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News

Jobs Act: Chiamparino, diamogli gambe per camminare

venerdì 23 gennaio 2015

 

 

Simoncini su decreti attuativi: rispettare le competenze, ampliare la platea dei destinatari del contratto di ricollocazione, forte preoccupazione per le carenti coperture finanziarie

 

Roma, 23 gennaio ‘15 (comunicato stampa) “Sono convinto che il Jobs Act sia una riforma importante e che possa contribuire a dare risposte efficaci alle imprese e ai lavoratori per superare l’attuale fase di crisi, ma sono altrettanto convinto che ora nella fase attuativa occorra dare al provvedimento gambe per camminare”, lo ha dichiarato il Presidente, Sergio Chiamparino, commentando un documento in materia, approvato ieri dalla Conferenza delle Regioni. “E fra le scelte necessarie per i Decreti legislativi – ha concluso Chiamparino - rientra sicuramente un’efficace concertazione fra Governo e Regioni”.
La Conferenza delle Regioni ha esaminato i primi due schemi di decreto legislativo attuativi del Jobs Act  (L. 18372014) concentrandosi sul provvedimento di riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati anche perché su questo decreto le Regioni dovranno esprimere un’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Il coordinatore degli assessori al lavoro per la Conferenza delle Regioni, Gianfranco Simoncini, spiega che “sono tre i temi su cui le Regioni richiamano l’attenzione del Governo e del Parlamento: il rispetto delle competenze regionali in materia, soprattutto ai fini di un’efficace coordinamento con le politiche attive per il lavoro sviluppate sul territorio, la necessità di allargare la platea dei beneficiari del contratto di ricollocazione, la preoccupazione per l’insufficienza delle risorse previste per l’attuazione delle misure previste”.
“Occorre considerare – aggiunge Simoncini - che le Regioni sono titolari delle competenze relative alle politiche attive e quindi è necessario che l’attuazione della norma avvenga nel rispetto dei modelli organizzativi regionali, per evitare ingerenze e sovrapposizione di interventi. A parte certi difetti di coordinamento interno tra le norme, penso che sia necessario riportare le competenze delle politiche attive alle Regioni, così come da costituzione vigente. In particolare per quanto riguarda il ‘contratto di ricollocazione’  mi pare assurdo prevedere un ruolo dei servizi competenti con un fondo istituito presso l’INPS, senza però riconoscere alcun ruolo alle Regioni. Se vogliamo davvero rispondere alle necessità dei lavoratori e delle aziende sarà poi necessario ampliare della platea dei soggetti che possono essere considerati in stato di disoccupazione per permettere un accesso più esteso del contratto di ricollocazione, strumento fondamentale di politica attiva .
L’ultimo ‘alert’ riguarda le coperture finanziarie che non risultano sufficienti per garantire l’attuazione delle misure disciplinate dal decreto. Non sono adeguate le risorse stanziate per far fronte all’attuazione degli interventi complessivamente previsti nel Jobs Act.  La Legge di stabilità 2015 ha stanziato 2.200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e 2.000 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2017, di cui ad esempio solo 869 milioni di euro per il 2015, 1.774 milioni di euro per il 2016, 1.902 milioni di euro per il 2017 sono destinati alla copertura degli oneri derivanti dallo schema di decreto in oggetto. Decisamente poco – conclude Simoncini – per un provvedimento che ha grandi ambizioni”.
Il Documento approvato dalla Conferenza delle Regioni, il 22 gennaio,  è stato pubblicato sul sito www.regioni.it (sezione “Conferenze”) ed è stato inviato ai Presidenti delle commissioni lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, e ai relatori Marialuisa Gnecchi e Annamaria Parente. 
 

Simoncini: Regioni pronte a procedere con proprie leggi al riordino dei servizi per il lavoro

giovedì 22 gennaio 2015

 

Roma, 22 gennaio ‘15 (comunicato stampa) A seguito delle determinazioni assunte dalla Conferenza delle Regioni del 22 gennaio, l’Assessore Gianfranco Simoncini, coordinatore della materia Lavoro per la Conferenza delle Regioni, ha spiegato che “le Regioni attiveranno il trasferimento del personale dei Centri per l’Impiego insieme agli altri dipendenti delle Province per dare corso alla riorganizzazione del servizio per il lavoro.

Continua comunque il confronto con il Governo e il Parlamento – ha aggiunto Simoncini – per superare il blitz che sposterebbe le competenze sulle politiche attive per il lavoro a livello nazionale, senza alcun ruolo per le Regioni determinando una cesura incomprensibile tra le stesse politiche attive del lavoro ed il sostegno ai sistemi economici locali e la formazione professionale che invece rimarrebbero di competenza regionale.

Le Regioni si presenteranno all’Osservatorio sul riordino delle Province (Legge Delrio) informando che non potranno più rispettare l’impegno assunto di rimandare ad un momento successivo il riordino dei servizi per il lavoro. Tale impegno – ha spiegato ancora Simoncini – era stato assunto sulla base di una condivisione con il Ministero del Lavoro che prevedesse una agenzia nazionale per il coordinamento e l’indirizzo delle politiche attive del lavoro e agenzie regionali responsabili della gestione del territorio. Ipotesi perfettamente in linea con il quadro di riforma costituzionale approvato dal Senato. Le modifiche ipotizzate alla Camera fanno di fatto saltare tale intesa.

Le Regioni, consapevoli del quadro costituzionale vigente e dell’urgenza di dare una risposta immediata all’incertezza che vivono i centri per l’impiego in tutto il Paese a fronte del superamento della competenza delle Province, procederanno con le proprie leggi a normare il riordino dei servizi per il lavoro.

Ci auguriamo comunque – ha concluso Simoncini - che in sede di discussione in aula alla Camera si possa ottenere una modifica del testo approvato in Commissione che, ribadendo la funzione nazionale sull’ordinamento e le disposizioni comuni sulle politiche del lavoro, confermi il ruolo delle Regioni per la gestione a livello territoriale delle stesse politiche del lavoro”.





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