[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Territorio e sostenibilità. Nuova vita al patrimonio edilizio pubblico, dalla Regione 27 milioni di euro per finanziare progetti di rigenerazione urbana e rendere spazi ‘di comunità’ belli e fruibili edifici come ex scuole, vecchie sedi comunali, depositi o magazzini dismessi. Interventi decisi insieme ai cittadini. Lori: “Nuove funzioni e servizi per la collettività e nuove opportunità per i territori”. Bonaccini: “Ripartire dopo la pandemia puntando su uno sviluppo di qualità e inclusivo”

mercoledì 4 agosto 2021


 

Destinatari i Comuni fino a 60mila abitanti. Premialità per quelli più piccoli, per quelli montani e delle aree interne e per gli interventi con particolare qualità in ambito energetico-ambientale. Le domande da fine ottobre al 30 novembre. Contributi fino a 700 mila euro. Due milioni di euro per ‘sperimentare’ il riuso temporaneo degli spazi pubblici

Bologna - Ridare nuova vita a edifici pubblici (o nella disponibilità pubblica) che spesso fanno parte della storia e dell’identità di luoghi e comuni, ma che talvolta non sono più utilizzati. Per farne il cuore di un più ampio progetto di rigenerazione a beneficio dell’intera comunità.

Ex scuole, vecchie sedi comunali, depositi o magazzini dismessi che potranno trasformarsi in luoghi destinati a nuove funzioni a disposizione dei cittadini. Spazi per i giovani o per la terza età, ludoteche, nidi, biblioteche, luoghi dedicati allo smart working o altri servizi che rendano più attrattivo e fruibile il territorio anche per i turisti.  Per rendere più belli e vivibili gli spazi urbani senza ulteriore consumo di suolo. Interventi che saranno valutati anche per capacità di rispondere ad ambiziosi obiettivi in ambito energetico-ambientale.

Al via dalla Regione il nuovo bando per la rigenerazione urbana, che può contare su un plafond di risorse pari a 27 milioni di euro.

“L’obiettivo è quello di intervenire sul patrimonio pubblico o nella disponibilità pubblica per sostenere progetti di rigenerazione, capaci di attivare nuove funzioni e attività a favore delle comunità- spiega l’assessora regionale alla Programmazione territoriale, Barbara Lori-. Luoghi e spazi che torneranno a vivere, per aumentare le opportunità a favore dello sviluppo dei territori. Proprio per dare valore ‘di comunità’ ai progetti, saranno premiati quelli realizzati attraverso percorsi partecipati così come sarà forte l’attenzione alle scelte progettuali sostenibili e attente all’ambientale, in primis in materia di efficientamento energetico e sicurezza sismica”.

“Quello che presentiamo oggi è un investimento importante coerente con un' idea di sviluppo che dovrà essere sempre più sostenibile. Ripartire dopo la pandemia significa anche questo: un impegno forte per una crescita equilibrata e di qualità di tutto il territorio emiliano-romagnolo, superando le distanze tra centro e periferia – ha sottolineato il presidente della Regione Stefano Bonaccini –. Una crescita equa ed inclusiva, che metta al centro l’ambiente, la salvaguardia del territorio, il lavoro, la conoscenza. Secondo quanto previsto dagli obiettivi del Patto per il Lavoro e il Clima. Siamo in una fase cruciale, ma che allo stesso tempo può essere ricca di nuove, inedite opportunità. Sta anche a noi saperle cogliere”.

Cuore dell’iniziativa - che rappresenta un ulteriore importante passo nel processo di piena applicazione della legge urbanistica regionale - la scelta di abbinare ai lavori di recupero edilizio dell’immobile, anche un progetto di valorizzazione che si traduca in nuovi servizi e nuove funzioni per la collettività, intervenendo, laddove possibile e necessario, anche sugli spazi esterni ad esso collegati: giardini, parcheggi, aree verdi.

Il tutto promuovendo il coinvolgimento attivo dei cittadini nella costruzione di un progetto condiviso. Un percorso che dovrà portare alla firma di un vero e proprio “contratto di rigenerazione urbana” tra la Regione e il Comune titolare dell’intervento, con tempi, modalità, obiettivi dell’intervento, compresa la possibilità di realizzare un monitoraggio sugli effetti prodotti.

Progetti di recupero integrale, ma possibilità anche di interventi “leggeri” per un uso temporaneo

Il bando si rivolge ai Comuni con meno di 60mila abitanti e individua due linee di intervento differenziate: contributi destinati al recupero di un immobile e del suo contesto nell’ambito di progetti di rigenerazione urbana di più ampio respiro, che prevedano l’inserimento di nuove funzioni; contributi destinati a interventi edilizi più leggeri, volti ad un uso temporaneo laddove non sussistono immediatamente le condizioni per definire un progetto definitivo di riutilizzo dell’immobile, e propedeutici a successivi, più ampi lavori.

Al primo tipo di intervento sono destinati 25 milioni dei complessivi 27, con contributi regionali che possono arrivare ad un massimo di 700mila euro; al secondo i restanti 2 milioni, con contributi fino a 100mila euro.

In entrambi i casi rimane invariata la quota del cofinanziamento locale: non inferiore al 20% del costo dell’intervento per i comuni con meno di 5mila abitanti e al 30% per gli altri.

Premialità per i piccoli Comuni, di montagna e delle aree interne

Il bando stabilisce diverse premialità nei criteri di valutazione. Dunque, punteggi aggiuntivi per i Comuni montani e delle aree interne, per i piccoli Comuni (con meno di 5mila abitanti) e per quelli che non hanno ancora ricevuto risorse regionali per interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana.

Un finanziamento aggiuntivo del 10% fino ad un massimo di 60mila euro è previsto inoltre per gli interventi che prevedono protocolli di certificazione energetico-ambientale, uno del 5% (fino a massimo di 30mila euro) per quelli frutto di un concorso di progettazione o di percorsi partecipativi.

Particolare importanza – sempre nella fase di valutazione – verrà data alla qualità ambientale del progetto, con la possibilità di attribuire fino ad un massimo di 30 punti sui 100 totali. Quindi azioni volte all’adattamento ai cambiamenti climatici e all’ecosostenibilità con particolare riferimento ai materiali, alla produzione ed efficientamento energetico, ai sistemi di raccolta e riutilizzo delle acque; all’incremento della permeabilità dei suoli, alla rimozione di inquinanti e sostanze pericolose o all’utilizzo di fonti da energia rinnovabile.

I progetti potranno essere presentati da fine ottobre ed entro il 30 novembre 2021.  Indicativamente, entro la fine di gennaio sarà pubblicata la graduatoria.

Il termine di conclusione dei lavori è fissato a dicembre 2025 per gli interventi di rigenerazione urbana, mentre è anticipato a dicembre 2023 per quelli di riuso temporaneo.

La legge urbanistica regionale

Rigenerazione e riqualificazione ambientale degli spazi urbani, riuso del patrimonio edilizio esistente. Regole più semplici e veloci per la pianificazione dei Comuni. E un obiettivo su tutti: consumo di suolo a saldo zero.

Approvata nella passata legislatura, la legge urbanistica regionale sta dando i suoi frutti, con 6 Comuni che nel corso del 2020 hanno potuto beneficiare di contributi per oltre 3,8 milioni di euro a sostegno di progetti di rigenerazione urbana.  Una decisione di scorrere la graduatoria del precedente bando 2018 che ha portato a quasi 50 i Comuni (e le Unioni di Comuni) e a 45 milioni di euro i finanziamenti già assegnati per questo tipo di interventi.

Ridisegnare il futuro delle città e del territorio dunque. Un cambio di prospettiva significativo che la Regione sta accompagnando anche per quanto riguarda la stesura dei nuovi Piani urbanistici generali. Sostenendo i piccoli Comuni nelle spese tecniche di progettazione, nella formazione del personale, nei processi di partecipazione della cittadinanza. Dal 2018 a oggi, su questo 193 comuni e 9 province hanno potuto beneficiare di 3,5 milioni di euro. /PF

Info: http://territorio.regione.emilia-romagna.it