[Comunicato stampa Giunta regionale Liguria]
PNRR: COORDINATORE STEM PROFITI, “SU DEFINIZIONE SERVIZI CASE DI COMUNITÀ LIGURIA PIÙ AVANTI DEL GOVERNO. DA CINQUE MESI AL LAVORO SU ‘MODELLO LIGURE’ CON INTEGRAZIONE “NECESSARIA” TRA SERVIZI SOCIALI E SANITARI”

mercoledì 9 marzo 2022


 GENOVA. “Nel modello ligure delle Case di Comunità è prevista quale elemento indispensabile la presenza di un ‘Punto unico di accesso’, per garantire l’integrazione della risposta ai bisogni sanitari e sociali dei cittadini. Nei fatti, nella definizione dei servizi delle Case di Comunità la Liguria è in una fase più avanzata rispetto al governo: il decreto ministeriale con i requisiti funzionali, standard e servizi, di queste strutture territoriali non è ancora stato adottato, una sua bozza è stata trasmessa pochi giorni fa dal governo all’esame delle Regioni. Al contrario in Liguria è stato creato a novembre dello scorso anno un gruppo tecnico congiunto tra direzioni di distretto sociale dei Comuni e direzioni sociosanitarie delle Asl ed affiancato da un rappresentante dell’ANCI che, con il coordinamento di Alisa, stanno lavorando da cinque mesi per disegnare il modello dei servizi sociali e sanitari che troveranno sede nelle Case di Comunità”. Lo precisa il coordinatore della Struttura di missione per la sanità ligure Giuseppe Profiti, in relazione alle critiche sollevate dai consiglieri regionali Natale e Garibaldi. “Il punto di partenza – prosegue Profiti – è l’unicità della Liguria legata alla caratteristica anagrafica della popolazione che rende indistinguibile l’origine del bisogno, se nasce da una fragilità sociale o sanitaria. Da qui la necessità imprescindibile di concentrare in un unico luogo le risposte ai bisogni sociali e sanitari: laddove nelle prime versioni del decreto era prevista una semplice raccomandazione, poi scomparsa nella bozza del decreto, in Liguria, grazie ad una precisa indicazione dell’assessore alle Politiche sociali Ilaria Cavo maturata dall'ascolto dei territori e dei sindaci capofila di distretto, l’integrazione delle due risposte è stato visto come un contenuto necessario delle future Case di Comunità, non solo quelle hub a gestione diretta del pubblico ma anche – conclude Profiti – di quelle ‘spoke’ collegate alle prime e che nasceranno sul territorio sttraverso le forme di aggregazione dei medici di medicina generale e che nella configurazione regionale dovranno garantire la presenza dell’assistente sociale del Comune e l’integrazione con le piattaforme digitali e i sistemi informativi finalizzati a intercettare, valutare e rispondere a entrambi le categorie di bisogno”. NNN