[Comunicato stampa Giunta regionale Friuli Venezia Giulia]
Demanio: Callari, pressing sul Governo per proroga concessioni al 2033

lunedì 9 novembre 2020


Udine, 9 nov - Anche il Friuli Venezia Giulia ha sottoscritto
l'ordine del giorno approvato oggi dalla Commissione demanio
della Conferenza delle Regioni per sollecitare il Governo ad
adottare atti risolutivi per garantire la proroga delle
concessioni demaniali al 2033.

La Commissione ha raccolto la preoccupazione di Comuni e
associazioni di categoria rispetto al rischio che dal 1 gennaio
2021 molti concessionari del demanio marittimo e delle acque
interne (è il caso degli stabilimenti balneari e delle marine) si
trovino ad agire in una condizione di occupazione abusiva. Il 31
dicembre scadranno infatti molte delle attuali concessioni, dal
momento che l'estensione delle stesse fino al 2033 - già prevista
dalla L. 145/2018 - è stata dichiarata illegittima da diverse
sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione, per
contrarietà al diritto comunitario.

Alla riunione odierna della Commissione ha preso parte anche
l'assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari, che ha
evidenziato come "la questione è ormai giunta ad un'urgenza tale
da non poter essere ulteriormente rinviata, come hanno
evidenziato tutte le Regioni. Nel nostro caso la legge regionale
con cui abbiamo introdotto la possibilità di proroga con un
meccanismo di semplificazione amministrativa è stata impugnata.
Siamo quindi nella situazione per cui i funzionari che devono
rilasciare le concessioni non sono in grado di assumere decisioni
certe".

Dal Friuli Venezia Giulia è giunta anche la proposta di un
emendamento alla norma nazionale che consenta direttamente
all'Agenzia delle Entrate di provvedere alla registrazione degli
atti di concessione su istanza del concessionario a fronte del
pagamento del canone.
"In questo modo - ha spiegato Callari - potremmo sollevare i
funzionari degli Enti locali dall'onere di assumere atti che
rischiano di essere illegittimi e renderemmo ancora più semplice
la risoluzione in tempi brevi di una questione estremamente
delicata ed urgente".

Presupposto della proroga delle concessioni - che l'Unione
europea non ritiene possibile in assenza di nuove gare pubbliche
di aggiudicazione - è la crisi economica causata dall'emergenza
pandemica, che determina un quadro socio-economico completamente
diverso e del tutto straordinario.
"La stessa Corte di Giustizia europea, in una propria sentenza
del 2016 - ha precisato Callari - prevede la possibilità che gli
Stati membri deroghino all'applicazione della direttiva
Bolkestein in casi eccezionali, per assicurare l'ordine o la
salute pubblica, eccezione che mi sembra più che mai giustificata
in questo momento di emergenza globale pandemica".
ARC/SSA/pph