[Comunicato stampa Giunta regionale Emilia - Romagna]
Turismo. Concessioni balneari, in Emilia-Romagna attive 1.500 piccole imprese a conduzione familiare. Corsini: “Il Governo sta mettendo a rischio il loro futuro, rappresentano un asset fondamentale e strategico dell’economia turistica nazionale”

domenica 26 febbraio 2023


 

L’assessore chiede il ritorno al documento della Regione Emilia-Romagna, fatto proprio poi dalle altre Regioni, “che definiva una serie di punti imprescindibili, dal valore delle aziende ai criteri per la premialità”

Bologna - Nella sola Emilia-Romagna si parla di 1.500 piccole imprese a conduzione familiare, sulla cui pelle “il Governo sta giocando in maniera irresponsabile. Non solo: quest’esecutivo mette a rischio un asset fondamentale e strategico del turismo italiano, che da solo vale il 14% del Pil nazionale”.

Queste le parole dell’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, in merito alla questione relativa ai “balneari”, cioè il futuro legato alle concessioni degli stabilimenti sulla costa.

“Le proroghe, diciamo, ‘elettorali’- sottolinea- hanno le gambe corte, anzi, cortissime. Il presidente Mattarella, dal canto proprio, ha richiamato tutti al rispetto delle Direttive europee, delle sentenze della corte di Giustizia e del Consiglio di Stato”.

“Il problema- continua Corsini- non è l’anno in più di proroga – peraltro previsto, come possibilità, anche nel decreto Concorrenza del Governo Draghi –, ma il non voler dare una prospettiva e una certezza di futuro ai balneari. Si torni subito alla proposta e al documento redatto dalla Regione Emilia-Romagna, per dare un contributo concreto alla riforma nazionale. Un documento, voglio ricordarlo, fatto proprio da tutte le altre Regioni, e che definiva una serie di punti imprescindibili per dare certezze al settore balneare”.

L’assessore passa quindi a elencarli: il valore aziendale delle imprese (non solo investimenti, ma anche beni mobili e immobili); i criteri per premiare professionalità ed esperienza nel gestire da almeno 5 anni concessioni balneari a scopo turistico; il no al canone come criterio di aggiudicazione (questo lo definisce il Governo e non può essere oggetto di gara). Infine, lasciare alle Regioni la possibilità di introdurre ulteriori criteri sulla base della specificità delle diverse realtà territoriali.

“La situazione attuale è insostenibile- ha concluso Corsini-, i modi in cui si muove l’esecutivo sono inaccettabili. Lo sono per noi ma soprattutto lo sono per le imprese, i lavoratori e tutto il mondo del turismo”.