[Comunicato stampa provincia autonoma di Trento]
Le sfide del “dopo emergenza”: sicurezza, lavoro, difesa del reddito, innovazione

venerdì 10 aprile 2020


Serie di videoconferenze oggi del Team Economia guidato dall’assessore Spinelli con sindacati, enti locali, terzo settore

 

Ripartire con giudizio ma ripartire. Potremmo sintetizzare così il “motto” delle videoconferenze tenutesi oggi dal Team Economia della Giunta provinciale, guidato dall’assessore Achille Spinelli, con le organizzazioni sindacali, gli enti locali e le realtà del Terzo settore. Moderati dal professor Enrico Zaninotto e dal dirigente della Provincia Giovanni Gardelli, gli incontri – che seguivano a quello tenutosi ieri con il Coordinamento imprenditori – hanno messo al centro alcuni temi di assoluta urgenza, fra cui l’accesso al credito per le imprese, il sostegno al reddito, la difesa del lavoro, tenendo conto di tutti i cambiamenti sopravvenuti in questo breve lasso di tempo, pensiamo al telelavoro, ovvero alla forte riconversione digitale a cui stiamo assistendo. Da un lato, vanno adottate adeguate misure anticongiunturali di breve periodo, quando entreremo nella cosiddetta “fase 2”. Dall’altro, bisogna anche guardare agli scenari di medio-lungo periodo, identificare linee strategiche di ampio respiro e di valenza trasversale, per il mondo produttivo così come per la pubblica amministrazione. Sarà necessario probabilmente convivere con il virus anche una volta esaurita la fase acuta: pensiamo a come ciò impatterà sui rapporto sociali, sulla mobilità, e sull’uso degli spazi, quelli di lavoro, ma anche quello scolastici e delle altre strutture aperte al pubblico
In questo scenario il ruolo della pubblica amministrazione sarà determinante; perciò il confronto fra decisori politici e forze economico-sociali è fondamentale.
“Oggi sono emersi stimoli importanti – ha sottolineato l’assessore Spinelli al termine degli incontri, seguiti anche fra gli altri dal vicepresidente Mario Tonina, dagli assessori Giulia Zanotelli, Roberto Failoni e Mattia Gottardi, e dal direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti. – In primo luogo, dobbiamo unire le forze e immaginare assieme un futuro diverso. Fra i tanti spunti condivisibili: importanza dello smart-working e conseguenti investimenti nell’infrastrutturazione digitale e nella formazione, difesa dei soggetti deboli sul mercato del lavoro, anche rivedendo strumenti ‘maturi’ come il Progettone, uso della leva dei lavori pubblici, velocizzazione delle pratiche della pubblica amministrazione e sburocratizzazione”.

“Non perdere lavoro è un obiettivo fondamentale – ha detto Zaninotto in premessa –perché conservare lavoro significa ridurre l’incidenza di misure per il sostegno al reddito, ma anche conservare le competenze”. Altri due elementi da considerare, per il loro impatto “trasversale” su tutti gli altri, sono la necessità di snellire e velocizzare le pratiche burocratico-amministrative e parallelamente stabilire delle priorità nello schema degli interventi futuri, a fronte di risorse che saranno comunque scarse.

Priorità al lavoro

Nel primo degli incontri di stamani, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, hanno confermato l’importanza di un confronto con la Provincia e le altre categorie, mediato dagli esperti presenti nel Team Economia. Il rischio in questi casi, è stato sottolineato, è concentrarsi solo sull’emergenza, per quanto intervenire sulla congiuntura sia indispensabile. Uno dei problemi immediati è il rapporto fra domanda e offerta di lavoro, complicato dall’assenza dei lavoratori stranieri, soprattutto in alcuni settori. L’ipotesi è di coprire il fabbisogno con disoccupati e cassaintegrati locali, ma non è detto che le loro competenze coincidano con le necessità da soddisfare.

Se si va verso una “riapertura”, ancorché graduale, sarà indispensabile inoltre affrontare il tema della sicurezza sul lavoro. E andrà considerato l’impatto di novità come il telelavoro, che ha conosciuto in questa fase emergenziale una forte accelerazione: cosa comporterà in termini di controllo, conciliazione vita-lavoro, relazioni sindacali, formazione (per il lavoratore ma anche per l’imprenditore)?

In quanto al sostegno al reddito è sempre stato utilizzato in Trentino ad integrazione degli strumenti nazionali, per ridurre l’impatto delle crisi. Anche questa volta secondo i sindacati sarà necessario procedere così, al fine di contrastare la spirale recessiva e sostenere la spesa delle famiglie, di cui beneficiano anche le imprese.

Ed ancora, fra i temi dibattuti: uso della leva fiscale, rivisitazione di strumenti come il Progettone, indebitamento pubblico (e mobilitazione della propensione al risparmio dei trentini), riavvio degli appalti, soprattutto per le infrastrutturazioni strategiche e la sanità.

Guardando al medio periodo, emergono problematiche più vaste, legate agli scenari nazionali e internazionali e alla necessità di varare politiche di più ampio respiro. Riforma del turismo, riforma istituzionale, rivisitazione delle politiche del lavoro attive e passive sono impegni non procrastinabili, ma vanno rivisti alla luce di questa sorta di “rivoluzione copernicana” introdotta dalla pandemia. Mettendo al centro il rapporto fra Provincia e cittadini.

Il ruolo degli enti locali

Si è proseguito nel corso della mattinata con i rappresentanti degli enti locali. Il presidente del Consiglio delle Autonomie Paride Gianmoena ha introdotto la videoconferenza, a cui sono intervenuti alcuni sindaci (Pergine, Pinzolo, Rovereto, Roncegno Terme, Arco, Ala, Trento e altri). In questa fase, ha detto l’assessore provinciale agli enti locali Gottardi, daremo la priorità alle opere cantierabili; le procedure di gara saranno velocizzate nei prossimi 24 mesi, valorizzando le imprese e la forza lavoro locale. L’assessore Zanotelli ha offerto alcuni chiarimenti sull’affidamento delle malghe (è data facoltà alle Asuc, alle regole e ai Comuni di prorogare quelli in vigore) e sul reperimento di manodopera in agricoltura, guardando ai disoccupati locali e agli studenti e ragionando sulla possibilità di attivare i contratti di rete.

Fra le richieste dei sindaci: progressiva sburocratizzazione, per far ripartire le imprese, sostegno alla liquidità dei cittadini e al lavoro, capacità di rivedere e riprogrammare la socialità, dalle piazze alle aule scolastiche. In generale, i cittadini collaborano spontaneamente all’osservanza delle misure adottate per contenere la diffusione del contagio e a volte chiedono anche restrizioni maggiori. Da parte di alcuni sindaci, però, è stata chiesta flessibilità sull’applicazione delle regole riguardanti ad esempio l’accesso ai negozi e agli spazi pubblici come gli orti.

Il professor Michele Andreaus ha richiamato l’attenzione sul fatto che le risorse oggi sono scarse a fronte di una crisi epocale. Il forte indebitamento pregresso dell’Italia complica lo scenario. Venendo al locale, il turismo attraverserà una fase di forte sofferenza e si trasformerà in gran parte in turismo di vicinato. Cresceranno al tempo stesso le esigenze degli enti locali per far fronte alle esigenze del welfare.

 Le sfide del terzo settore

L'ultimo incontro della giornata, con i rappresentanti del terzo settore, introdotto nuovamente dal professor Zaninotto, ha visto fra gli altri la partecipazione del vicepresidente della Provincia Tonina, che ha sottolineato l’importanza del protocollo di collaborazione siglato nei mesi scorsi con la Cooperazione trentina, che potrebbe essere ulteriormente rafforzato. Tonina si è detto fiducioso che il Trentino ce la possa fare, sia grazie alla sua storia fatta di autonomia e di cooperazione, che attraverso il confronto e la collaborazione dei soggetti direttamente interessati  e della comunità. Al terzo settore, ha detto, va riconosciuta centralità in ambito economico, anche per scongiurare il pericolo che siano esclusi dalla ripartenza i soggetti più deboli.

Fra gli interventi dei rappresentanti del mondo delle associazioni e del non-profit, ma anche degli esperti e dei docenti che si sono confrontati con questa realtà complessa e sfaccettata, quelli di Michele Odorizzi, che ha posto l’accento sulla liquidità delle imprese e sulla necessità di pensare a nuove modalità di lavoro in un ambito in cui l’aspetto relazionale è molto importante, e di  Serenella Cipriani ha evidenziato il ruolo del terzo settore in ambito scolastico, per il supporto alle persone più fragili in ambito di bisogni educativi speciali. Paolo Fellin ha ricordato il problema dei lavoratori che non possono ripartire perché i cantieri sono chiusi, suggerendo anche di valorizzare strumenti come il telesoccorso e il telecontrollo, per presidiare da remoto utenti che sono a domicilio. Luciano Enderle ha espresso preoccupazione per la possibilità che si passi da un’emergenza sanitaria ad una sociale, mentre Walter Viola ha messo al primo posto la necessità di far tornare il Trentino a lavorare a pieno regime, evidenziando inoltre come si assista a segnali di welfare generativo molto forti. Massimo Occello ha esaminato i temi più attuali in campo normativo (affidamenti non competitivi, coprogettazione e aiuti di Stato), mentre Alessandro Ceschi ha sollecitato coordinamento, orientamento e omogeneità per avere servizi gestiti in modo coordinato. Roberto Poli ha posto l’accento sul fatto che questo periodo offre la possibilità di fare sperimentazione e mettere in moto decisioni per prepararsi al dopo, mentre Luca Erzegovesi ha proposto di pensare anche a nuove fonti di found raising. Il professor Salomone ha evidenziato l’importanza di individuare le priorità e i target, con attenzione anche ai soggetti esclusi dalla protezione, sapendo che alle priorità si legano le risorse. Mario Calderini infine ha posto l’accento sui temi dell’organizzazione del terzo settore e della sua centralità nelle politiche di ripartenza economica.

 

(mp)

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