelligente predittiva per lo sviluppo di sistemi ''smartgrid''; sviluppo di microreti industriali per il miglioramento dell'efficienza energetica e la riduzione del costo di approvvigionamento energetico. Attività previste: reti elettriche innovative di distribuzione in CC e/o in CA (reti di distribuzione attive) in presenza di MG e relative tecniche di gestione e controllo; strumenti per l'analisi di sicurezza, affidabilità e qualità dell'energia elettrica nelle reti; strumenti per analisi di impatti tecnici ed economici degli investimenti e della gestione per tener conto delle regole del libero mercato; sistemi di monitoraggio ad architettura distribuita della rete di distribuzione attiva; nuove protezioni (anche basate su tecniche di rilevazioni non convenzionali) contro le sovracorrenti e contro le sovratensioni nelle reti di distribuzione attive; soluzioni innovative di dispositivi in tecnica elettronica finalizzati all'ottimizzazione dell'interfaccia della microgenerazione sia alla rete di distribuzione e tra reti in CC e n CA; soluzioni innovative di dispositivi in tecnica elettronica finalizzati alla funzionamento ottimale di una rete di distribuzione attiva; verifica e certificazione degli impianti da fonti rinnovabili. 10 PROGETTI DI RICERCA, SVILUPPO E SPERIMENTAZIONE: Attività da realizzare: Per sviluppare funzionalmente le piattaforme, le applicazioni, i protocolli, i moduli e i prototipi sviluppati nell'ambito dei diversi Laboratori, è prevista la possibilità, sia per le imprese che hanno partecipato allo sviluppo del progetto sia di altre imprese interessate, di realizzare specifici Progetti di R&S, che devono riguardare attività di ricerca industriale e/o attività di sviluppo pre-competitivo, e Servizi per l'Innovazione e il Trasferimento Per ''attività di ricerca industriale'' si intendono attività di ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare tali conoscenze per mettere a punto nuovi prodotti, processi produttivi o servizi o permettere un netto miglioramento dei prodotti, processi produttivi o servizi esistenti. Comprende la creazione di componenti di sistemi complessi necessaria per la ricerca industriale, in particolare per la validazione di tecnologie generiche, ad esclusione dei prototipi di cui alla definizione successiva; Per ''attività di sviluppo sperimentale'' si intende l'acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale e altro, allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati. Può trattarsi anche di altre attività destinate alla definizione concettuale, alla pianificazione e alla documentazione concernenti nuovi prodotti, processi e servizi. Tali attività possono comprendere l'elaborazione di progetti, disegni, piani e altra documentazione, purchè non siano destinati ad un uso commerciale. Rientra nello sviluppo sperimentale la realizzazione di prototipi utilizzabili per uso commerciali e di progetti pilota destinati a esperimenti tecnologici e/o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodotto commerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida. L'eventuale, ulteriore sfruttamento di progetti di dimostrazione o di progetti pilota a scopo commerciale comporta la deduzione dei redditi così generati dai costi ammissibili. Sono inoltre ammissibili aiuti alla produzione e al collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non possano essere impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali. Lo sviluppo sperimentale non comprende tuttavia le modifiche di routine o le modifiche periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anche se tali modifiche rappresentino miglioramenti. I Servizi per l'Innovazione e il Trasferimento Tecnologico che possono beneficiare delle agevolazioni previste dalle presenti Direttive di Attuazione sono finalizzati alla: a) realizzazione di nuovi prodotti e/o servizi dai quali emergano rilevanti novità, sotto il profilo delle prestazioni funzionali, rispetto alla attuale offerta del mercato; b) adozione di nuove tecnologie, realizzate all'interno dell'impresa o acquisite dall'esterno, per migliorare i processi di produzione dei prodotti/servizi esistenti o di nuovi prodotti/servizi; c) innovazione del processo aziendale, o una riorganizzazione del medesimo, finalizzata ad un sensibile miglioramento della qualità/quantità dei prodotti/servizi e/o della efficienza/efficacia dei processi produttivi. Sia nel caso di Progetti di R&S che dei Servizi per l'Innovazione e il Trasferimento Tecnologico possono essere richiesti aiuti anche per la realizzazione di attività dimostrative e di divulgazione (organizzazione di seminari tecnici, pubblicazione su riviste specializzate e di settore) finalizzate alla diffusione della conoscenza delle tecnologie sviluppate, dei prodotti e dei servizi, e alla presentazione degli stessi come casi di successo, nella logica della ''best pratice''. Modalità amministrative e regime di aiuti Queste attività verranno attuate attraverso specifici bandi che applicano regimi di aiuto già definiti e impostati secondo il Regolamento comunitario 70/2001 o altri eventualmente da notificare alla Commissione UE.
Risultati conseguiti

Quali sono state le principali difficoltà affrontate nella realizzazione del progetto?
Note aggiuntive sulle criticità riscontrate
Parte 3: PROGETTO - aspetti specifici
Partnership
Se il progetto prevede partnership istitizionali, indicare ruolo svolto da ciascun soggetto coinvolto
Regione Autonoma della Sardegna: Il Centro Regionale di Programmazione ha effettuato verifica della fattibilità economica ed amministrativa dell'iniziativa.
Se il progetto prevede partnership pubblico-privato, indicare il ruolo svolto da ciascun partner privato
Organizzazione
Professionalità coinvolte
Professionisti del mondo accademico, della ricerca, esperti di settore, esponenti dell'industria e del mondo economico ed imprenditoriale.
Il progetto ha comportato nuove modalità organizzative?
X No
Descrivere sinteticamente le soluzioni/cambiamenti organizzativi adottati
Il progetto ha richiesto una formazione specifica del personale?
X No
 
Per la realizzazione del progetto, sono state adottate particolari tecnologie ICT?
X Sì (descrivere)
 
In corso di realizzazione
Sono state effettuate iniziative di comunicazione istituzionale?
X Sì (descrivere)
 
Al momento della presentazione dell' iniziativa sono previste azioni di promozione di elevato profilo, attività di comunicazione istituzionale a livello regionale, nazionale ed europeo, ed è in corso l'organizzazione di un importante convegno sul tema delle fonti di energia rinnovabile con il coinvolgimento dei maggiori esperti internazionali.
Risorse
Costo complessivo del progetto
10.000.000 Euro
Il progetto è stato finanziato con
X Fondi interni