Risoluzioni approvate sulle comunicazioni del Ministro della salute su emergenza COVID-19 - 13 gennaio 2021

giovedì 14 gennaio 2021


291a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MERCOLEDÌ 13 GENNAIO 2021

COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA SALUTE SULLE ULTERIORI MISURE PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA DA COVID-19

PROPOSTE DI RISOLUZIONE NN. 1, 2, 3 E 4

(6-00163) n. 1 (testo 2) (13 gennaio 2021)

De FalcoNocerinoFattoriGiarrusso.

Approvata

Il Senato, udite le comunicazioni del Ministro della salute,

        impegna il Governo a:

a) favorire la creazione e la diffusione di test point, quali infrastrutture logistiche epidemiologiche sussidiarie ed anche iniziative di volontariato, attraverso la semplificazione delle procedure autorizzative per l'occupazione temporanea del suolo e riconoscendo ad ogni medico la facoltà di assumere la responsabilità di un presidio diagnostico, affinché la popolazione possa effettuare frequentemente tali test, senza alcun incombente burocratico;
b) controllare ed eventualmente intervenire per abbassare il prezzo dei tamponi su tutto il territorio nazionale, per evitare che il loro costo continui a costituire palese violazione dell'articolo 32 della Costituzione, non consentendo - al contempo - di rallentare la velocità di diffusione del contagio, con pregiudizio diretto sulla salute pubblica e gravi conseguenze sulla tenuta economica e sociale del Paese;
c) agire concretamente ed in tempi rapidi, anche mediante campagne di prevenzione primaria, al fine di rendere il tampone una più diffusa abitudine sociale, immediatamente e facilmente accessibile, anche in via estemporanea favorendo l'azione di prossimità di medici ed infermieri volontari ed iniziative il più possibile diffuse nelle piazze del nostro Paese.

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(6-00164) n. 2 (13 gennaio 2021)

IoriPirroErraniGaraviniSteger.

Approvata

Il Senato,

            udite le comunicazioni del Ministro della salute sulla situazione epidemiologica e sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza Covid-19 in Italia;

            rilevato che gli ultimi dati sulla diffusione del virus registrano la crescita dell'incidenza a 14 giorni, un Rt puntuale significativamente maggiore di 1 in alcune Regioni e l'incremento, per la quarta settimana consecutiva, dell'indice di trasmissione nazionale;

            preso atto che l'epidemia si trova in una fase che sembra preludere a un nuovo rapido aumento del numero di casi, anche in ragione di un incremento dei contagi in Europa e della circolazione di varianti virali con una potenziale maggiore capacità di trasmissione;

            considerato che, in tale contesto, un anticipo prematuro dell'allentamento delle misure di contenimento potrebbe aggravare in modo significativo la diffusione dell'epidemia;

            valutata, pertanto, l'opportunità di continuare ad applicare il massimo livello di precauzione, per evitare un aumento complessivo del rischio di un'epidemia non controllata e l'aggravarsi della pressione sulle strutture sanitarie;

            ritenuta, conseguentemente, necessaria una proroga dell'attuale stato di emergenza, al fine di consentire l'adozione e l'implementazione di tutte le misure di contenimento della diffusione del virus;

            valutata l'opportunità di attuare con maggiore puntualità il modello dinamico per fasce differenziate, fondato sulla applicabilità di specifiche misure aggiuntive alle Regioni e alle Province autonome in cui sia identificato un più elevato livello di rischio epidemiologico, così come risultante dai dati elaborati dalla Cabina di regia di cui al decreto 30 aprile 2020, in coerenza con il documento di "Prevenzione e risposta a Covid-19; evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale";

            considerata, in particolare, l'opportunità di rendere maggiormente tempestivo l'accesso alle misure più stringenti da parte delle Regioni e delle Province autonome caratterizzate da uno scenario di rischio più elevato, prevedendo, al contempo, una ulteriore fascia di rischio caratterizzata da misure meno restrittive rispetto all'area cosiddetta gialla, al fine di assicurare la massima coerenza tra lo scenario epidemiologico riferibile a ciascun territorio e il grado di rigore delle misure di contenimento ivi applicate,

        impegna il Governo:

  1. l) a deliberare la proroga dello stato di emergenza al 30 aprile 2021, al fine di confermare e rafforzare le misure di contenimento della diffusione del virus;

                2) a confermare e implementare le misure di contenimento applicate in attuazione del modello dinamico "per fasce", basato sulla individuazione differenziata dello scenario di rischio sanitario, in coerenza con i dati e i parametri specificamente riferibili a ciascuna Regione e Provincia autonoma;

                3) a favorire una maggiore tempestività nell'accesso delle Regioni e delle Province autonome a maggior rischio al complesso delle misure più stringenti, per il tempo necessario introducendo, contestualmente, un livello di rischio inferiore a quelli finora contemplati, per assicurare il pieno rispetto dei principi di precauzione e proporzionalità e la massima coerenza tra lo scenario del rischio nel quale è collocata ciascuna Regione e Provincia autonoma in un dato momento e il grado di rigore delle misure di contenimento alle stesse applicate;

                4) ad approntare idonee misure di ristoro in favore delle attività economiche che subiranno limitazioni per via delle misure restrittive eventualmente adottate;

                5) a favorire la piena ripresa dell' attività didattica in presenza per tutte le studentesse e gli studenti, compatibilmente con il quadro epidemiologico;

                6) ad approntare, d'intesa con le Regioni e le Province autonome, un adeguato piano dei trasporti con particolare attenzione a quello scolastico;

                7) a promuovere ogni iniziativa utile al fine di rafforzare e assicurare la più celere attuazione del piano strategico sui vaccini anti-Covid-19.

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(6-00165) n. 3 (testo 2) (13 gennaio 2021)

RichettiBonino.

Approvata

Il Senato

        impegna il Governo:

            a pubblicare e condividere con le Camere il piano vaccinale definitivo, contenente tutte le informazioni di dettaglio sugli obiettivi numerici e sul personale impiegato, aggiornandolo continuativamente;

            a pubblicare sui preposti canali di comunicazione istituzionale l'aggiornamento dell'elenco delle strutture individuate per la somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 per la seconda fase di attuazione del piano strategico, come previsto dal comma 465 della legge 30 dicembre 2020, n. 178 che ne prevede l'individuazione da parte del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19;

            a realizzare un sistema di sorveglianza sulle proprietà immunologiche dei vaccini basato su un campione statistico longitudinale, con obbligo di comunicazione al pubblico sui sistemi usati.

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(6-00166) n. 4 (13 gennaio 2021)

BerniniRomeoCiriani.

Votata per parti separate. Approvata la parte evidenziata in neretto; respinta la restante parte.

Il Senato,

        premesso che:

            da circa un anno a questa parte, con l'avvento della pandemia da Covid-19, la dichiarazione dello stato di emergenza e le successive proroghe, il Governo ha gravemente menomato le attribuzioni del Parlamento, relegandolo al ruolo di mero spettatore di provvedimenti improvvisati e caotici, alle volte neppure comprensibili, comunicati all'ultimo momento a mezzo stampa (o diretta social) e solo successivamente, tempo permettendo, alle Camere parlamentari;

            secondo i dati raccolti da Openpolis, delle centinaia di atti e provvedimenti sin qui emanati per fronteggiare l'avanzata del virus SARS-CoV-2, inclusi quelli più importanti, direttamente incidenti sulle libertà fondamentali dei cittadini, solamente una percentuale minima e irrisoria, pari a circa il 2,7 per cento del totale, ha visto una qualche forma di coinvolgimento del Parlamento;

            nella percentuale sopra citata, vi è poi un elevato numero di casi in cui coinvolgimento del Parlamento si è sviluppato in maniera meramente formale e marginale, in conseguenza del ricorso, sempre più frequente, alla questione fiducia, ovvero del ritardo con il quale è stata avviata la discussione parlamentare sulle norme oggetto di conversione;

            con il passare dei mesi, il livello di improvvisazione si è acutizzato sensibilmente, fino a toccare l'apice in occasione delle recenti festività, nel corso delle quali sono stati emanati tre decreti-legge (i decreti-legge n. 158 del 2020, n. 172 del 2020 e n. 1 del 2021), un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, una decina tra ordinanze e circolari interpretative, oltre alle immancabili Faq pubblicate nel sito della Presidenza del Consiglio dei ministri;

            la sovrapposizione dei provvedimenti e delle previsioni ivi contenute, spesso in contraddizione l'una con l'altra, ha ingenerato una situazione di totale confusione che ha ingessato il Paese;

            nel corso della conferenza stampa del 25 ottobre 2020, il Presidente del Consiglio dei ministri aveva richiesto - per l'ennesima volta - un sacrificio alla popolazione, annunciando l'applicazione di misure di contenimento più restrittive di quelle all'epoca previgenti, nell'ottica di consentire "un Natale più sereno";

            le medesime rassicurazioni venivano rinnovate in occasione della successiva conferenza stampa del 3 dicembre 2020, nel corso della quale lo stesso Presidente comunicava di aver "piegato la curva dei contagi" e che, "nel giro di poche settimane, in prossimità delle festività natalizie, tutte le regioni saranno gialle, è un risultato davvero significativo";

            solo quindici giorni dopo, tali previsioni sono state completamente rovesciate dal decreto-legge n. 172 del 2020 che, modificando il precedente assetto, ha previsto un Natale tutt'altro che "sereno", disponendo una zona nazionale unica a colore rosso e arancione, ad intermittenza, per l'intero periodo intercorrente tra il 21 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021;

            interi settori che avevano investito tempo, impegno e risorse nella riapertura, facendo affidamento sulle parole pronunciate e sul contenuto delle misure illustrate in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio dei ministri, si sono visti costretti a chiudere improvvisamente, dall'oggi al domani o, comunque, a rimanere aperti senza poter lavorare (è il caso, ad esempio, delle strutture ricettive), con esclusione in quest'ultimo caso dai ristori, peraltro completamente insufficienti a ripianare le perdite subite, anche per le poche categorie ammesse;

            inaccettabili sono, poi, i modi e i tempi con i quali il Parlamento è stato coinvolto nell'esame delle misure adottate per il periodo delle festività, con i decreti natalizi e il successivo "decreto ponte" che sono stati accorpati brutalmente l'uno nell'altro, con possibilità di intervento limitata - quasi esclusivamente - ai subemendamenti, oppure solo dopo la ripresa dei lavori nel nuovo anno quando la maggior parte delle disposizioni e delle limitazioni ha ormai esaurito la propria efficacia;

            lo stesso modello di gestione della pandemia è stato criticato da autorevoli giuristi, come il professore Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale ed ex Ministro, il quale è nuovamente intervenuto sul tema in esame, accusando apertamente il Governo di "disprezzo per il Parlamento" e stigmatizzando peraltro una tabella di marcia ormai consuetudinaria dell'Esecutivo che inizialmente "mette fretta al Parlamento stesso, strozzando le discussioni", e successivamente incontra una latenza amministrativa ed esecutiva impressionante, come dimostra il fatto che dei "138 decreti attuativi previsti dalla caotica normativa adottata solo 64 sono stati adottati";

            la maggior parte delle criticità di cui si è dato conto si ripresentano oggi che la scadenza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 è alle porte: il Governo non ha ancora chiarito che cosa succederà a partire dal 16 gennaio 2021, quali saranno i nuovi indicatori, quali i nuovi colori delle Regioni e quali le nuove misure di contenimento ad essi corrispondenti. Tutto appare incredibilmente precario e lasciato al caso, nonostante l'estrema delicatezza degli interessi coinvolti, sia da un punto di vista sanitario che chiaramente economico, lavorativo e sociale;

            la situazione non migliorerà certamente con l'eventuale proroga dello stato di emergenza, la terza a partire dal 31 gennaio 2020, la cui deliberazione è ormai data come molto probabile, fino al 30 aprile o al 31 luglio prossimo venturo, nonostante siano sotto gli occhi di tutti i risultati disastrosi e fallimentari della gestione accentrata di cui si è dato conto;

            approssimazione e improvvisazione hanno pregiudicato l'efficacia delle strategie di contenimento anche da un punto di vista sanitario, giacché la pandemia ha trovato un terreno fertile nella serie di colori, divieti, aperture e chiusure del Governo, come dimostrano gli stessi dati attualmente disponibili che vedono tuttora il nostro Paese ai primi posti in Europa e nel mondo per tassi di mortalità, nonostante le drastiche limitazioni applicate;

            la situazione di caos generalizzato non ha risparmiato neppure il mondo della scuola, con il Governo che, dall'inizio della pandemia ad oggi, ha investito le risorse disponibili in strumenti incomprensibili, inutili e costosi come i monopattini o i banchi a rotelle, mentre non si è adoperato per prevedere efficaci sistemi di potenziamento dei trasporti, anche attraverso l'impiego di taxi, ncc, e bus turistici a supporto del trasporto scolastico, aerazione delle classi, allargamento delle aule, installazione di termoscanner e distribuzione dei tamponi rapidi da far effettuare con cadenza settimanale o quindicinale a tutta la popolazione scolastica;

            di fatto, al momento della riapertura, la situazione delle classi sarà come quella di un anno fa, quando si era ancora in epoca pre-Covid;

            appare in questo senso imprescindibile, per garantire il futuro del Paese, la necessità di vaccinare quanto prima il corpo docenti e gli altri operatori scolastici così da poter riaprire con celerità e maggiore sicurezza le scuole di ogni ordine e grado;

            ritardi e criticità hanno contraddistinto anche l'avvio del piano nazionale di vaccinazione anti-Covid-19 con le Regioni e il personale sanitario che hanno dovuto rimediare all'ennesima inadempienza del commissario Domenico Arcuri, relativa questa volta alla fornitura di siringhe sbagliate, perché dotate di una capienza superiore (5 ml) a quella indicata, oltre che prive di una scala millimetrica, tarata sulle quantità minime necessarie per la diluizione, l'estrazione e l'inoculazione del vaccino anti-Covid della Pfizer BioNTech (0,3 ml a persona);

            tali problemi hanno inevitabilmente dato luogo a criticità, costringendo le strutture interessate ad utilizzare in sostituzione le proprie scorte di materiale sanitario, in modo da scongiurare sprechi e garantire contemporaneamente la sicurezza dei soggetti sottoposti alla vaccinazione;

            si ritiene particolarmente grave anche la totale assenza di trasparenza nell'azione del Governo, testimoniata a più riprese nell'ambito di numerose vicende chiave, che tuttora formano oggetto di inchieste, come quella relativa al rapporto dell'OMS, dal titolo "Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell'Italia al Covid-19", pubblicato il 13 maggio 2020 e ritirato improvvisamente alcune ore dopo, perché - a quanto consta - il Ministro della salute non era stato precedentemente informato della sua esistenza; in esso la risposta italiana al virus veniva definita "improvvisata, caotica e creativa", esattamente come hanno denunciato le forze di centro-destra in questi mesi, e si evidenziava tra l'altro il mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale risalente al 2006, solo riconfermato negli anni successivi;

            il 2 dicembre 2020, in occasione delle Comunicazioni del Ministro della salute, è stata approvata alla Camera dei deputati la risoluzione n. 6-00158, che tra le altre cose impegna il Governo «ad assicurare in via prioritaria la protezione vaccinale» alle «persone che versano in condizioni di fragilità»;

            non può sottacersi il grave problema di milioni di cittadini "fragili" cioè affetti da altre gravi patologie (i.e.: tumorali, cardiache, cardiovascolari) che già nel periodo dell'emergenza hanno incontrato molte difficoltà ad accedere alle cure e che oggi rischiano di vedersi discriminati nuovamente nella scelta di chi vaccinare prioritariamente,

         impegna il Governo:

            1) a superare l'attuale modello di gestione caotica della pandemia da Covid-19, inaugurando una pianificazione di interventi e misure di medio e lungo termine, condivisa e concertata con Regioni e Parlamento, assicurando il loro coinvolgimento effettivo con congruo anticipo rispetto all'adozione delle misure, al fine di evitare il persistere di chiusure arbitrarie, generalizzate e soprattutto improvvisate come quelle disposte dagli ultimi decreti-legge e decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

            2) a garantire che la conversione dei futuri provvedimenti d'urgenza avvenga in maniera ordinata e lineare, evitando forme di intreccio e di accorpamento postumo tra i provvedimenti stessi, in coerenza con i pareri espressi in questo senso dal Comitato per la legislazione;

            3) ad adottare iniziative per garantire che i nuovi indicatori per l'analisi del rischio epidemico si fondino su valide e solide basi scientifiche che garantiscano omogeneità nella valutazione dei dati a livello nazionale e non pregiudichino ingiustamente le Regioni più virtuose in cui viene effettuato un più elevato numero di tamponi;

            4) a revisionare l'attuale piano strategico dell'Italia per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2, ricomprendendo espressamente all'interno delle categorie prioritarie ai fini dell'accesso alla vaccinazione stessa i medici, gli odontoiatri, i farmacisti, i biologi e gli altri esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie di cui alla legge n. 3 del 2018 che svolgono l'attività in regime privato (liberi professionisti), attualmente esclusi dalle predette categorie, unitamente ai relativi assistenti e personale di studio, tenuto conto dell'esigenza di proteggere i suddetti professionisti e i soggetti che a loro si rivolgono per l'erogazione delle rispettive prestazioni sanitarie, nonché tutto il personale scolastico;

            5) ad includere espressamente nell'ambito delle predette categorie prioritarie ai fini dell'accesso alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 le persone con disabilità o affetti da altre gravi patologie, indipendentemente dal dato anagrafico, incrementando le forniture destinate alle Regioni per consentire effettivamente la vaccinazione, con precedenza, di tali soggetti;

            6) ad adottare iniziative per sanare tempestivamente le criticità riscontrate nel corso delle prime settimane di somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2, verificando l'effettivo rispetto dei criteri di priorità e garantendo alle Regioni forniture di siringhe, personale e altro materiale sanitario in quantità e, soprattutto, qualità adeguata, al fine di scongiurare eventuali sprechi di dosi e rallentamenti nella tabella di marcia;

            7) ad adottare iniziative per ampliare ulteriormente la platea dei professionisti sanitari coinvolti nel processo di somministrazione dei vaccini anti-SARS-CoV-2 e abilitati alla somministrazione degli stessi, anche in vista della futura disponibilità di nuovi vaccini, attualmente in corso di approvazione, al fine di consentirne la distribuzione capillare sul territorio e conseguire velocemente la maggiore copertura vaccinale possibile;

            8) a prevedere l'autorizzazione per il personale infermieristico dipendente delle strutture ed enti del Servizio sanitario nazionale, a svolgere le attività di tracciamento del Sars-Cov-2 nonché di supporto alla corretta somministrazione dei vaccini Covid;

            9) a prevedere ulteriori e più consistenti misure di ristoro per le attività penalizzate sul piano economico in conseguenza dell'applicazione delle misure di contenimento;

            10) ad adottare iniziative per consentire quanto prima, compatibilmente con l'evoluzione del quadro epidemiologico e mantenendo la massima sicurezza, l'apertura delle attività e degli esercizi che hanno investito nell'implementazione delle misure di sicurezza e che rispettano i relativi protocolli, come ad esempio, bar, ristoranti, palestre, palestre one to one con personal trainer, piscine e centri natatori, anche riabilitativi e terapeutici, impianti sportivi, comprensori sciistici, cinema, teatri eccetera, scongiurando l'applicazione di ulteriori limitazioni ingiustificate che ne potrebbero mettere seriamente a rischio la relativa sopravvivenza;

            11) ad adottare - senza più alcun rinvio e tentennamento - ogni utile iniziativa per consentire la riapertura delle scuole e garantire la ripresa delle lezioni in presenza, eseguendo interventi diretti sui plessi di installazione di termoscanner e sistemi di aerazione e distribuendo test rapidi a tutta la popolazione scolastica, così da poter diminuire sensibilmente il rischio di contagio;

            12) a non prorogare lo stato di emergenza in scadenza in data 31 gennaio 2021 e, comunque, non prima di un ampio e approfondito dibattito parlamentare sulla effettiva necessità e opportunità di siffatta proroga .