[Comunicato stampa provincia autonoma di Trento]
Fondo nuove competenze: politiche attive del lavoro al tempo del Covid-19

giovedì 14 gennaio 2021


Sarà gestito da ANPAL e Agenzia del Lavoro e coinvolgerà tutti i settori dell'economia

 

 
“E’ un nuovo strumento di formazione al servizio dei lavoratori e delle imprese, che consentirà ai primi di acquisire nuove competenze e strumenti utili per adattarsi alle mutate condizioni del mercato del lavoro, e alle seconde di dotarsi delle risorse umane necessarie ad affrontare anche i cambiamenti organizzativi e produttivi determinati dall’emergenza epidemiologica”: con queste parole l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli ha presentato stamani con una conferenza stampa il Fondo nuove competenze, istituito presso l’Agenzia nazionale delle Politiche attive del Lavoro-ANPAL, che sarà gestito in Trentino in collaborazione con l’Agenzia del Lavoro, che in questa prima fase metterà a disposizione, in aggiunta alle cospicue risorse stanziate a livello nazionale, in tutto 730 milioni di euro nel biennio 2020-21, altri 300.000 euro a copertura dei costi della formazione, come previsto da un accordo siglato lo scorso 5 gennaio. Il Fondo consente al lavoratore di accedere ad un percorso di formazione o riqualificazione di 250 ore massime, concordato con l’azienda, che provvede a rimodulare l’orario di lavoro del proprio dipendente, previo accordo con i sindacati. “La misura che presentiamo oggi – ha detto a sua volta il presidente di Agenzia del Lavoro Riccardo Salomone – costituisce un buon esempio di cooperazione sia a livello istituzionale che aziendale. Da un lato, infatti, la Provincia rafforza un importante intervento nazionale di politica attiva del lavoro. Dall’altro, per come è stato pensato, questo Fondo coinvolge, quali interlocutori privilegiati, le organizzazioni sindacali, le associazioni datoriali, i datori di lavori e le RSU, a cui spetta la stipula degli accordi, aziendali o territoriali, indispensabili ai fini di dare concreta attuazione agli interventi formativi. Non aiuti a pioggia, quindi, ma percorsi ‘sartoriali’, tagliati su misura delle esigenze del mercato del lavoro”. Una prima pratica avanzata dal Trentino è in elaborazione. L’aspettativa è che se ne aggiungano molte altre, specie dopo il webinar tenutosi nella seconda parte della mattinata, a cui si sono iscritti più di 200 partecipanti.



Il Covid-19 non lascerà niente di immutato: molto spesso in questi mesi abbiamo sentito ripetere questo concetto, ma forse non ci siamo sempre chiesti quali nuove competenze saranno necessarie per affrontare i nuovi scenari disegnati dalla pandemia, in modo particolare nei diversi settori del mondo produttivo. Il Fondo nuove competenze è stato pensato per rispondere a questo interrogativo. Lo strumento nasce nell’ambito del decreto legge “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica Covid 19” dello scorso maggio, e si propone di innalzare il livello del capitale umano nel mercato del lavoro, nel duplice interesse dei lavoratori, compresi quelli  impegnati in una fase di ricollocamento, che delle imprese, chiamate a loro volta ad adeguare i propri modelli organizzativi e produttivi a causa degli effetti dell’emergenza epidemiologica.

Istituito presso l’ANPAL, il Fondo è alimentato da 230 milioni di euro sul Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive per l’Occupazione, ed è stato incrementato di ulteriori 200 milioni di euro per l'anno 2020 e 300 milioni di euro per l'anno 2021 con il decreto legge 104 dello scorso agosto. A ciò si aggiungono le risorse messe a disposizione dalla Provincia autonoma attraverso Agenzia del Lavoro.

Possono avvalersi del Fondo tutti i datori di lavoro del settore privato che abbiano stipulato accordi collettivi aziendali o territoriali di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa ovvero per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori. Gli accordi collettivi devono essere stati sottoscritti dalle associazioni di datori di lavoro e dei lavoratori più rappresentative sul piano nazionale o aziendale e devono prevedere il numero di lavoratori coinvolti nell’intervento oltre che il numero di ore di riduzione dell’orario di lavoro da destinare allo sviluppo delle competenze. Il tetto massimo previsto è di 250 ore di formazione. Il Fondo copre i costi relativi alla quota di retribuzione e contribuzione oraria oggetto di rimodulazione. Le domande di contributo possono essere presentate dai datori di lavoro ad ANPAL allegando l’accordo collettivo preventivamente stipulato e il progetto per lo sviluppo delle competenze.

I percorsi di sviluppo delle competenze possono essere erogati da tutti gli enti accreditati a livello nazionale/regionale, dalle università, dagli istituti superiori o da altri soggetti privati e dall’impresa stessa, se dimostra di possedere i requisiti di capacità formativa per lo svolgimento del progetto presentato.

La misura, è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa, a cui è seguito un webinar di approfondimento a cui hanno partecipato Paola Nicastro, dirigente generale ANPAL, Stefania Terlizzi, dirigente generale di Agenzia del Lavoro, Nicola Berardi del Coordinamento provinciale imprenditori, Andrea Grosselli a nome dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Laura Pedron, dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia, rappresenta “un esempio di buone pratiche che possono essere attuate tramite una collaborazione istituzionale fra Stato e Regioni, in un momento in cui troppo spesso tali enti si scontrano sulla definizione delle rispettive competenze, anche nella materia del lavoro. Non un ammortizzatore sociale, ma uno strumento di politica attiva del lavoro, che punta a creare nuova occupazione o a consolidare quella esistente, e al tempo stesso a mettere a disposizione delle imprese personale formato per i bisogno del momento. La misura, peraltro, in futuro potrebbe diventare strutturale, ed essere quindi mantenuta anche quando gli effetti della pandemia saranno passato”.

I pregi di questo percorso sono insomma diversi, e possono essere così sintetizzati:

- buona collaborazione, perché il Fondo coinvolge una molteplicità di attori, istituzionali e non, a livello nazionale e locale;

tempestività, perché si è operato per rendere brevissimi i tempi della procedura di valutazione delle domande e relativa concessione dei contributi;

- visione, perché l’obiettivo ultimo è far sì che ogni euro investito in questa misura rappresenti non solo un aiuto alle aziende, per superare il picco attuale di criticità, ma anche un’occasione per rinforzare il capitale umano e professionale dei lavoratori che vi operano, migliorando dunque le competenze e l’occupabilità dei dipendenti.

Immagini a cura dell'Ufficio stampa

 

(mp)

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