[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Urbanistica. Un anno di nuova legge regionale: -37 km quadrati di previsioni di piano in espansione; trend di consumo di suolo invariato, ma con ribaltamento interno: meno residenziale (dall'80 al 38%), più produttivo (dal 20 al 62%); rigenerazione delle città, cantieri ora possibili e investimenti per 100 milioni di euro. Il presidente Bonaccini: "Invertita la rotta. Possibile uno sviluppo intelligente e sostenibile, rispettoso del territorio e dell'ambiente"

mercoledì 27 febbraio 2019


Entro il 2020 i nuovi Piani urbanistici (Pug) dei Comuni incentrati sul taglio delle attuali previsioni di espansione, il recupero dell'esistente e la riqualificazione degli spazi urbani. L'assessore Donini: "Numeri alla mano, nella fase di transizione non c'è stato alcun assalto alla diligenza. Dei 250 chilometri quadrati di espansione previsti, partiti interventi solo nel 2,8%"

Bologna- Uno stop alle previsioni di espansione, con 37 chilometri quadrati in meno, già tagliati o congelati in attesa di essere definitivamente eliminati con l’adozione dei nuovi strumenti di pianificazione da parte dei Comuni. Un consumo di suolo in linea con gli anni precedenti, ma con una differenza fondamentale: meno residenziale e più produttivo. Dei 0,97 chilometri quadrati occupati nel 2018, rispetto ai 0,67 dell’anno precedente, il 38% è stato destinato a costruzioni di immobili a uso residenziale e il 62% a immobili a uso produttivo, ribaltando un rapporto che era 80% e 20% solo dodici mesi prima a favore dello sviluppo d’impresa, e quindi crescita e occupazione. Terzo elemento, i 40 milioni di euro destinati alla cura delle città, con i nuovi cantieri attivati per la rigenerazione urbana entro il 2020, per un investimento complessivo pari a 100 milioni.

A un anno dall’approvazione della nuova legge regionale sull’urbanistica l’assessore regionale alle Infrastrutture e urbanistica, Raffaele Donini, ha fatto il punto, in una conferenza stampa, sullo stato di attuazione del provvedimento e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è intervenuto da Roma dove si trova per impegni istituzionali anche in vista della manifestazione del 9 marzo sulle infrastrutture.

“Abbiamo deciso di invertire la rotta e di puntare su uno sviluppo intelligente e sostenibile, creando lavoro senza mangiare territorio, per arrivare al consumo di suolo a saldo zero attraverso il recupero dell’esistente, soprattutto nelle aree urbane e nei centri storici- afferma Bonaccini-. E stiamo dimostrando coi fatti, già dopo un solo anno, che crescita e sviluppo possono camminare insieme a rispetto e salvaguardia del territorio e dei territori. Abbiamo creato le condizioni per aprire nuovi cantieri per 100milioni di euro entro la fine del prossimo anno, mettendo al centro la qualità urbana e dell’ambiente, il cuore dei nuovi strumenti urbanistici consegnati ai Comuni dalla legge regionale. È una sfida importante- conclude il presidente della Regione- che ci vede impegnati ogni giorno da inizio mandato: creare infrastrutture moderne, rendere le nostre città più vivibili, aver cura del territorio, le priorità di una comunità che vuole crescere in armonia e in maniera intelligente”.

“Oggi, dati alla mano, possiamo affermare che non c’è stato l’assalto alla diligenza che qualcuno ipotizzò per la fase di attuazione e transitoria verso le nuove norme- sottolinea Donini-. Dei 250 chilometri quadrati di espansione edilizia residenziale e produttiva potenzialmente previsti dagli attuali strumenti urbanistici, sono partiti interventi solo per 7 chilometri quadrati di territorio, il 2,8% del totale. Segno che questa legge, che abbiamo fortemente voluto e condiviso con i territori, le amministrazioni locali e le associazioni di categoria, è riuscita a coniugare il bisogno di sviluppo delle nostre città insieme alla conservazione del verde e del suolo”.

L’avvio dei nuovi Piani urbanistici generali (Pug)

La nuova legge regionale sull’urbanistica prevede che entro il 2020 sia avviata nei Comuni la nuova pianificazione attraverso i Pug, programmazione incentrata sulla riduzione del consumo di suolo e sulla rigenerazione urbana.

Nella fase di transizione verso l’adeguamento alle nuove norme, la Regione ha avviato una sperimentazione con 27 Comuni e Unioni di Comuni, co-finanziando, attraverso un bando da 1,8 milioni di euro, la predisposizione dei nuovi Piani per 124 Comuni.

Per monitorare la situazione, a un anno dall’approvazione della legge, e avere un quadro sulle attività urbanistiche svolte, la Regione ha poi inviato un questionario a tutti gli enti locali: ha risposto l’81% dei Comuni, e cioè 269 enti. Emerge che sono già stati costituiti 33 uffici di piano per la redazione dei Pug, mentre la maggioranza dei Comuni interpellati li creerà entro l’anno.

Inoltre, dall’indagine risulta che 7 Comuni stanno procedendo ad aggiornare le previsioni dei Psc (Piano strutturale comunale) e Rue (Regolamento urbanistico edilizio) adottati prima del 1^ gennaio 2018 rispetto alle nuove norme: si tratta dei Comuni riminesi di Santarcangelo di Romagna, Casteldelci, Maiolo, Sant’Agata Feltria e Pennabilli e dei bolognesi Fontanelice e Castel del Rio.

Cervia (Ra), Collecchio, Reggiolo e Quattro Castella (Re), Misano Adriatico (Rn) e Sissa Trecasali (Pr) hanno già avviato o concluso il percorso dell’approvazione del Pug secondo le nuove norme della legge 24/2017, mentre una cinquantina di Comuni ha espresso l’intenzione di avviare l’iter entro il 2019, anticipando di un anno i termini previsti dalla legge regionale.

La fase transitoria

Il 63% dei Comuni ha portato avanti in diverso modo l’attività urbanistica già avviata prima dell’entrata in vigore della nuova legge regionale o immediatamente dopo l’approvazione della norma valorizzando sia gli strumenti ordinari (Pua, Piano urbanistico attuattivo, accordi di programma, ecc.), sia usando la delibera di indirizzo, cioè il procedimento speciale introdotto dalla legge regionale 24/2017.  Il 18%, invece, predisporrà direttamente il Pug, senza assumere alcun altro atto nella fase transitoria.  Nel 19% dei Comuni l’attività urbanistica della fase transitoria è ferma: si tratta di enti con popolazione inferiore a 5.000 abitanti o che andranno a elezioni nel corso dell’anno.

I fondi regionali per la rigenerazione urbana

Grazie a 30 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione e 6,5 milioni dalla Cassa depositi e prestiti, a fine 2018 la Regione ha finanziato i progetti presentati da 37 Comuni e Unioni per migliorare la qualità urbana e sociale dei centri abitati. Altri 4 milioni di euro saranno disponibili entro il prossimo giugno, utili a scorrere la graduatoria uscita dal bando regionale.

I fondi, fino a 2 milioni e mezzo di euro il sostegno a ogni singolo progetto, porteranno a interventi che interesseranno scuole, biblioteche, edifici pubblici, parchi, piazze, edifici storici e spazi pubblici, per un investimento complessivo generato di 100 milioni di euro. I progetti sono stati selezionati tenendo in considerazione soprattutto le strategie urbane e la qualità ambientale delle proposte, valutate proprio sulla base degli obiettivi fissati dalla legge regionale sull’urbanistica. Queste, infatti, le caratteristiche delle proposte scelte: resilienza ai cambiamenti climatici; realizzazione di parchi urbani e spazi per la mobilità sostenibile; recupero di immobili dismessi per funzioni pubbliche e collettive; riqualificazione degli spazi pubblici e dei centri storici; ricucitura con i nodi della mobilità pubblica e con le Stazioni.

L’incontro formativo con amministratori e professionisti

Il bilancio del primo anno di attuazione della legge regionale sarà al centro dell’incontro formativo - “Un anno dalla Legge n. 24/2017 - Rigenerazione, tutela e uso del territorio” - che si tiene nel pomeriggio di oggi al Teatro Europauditorium (piazza della Costituzione 4, Bologna).

L’incontro, organizzato dagli Ordini e Collegi professionali e dal Comitato unitario delle professioni dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con la Regione, costituisce un importante momento di formazione e di confronto tra amministratori, professionisti e operatori dell’Emilia-Romagna.