Documento della Conferenza delle Regioni del 7 maggio
Amianto e malattie professionali: audizione al Senato il 12 maggio

(Regioni.it 2721 - 12/05/2015) Si è tenuta il 12 maggio al Senato un’audizione di fronte alla “Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” di una delegazione tecnica della Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Nel corso dell’incontro Luciano Marchiori (dirigente Regione Veneto), Antonio Maritati (dirigente Regione Veneto), Alberto Chinaglia (funzionario Regione Veneto), Giuseppe Mastrangelo (Università di Padova), Massimo D'Angelo (Regione Piemonte) hanno illustrato un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni (nella seduta del 7 maggio) dedicato proprio al tema delle malattie professionali connesse all’utilizzo dell’amianto.
Il documento integrale è stato pubblicato nella sezione “Conferenze” del sito www.regioni.it, il link:Malattie professionali connesse all’utilizzo dell’amianto: documento per audizione della commissione parlamentare d’inchiesta
Di seguito una sintesi del documento.
“Il picco di utilizzo dell’amianto si è avuto tra gli anni ‘70 e ‘80” – si legge nel documento ed “oggi si evidenziano gli effetti dell’esposizione avvenuta in quegli anni”.
L’esposizione dei lavoratori all’amianto e indirettamente ...

Malattie professionali connesse all’utilizzo dell’amianto: audizione di una delegazione tecnica della Conferenza delle Regioni
martedì 12 maggio 2015
Illustrato un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 7 maggio
Roma, 12 maggio ‘15 (nota stampa) Si è tenuta oggi al Senato un’audizione di fronte alla “Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” di una delegazione tecnica della Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Nel corso dell’incontro Luciano Marchiori (dirigente Regione Veneto), Antonio Maritati (dirigente Regione Veneto), Alberto Chinaglia (funzionario Regione Veneto), Giuseppe Mastrangelo (Università di Padova), Massimo D'Angelo (Regione Piemonte) hanno illustrato un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni (nella seduta del 7 maggio) dedicato proprio al tema delle malattie professionali connesse all’utilizzo dell’amianto.
Il documento integrale è stato pubblicato nella sezione “Conferenze” del sito www.regioni.it.
Di seguito una sintesi del documento.
“Le politiche che le Regioni hanno adottato sono state indirizzate alla garanzia di due obiettivi generali:
-ricerca delle patologie da amianto e sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti;
- prevenzione e vigilanza sugli insediamenti e sui lavori di bonifica dell’amianto per la tutela degli addetti e della popolazione”.
Così come previsto dal “Piano Nazionale di Prevenzione 2014-18 approvato in sede di Intesa Stato-Regioni del 13 novembre 2014”, inoltre – sottolinea la Conferenza delle Regioni – “corrispondono agli obiettivi indicati nella bozza Piano Nazionale Amianto”. Ma “il Piano Nazionale Amianto non è ancora approvato in Conferenza Stato- Regioni per il parere negativo espresso dal Ministero dell’Economia e Finanza il 13 gennaio 2015”.
Per quanto riguarda la ricerca delle patologie da amianto e la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti, ovvero la sorveglianza epidemiologica del mesotelioma, avviene “attraverso i Centri Operativi Regionali (vedi www.ispesl.it/renam) che trasmettono al Registro Nazionale gli esiti delle indagini sui casi di mesotelioma, svolte dai Servizi delle ASL” e le “informazioni raccolte, oltre ad alimentare il registro, frequentemente, consentono al medico del servizio di compilare il primo certificato medico di malattia professionale e di supportare le procedure assicurative per il riconoscimento della stessa da parte di INAIL”. Il V rapporto del Registro Nazionale Mesoteliomi, in fase di pubblicazione, riferisce di una casistica di 19.956 soggetti con età media di 69,5 anni e con 46 anni di latenza media”.
“Una seconda azione prevede – si legge ancora nel documento - il prolungamento del controllo sanitario dopo la cessazione dell'esposizione”. Le Regioni ritengono che il quadro normativo attuale renda necessario “un protocollo di assistenza sanitaria da offrire ai lavoratori ex esposti ad amianto in maniera omogenea sul territorio nazionale, superando disomogeneità e disparità nell’offerta dei servizi sanitari”.
Con riferimento invece alla prevenzione e alla vigilanza sui lavori di bonifica va detto che “nell’attuale quadro normativo, la tutela sanitaria degli esposti ad amianto è posta a carico del datore di lavoro e del medico competente dallo stesso incaricato. Gli esiti del monitoraggio sull’attività del medico competente […] riferiscono per il 2013 una popolazione di 15.922 lavoratori sorvegliati per il rischio amianto. Rischio che per effetto della L. 257/92 risulta oggi possibile esclusivamente nell’ambito delle lavorazioni di de-coibentazione, bonifica, raccolta e smaltimento”.
“Dal 2007, le Regioni monitorano, secondo indicatori di attività condivisi, le prestazioni delle ASL nel settore della sicurezza e salute del lavoro (nel caso specifico delle fibre di amianto anche di tutela del cittadino e dell’ambiente). L’analisi dei dati evidenzia come negli ultimi anni, in media siano stati notificati alle ASL oltre 60.000 piani di bonifica dell’amianto friabile o in matrice compatta (86.386 notifiche nel 2013). Oltre il 13 % dei cantieri adibiti ad attività di bonifica è annualmente oggetto di controllo ispettivo da parte delle ASL con riferimento prioritario alle situazioni di maggior pericolo.
La tabella seguente documenta l’attività di controllo e vigilanza svolta dalle ASL (2008-13).
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Notifiche e piani di bonifica amianto, artt. 250, 256 pervenuti alle ASL
51.809
65.414
69.813
87.631
85.750
86.386
Cantieri con amianto ispezionati
11.926
11.999
12.807
13.334
11.512
I cantieri in cui viene rimosso amianto in matrice friabile sono sistematicamente oggetto di controllo e vigilanza finalizzata a controllare le condizioni di lavoro, la protezione dei lavoratori e a limitare l’aerodispersione di fibre.
Tra i compiti delle ASL vi è anche il controllo finale degli ambienti da restituire al termine della bonifica; il controllo include l’ispezione visiva e il monitoraggio ambientale delle fibre con l’emissione di un certificato di restituibilità dell’edificio bonificato.
L’azione di prevenzione e vigilanza si realizza inoltre attraverso la verifica delle segnalazioni/esposti che pervengono alle ASL, ai Comuni o Agenzie Regionali per l’Ambiente in merito a situazioni ritenute a rischio dai cittadini”. “Presso ogni Regione – sottolinea il documento della conferenza - è attivo, inoltre, il flusso informativo […] riguardante informazioni annuali riassuntive concernenti i lavori svolti, le misure di protezione adottate, i lavoratori esposti, i livelli di esposizione dei lavoratori e i quantitativi di materiale smaltito. Il monitoraggio svolto nel 2011 ha evidenziato un quantitativo di materiale smaltito contenente amianto pari a 513.217 tonnellate con evidenza di 2259 relazioni trasmesse alle Regioni da parte delle ditte iscritte all’albo specifico”.
“Le Regioni, attraverso le ASL, garantiscono la ricerca delle patologie ad amianto avvalendosi dei Centri Operativi Regionali, coordinati dal Registro Nazionale Mesoteliomi ed offrono, in varie realtà, assistenza ai lavoratori ex esposti ad amianto secondo protocolli di sorveglianza sanitaria” che oggi sono sfociati nella proposta di protocollo unico (allegato al documento lasciato agli atti della commissione parlamentare). Secondo la Conferenza delle Regioni “l’attuazione del protocollo nazionale permetterà di offrire un livello di assistenza omogeneo su tutto il territorio nazionale basato su criteri di efficacia”.