Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Sviluppo dei processi di innovazione

mercoledì 1 agosto 2007


Proposta delle Regioni

per lo sviluppo dei processi di innovazione

nelle amministrazioni pubbliche e nella società.

 

Questo documento è il contributo delle regioni italiane alla definizione di un piano nazionale per lo sviluppo della società dell’informazione e dell’e-government nel nostro paese. Il suo obiettivo è consentire una drastica accelerazione dei processi di innovazione, la semplificazione dei meccanismi di attuazione e una migliore allocazione delle risorse nazionali anche in relazione a quelle disponibili a livello locale.

Questo documento fa riferimento alle linee strategiche elaborate dal Ministro per le riforme e le innovazioni nelle pubbliche amministrazioni, al memorandum di intesa definito tra le Regioni ed il Ministro nel dicembre del 2006 e alle elaborazioni dei gruppi di lavoro istituiti nell’ambito della Commissione permanente per l’innovazione nelle regioni e negli enti locali.

 

1.

L’azione delle Regioni per l’innovazione nelle amministrazioni  pubbliche e nella società e la riorganizzazione federalista della Pubblica Amministrazione.

 

Di particolare evidenza è il ruolo che le Regioni e le pubbliche amministrazioni locali (comuni, province, comunità montane) hanno svolto nel corso negli ultimi anni nella innovazione dell’amministrazione e nella promozione dell’effettivo utilizzo delle tecnologie ICT come risorsa abilitante per lo sviluppo locale, confermando anche in Italia tendenze ed esperienze già sperimentate in altre regioni europee.

Tanto più significativo è questo ruolo nel momento in cui l’architettura dello Stato italiano si è modificata profondamente in senso federalista. 

La relazione tra le tecnologie ICT e l’obiettivo di progettare e riorganizzare l’amministrazione pubblica in senso federale, appare infatti una relazione peculiare che consente di poter affermare che le tecnologie di rete sono possono essere considerate “tecnologie abilitanti per il federalismo”.

E’ possibile infatti considerare la trasformazione dello stato in senso federale come una straordinaria e irripetibile opportunità di riorganizzazione della maggior parte della pubblica amministrazione italiana. In questa trasformazione sono coinvolte una molteplicità di amministrazioni, soprattutto a livello locale - 21 regioni e province autonome, 103 province,  8100 comuni - chiamate a svolgere nuove funzioni e ad erogare nuovi servizi e una pluralità di attori del mondo delle associazioni, delle categorie economiche, delle libere professioni, del volontariato, del mondo delle “public utilities” e altri ancora che svolgono un ruolo determinante nella catena di erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese..

L’attuazione del federalismo non è solo un processo politico, o una questione di ingegneria normativa, ma anche il più imponente e profondo processo di riorganizzazione della macchina amministrativa pubblica. E’ come se la più grande azienda italiana  di servizi decidesse di riorganizzarsi profondamente, spostando la maggior parte dei suoi processi decisionali e gestionali dal centro al territorio. Possono derivarne grandi benefici in termini di efficienza e di economicità di gestione solo se questa riorganizzazione coincide con una radicale innovazione delle tecnologie di processo, di servizio e di gestione.

In altri termini, se questa riorganizzazione avviene senza innovazione tecnologica, non solo non si producono vantaggi in termini di efficienza e di economicità, ma, con ogni probabilità, si avrà un aumento complessivo dei costi del settore pubblico.

E’ quindi nella riorganizzazione e nella innovazione del settore pubblico locale che risiede la chiave per garantire non solo la sostenibilità economica dell’attuazione del federalismo, ma anche l’opportunità di migliorare drasticamente efficienza e qualità della pubblica amministrazione.

La numerosità degli enti coinvolti, e la relativa omogeneità dei processi innovativi che è necessario attivare (ad es. i servizi che deve erogare un comune sono molto simili a quelli di ogni altro comune) possono consentire grandi risparmi se il processo innovativo viene indirizzato e governato in ogni territorio con una programmazione intelligente e capace di mettere a fattor comune risorse e obiettivi

Ma la riforma dell’amministrazione di tipo federalista è anche una grande opportunità per una efficace gestione del cambiamento: è l’opportunità di una discontinuità organizzativa tale da minimizzare le resistenze al cambiamento che generalmente caratterizzano le innovazioni organizzative abilitate dalle tecnologie ICT.

Per un governo che si propone di innovare radicalmente processi e servizi della Pubblica Amministrazione mediante l’utilizzo delle tecnologie di rete, non vi è opportunità migliore di quella di collocare questa azione innovativa all’interno di una più vasta e generale ridefinizione di poteri, competenze e ruoli orientata al trasferimento sul territorio delle funzioni di coordinamento e delle responsabilità di attuazione.

 

2. 

Necessità di un piano di azione nazionale per l’innovazione nella società e nell’amministrazione

E’ necessario e urgente oggi semplificare e organizzare la molteplicità delle iniziative avviate e dei numerosi documenti elaborati a livello nazionale e locale, definendo uno specifico piano di azione per l’innovazione nella società e nell’amministrazione, dotato di adeguate risorse economiche e di meccanismi di attuazione chiari, efficaci e condivisi.

Un piano di azione pluriennale che consenta di far convergere risorse nazionali, regionali ed europee verso obiettivi ben definiti, ragionevolmente conseguibili in tempi contenuti, misurabili nel loro processo di attuazione e nei loro risultati.

Appare indispensabile che il piano d’azione nazionale contenga tutte le azioni, ed i relativi finanziamenti, che i diversi ministeri attuano nei confronti dello sviluppo della società dell’informazione In particolare il piano dovrà assicurare il coordinamento tra Ministeri con competenze trasversali (Innovazione e Affari regionali in primo luogo) e tra questi e i ministeri tematici (Lavoro, Ambiente, Trasporti, Sanità, Turismo, …) garantendo che le azioni di settore siano ricondotte ad uno scenario organico ed unitario.

L’assenza di questo piano nazionale produce dispersione di energie, impedisce di identificare le priorità, genera inefficienza nella allocazione di risorse, produce rischi di disomogeneità nei processi di attuazione già avviati o in corso di avviamento.

In particolare il piano di azione che le Regioni sollecitano e propongono dovrà prevedere, tra gli altri, i seguenti obiettivi e assi di intervento.

·        L’integrazione e il consolidamento delle infrastrutture realizzate a livello regionale, al servizio degli enti locali del territorio e della cooperazione tra regioni e tra regioni e stato. Di tali infrastrutture fanno parte i servizi per l’accesso in rete che dovranno essere disponibili per tutti i cittadini e le imprese.

·        Il completamento ed il consolidamento dei processi innovativi che riguardano i processi interni delle amministrazioni regionali e degli enti locali, i loro uffici e gli enti ad essi riferibili.

·        Il completamento, il consolidamento e la disponibilità delle grandi “anagrafi” nazionali a partire da quelle della popolazione, del territorio, delle imprese e della conoscenza.

·        L’estensione dei processi innovativi negli enti locali mediante il completamento ed il consolidamento delle azioni di sostegno e di affiancamento territoriale destinate a comuni, province e comunità montane

·        Lo sviluppo dei principali sistemi verticali di settore (Sanità, Lavoro, Fisco, Turismo, Industria, Agricoltura, Cultura, Trasporti, Formazione, Ambiente, Trasporti, etc.) sia per lo sviluppo dell’innovazione amministrativa, sia per lo sviluppo più generale dell’innovazione specifica di ogni settore.

·        Lo sviluppo dei settori produttivi mediante l’utilizzo delle ICT e per la loro produzione

·        La promozione dell’inclusione sociale mediante il superamento delle molteplici dimensioni del digital divide.

·        La promozione e diffusione dei processi di partecipazione

 

Elemento distintivo di tale piano di azione saranno i meccanismi di governo e di attuazione dei processi innovativi. 

E’ necessario infatti superare l’attuale frammentazione dei luoghi di concertazione e di decisione tra stato, regioni ed enti locali e la pluralità delle strutture di intervento nazionali.

E’ necessario individuare modalità di attuazione che, sulla base delle criticità rilevate nelle esperienze passate, privilegino la semplicità amministrativa e gestionale, la rapidità di attuazione, il conseguimento del risultato.

Anche il governo dell’innovazione è un procedimento pubblico da semplificare.

Meccanismi di governo, assi di intervento e obiettivi sono di seguito sinteticamente descritti.

 

3.

Strumenti e strutture per la tempestiva attuazione del piano e per il governo efficace dei processi di innovazione

Le tecnologie ICT non sono soltanto un utensile del federalismo e il loro uso non e’ neutrale rispetto a scelte organizzative e decisioni politiche. Esse stesse devono essere oggetto di processi di governo che vedano la partecipazione, con ruoli e competenze diverse, di amministrazioni statali, regioni ed enti locali.

E’ accaduto che la relativa novità della materia, e la scarsa consapevolezza, da parte del legislatore, del valore politico ed organizzativo di tale risorsa, hanno prodotto limitate o generiche indicazioni normative e scelte tecniche che hanno prodotto importanti conseguenze politiche ed organizzative

Questa trascuratezza è stata anche una opportunità perché ha evitato l’irrigidimento prodotto da prescrizioni normative grossolane, ed ha consentito che il tema del governo delle tecnologie ICT fosse approfondito e sviluppato utilizzando logiche aderenti alla natura della risorsa da governare.

L’attitudine cooperativa ha caratterizzato quindi questa esperienza, che ha prodotto strumenti e pratiche di governo del tutto inedite e particolarmente efficaci nel garantire, tra le regioni, la condivisione della progettazione e della gestione delle risorse tecnologiche.

Queste esperienze si sono tradotte, in alcune regioni, nella emanazione di specifiche ed innovative leggi regionali relative alla società dell’informazione che rappresentano oggi un interessante elemento di riferimento anche a livello europeo.

E’ a tale insieme di esperienze che può fare riferimento l’individuazione di meccanismi di governo adeguati alle caratteristiche del piano di azione precedentemente descritto.

Nell’attuazione di tale piano è necessario prevedere:

  • L’individuazione di un unico luogo di elaborazione, condivisione e verifica del piano e della sua attuazione, evitando la proliferazione dei gruppi di lavoro e dei tavoli tecnici. Tali luoghi di concertazione, se ed in quanto ritenuti necessari, devono fare riferimento agli attori istituzionali (Ministeri) che possono garantire l’attuazione operativa, a livello nazionale, delle iniziative avviate.
  • La conferma delle regioni come soggetto responsabile della realizzazione delle infrastrutture a livello territoriale e della necessità di erogare adeguati, economici  ed efficienti servizi di natura infrastrutturale (dalla connettività ai servizi di cooperazione, dai servizi di identificazione ai sistemi di erogazione) destinati agli enti locali, ai cittadini ed alle imprese.
  • L’individuazione esplicita e convinta delle regioni come responsabili del coordinamento, della promozione e dell’assistenza a livello territoriale dei processi di innovazione, non in virtù di formali attribuzioni di competenze, ma sulla base di una effettiva capacità di governo e di concertazione a livello territoriale.
  • La possibilità, in relazione alla verificata incapacità di alcune regione di assolvere tempestivamente alle responsabilità precedentemente indicate, di prevedere forme temporanee di affiancamento sostitutivo da parte dello Stato o di altre Regioni).
  • L’allocazione delle risorse economiche mediante accordi di programma regionali specificamente orientati all’attuazione del piano nazionale, sui quali dovranno confluire risorse nazionali, regionali ed europee. La programmazione regionale rappresenta lo strumento di attuazione locale delle linee guide strategiche concertate a livello nazionale con le Regioni e gli Enti Locali.
  • La razionalizzazione delle strutture nazionali destinate alla promozione ed al sostegno dei processi di innovazione nelle pubblica amministrazione, diminuendo l’attuale numerosità di tali strutture e distinguendo tra funzioni di indirizzo tecnico e organizzativo, funzioni di gestione delle infrastrutture nazionali e funzioni di assistenza. Tale razionalizzazione dovrà prevedere necessariamente una caratterizzazione in senso federale di tali strutture, garantendo una diretta partecipazione delle regioni al governo delle strutture ed una loro eventuale articolazione regionale  a partire dalle funzioni di assistenza. In tale contesto potrà essere adeguatamente valorizzata l’esperienza della rete dei Centri Regionali di Competenza (CRC)
  •  

    Infine, con l’obiettivo di accelerare l’attuazione delle innovazione dell’amministrazione e dei sistemi produttivi e sociali, nei diversi “settori  verticali” indicati nel piano di azione (Sanità, Lavoro, Fisco, Turismo, Industria, Agricoltura, Cultura, Trasporti, Formazione etc.), le Regioni propongono di fare della cooperazione interregionale la leva per conseguire risultati nazionali caratterizzati da rapidità di attuazione, verificabilità dei risultati e economicità di realizzazione. La logica del “sistema federato” e non centralizzato, quando adottata, ha dato buoni risultati ed ha assicurato un migliore coinvolgimento dei diversi livelli amministrativi e dei loro territori.

    In altri termini si propone di individuare per ognuno dei settori individuati uno o più sistemi regionali già operativi e tali, per caratteristiche tecniche ed organizzative, da rappresentare una adeguata esperienza di riferimento. Tali sistemi, opportunamente verificati e adeguatamente consolidati, potranno essere trasferiti alle altre regioni, consentendo di conseguire rapidamente un risultato “nazionale”.

    Tale proposta si basa su strutture ed esperienze di cooperazione interregionale già operative e sperimentate nel corso degli ultimi anni, e tali da garantire il conseguimento dei risultati attesi, anche mediante il sostegno di una comunità professionale che si è formata in questi anni sulla base di concrete pratiche di cooperazione.

    In tale contesto di cooperazione possono essere costituiti sul territorio centri di competenza specifici e tali da costituire una rete di competenze di riferimento per tutta la pubblica amministrazione e un luogo di stimolo e verifica dell’offerta di  mercato.

    Tale proposta consentirebbe di applicare al governo dell’innovazione nazionale modelli organizzativi tipici della rete e tali da accelerare significativamente il conseguimento di risultati utili per l’intero paese, assicurare un adeguato coinvolgimento dei diversi livelli amministrativi e  favorire un contenimento della spesa pubblica.

     

    4.

    Obiettivi ed assi di intervento del piano nazionale

    Obiettivi e assi di intervento che le Regioni propongono per la definizione del piano nazionale sono di seguito sinteticamente descritti.

     

    4.1

    Completamento e consolidamento delle infrastrutture realizzate a livello regionale, a servizio degli enti locali del territorio, dei cittadini e delle imprese, e per la diffusione della larga banda.

    L’innovazione della società e dell’amministrazione richiede che in ogni territorio regionale vi sia la disponibilità di servizi infrastrutturali tali da raggiungere tutte le località, soprattutto quelle meno servite da infrastrutture tradizionali, e tali da consentire livelli di servizio adeguati per quantità e qualità.

    Sono servizi infrastrutturali sia quelli di interconnessione (larga banda), sia quelli che, nell’utilizzo della interconnessione, garantiscono sicurezza e consentono accesso digitale (identificazione e sistemi di erogazione), interoperabilità dei sistemi (cooperazione) e funzioni trasversali quali, ad esempio, il pagamento dei servizi.

    Due sono gli ambiti di intervento.

    Il primo riguarda i servizi infrastrutturali della amministrazione regionale e di tutti gli enti locali del territorio (Sistema Pubblico di Connettività regionale). Questi servizi sono in fase di avanzata attuazione nella maggior parte dei territori regionali, ma è necessario garantire il loro consolidamento e completamento, e la loro evoluzione in termini di servizi disponibili e modalità di gestione.

    Il secondo riguarda gli interventi di infrastrutturazione del territorio (larga banda che, in accordo con le strategie nazionali, hanno l’obiettivo di creare le condizioni favorevoli a consentire investimenti da parte degli operatori di mercato su tutto il territorio, in particolare laddove tali condizioni non sono assicurate da una domanda di servizi ancora latente. Tali interventi si basano su una attenta individuazione del mix ottimale di caratteristiche economico-anbientali e tecnologie disponibili (fibra, wireless, satellite), al fine di ottimizzare costi, qualità dei risultati e rapidità di attuazione.

    Occorre accelerare la realizzazione di tali infrastrutture in molte regioni italiane e garantire che gli investimenti nazionali in tale direzione consentano alla regione un governo unitario di tutte le infrastrutture realizzate.

     

    Obiettivi saranno tra gli altri:

  • Il consolidamento e completamento, in ogni regione, della rete della pubblica amministrazione regionale con l’obiettivo di garantire interconnessione adeguata per tutti gli enti locali del territorio e per tutti gli uffici e gli enti della regione
  •  

  • La disponibilità di collegamenti di larga banda (in fibra ottica o con tecnologie wireless e satellitari) per tutti i cittadini, le imprese, le organizzazioni  pubbliche e private italiane
  •  

  • Il consolidamento,  di strutture regionali in grado di fornire al territorio i servizi infrastrutturali (servizi di sicurezza,  interoperabiolità, identificazione e accesso, ecc..) ricercando in questo economie di scala a garanzia della sostenibilità.
  •  

    4.2    Il completamento ed il consolidamento dei processi innovativi che riguardano i processi interni delle amministrazioni regionali e degli enti locali, i loro uffici e gli enti ad essi riferibili.

    L’innovazione dei processi interni di ogni amministrazione ed ente locale, un drastico innalzamento dei livelli di qualità e di efficienza dei servizi resi dagli uffici, un significativo ridimensionamento dei costi di funzionamento rappresentano condizioni necessarie per lo sviluppo economico del paese.

    Oggi le amministrazioni pubbliche locali stanno attuando importanti investimenti, sia nel funzionamento interno della “macchina” amministrativa (sistemi di contabilità, di gestione del personale, di gestione dei processi amministrativi) sia in alcuni importanti ambiti di servizio. Tale impegno va sviluppato  e consolidato, in particolare mediante:

     

  • Un forte orientamento al servizio, attraverso il coinvolgimento di cittadini e imprese quali utenti attivi nell’orientare sviluppi e gestione dei nuovi servizi digitali
  •  

  • La disponibilità e l’integrazione delle informazioni gestite da ogni amministrazione e relative alle anagrafi più rilevanti: popolazione, territorio, imprese, beni culturali, etc.
  •  

     

  • L’utilizzo delle tecnologie come risorsa abilitante per la riorganizzazione complessiva dell’amministrazione, tale da favorire processi orizzontali di coordinamento e cooperazione
  •  

  • Un drastico miglioramento della capacità individuale di utilizzo delle tecnologie, mediante intensi e pervasivi processi formativi del personale dell’amministrazione
  •  

    4.3

    Il completamento, il consolidamento e la disponibilità delle grandi “anagrafi” nazionali a partire da quelle della popolazione, delle imprese, del territorio e della cultura.

    Lo sviluppo dell’innovazione sia nell’amministrazione che nella società richiede necessariamente che siano disponibili ed accessibili in forma digitale le informazioni riguardanti i principali “depositi di informazione” nazionali.o locali.

    Sono tali in primo luogo l’anagrafe della popolazione, l’anagrafe delle imprese, l’anagrafe del territorio, l’anagrafe della cultura, etc

    Per ognuna di tali anagrafi esistono oggi numerose raccolte di informazioni in formato digitale che si differenziano per caratteristiche semantiche, caratteristiche tecniche, livelli di aggiornamento, modalità di organizzazione e gestione, soggetti incaricati della raccolta e del trattamento.

    Questa grande varietà di raccolte informative sono anche caratterizzate da elevate aree di sovrapposizione e ridondanza, nonché, inevitabilmente, da frequenti incoerenze reciproche.

    A tale varietà concorrono spesso raccolte informative effettuate da amministrazioni nazionali interessate ad uno specifico dominio (ad es. ambiente, cultura, fiscalità, welfare, imprese), regioni, relativamente al loro territorio, enti locali relativamente alle loro competenze specifiche (ad es. i comuni relativamente all’anagrafe della popolazione). Esiste inoltre, per alcuni ambiti di informazione, insieme normativi specifici.

    Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono consentire oggi, anche sulla base dei risultati ancora parziali di alcuni importanti progetti nazionali (ad es. quelli relativi alle anagrafi della popolazione ed ai dati del territorio), di garantire sia l’estensione governata della digitalizzazione per tema e per territorio, sia l’interoperabilità delle raccolte informative, sia l’accessibilità alle informazioni nel rispetto di prescrizioni normative da adattare alle mutate opportunità tecnologiche.

    Tra tali prescrizioni normative, relativamente alle informazioni sulla popolazione, particolare rilevanza assumono le norme che garantiscono la tutela attiva della privacy.

    E’ necessario procedere rapidamente al lancio un insieme ristretto di grandi progetti nazionali che siano in grado, in tempi rapidi, di consentire a tutti gli attori dei processi innovativi, di disporre delle risorse informative indispensabili.

    Sono obiettivi tra gli altri:

  • La disponibilità di informazioni relative alla popolazione, tali da consentire il trattamento dei diversi ruoli di ogni cittadino/a (studente, lavoratore, assistito, proprietario etc.)
  • La possibilità di riferire ad ogni porzione di territorio l’insieme delle informazioni ambientali, geografiche, economiche, catastali che lo caratterizzano, e la disponibilità senza oneri di tali informazioni per ogni soggetto pubblico.
  • La disponibilità in formato digitale e senza vincoli di utilizzo del patrimonio artistico e culturale di ogni territorio (arte, storia, cinema, letteratura, musica etc.)
  •  

    4.4

    L’estensione dei processi innovativi negli enti locali mediante il completamento ed il consolidamento delle azioni di sostegno e di affiancamento territoriale destinate agli enti locali.

    E’ cruciale il ruolo degli enti locali, ed in particolare dei comuni, nella erogazione di servizi verso cittadini e imprese. E’ quindi fondamentale assicurare il pieno coinvolgimento degli enti locali nei processi innovativi, sostenendo la autonoma capacità di ogni amministrazione locale di generare innovazione amministrativa e di servizio. L’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che tale capacità, anche quando è sostenuta da un adeguata qualità professionale, se non si sviluppa nell’ambito di precisi quadri di riferimento territoriali, rischia di produrre dispersione di risorse e varietà di soluzioni incompatibili con i bilanci economici delle amministrazioni e tali da disorientare gli utenti finali. Occorre quindi che il sostegno agli enti locali non si limiti al mero finanziamento di progetti, ma faccia convergere le scarse risorse disponibili verso iniziative e progetti di sistema a livello regionale.

    Specifici interventi debbono essere previsti per adeguare le reti interne degli enti alle misure di sicurezza richieste dalle infrastrutture regionali e nazionali e per adeguare i sistemi informativi interni agli standard di cooperazione applicativa.

    Alcuni progetti di sistema sono già stati avviati in numerose regioni con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali.

    Per garantire il successo di queste iniziative, oltre ad una solida capacità di gestione a livello regionale, alle necessarie attività di concertazione istituzionale dovrà sommarsi la costituzione di comunità professionali capaci di condividere competenze, valori professionali e esperienze di realizzazione.

     

    Obiettivi significativi potranno essere tra gli altri

  • La fornitura agli enti locali di servizi di supporto, sia infrastrutturali che applicativi, tali da garantire piena responsabilità all’ente locale nella titolarità del servizio e, allo stesso tempo, economicità, qualità e sicurezza della componente tecnologica del servizio.
  •  

  • La realizzazione e la gestione di canali di erogazione di servizi a livello regionale, quali, ad esempio, portali web, tv digitale, telefonia mobile
  •  

  • La promozione e il sostegno di centri di competenza territoriali, eventualmente articolati a livello provinciale, e già in corso di costituzione, capaci di erogare servizi professionali, in particolare verso i comuni di piccole dimensioni.
  •  

  • L’interoperabilità e l’integrazione degli archivi digitali relativi alla popolazione, al territorio (catasto e fiscalità), alle imprese, ai beni culturali.
  •  

    4.5

    Lo sviluppo dei principali sistemi verticali di settore (Sanità, Lavoro, Fisco, Turismo, Industria, Agricoltura, Cultura, Trasporti, Formazione etc.) sia per lo sviluppo dell’innovazione amministrativa, sia per lo sviluppo più generale dell’innovazione specifica di ogni settore.

     

    Lo sviluppo dei sistemi verticali di settore è l’asse di intervento nel quale consapevolmente si affiancano e si integrano le innovazioni che riguardano l’amministrazione (e-government) e le innovazioni che riguardano i sistemi economici e sociali del settore di riferimento (ad esempio, nella sanità, le iniziative di e-health, nella scuola quelle di e-learning, nei trasporti quelle di infomobilità  etc).

    I principali settori verticali di innovazione sono attualmente oggetto di radicali processi di trasferimento di competenze tra lo stato e le regioni. E’ per rendere possibili tali processi di trasferimento, e per caratterizzarli con un miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi resi, che si rende necessario, in ogni settore, di una specifica azione di trasferimento di informazioni e di servizi di elaborazione.

    A tali settori fanno inoltre riferimento le risorse finanziarie previste dal Piano Strategico nazionale 2007-2013. Anche in relazione ad un efficace utilizzo di tali risorse, per ogni settore verticale dovrà essere sviluppato uno specifico piano di intervento alla cui definizione ed attuazione dovranno concorrere sia le amministrazioni nazionali di riferimento, sia le amministrazioni regionali.

    In questo contesto grande importanza assumono gli obiettivi e le azioni previste dalla programmazione regionale di settore.

    Obiettivi di tali piani saranno tra gli altri, per ogni settore:

  • Il trasferimento di informazioni e strutture elaborative dallo stato alle regioni, mediante l’utilizzo di modelli e strumenti condivisi e tali da garantire l’interoperabilità dei sistemi a livello nazionale.
  • Il sostegno all’attuazione di politiche innovative in ogni territorio, con particolare attenzione alla specificità territoriale ed al riequilibrio tra le diverse aree del paese.
  • Il riutilizzo a livello nazionale delle soluzioni e degli strumenti innovativi realizzati a livello regionale, mediante il rafforzamento delle esperienze di cooperazione tra  regioni.
  •  

    4.6 Lo sviluppo dei settori produttivi mediante l’utilizzo delle ICT e per la loro produzione

    Particolarmente significative sono, in ogni territorio, le azioni per lo sviluppo dei sistemi produttivi.

    In primo luogo mediante azioni volte al rafforzamento del settore che produce servizi e prodotti nell’ambito delle telecomunicazioni e dell’informatica, che rappresenta uno dei settori strategici per lo sviluppo industriale ed economico del paese. In alcuni territori tale settore ha già oggi valenza europea, in particolare nei servizi di telecomunicazione.

     Accanto al consolidamento e all’ulteriore sviluppo di tale presenza industriale dovrà essere adeguatamente sviluppata la componente informatica, cogliendo le opportunità offerte dai processi di convergenza tra informatica e telecomunicazioni, e valorizzando la presenza di comunità professionali operanti nel settore dei sistemi aperti e già attive su tali nuovi mercati.

    In secondo luogo, e con non minore intensità, un utilizzo intenso e pervasivo delle tecnologie digitali per promuovere e sostenere l’innovazione di processo e di prodotto nei più diversi settori, dal turismo al commercio, dall’artigianato alle professioni, dall’agricoltura all’industria, dalla cultura alla finanza.

    Elemento distintivo di tali interventi sarà la stretta integrazione tra disponibilità tecnologica e radicali processi di innovazione dell’intero ciclo organizzativo (logistica, risorse, produzione, vendita).

    Obiettivi saranno tra gli altri

  • Promuovere lo sviluppo del settore ICT mediante una domanda pubblica di servizi innovativi tale da innalzare la qualità dell’offerta, favorire processi di cooperazione e crescita dimensionale delle imprese del settore, favorire la nascita di nuove imprese
  •  

  • Favorire l’incontro della ricerca privata con quella pubblica per mettere a disposizione della Pubblica Amministrazione servizi innovativi e tali da sostenere la crescita di un’industria ICT competitiva
  •  

  • Promuovere la realizzazione di servizi ICT destinati a settori industriali sia localizzati territorialmente, sia collegati da relazioni di fornitura e di cooperazione, al fine di diminuire i costi di innovazione e di favorire la creazione di distretti produttivi, anche non caratterizzati da contiguità territoriale.
  •  

  • Favorire il trasferimento dei risultati della ricerca nel settore ICT in nuovi prodotti/servizi o in innovazioni di processo, sia nello stesso settore ICT, sia negli altri settori industriali, sia nella pubblica amministrazione. Favorire in questo contesto l’incontro della ricerca pubblica con quella privata.
  •  

  • Promuovere le iniziative imprenditoriali generate dalle comunità professionali già operanti nel settore informatico dei sistemi aperti, anche in relazione alla crescente domanda proveniente dalle pubbliche amministrazioni nazionali ed europee.
  •  

    4.7

    La promozione dell’inclusione sociale mediante il superamento delle molteplici dimensioni del digital divide.

    Lo sviluppo della società dell’informazione, se non attentamente governato, può generare nuovi tipi di esclusione, che possono sommarsi ad altri più tradizionali divari nello sviluppo economico e nella disponibilità di risorse. Tali forme di esclusione, alle quali ci si riferisce generalmente con il termine di “digital divide” attraversano diverse dimensioni della società e vanno contrastate tempestivamente.

    Il “digital divide” può manifestarsi in ambito generazionale, laddove i processi di apprendimento dei più giovani sono garantiti non tanto dalla formazione istituzionale, quanto dalla comune appartenenza a pratiche di uso e di relazione con le tecnologie caratterizzate da una naturale dimestichezza e familiarità, che è invece spesso assai rara  in chi è nato nella prima metà del secolo scorso. Può manifestarsi inoltre in relazione al genere, alla classe sociale, al livello di formazione. Può presentarsi collegato al territorio ed alla sua dotazione infrastrutturale. Può riguardare interi ambiti professionali.

    E’ necessario considerare la capacità d’uso delle tecnologie come una condizioni abilitante al pari delle infrastrutture, e promuoverne adeguatamente lo sviluppo:

    Particolare attenzione deve infine essere dedicata all’accessibilità dei portatori di handicap, non solo per una corretta pratica di inclusione, ma per il prezioso e inedito valore di contrasto che le tecnologie ICT possono ricoprire nei confronti di alcune tipologie di disabilità.

    Sono obiettivi tra gli altri

  • La disponibilità di servizi di comunicazione adeguati in tutti i territori, in particolare nelle zone caratterizzate da un tradizionale isolamento e da altre carenze infrastrutturali.
  •  

  • La realizzazione sul territorio di luoghi di accesso ai servizi tecnologici (scuole, biblioteche luoghi associativi), completando e consolidando i progetti già attuati
  •  

  • La realizzazione di campagne formative sulle opportunità di utilizzo delle tecnologie destinate ai soggetti esclusi
  •  

  • La promozione dello scambio intergenerazionale,  favorendo occasioni formative degli anziani da parte dei giovani fuori dai circuiti formativi istituzionali.
  •  

  • La piena valorizzazione e la diffusione delle esperienze di produzione e di utilizzo  “di genere” delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
  •  

    4.8

    La promozione della partecipazione politica mediante l’utilizzo delle ICT

    Le tecnologie ICT possono fornire un importante contributo alla qualità dei processi di partecipazione alle decisioni politiche ed amministrative. Tale opportunità deve essere tuttavia perseguita con attenta consapevolezza, al fine di evitare un utilizzo “povero” delle tecnologie ICT finalizzato esclusivamente all’espressione individuale e solitaria delle opinioni (come può avvenire, ad esempio, nella organizzazione di sondaggi di opinione per via telematica). Si tratta, al contrario, di organizzare modalità ampie ed efficaci di confronto di opinioni e di competenze tra comunità di cittadini e di esperti tali da stimolare i processi di decisione politica ed amministrativa e sottoporne a verifica l’attuazione ed i risultati.

    Obiettivo non è soltanto promuovere un pieno esercizio dei diritti di “cittadinanza digitale”, ma anche quello di migliorare la qualità delle decisioni. L’aumento di complessità che infatti caratterizza le decisioni politiche ed amministrative nei più diversi settori, richiede la mobilitazione di saperi socialmente diffusi e competenze ed esperienze specialistiche che spesso hanno difficoltà a entrare in relazione con i circuiti decisionali tradizionali, ma il cui coinvolgimento, se adeguatamente organizzato, può migliorare significativamente i processi di decisione.

    Sono obiettivi tra gli altri

  • L’informazione estesa e tempestiva sugli atti e le decisioni delle assemblee elettive e degli organi di governo delle amministrazioni pubbliche sui processi di attuazione e sui risultati di tali decisioni
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  • La promozione di strumenti di partecipazione mediante canali telematici ai processi di decisione politica e amministrativa delle assemblee elettive e degli organi di governo.
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  • La promozione di luoghi virtuali di confronto tematico tra cittadini, esperti e decisori politici, anche mediante l’utilizzo di specifici strumenti ICT adeguati a promuovere la partecipazione, la cooperazione, e l’espressione certificata delle opinioni, al fine di alimentare i processi di decisione politica.
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    Roma, 1 agosto 2007

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