[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Infrastrutture. Ricorso alla Corte costituzionale sul Passante di Bologna e convocazione immediata delle parti sociali dopo la messa in discussione della Sassuolo-Campogalliano. Bonaccini-Donini: "Istituzioni e comunità locali completamente tagliate fuori e violato il principio di legalità. Dal Governo giravolte incomprensibili e un'assenza di risposte che dura ormai da mesi, un silenzio che non si riserva nemmeno al peggior nemico"

martedì 12 febbraio 2019


 

Sul Passante, l'atto depositato alla Consulta dopo che anche la diffida inviata all'esecutivo nazionale il 28 gennaio insieme al Comune e alla Città Metropolitana non ha avuto alcun seguito. E oggi il ministro Toninelli ipotizza uno stop alla Sassuolo-Campogalliano, fra le opere ritenute indispensabili da territori e parti sociali. "Non intendiamo assistere allo scempio che il Governo sta facendo del principio di legalità e di una collaborazione istituzionale che dovrebbe essere l a norma. Venerdì prossimo con le parti sociali faremo il punto anche rispetto alle possibili conseguenze di quanto sta accadendo in termini di impatto socioeconomico"

Bologna – Ricorso alla Corte costituzionale sul Passante di Bologna e convocazione immediata delle parti sociali dopo lo stop annunciato oggi dal ministro Danilo Toninelli alla Sassuolo-Campogalliano, bretella sulla quale poco più di tre mesi lo stesso ministro aveva riconosciuto la competenza della Regione, dando un sostanziale via libera. “Non intendiamo assistere allo scempio che il Governo sta facendo del principio di legalità e di una collaborazione istituzionale che dovrebbe essere nella norma- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, Raffale Donini-, col solo obiettivo, che inizia a essere sempre più chiaro, di voler colpire l’Emilia-Romagna, senza rendersi conto che questo, oltre a danneggiare cittadini, imprese e lavoratori di questa regione danneggia l’intero Paese. Per questo, venerdì prossimo riuniremo nuovamente imprese e sindacati, per fare il punto insieme anche rispetto alle possibili conseguenze di quanto sta accadendo in termini di impatto socioeconomico in Emilia-Romagna”.  Ricorso alla Consulta sul Passante di Bologna La Regione ha dunque presentato ricorso alla Corte costituzionale contro il Governo, sollevando il conflitto di attribuzione sul Passante di Bologna. Già formalmente depositato, l’atto fa seguito al totale silenzio dell’esecutivo dopo che il 28 gennaio scorso Regione, Comune e Città metropolitana di Bologna avevano inviato una formale diffida a Palazzo Chigi, nella quale si chiedeva di revocare la sospensione della Conferenza dei servizi e di trasmettere il nuovo progetto sull’infrastruttura agli enti locali, tenuto conto del ruolo di valutazione e di decisione che spetta alla Regione sulle opere pubbliche rilevanti sotto i profili urbanistico, edilizio, ambientale sociale ed economico. Trascorsi i dieci giorni di tempo possibili senza alcuna risposta dal Governo, è scattato il ricorso alla Consulta, previsto nella diffida stessa in caso di silenzio.

La sospensione della Conferenza dei servizi in maniera unilaterale da parte del ministero delle Infrastrutture determina, in modo illegittimo, una sospensione della procedura amministrativa su un progetto, quello del Passante di Bologna, che ha già compiuto il suo iter autorizzativo, compresa la Valutazione di impatto ambientale, determinando, di fatto, un esautoramento delle istituzioni locali che porta la Regione a sollevare il conflitto di competenza davanti alla Corte di costituzionale, con l’impossibilità dell’esame congiunto, insieme ai territori, di presunti nuovi progetti.

“Il silenzio seguito alla diffida- sottolineano Bonaccini e Donini- è lo stesso che registrammo nel luglio 2018 dopo che insieme a tutte le parti sociali, sindacati e imprese, e agli enti locali riuniti nel Patto per il Lavoro chiedemmo lo sblocco delle infrastrutture già programmate in Emilia-Romagna, fra cui il Passante di Bologna. Lo stesso che registrammo dopo l’incontro con il ministro Toninelli il 24 ottobre a Roma, quando lui stesso ci chiese due settimane per riconvocarci e discutere insieme eventuali variazioni progettuali. E ancora silenzio dopo la lettera del 7 dicembre, firmata insieme al sindaco metropolitano Merola, indirizzata al premier Conte e allo stesso Toninelli dopo aver appreso a mezzo stampadell’esistenza di un nuovo progetto consegnato al concessionario autostradale, progetto di cui il territorio continua a rimanere all’oscuro. Un atteggiamento e un silenzio che non vengono riservati nemmeno al peggior nemico, mentre stiamo parlando di istituzioni che dovrebbero essere chiamate a collaborare per l’interesse pubblico”.

Il ricorso presentato chiede “di porre fine a tali comportamenti e di intraprendere i percorsi costituzionalmente dovuti coinvolgendo la Regione Emilia-Romagna in vista dell’attuazione dell’intesa già raggiunta o del conseguimento di una nuova intesa sul Passante”. “Non spetta allo Stato- si legge sempre nel dispositivo inoltrato alla Consulta– in violazione del principio costituzionale di leale collaborazione e delle competenze costituzionali della Regione Emilia-Romagna in materia di governo del territorio e grandi reti di trasporto, omettere di riconvocare la Conferenza dei servizi già rinviata nell’agosto scorso”; così come di “procedere alla unilaterale progettazione degli interventi di potenziamento del sistema autostradale e della tangenziale di Bologna” e, infine, di “omettere di far conoscere alla Regione il progetto alternativo, già presentato ad Autostrade spa, e di cui la Regione è venuta a conoscenza a dicembre 2018 attraverso i giornali. L’iniziativa unilaterale del Governo comporta una menomazione dell’autonomia politica della Regione, quando il vantato risparmio dell’opera si traduce in una drastica riduzione delle risorse che erano già state messe a disposizione” dal concessionario “per la realizzazione del Passante”.

 

No allo stop della Sassuolo-Campogalliano Ma l’Emilia-Romagna non ci sta nemmeno di fronte al nuovo stop sulla bretella Sassuolo-Campogalliano, un’altra infrastruttura strategica per l’economia regionale, fondamentale soprattutto per il distretto ceramico e inserita fra quelle ritenute ‘irrinunciabili’ dai firmatari dal Patto per il Lavoro.

“È inaccettabile- affermano presidente e assessore– e soprattutto è illegale. Ancora una volta il ministro Toninelli comunica a mezzo stampa l’ennesima retromarcia su una delle opere strategiche per tutta l’Emilia-Romagna. Nell’incontro al ministero del 24 ottobre scorso, con Toninelli e il sottosegretario Dell’Orco, la bretella Sassuolo-Campogalliano era stata confermata.  Ora, dopo tre mesi, arriva uno stop assurdo e ingiustificato al progetto esecutivo pronto, quando i cantieri stanno per partire”.

“E’ un nuovo tentativo di bloccare lo sviluppo di una delle regioni che stanno trainando l’economia nazionale- proseguono- e proprio in un momento estremamente critico con il Paese in recessione. Non è pensabile bloccare risorse finanziarie da 1,3 miliardi di euro, dire di no a lavoro e crescita, senza alcun motivo”.

Il progetto La nuova bretella autostradale Sassuolo-Campogalliano - 15 chilometri con 2 gallerie artificiali, 8 viadotti e 5 svincoli - prevede un investimento complessivo di 506 milioni di euro, di cui 215 di contributo pubblico, e permette di riqualificare la rete di collegamenti a servizio del Polo produttivo del distretto della ceramica. Inoltre, alleggerisce la viabilità ordinaria delle zone collegate, spostando il traffico dei veicoli pesanti dalle strade all’autostrada. Sarà poi determinante per attivare collegamenti più efficienti con i centri logistici dell’area e tra la direttrice autostradale del Brennero, il distretto produttivo ceramico, l’area della via Emilia e lo scalo merci di Marzaglia.

Sono previsti inoltre interventi di adeguamento e potenziamento delle direttrici viarie confinanti. Con la realizzazione della Bretella verranno infatti portati a termine anche i due assi secondari: il collegamento con la tangenziale di Modena, lungo circa 3,5 chilometri e con 2 viadotti, 2 sottopassi ferroviari e 2 svincoli, e il raccordo alla tangenziale di Rubiera, 1,4 chilometri di lunghezza, comprensivo di 1 viadotto, 1 sottopasso ferroviario e un ponte sul torrente Tresinaro. È inoltre prevista la variante alla SS 9 via Emilia in corrispondenza dell’abitato di Rubiera (6,5 chilometri).