[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Coronavirus: da Regioni cdx richiesta di passare da divieti a regole

mercoledì 29 aprile 2020


Lettera dei governatori a Esecutivo per permettere a tutte le
attività economiche di riaprire

  Trieste, 29 apr - A seguito del confronto con il ministro degli
Affari regionali Francesco Boccia, il governatore del Friuli
Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha sottoscritto assieme a
numerosi altri presidenti di Regione un documento in cui viene
definito "essenziale" riconsegnare alle amministrazioni regionali
le competenze provvisoriamente avocate al livello centrale.

Nel documento le Regioni di centro destra - rende noto Fedriga -
avanzano la loro proposta al governo in un'ottica di leale
collaborazione. Il Fvg, assieme a Veneto, Lombardia, Piemonte,
Liguria, Provincia di Trento, Umbria, Abruzzo, Molise,
Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, fa presente che se "la
Fase 1 dell'emergenza Covid ha visto un accentramento dei poteri
normativi in capo al Governo", questo accentramento "è stato
responsabilmente accettato dalle Regioni a causa dell'assoluta
emergenza e del principio di leale collaborazione tra livelli di
governo".

Le Regioni rilevano però che ora il protrarsi di risposte
eccezionali, date rigidamente con atti del Presidente del
Consiglio dei Ministri sprovvisti di forza di legge, potrebbe
portare a criticità anche notevoli circa la tenuta di un impianto
giuridico basato su atti amministrativi che sfuggono al controllo
preventivo da parte del potere pubblico e costituzionale.

Ciò che chiede il Friuli Venezia Giulia, assieme alle altre
Regioni, è di giungere progressivamente ad una "normalizzazione
dell'emergenza", che consenta un ritorno agli equilibri
democratici previsti dalla Costituzione.

Le amministrazioni regionali hanno ribadito che ogni territorio
ha le proprie specificità, sia da un punto di vista strutturale,
sia da un punto di vista epidemiologico: essendoci, dunque,
situazioni di oggettiva disomogeneità di condizioni sul
territorio nazionale è necessario - rilevano nella lettera i
governatori - che si possano dare regolamentazioni differenziate,
mettendo a punto un sistema di collaborazione tra governo
centrale e governi regionali.

Un ordinato sistema di regolazione dell'emergenza Covid -
chiedono le Regioni - dovrebbe portare il livello di governo
centrale ad adottare la cornice di riferimento, prevalentemente
con atti normativi primari, sottoposti al controllo parlamentare:
tali atti potranno essere integrati da atti amministrativi (Dpcm)
nello stretto limite di quanto previsto dalle competenze statali,
o richiesto dal principio di sussidiarietà. Le prescrizioni
concrete poste dal Governo centrale dovranno comunque lasciare
uno spazio di regolazione alle Regioni, per adattare le
previsioni alle specifiche condizioni dei territori.

Nel documento che verrà consegnato al Governo si fa poi
riferimento in particolare al mondo produttivo. Le Regioni
condividono le fondate preoccupazioni delle categorie più volte
espresse e ritengono sia assolutamente necessario che l'attuale
struttura del Dpcm 26 aprile 2020 venga riformata in quanto non
dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle
Regioni la possibilità di applicare nei loro territori regole
meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una
compressione delle libertà costituzionali strettamente
proporzionata all'esigenza di tutela della salute collettiva.

In sintesi, le Regioni propongono, in presenza di una data
situazione epidemiologica riscontrabile oggettivamente e
certificata dall'Autorità sanitaria delle singole Regioni e
sottoposta ad uno scrupoloso controllo del Governo, di garantire
la possibilità di poter riaprire l'attività a tutti coloro che
rispettino le misure già previste dal decreto del 26 aprile 2020
e dai protocolli di sicurezza aziendali.
ARC/EP/al