Conferenza Regioni
e Province Autonome
Doc. Approvato - Aborto: rilevazioni periodiche su consultori

giovedì 9 febbraio 2006


PROPOSTA DI ACCORDO TRA IL MINISTERO DELLA SALUTE, LE REGIONI E PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO SUL DOCUMENTO: ”RILEVAZIONE PERIODICA SULLE ATTIVITÀ DEI CONSULTORI FAMILIARI RELATIVE AI COMPITI AFFIDATI A TALI STRUTTURE DALLA LEGGE 22 MAGGIO 1978 N. 194”

 

Punto 15) O.d.g. Conferenza Stato-Regioni

 

 

Le Regioni condividono la necessità di avviare un percorso finalizzato al miglioramento ed al potenziamento del sistema di rilevazione delle attività dei consultori familiari ma, anche, alla rilevazione delle criticità al fine di proporre soluzioni. Operativamente per affrontare tale problematica è stato costituito, all’interno della Commissione salute, uno specifico sottogruppo sui consultori.

 

Le Regioni osservano che la scheda di rilevazione proposta non è condivisibile in quanto il modello di rilevazione utilizzato si basa su metodologie superate dagli attuali sistemi informativi delle Regioni. Inoltre è necessario che la rilevazione ponga attenzione sulle attività e sulla complessità delle stesse.

 

Le Regioni ritengono molto importante avviare una rilevazione qualitativa delle attività dei consultori, e al tal fine ritengono necessario:

 

·        attivare un flusso di rilevazione omogeneo e condiviso (attualmente le Regioni hanno sistemi di rilevazione anche molto sofisticati che, però, non sono confrontabili);

·        prevedere una scheda di rilevazione che possa essere inserita all’interno del NSIS e contemporaneamente possa essere compilata a partire dai flussi già esistenti nelle Regioni;

·            prevedere la rilevazione della complessità delle attività svolte dal consultorio cioè sia quelle rivolte agli utenti che quelle rivolte a gruppi di popolazione ed effettuate all’esterno del consultorio;

·            prevedere che la scheda rilevi anche le attività di formazione;

·            prevedere che la scheda rilevi anche le attività integrate (in alcune realtà le attività sociali sono separate da quelle sanitarie a svolte in modo integrato);

·         definire un glossario in modo che la rilevazione sia davvero omogenea (per esempio è necessario condividere che cosa si intende per consultorio: il POMI da una definizione che, nella pratica, non è attuata per cui sono considerati consultori anche quelli che offrono solo prestazioni di tipo ambulatoriali);

·         prevedere la rilevazione non solo delle attività dei consultori familiari ma anche,  laddove esistono, dei consultori rivolti a particolari fasce di popolazione: adolescenti ed immigrate;

·         prevedere una rilevazione analoga a quella che avviene per il SIS, e non trimestrale aggiuntiva, anche in considerazione del fatto che la rilevazione delle IVG segue un suo percorso che, tra l’altro, è considerato uno dei migliori al mondo;

·         prevedere la rilevazione dei percorsi di raccordo con altri servizi od Enti che operano sul territorio;

·         prevedere la rilevazione dei percorsi assistenziali garantiti all’interno dei consultori;

·         prevedere la rilevazione delle attività dei consultori privati con le stesse modalità dei pubblici ma separati da questi ultimi, atteso che le finalità del servizio sanitario pubblico sono quelle di garantire prevenzione ed assistenza senza alcuna discriminazione di razza, religione e ceto sociale;

 

Per fare ciò è necessario prevedere un lavoro a lungo termine, almeno sei mesi, che partendo dalle esperienze più avanzate e complete proponga alla complessità delle Regioni ed al Ministero la scheda di rilevazione.

Pertanto le Regioni esprimono una non condivisione della proposta di accordo del Ministero e propongono, invece, la costituzione di un gruppo di lavoro misto per la elaborazione della scheda da riportare all’interno del SIS. A tale gruppo misto sarà necessario prevedere la partecipazione anche degli esperti regionali dei sistemi informativi.

 

 

 

Roma, 9 febbraio 2006