Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Formazione 2010: linee guida

giovedì 25 febbraio 2010


in allegato il documento completo in formato pdf

 

INTESA TRA

GOVERNO, REGIONI, PROVINCE AUTONOME E PARTI SOCIALI

LINEE GUIDA PER LA FORMAZIONE NEL 2010

Premessa

La positiva iniziativa di cooperazione interistituzionale avviata con l'Accordo del 12 febbraio

2009 "Interventi a sostegno al reddito e alle competenze" connotata da un grande impegno

politico e finanziario delle Regioni che ha coinvolto anche il livello comunitario ha perseguito

l'obiettivo di rispondere alla crisi in atto in modo concertato ed efficace. Nel solco di questa

esperienza, Governo, Regioni, Province autonome e parti sociali concordano sulla necessità

di individuare tempestivamente alcune fondamentali linee guida per orientare, attraverso una

prima sperimentazione nel corso del 2010, l'impiego delle risorse finanziarie per la

formazione degli inoccupati, dei disoccupati, dei lavoratori in mobilità o temporaneamente

sospesi (cassintegrati, percettori di indennità di disoccupazione ex art. 19 legge n. 2/2009,

ecc.). Ciò in relazione ai caratteri discontinui e selettivi della ripresa che potranno indurre un

allungamento del periodo di inattività o rendere difficoltosa la transizione verso altra

occupazione di molti lavoratori.

La formazione viene organizzata in funzione dei fabbisogni professionali dei settori e delle

imprese e della occupabilità e della inclusione sociale delle persone con particolare

attenzione alle fasce deboli del mercato del lavoro. A tale riguardo particolare attenzione

andrà posta alla coerenza tra il ricorso agli ammortizzatori sociali, concordato nelle sedi

proprie, e il ricorso alle pratiche di politica attiva,

Ferma restando la competenza esclusiva delle Regioni in materia di formazione professionale

e la conseguente facoltà di valutare autonomamente l'eventuale impiego di proprie risorse

finanziarie, il Governo, le Regioni, le Province Autonome e le parti sociali si impegnano a

sollevare concordemente nelle competenti sedi comunitarie il tema delle semplificazioni e di

un utilizzo più flessibile del Fondo Sociale Europeo e le questioni relative al disimpegno

automatico (anche in considerazione delle risorse comunitarie accantonate per le politiche

attive e passive di cui all'accordo del 12 febbraio 2009). Analogamente le parti si impegnano

sul piano nazionale a non introdurre elementi che possano configurare criticità nel flusso

finanziario previsto dalle norme al fine di evitare la perdita di risorse.

Il Governo, le Regioni, le Province Autonome e le parti sociali si impegnano a favorire la

massima semplificazione nella gestione dei finanziamenti dei fondi per la formazione

continua, e a promuovere la loro piena autonomia e la sussidiarietà riguardo all'intervento

pubblico. Le parti sociali firmatarie costituenti i fondi interprofessionali si impegnano, inoltre, a

individuare tempestivamente le risorse dei fondi interprofessionali per la formazione continua

da destinare ai bisogni di formazione emergenti nel corso del 2010.

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Le parti SI Impegnano, altresì, anche attraverso lIna valutazione a livello territoriale

dell'impiego delle risorse destinate alla formazione, comprese quelle dei fondi

interprofessionali, a promuovere per il 2010 una più efficiente sinergia tra le risorse pubbliche

e quelle private per la formazione con l'obiettivo dì sostenere l'occupabilità delle persone

nell'ambito degli interventi che si renderanno necessari per salvaguardare il capitale umano.

Le parti si impegnano a convergere entro il primo semestre del 2011, in una ottica di

innalzamento della qualità della offerta formativa e nella prospettiva del necessario raccordo

con il sistema dei servizi pubblici e degli altri servizi competenti al lavoro di cui al decreto

legislativo n. 181/2000, verso un sistema nazionale di standard professionali a conclusione

del tavolo nazionale a ciò dedicato e di certificazione delle competenze. In questo quadro le

parti verificheranno l'ipotesi di revisione del sistema di accreditamento delle strutture

formative nel rispetto degli ambiti del DM 166/2001.

Linee guida

Governo, Regioni, Province autonome e parti sociali concordano sulla necessità di

valorizzare ulteriormente il ruolo sussidiario delle organizzazioni rappresentative dei datori di

lavoro e dei lavoratori come dei loro organismi bilaterali, là dove esistenti, al fine di favorire

investimenti formativi a) mirati ai soggetti più esposti alla esclusione dal mercato del lavoro; b)

organizzati, secondo criteri non autoreferenziali, in ambienti produttivi o prossimi a essi; c)

rispondenti alla domanda di qualificazione e riqualificazione dei lavoratori coinvolti nelle

transizioni occupazionali che caratterizzeranno il mercato del lavoro nel corso del 2010; d)

progettati in una logica di p/acement, volta cioè a ottimizzare un incontro dinamico e flessibile

tra la domanda e l'offerta di lavoro e a rendere più efficiente il raccordo e, là dove opportuna,

l'integrazione tra il sistema educativo di istruzione e formazione e il mercato del lavoro, in

modo da rispondere alla domanda di competenze da parte dei settori e dei territori in cui le

imprese operano.

A questo fine Stato, Regioni, Province autonome e parti sociali concordano sui seguenti

ambiti di intervento:

1. attivazione di una unità operativa straordinaria presso il Ministero del lavoro per la

raccolta dei fabbisogni di competenze e figure professionali rilevati nei territori e nei

diversi settori produttivi. Tale unità si fonderà sulla cabina di regia nazionale già istituita

dal Ministero del lavoro, sugli osservatori regionali già esistenti e sulle strutture delle

parti sociali già costituite a questo scopo. Questa unità operativa dovrà fornire

periodicamente rilevazioni miste, prevalentemente qualitative, sui fabbisogni di breve

termine, a livello territoriale e settoriale, da integrare con le macro tendenze di lungo

periodo elaborate a livello nazionale e internazionale. Tenuto conto della necessità di

individuare e condividere una metodologia di rilevazione unitaria, le parti firmatarie.$fl

impegnano, in una ottica di sussidiarietà e di ottimizzazione delle risorse, a far

pervenire tempestivamente alla cabina di regia nazionale le elaborazioni, a partire da

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quelle a dimensione territoriale condotte dai vari soggetti pubblici e privati operanti su

tale tema. Compito della unità operativa sarà quello di mettere in rete e a fattore

comune le informazioni e i dati già esistenti circa le figure professionali richieste dal

mercato del lavoro e di darne tempestiva comunicazione ai soggetti firmatari degli

accordi sugli ammortizzatori sociali in sede regionale/territoriale (Regioni, Province

autonome, parti sociali), nonché ai servizi competenti al lavoro, ai fondi

interprofessionali e a tutti gli altri soggetti interessati, compresi i lavoratori, al fine di

una loro opportuna diffusione e utilizzo nei territori e nei settori. La raccolta di

informazioni dovrà riguardare non solo e non tanto i profili professionali ma soprattutto

i mestieri e le competenze, descritte qualitativamente in termini di compiti e di

situazioni di compito che il mercato richiede, in linea con i più moderni sistemi di

qualifiche a livello europeo. La rilevazione dei fabbisogni contribuisce non solo a

rendere visibili i bacini di occupazione nascosta, ma anche e soprattutto a fornire ai

soggetti interessati precise indicazioni circa le conoscenze, abilità e competenze che è

necessario promuovere per una qualificata occupabilità delle persone;

2. impiego diffuso del metodo concreto di apprendimento per "competenze". Ciò

comporta la convergenza verso la definizione di un sistema nazionale di cornpetenze

in grado di garantire ai cittadini la spendibilità delle competenze comunque acquisite.

Ciò significa: a) estendere la sperimentazione del libretto formativo quale strumento di

registrazione delle competenze, anche coinvolgendo, in una logica di sussidiarietà, gli

organismi bilaterali; b) affermare il valore dell'istruzione e formazione tecnicoprofessionale

anche promuovendo l'integrazione con il lavoro attraverso reti e intese

tra istituti tecnici e professionali, enti di formazione e associazioni di settore, per

condividere i fabbisogni di competenze e orientare coerentemente l'offerta formativa

anche nel medio e lungo periodo, c) rilanciare il contratto di apprendistato nelle sue tre

tipologie (professionalizzante, per l'esercizio del diritto-dovere di istruzione e

formazione, di alta formazione universitaria,) con l'obiettivo di garantire un percorso di

formazione a tutti gli apprendisti;

3. l'ampliamento e la diversificazione delle azioni formative in favore degli inoccupati

attraverso la promozione di tirocini di inserimento, corsi di istruzione e formazione

tecnico superiore (IFTS), contratti di apprendistato, e, in generale, promuovendo

l'apprendimento nella impresa. Le parti firmatarie si impegnano altresì a definire un

quadro più razionale ed efficiente dei tirocini formativi e di orientamento al fine di

valorizzarne le potenzialità in termini di occupabilità e prevenire gli abusi e l'utilizzo

distorto dello strumento;

4. formazione degli adulti attraverso: a) accordi di formazione-lavoro per il rientro

anticipato dei cassaintegrati, b) la possibilità di impiego di parte delle risorse dei fondi

interprofessionali per la formazione continua per finanziare la formazione per i

lavoratori soggetti a procedure di mobilità nel corso del 2010 e per i lavoratori in

mobilità che vengano assunti nel 2010, fermo restando il vincolo della iscrizione ai

fondi dell'azienda cui il lavoratore apparteneva, c) l'individuazione, nell'ambito della

bilateralità e dei servizi competenti al lavoro, pubblici e privati, autorizzati e accreditati,

di punti di informazione e orientamento per i lavoratori di tutte le età, perché siano

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presi in carico, guidati e responsabilizzati in vista del loro reinserimento nel mercato

del lavoro; d) programmi di formazione nei luoghi produttivi di beni o servizi anche se

inattivi o nei centri di formazione professionale che garantiscano la riproduzione di

effettivi contesti produttivi, nonché congrui periodi di tirocinio presso !'impresa; e)

possibilità di impiego dei lavoratori inattivi quali tutori nell'ambito di attività formative

tecnico-professionali, previa formazione specifica per questa funzione anche in vista

delle possibili esperienze di alternanza scuola lavoro e di apprendistato formativo e

professionalizzante; f) rilancio del contratto di inserimento per gli over 50, per i giovani

e per le donne con una forte valorizzazione delle ricalibrature professionali decise

insieme con i soggetti coinvolti nel contratto;

5. definizione, a partire dalle esperienze già presenti a livello regionale, in via

sperimentale per il 2010 di un sistema di accreditamento su base regionale e secondo

standard omogenei condivisi a livello nazionale di "valutatori/certificatori" valorizzando

il ruolo delle parti sociali e dei loro organismi bilaterali. Tali valutatori/certificatori

dovranno essere in grado di riconoscere, valutare e certificare, in situazioni di compito

autentiche e su domanda della persona in cerca di occupazione, le effettive

competenze dei lavoratori comunque acquisite, in modo da rafforzare la trasparenza e

la migliore informazione nel mercato del lavoro, da accrescere la capacità di offelia sul

mercato del lavoro, da migliorare l'incontro tra domanda e offerta e da stimolare la

ricerca delle più utili attività formative. Lo strumento idoneo a registrare le competenze

acquisite sarà il Libretto formativo introdotto dall'articolo 2 del decreto legislativo n.

276/2003 che potrà confluire nel fascicolo elettronico dedicato a tutte le attività

educative e lavorative come alle prestazioni sociali di ciascuna persona.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali convoca le parti sociali firmatarie della presente

intesa per valutare le modalità di attuazione dei punti e) ed f) del punto 4.

AI termine del 2010 le parti firmatarie valuteranno congiuntamente i risultati conseguiti con la

presente intesa al fine di assumere ogni eventuale nuova iniziativa in materia.

Roma, 17 febbraio 2010

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