Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Finanziaria '08: le proposte delle Regioni

martedì 25 settembre 2007


(in allegato la versione stampabile del documento)

 

Le Regioni hanno concorso per il 2007 alla manovra di risanamento dei conti pubblici con circa 5 mld di euro corrispondenti al 31% dei tagli previsti dalla rispettiva manovra finanziaria , così ripartiti:

a)     Sistema sanitario nazionale: un risparmio di 3 mld sulla spesa tendenziale sanitaria;

b)     Patto di stabilità: un taglio delle spese regionali di 1,850 mld.

L’impatto del patto di stabilità sulle spese regionali è stato molto pesante in quanto ha inciso  su una quota di spesa regionale al netto della sanità che rappresenta il 20% dei bilanci regionali senza tener conto di una proporzionalità fra lo sforzo per il concorso al risanamento delle finanze pubbliche e il peso della spesa del comparto regionale sul totale della spesa della PA.

Contemporaneamente l’Accordo sul patto per la salute ha previsto un livello di finanziamento che rappresenta un’incidenza rispetto al PIL del 6,3% a fronte dell’impegno del Governo di destinare alla Salute risorse nella misura del 6,6%.

La legge finanziaria 2007 prevede che per le Regioni il tetto complessivo delle spese programmatiche per il 2008 e 2009 sia pari alle spese dell’anno precedente aumentate del 2,5% e del 2,4% e che conseguentemente il concorso delle Regioni al rispetto del patto di stabilità nell’anno 2008 sia pari a 2.058 milioni di euro e 2.210 milioni nel 2009, calcolato in linea con le previsioni della RPP per il 2007.

A fronte di queste previsioni la situazione della finanza pubblica è migliorata in termini di saldi, in misura largamente superiore rispetto all’effetto positivo della maggiore crescita economica così come indicato nel DPEF 2008 - 2011, consentendo di prospettare per il 2008 una sostanziale coincidenza tra i valori di saldo del quadro tendenziale e i valori programmatici e dunque di evitare una manovra netta di correzione per il 2008.

entrate tributarie

2006

2007

2008

2009

DPEF 2007 - 2011

 

428.994

442.826

456.296

RPP 2007

 

434.079

 

 

RUEF

 

449.120

462.212

477.593

DPEF 2008 - 2011

432.136

452.287

468.167

483.735

Peraltro i dati contenuti nel DPEF dimostrano che lo sforzo di contenimento dei saldi di finanza pubblica si è distribuito in modo non uniforme sul sistema delle istituzioni

2007/2006

amministrazione centrale

amministrazioni locali

redditi da lavoro dipendente

4,19

-3,07

consumi intermedi

13,91

2,45

altre spese correnti

21,17

-2,88

Ne deriva che, nella costruzione della nuova manovra, sia necessario partire da una verifica in ordine all’effettivo peso sulla spesa complessiva di ciascun livello istituzionale (Stato, Regioni, Autonomie locali) e l’effettivo contributo al risanamento del deficit: gli impegni sottoscritti dal Governo o quelli derivanti da nuove iniziative devono trovare copertura da una riprogrammazione e razionalizzazione della spesa delle Amministrazioni centrali, senza inasprire la pressione fiscale e senza prevedere ulteriori tagli al comparto Regioni. Si tratta comunque di distribuire equamente il carico finanziario tra i diversi livelli di governo e di evitare situazioni di squilibrio legate a fattori occasionali.

Si ricorda che il peso dei tagli sul sistema delle Autonomie della scorsa legge finanziaria (7,7 mld) ha mortificato ulteriormente il ruolo degli investimenti pubblici nella dinamica evolutiva del PIL e che le spese di investimento delle Regioni ricadono nel patto di stabilità.

Sulla base delle riflessioni presenti nel DPEF circa le modalità di regolazioni, ai fini del patto di stabilità, delle spese di investimento si ritiene che la risposta debba essere una  modifica della norma del patto di stabilità nell’ordine di escludere le spese di investimento quelle per i cofinanziamenti ai programmi europei per rispettare le finalità e i vincoli delle politiche comunitarie, nonché le spese per interventi conseguenti a calamità naturali.

Le Regioni chiedono al Governo un impegno preciso in riferimento a 3 questioni principali:

“Patto per la salute”, affinché sia mantenuto un giusto rapporto fra PIL e risorse per il fabbisogno sanitario. Infatti, la spesa sanitaria per il 2008 è prevista in 108,390 miliardi a fronte di un finanziamento programmato nel patto per la salute dello scorso ottobre di 99,082 miliardi. Occorre verificare la prima applicazione dell’Accordo sottoscritto lo scorso anno con l’obiettivo di aggiornarne i contenuti in relazione agli esiti dei tre tavoli istituiti sulla “Farmaceutica”, “Compartecipazioni alla spesa” e “livelli essenziali di assistenza (LEA)” e per quanto concerne le risorse da destinare per la non autosufficienza. Tali esiti devono comprendere il consolidamento dei 2 miliardi di maggiori risorse garantite dal MEF aggiornati con il tasso di crescita nominale del PIL e il riconoscimento automatico di adeguate risorse per le nuove prestazioni a carico del Servizio sanitario Nazionale riconosciute in corso d’anno (Es. vaccino contro infezione da HPV). Inoltre, è necessario:

1. lo stanziamento di almeno 2,5 mld per l’edilizia sanitaria;

2. il riconoscimento della maggiore quota di costi per il personale per i rinnovi contrattuali con il pieno riconoscimento del differenziale sul di tasso di inflazione programmata (1,15%) pari a 1,2 mld nonché per la stabilizzazione del personale precario, stimato in circa 500 milioni su base annua;

3. il presidio del risultato riferito alla chiusura dei sistemi regionali per l’anno 2006 rispetto al quale non si potranno ripetere o implementare provvedimenti di finanziamento straordinario dei disavanzi come quelli previsti per il 2007;

4. estendere alle persone fisiche quanto già previsto per le persone giuridiche in ordine alla possibilità di deducibilità delle erogazioni liberali a favore degli IRCCS pubblici trasformati o meno in Fondazioni;

5. affrontare la situazione tuttora aperta relativa all’applicazione delle norme contenute nel D.Lgs. 66/2003, il rischio di aggravio per il SSN è stimato in 2 miliardi di euro.

 

2006

2007

2008

2009

finanziamento SSN legge finanziaria 2007

 

96,04

99,082

102,285

 

 

 

 

 

RPP 2007  PIL valori assoluti

1.468,646

1.510,158

1.561,069

1.614,810

percentuale incidenza SSN su PIL

 

6,36

6,35

6,33

 

 

 

 

 

PIL valori assoluti DPEF 2008 - 2011

1.475,402

1.541,113

1.606,072

1.663,165

percentuale incidenza SSN su PIL

 

6,23

6,17

6,15

Patto per lo Sviluppo economico del Paese: la ripresa degli ultimi mesi mostra già evidenti segni di rallentamento. Tutto il sistema Paese, dai Comuni allo Stato, deve cooperare per rendere stabile un processo di crescita. In questa prospettiva diventa essenziale uno sforzo per rendere competitivo il sistema italiano attraverso una riduzione del costo dell’approvvigionamento energetico per le imprese e un rafforzamento della capacità di ricerca e sviluppo. Ma un posto di assoluto rilievo è occupato dal gap infrastrutturale che caratterizza il nostro Paese. Per questo proponiamo un “Patto per le Infrastrutture e i Trasporti” e di dare concretezza ai contenuti del Tavolo interistituzionale per il TPL, in particolare per il TPL di interesse regionale e locale.

Trasporti

Dare rapida attuazione ai contenuti sulle regole e sulle risorse del Tavolo interistituzionale per il Trasporto Pubblico di interesse regionale e locale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri:

a) prevedere il sostegno e lo sviluppo del Trasporto Pubblico Locale con l’obiettivo primario di realizzare livelli adeguati di mobilità sostenibile e di garantire la riduzione di tutti i parametri di inquinamento ambientale per ricondurli a valori conformi agli standard vigenti;

b) prevedere un organico sviluppo dei servizi nella logica dell’incremento  sia quantitativo che qualitativo dei collegamenti ferroviari così come di quelli automobilistici, nonché l’adeguamento, il potenziamento e l’ammodernamento dei parchi rotabili, degli impianti, dei sistemi di sicurezza, nonché delle infrastrutture di accesso alle reti e ai nodi di trasporto;

c) definire regole chiare, confermando quelle previste a conclusione dei lavori del tavolo interistituzionale, con modifiche e integrazioni al decreto legislativo 422/97;

d) prevedere adeguate risorse strutturali e strumenti per il rilancio del settore;

e) procedere al riequilibrio fra compiti trasferiti alle Regioni in materia di Trasporto Ferroviario e le relative risorse finanziarie, ivi comprese le tematiche della sicurezza;

f) risolvere le questioni fiscali riguardanti il trasporto pubblico regionale e locale:

§         determinazione al 10% dell’aliquota IVA applicabile ai contratti di servizio per la gestione delle infrastrutture ferroviarie;

§         Contrasti interpretativi sorti a proposito degli effetti della norma di cui all’art. 3 del D.L. n. 833/86 convertito nell’art. 18 della legge n. 18/87

§         Assoggettabilità ai fini IRAP delle somme assegnate alle aziende di trasporto automobilistico a titolo di “contributi di esercizio”;

§         IVA trasporti: rendere permanente il riconoscimento di rimborso al lordo delle quote IVA spettanti in base alle norme sul cd. Federalismo fiscale, in considerazione del fatto che, diversamente operando, si contrasterebbe con i principi su cui si fondano i meccanismi di compartecipazione all’IVA, ai sensi del Decreto Legislativo n. 56/2000.

Infrastrutture

È necessario, inoltre, un forte coordinamento dei diversi livelli di governo per mettere in atto un sistema di azioni che miri alla riduzione del deficit qualitativo e quantitativo che caratterizza l’offerta infrastrutturale complessiva del Paese. A questo fine si chiede, per esempio, che sia implementata  la norma prevista per le infrastrutture  portuali dalla Legge 296/06 (Art. 1, comma 990) estendendola alle reti infrastrutturali oltre che a quelle  dei porti stessi.

Inoltre, è indispensabile individuare forme di incentivazione fiscale per le politiche sulla casa nonché risorse per il finanziamento di un piano straordinario di edilizia agevolata.

Inoltre occorre:

a) prevedere un “Patto per il Fondo Aree Sottoutilizzate”: attualmente le risorse sono per lo più concentrate nel triennio 2011/2013, rendendo impossibile la programmazione di circa  7 miliardi di euro (a copertura delle reali necessità scaturenti prevalentemente da programmi pregressi) nel triennio 2008/2010. Oltre all’implementazione dei fondi, c’è la necessità di coordinamento fra  livelli di Governo per definire la gerarchia delle priorità di intervento, la valutazione dei progetti in base all’efficienza delle spese e ai tempi per rendere certa e per ravvicinare la correlazione tempi di realizzazione con le risorse. Tale accordo può rafforzare, fra l’altro, le politiche per il Mezzogiorno derivanti dalla politica unitaria per lo sviluppo del Quadro Strategico Nazionale;

b) far partire il credito d’imposta per il Mezzogiorno;

c) implementare le risorse per le Zone Franche Urbane, estendendone l’ambito di applicazione a tutte le regioni in funzione delle realtà territoriali che necessitano di tali interventi e accelerare le relative procedure di impostazione metodologica e di negoziato.

d) Individuare risorse aggiuntive pluriennali specificatamente destinate all’Intesa  per una strategia condivisa ed integrata di sviluppo locale delle montagne italiane in corso di definizione, a partire dall’annualità 2008.

“Patto fiscale”: sarebbe utile per la sua attuazione anticipare alcuni proponimenti del ddl sul federalismo fiscale, prevedendo la normativa in legge finanziaria ove necessario:

1. le norme di proroga delle leggi regionali sulla tassa automobilistica;

2. l’addizionale regionale all’imposta sul consumo di gas metano: copertura delle perdite d’entrata per le Regioni per la norma agevolativa per i soggetti esercenti attività commerciale;

3. la costituzione immediata della Cabina di Regia, per federalismo e monitoraggio spesa pubblica;

4. l’adeguamento delle risorse ex DPCM Bassanini e verifica della congruità per la fiscalizzazione dei trasferimenti per il decentramento amministrativo anche per la rivalutazione la base storica Bassanini e la copertura finanziaria, fino a consentire l’aggiornamento delle risorse almeno del tasso d’inflazione programmata dal 2001;

5. la regolazione delle partite finanziarie aperte (a partire ad esempio dalle attribuzioni immediate delle manovre fiscali regionali che sono state fatte a copertura dei disavanzi sanitari e che rimangono ancora presso il MEF);

6. la stabilizzazione dell’accisa sul gasolio per autotrazione: la compartecipazione deve evolversi in relazione alla perdita sull’accisa benzina anche per il 2006;

7. la costituzione di un Fondo unico nel quale far confluire tutte le risorse di competenza regionale ai sensi del Titolo V della Costituzione e di eliminare le sovrapposizioni organizzative e amministrative corrispondenti (vedasi anche legge finanziaria 2003), ovvero evidenziazione delle risorse anche in via extracontabile;

8. il maggior extra gettito tributario per la crescita economica sia restituito al comparto in proporzione al sacrificio e ai maggiori risparmi richiesti alle Regioni anche in termini di finanziamenti per le infrastrutture nonché per il recupero di entrate per manovre sui tributi regionali;

9. la non incursione sulle basi imponibili regionali ed il ristoro delle perdite di gettito sulle manovre effettuate negli esercizi precedenti dalle Leggi Finanziarie nazionali.

Da ultimo si raccomanda di ripristinare un trattamento egualitario nei confronti delle Regioni a fronte di situazioni simili a partire dagli eventi calamitosi e dalle loro conseguenze sulla finanza pubblica”.

regioni_per_finanziria_08_250907.pdf