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(Regioni.it 4448 - 31/01/2023) "Il tema dei prezzi oggi è dirimente. Abbiamo gran parte delle opere finanziate con il Pnrr che rischiano di non essere completate per l'incremento sIgnificativo dei prezzi. Abbiamo un serio problema per fare sì che le opere previste si completino. Il tema dei prezziari è diventato nevralgico. Noi abbiamo proposto un esplicito richiamo ai prezziari regionali. Siamo orientati a che si arrivi a un sistema di certezza sul tema dei prezzi con un meccanismo di base regolato a livello nazionale. Le composizioni dei costi devono essere frutto di un linguaggio nazionale", dichiara Fulvio Bonavitacola (vicepresidente della Regione Campania) in audizione parlamentare come coordinatore della Commissione infrastrutture della Conferenza delle Regioni, presso la commissione Ambiente della Camera nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante codice dei contratti pubblici.
In termini complessivi la valutazione della Conferenza delle Regioni dell'impianto del testo è positiva. Riconosciamo anche un confronto positivo con la Conferenza delle Regioni e le proposte da noi avanzate. È importante anche la novità iniziale della struttura del documento, perché la scelta di anticipare la parte normativa in senso stretto con l'enunciazione di principi fondativi ci sembra opportuna,
"Il principio di risultato - rileva Bonavitacola - sembra quanto mai opportuno in un settore che sconta grandi difficoltà dal punto di vista dell'efficacia del conseguimento degli obiettivi. Abbiamo tempi che non sono paragonabili a quelli europei nella durata della realizzazione di un'opera pubblica. Parliamo - ha aggiunto - per opere superiori ai 10 milioni di euro dai 7 ai 10 anni. L'altro principio, della fiducia tra le amministrazioni pubbliche, è evidente che segna un cambio di approccio".
"Spesso, sbagliando, si ritiene che tutto stia dentro le normative del codice degli appalti, cioè per superare i ritardi bisogna perfezionare il codice degli appalti. È vero in parte, in realtà i ritardi patologici nella realizzazione delle opere pubbliche riguardano una miriade di norme non contenute nel codice degli appalti. Parliamo di tutto il processo autorizzativi che richiede il concorso di una pluralità di amministrazioni, portatrici di altri interessi. È li che spesso si determina palude burocratica. Bisogna trovare una soluzione per velocizzare l'acquisizione di pareri, assensi, varianti urbanistiche. Occorre quindi arrivare a una semplificazione delle procedure, che deve essere a regime. In Italia se si deve fare un'opera pubblica va nominato un commissario, vi è una sorta di rassegnazione. Dobbiamo superare una situazione patologica".
Per Bonavitacola "è il risultato di una nostra iniziativa la soluzione favorevole all'uso dell'appalto integrato anche sul progetto tecnico di fattibilità. In questi anni si è diffusa una discussione, spesso incomprensibile. Vi è stato un atteggiamento anche normativo che ha guardato all'appalto integrato come una cosa quasi peccaminosa. L'appalto integrato è un modo per attribuire al proponente la responsabilità di quello che propone. Le posizioni critiche dicono che darebbe origine a un aumento dei costi, ma questo poìuo essere governato stabilendo a monte della procedura regole precise. L'offerente deve sapere che tutto ciò che si renderà necessario per perfezionare la progettazione sulla base della sua proposta iniziale non può gravare sul quadro economico e non può comportare aumenti di spesa. Noi riteniamo che questo strumento possa avere un utilizzo efficace".



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