Il sottosegretario SILERI risponde all'interrogazione n. 3-01957 della senatrice Rizzotti, sull'adozione di strategie efficaci per contrastare l'infezione da Papillomavirus - 10 giugno 2021

venerdì 11 giugno 2021


Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 262 del 07/10/2020

RIZZOTTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

l'infezione da Papillomavirus umano (HPV, human papilloma virus) è molto diffusa, viene trasmessa prevalentemente per via sessuale, e può determinare l'insorgenza di forme tumorali, tra cui il tumore della cervice uterina, altri tumori in sede genitale (vulva, vagina, ano, pene) ed extragenitale (cavità orale, faringe, laringe);

secondo i dati AIOM-AIRTUM pubblicati nel volume "I numeri del cancro 2019", in Italia quasi 5.000 casi all'anno sono attribuibili a infezioni croniche di ceppi oncogeni dell'HPV: il virus è responsabile dello sviluppo del 100 per cento dei casi di cancro della cervice, dell'88 per cento dei tumori anali, del 78 per cento dei tumori vaginali, del 47 per cento dei tumori del pene, del 31 per cento dei casi di cancro all'orofaringe, del 25 per cento dei tumori vulvari;

la prevenzione primaria avviene mediante vaccinazione, la via più efficace e sicura per combattere il rischio di infezione; la prevenzione secondaria è fondamentale per l'individuazione precoce delle lesioni e si basa su strumenti di diagnosi quali il paptest e l'HPV test;

l'Organizzazione mondiale della sanità ha approvato una strategia globale per accelerare l'eliminazione del cancro al collo dell'utero come problema di salute pubblica, basata su tre pilastri da implementare collettivamente: prevenzione attraverso la vaccinazione, screening e trattamento delle lesioni precancerose, cura del cancro cervicale invasivo;

l'European cancer organisation (ECCO) ha approvato una risoluzione con cui chiede ai Governi europei di eliminare i tumori legati all'HPV attraverso quattro azioni da conseguire entro il 2030: vaccinazione universale contro l'HPV per gli adolescenti; organizzazione di programmi nazionali di screening del cancro dell'utero; offerta di trattamento per il cancro qualitativamente uniforme su tutto il territorio nazionale; implementazione di azioni di sensibilizzazione ed educazione del personale sanitario e della popolazione generale sull'HPV;

la vaccinazione degli undicenni di entrambi i sessi in Italia è raccomandata dal piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 tramite l'offerta attiva e gratuita, garantita nei livelli essenziali di assistenza;

l'offerta di programmi organizzati di screening oncologici per i carcinomi della cervice uterina è una delle linee strategiche di intervento, come strumento di prevenzione oncologica, previste del piano di prevenzione nazionale 2020-2025;

la circolare del Ministero della salute del 12 novembre 2019 ha suggerito di estendere la vaccinazione anche alle donne di 25 anni di età, cogliendo l'occasione della chiamata al primo screening per la citologia cervicale, e di utilizzare la vaccinazione secondo gli indirizzi delle Regioni per tutte le fasce d'età superiori ai 12 anni;

rilevato che:

le coperture vaccinali degli adolescenti per l'HPV al 31 dicembre 2018, diffusi dal Ministero della salute il 2 luglio 2020, mostrano rilevanti differenze regionali per tutte le coorti e per entrambi i sessi: nessuna regione raggiunge l'obiettivo di copertura e la Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute ha evidenziato che "interventi mirati sarebbero necessari in specifici contesti geografici tenendo presente che la vaccinazione anti-HPV, pur non rientrando tra quelle obbligatorie secondo la legge 119/2017, è un livello essenziale di assistenza";

la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto sull'organizzazione di programmi di screening oncologici, ritardando gli accertamenti e allungando le liste d'attesa,

si chiede di sapere:

con quali modalità il Ministro in indirizzo intenda implementare le quattro azioni indicate dall'European cancer organisation per l'eliminazione delle forme tumorali da HPV, in linea con la strategia globale dell'OMS e affinché l'Italia possa essere il primo Paese europeo a porsi tale obiettivo;

quali iniziative, anche normative, intenda adottare per raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale anti-HPV indicate dal piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017-2019 e per promuovere una maggiore adesione agli screening per il Papillomavirus;

quali azioni intenda portare avanti per aumentare la consapevolezza sul Papillomavirus della popolazione generale, dei pazienti e degli operatori sanitari.

(3-01957)

RISPOSTA:

Legislatura 18ª - 12ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 2

Interrogazioni

Il sottosegretario SILERI risponde all'interrogazione n. 3-01957 della senatrice Rizzotti, sull'adozione di strategie efficaci per contrastare l'infezione da Papillomavirus.

Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019, approvato con Intesa tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano il 19 gennaio 2017, è stato prorogato con l’Intesa del 25 marzo 2021.

Esso prevede la vaccinazione anti-HPV negli adolescenti di entrambi i sessi, introducendola anche nei maschi.

Il dodicesimo anno di vita è l’età preferibile per l’offerta attiva della vaccinazione anti-HPV (raccomandata e gratuita), a tutta la popolazione (femmine e maschi).

Sulla base delle nuove e importanti evidenze scientifiche, infatti, la sanità pubblica oggi si pone come primario obiettivo l’immunizzazione degli adolescenti di entrambi i sessi, per conseguire la massima protezione da tutte le patologie HPV-correlate direttamente prevenibili con la vaccinazione.

In funzione dell’età e del vaccino utilizzato, la schedula vaccinale prevede la somministrazione di due dosi a 0 e 6 mesi (per soggetti fino a 13 o 14 anni), o tre dosi a 0, 1-2 e 6 mesi per i più grandi.

L’immunizzazione contro il virus del papilloma umano può essere offerta anche a una coorte supplementare di femmine adolescenti, con tre dosi là dove tale opportunità non sia già stata utilizzata nel recente passato.

È opportuna la vaccinazione delle donne di 25 anni di età con vaccino anti-HPV, anche utilizzando l’occasione opportuna della chiamata al primo screening per la citologia cervicale (Pap-test), oltre alla raccomandazione di utilizzo della vaccinazione secondo gli indirizzi delle Regioni (regime di co-pagamento) per tutte le donne.

La vaccinazione anti-HPV è raccomandata anche per gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini.

Gli obiettivi di copertura vaccinale per HPV indicati nel PNPV sono molto ambiziosi: per il 2017 maschi ≥60 per cento, femmine ≥95 per cento; per il 2018 maschi ≥75 per cento, femmine ≥95 per cento; per il 2019 maschi ≥95 per cento, femmine ≥95 per cento.   

I dati del 2019 mostrano che le coperture vaccinali per HPV nelle ragazze nel corso del dodicesimo anno di vita sono pari al 41,6 per cento ma molto al di sotto del valore ottimale, ed ancora minori nei ragazzi (32,25 per cento), con ampia variabilità fra le Regioni/Province Autonome, per cui sono necessari interventi mirati in specifici contesti geografici.

Il PNPV prevede l’elaborazione di un Piano di comunicazione istituzionale sulle vaccinazioni: infatti, le strategie di prevenzione raggiungono gli obiettivi, tesi al mantenimento e al miglioramento delle condizioni di salute, solo quando si acquisisce, nella popolazione generale, la consapevolezza, da una parte, dei rischi delle malattie a cui si va incontro se non si adottano comportamenti e stili di vita corretti e, dall’altra, dei benefici che derivano da scelte responsabili per la propria salute.

Per consolidare i risultati ottenuti e consentirne il miglioramento, è cruciale che il cittadino venga coinvolto attivamente, abbia un accesso facilitato e amichevole ai Servizi vaccinali e possa percepire la vaccinazione sia come un diritto sia come una responsabilità.

La domanda di prestazioni vaccinali è influenzata da fattori complessi e legati a specifici contesti, che comprendono determinanti comportamentali, sociali e culturali.

I programmi di comunicazione devono essere preceduti da monitoraggio e valutazione di atteggiamenti, conoscenze e comportamenti più frequenti, sia nella popolazione generale che in specifici sottogruppi, per informare e creare programmi su misura per conseguire soluzioni e risposte.

In data 7 giugno 2021 si è riunito presso il Ministero della salute il Gruppo di lavoro per la predisposizione del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale PNPV 2021-2025, per realizzare la nuova strategia vaccinale, nella quale, recependo le indicazioni formulate dal Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni, sarà dato ampio rilievo alla comunicazione, finalizzata non al semplice passaggio di informazioni, ma essenzialmente a "costruire e mantenere la fiducia della popolazione nelle istituzioni sanitarie" e all’implementazione di programmi vaccinali in tutte le fasce d’età, con particolare attenzione agli adolescenti ed alle categorie più fragili.

Oltre al PNPV, anche il Piano Nazionale della Prevenzione fornisce indicazioni sulle vaccinazioni, quale componente dei programmi di promozione della salute e prevenzione delle malattie.

Il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 è parte integrante del Piano Sanitario Nazionale, ed affronta le tematiche relative alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie, prevedendo che ogni Regione predisponga e approvi un proprio Piano.

Il PNP 2020-2025 è stato approvato con l’Intesa sancita in sede di Conferenza Permanente Stato-Regioni nella seduta del 6 agosto 2020.

La formazione e la comunicazione sono state individuate come azioni trasversali a supporto dei macro obiettivi, uno dei quali riguarda le malattie infettive prioritarie, fra cui rientrano le malattie prevenibili da vaccino.

Nella Salute pubblica è necessario porre l’attenzione ai determinanti sociali e ambientali, e il territorio deve essere in grado di rispondere con tempestività ai bisogni della popolazione, sia in caso di un’emergenza infettiva (individuazione casi sospetti e/o positivi e controllo dei contatti, gestione isolamento domiciliare, appropriato ricovero ospedaliero, eccetera), sia per garantire interventi di prevenzione (screening oncologici, vaccinazioni, individuazione dei soggetti a rischio, tutela dell’ambiente, eccetera), e affrontare le sfide della promozione della salute e della diagnosi precoce e presa in carico integrata della cronicità.

Il PNP basa l’azione quanto più possibile su prove di efficacia e sulla misura dei risultati (valutazione di processo e di esito), avvalendosi dell’Evidence-Based-Prevention (EBP), attraverso le relative reti di strutture e professionisti a supporto.

Esso investe sulla messa a sistema in tutte le Regioni dei programmi di prevenzione collettiva di provata efficacia (come vaccinazioni e screening oncologici), e di linee di azione (Programmi "Predefiniti", vincolanti per tutte le Regioni), basate su evidenze di efficacia, buone pratiche consolidate e documentate, strategie raccomandate, nazionali e internazionali.

Una delle strategie individuate riguarda il rafforzamento e miglioramento del monitoraggio delle coperture vaccinali, mediante il completamento delle anagrafi vaccinali informatizzate a livello locale/regionale, interoperabili con quella nazionale, favorendo la disponibilità e l’accesso a tutti i punti di somministrazione delle vaccinazioni (Centri vaccinali, reparti ospedalieri, MMG, PLS).

Elemento preliminare ai fini dell’individuazione delle strategie di prevenzione più appropriate è la corretta e sistematica identificazione dei fattori di rischio e dei determinanti, fra cui rientrano i comportamenti e gli atteggiamenti individuali, che provocano una maggior esposizione, oppure una minore adesione ai trattamenti di cura, alle misure di profilassi, all’offerta di vaccinazioni.

Fra gli interventi raccomandati sono incluse: azioni di comunicazione per la popolazione e per specifici sottogruppi, onde favorire una corretta percezione dei rischi e corretti comportamenti individuali, con particolare riferimento alle scuole, ai luoghi di lavoro e ai gestori di esercizi pubblici e privati; promozione della immunizzazione attiva.

Il Ministero della salute ha realizzato alcune campagne di comunicazione sui vaccini in occasione della settimana europea della vaccinazione, inoltre, ha autorizzato le campagne di pubblicità/comunicazione vaccinali promosse da privati, ai sensi dell’articolo 115, comma 2, del decreto legislativo n. 219 del 2006.

Alcune di queste iniziative hanno riguardato la vaccinazione anti-HPV (esempio la campagna di Ferrovie dello Stato e Farmindustria nel 2020, la campagna HPV "io scelgo sulla prevenzione dei tumori da papillomavirus" di MSD Italia).

Infine, in collaborazione con il Ministero per le Politiche Giovanili, è in via di predisposizione un Piano di strategie comuni tese a rafforzare le attività di prevenzione e di screening, specialmente mediante campagne di sensibilizzazione realizzate ad hoc.

 

La senatrice RIZZOTTI (FIBP-UDC), ringraziato il Sottosegretario, si dichiara parzialmente soddisfatta, dovendo prendere atto che le coperture vaccinali per HPV sono ancora molto al di sotto dei valori ottimali. Rimarca, al riguardo, l'importanza delle campagne di comunicazione e delle attività di prevenzione e di screening, e segnala l'urgenza del completamento delle anagrafi vaccinali locali e regionali, che dovrebbero essere informatizzate e rese interoperabili con l'anagrafe nazionale.