[Comunicato stampa Giunta regionale Toscana]
Legge appalti e credito di imposta: la Toscana si costituisce in giudizio davanti alla Consulta

mercoledì 17 luglio 2019


FIRENZE – La legge regionale sugli appalti (n.18/2019) deve essere mantenuta nella parte in cui prevede una riserva a favore delle piccole e medie imprese, mentre gli articoli 10 e 18 del cosiddetto “Decreto crescita” (DL 34/2019) devono essere abrogati.

E’ quanto ha deciso la Giunta regionale della Toscana che ha dato mandato al proprio presidente di costituirsi in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale.

“Abbiamo – spiega il presidente Enrico Rossi – un contenzioso con il Governo perché noi vogliamo tutelare le nostre piccole e medie imprese e chiediamo che la Corte ne tenga conto. E’ per questo che nella nostra legge regionale abbiamo introdotto un articolo che prevede, nel caso di appalti inferiori ad 1 milione di euro, che le stazioni appaltanti possano chiamare a partecipare alle gare PMI toscane fino ad un massimo del 50% del totale degli invitati. E non vogliamo che questa possibilità sia eliminata”.

“Dobbiamo fare – aggiunge l’assessore alla presidenza, Vittorio Bugli - una battaglia tutti insieme. Anche i firmatari del Patto per lo sviluppo, da cui la legge ha tratto ispirazione e che vede tra i protagonisti le stesse organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, ci spingono a resistere in giudizio contro le contestazioni che ci sono state mosse dal governo su un punto specifico della legge regionale sugli appalti. La nostra motivazione è che esiste una disciplina europea che dice che va favorita la partecipazione della piccola e media impresa agli appalti pubblici. Tocca all'Europa stessa e ai Paesi membri poi tradurre la direttiva in atti concreti. Ad oggi però manca una precisazione di come concretamente si può agire. La possibilità che offre la legge Toscana va esattamente in questa direzione. Noi vogliamo solo attuare la norma europea. Oltretutto abbiamo il dovere di tenere conto del fatto che in Toscana nel 2017 abbiamo registrato la presenza di 36.574 imprese edili, di cui 35.311 hanno meno di dieci dipendenti, il 96%. Capite che la nostra economia è fatta così, e nostro dovere è tenerne conto”.

E il presidente Rossi spiega anche la questione relativa al credito di imposta che deve essere anticipato ai cittadini dalle aziende.

“La norma statale – questo il suo giudizio - chiede alle imprese di anticipare ai cittadini il credito di imposta che possono vantare nel caso abbiano fatto effettuare lavori antisismici o per il risparmio energetico. Le aziende possono poi recuperare nei successivi 5 anni le somme anticipate. Se quelle grandi possono farlo più facilmente, le piccole hanno invece difficoltà. Si facilitano gli operatori di grandi dimensioni e si penalizzano i piccoli. E anche questo, nella realtà toscana, non può andare bene. Quindi in questo caso chiediamo alal Consulta che gli articoli che lo prevedono siano cancellati”.

Si tratta degli articoli 10 e 18 del Dl 34/2019 ora convertito nella legge 58/2019.