Stralcio Resoconto stenografico Aula, del 25 febbraio 2022: Legislatura 18ª - Informativa del Presidente del Consiglio dei ministri sul conflitto tra Russia e Ucraina e conseguente discussione

lunedì 28 febbraio 2022


Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 409 del 25/02/2022

Stralcio

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Informativa del Presidente del Consiglio dei ministri sul conflitto tra Russia e Ucraina e conseguente discussione (ore 12,44)

DRAGHI, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli senatori, nella notte tra mercoledì e giovedì la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva imponente nei confronti dell'Ucraina. L'aggressione è avvenuta subito dopo un messaggio con cui il presidente Putin ha annunciato un'operazione speciale mirata in Ucraina orientale, ed è stata preceduta da un attacco cibernetico capillare che ha paralizzato i siti governativi ucraini. L'invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da Nord-Est, Nord, Sud-Est e dalla costa sud, ed è stato chiuso alla navigazione il Mar d'Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdyansk.

Abbiamo registrato esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l'Unione europea. Forze anfibie russe sono sbarcate a Odessa, la principale città portuale, dove vi sono notizie di molte vittime. L'esercito russo prosegue con lanci di missili sulle principali città, anche quelle dell'Ucraina centro-occidentale. Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l'esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città. L'esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl. L'Ucraina conta finora - ma sono dati già vecchi - 137 soldati uccisi e 316 feriti dall'inizio dell'attacco, e parla di 800 uomini persi dalle forze russe, che invece non hanno ancora fornito dati sulle vittime dell'invasione (ma questo non è corretto perché questa mattina il portavoce russo ha fornito dei dati sulle perdite).

L'offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell'interno ucraino registra vittime civili. Le immagini a cui assistiamo, di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane, sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della nostra storia. Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l'Unione europea. È possibile e probabile un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi.

Il presidente ucraino Zelensky ha affermato la determinazione delle autorità ucraine a resistere e a rispondere al fuoco russo, e a rompere le relazioni diplomatiche con Mosca. Ieri sera ha emanato un decreto che dispone una mobilitazione generale di tutti gli uomini tra i diciotto e i sessant'anni di età, ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese. Le operazioni rischiano di prolungarsi fino alla distruzione del sistema difensivo ucraino. Il Governo russo ha avanzato la proposta di trattative dirette con il Governo ucraino, e confermato che l'obiettivo è neutralizzare e demilitarizzare - e hanno aggiunto «denazificare» - l'Ucraina. Su questo non c'è nessun riscontro da parte ucraina.

L'ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. L'ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro. Ai circa 2.000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando, in coordinamento con le principali ambasciate dell'Unione europea, un'evacuazione in condizioni di sicurezza.

Voglio ringraziare l'ambasciatore Pier Francesco Zazo e tutto il personale dell'ambasciata per la professionalità, la dedizione e il coraggio che stanno dimostrando in queste ore. (Applausi). Desidero ringraziare anche il ministro Di Maio, i diplomatici e tutto lo staff della Farnesina per il loro incessante impegno. (Applausi).

L'Italia condanna con assoluta fermezza l'invasione, che giudichiamo inaccettabile. L'attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno Stato libero e democratico, dei trattati internazionali e dei più fondamentali valori europei.

Voglio esprimere, ancora una volta, la solidarietà del popolo e del Governo italiani alla popolazione ucraina e al presidente Zelensky. (L'Assemblea si leva in piedi. Applausi).

Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. L'agenda della Russia e del suo Presidente è però vasta, complessa e a lungo premeditata. Ho la sensazione di essere solo all'inizio di un profondo cambiamento nelle relazioni internazionali. Ciò che è in discussione è l'ordine internazionale che fu costruito alla fine della Seconda guerra mondiale: quel sistema di relazioni che ci ha accompagnato in questo lungo periodo complessivamente di crescita, prosperità e progresso. È questo sistema che oggi viene posto in discussione.

A tutto ciò che è successo l'Italia ha reagito subito: abbiamo convocato già nella mattinata di ieri al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale l'ambasciatore della Federazione Russa; abbiamo richiamato Mosca a cessare l'offensiva e a ritirare le forze in modo incondizionato; abbiamo ribadito il pieno sostegno italiano all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina.

Sempre nella mattinata di ieri ho parlato con i vari leader europei: il presidente Macron, il cancelliere Scholz, il presidente del Consiglio europeo Michel, la presidente della Commissione europea von der Leyen. Con loro ho condiviso la ferma condanna di un attacco ingiustificato, non provocato, ai danni dell'Ucraina.

Nel primo pomeriggio ci siamo riuniti insieme agli altri leader del G7 e abbiamo adottato una dichiarazione di ferma condanna dell'aggressione russa, di richiamo alla cessazione delle ostilità e di ritorno alle trattative.

Nella serata di ieri ho partecipato al Consiglio europeo straordinario, cui ha preso parte anche il presidente Zelensky, durante il quale l'Unione europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia. Devo dirvi che il collegamento con il presente Zelensky è stato veramente drammatico: è nascosto in qualche parte a Kiev e chiaramente ha detto che non aveva tempo di stare con noi, che l'Ucraina non ha più tempo e che egli stesso e la sua famiglia sono obiettivi delle forze di invasione. È stato un momento molto drammatico, che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo.

Come ho detto, l'Unione europea in tale occasione ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia, che è partner a tutti gli effetti nell'invasione che la Russia ha fatto.

Nel pomeriggio di oggi parteciperò a un vertice della NATO per coordinare il rafforzamento del fianco orientale e ribadire i principi alla base della nostra posizione.

Per quanto riguarda il piano bilaterale, stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro per aiuti finanziari all'Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione macrofinanziaria, perché nel frattempo l'intero tessuto economico-sociale dell'Ucraina è stato distrutto. Questo risultato certamente Putin lo ha già raggiunto: i capitali sono tutti fuggiti, l'economia non funziona, i tecnici e la classe dirigente sono spariti; c'è stato un esodo imponente verso i Paesi limitrofi: in sostanza, ripeto, il tessuto economico-sociale dell'Ucraina non esiste più.

Nell'ambito della nostra Difesa si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione.

Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo deve essere però sincero e, soprattutto, deve essere utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile.

La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro Continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e torni al tavolo dei negoziati.

Dal punto di vista militare la NATO si è già attivata. Ieri si è riunito il Consiglio del Nord Atlantico, sulla base di quanto previsto dall'articolo 4 del Trattato di Washington, e ha approvato cinque piani di risposta graduale che, in questa prima fase, puntano a consolidare la postura di deterrenza a Est. Le fasi successive, vincolate a un'evoluzione dello scenario, prevedono l'assunzione di una postura di difesa e, in seguito, di ristabilimento della sicurezza.

I piani prevedono due aspetti fondamentali: l'incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comandante supremo alleato in Europa, e l'utilizzo di regole di ingaggio predisposte per un impegno immediato.

Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni - circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, assieme a forze navali e a velivoli in Romania - e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando alleato. Per queste siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica e con ulteriori 2.000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell'area di responsabilità della NATO e non c'è nessuna autorizzazione implicita all'attraversamento dei confini.

L'Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell'architettura di sicurezza europea.

Voglio ringraziare il ministro Guerini e le nostre Forze armate per la loro prontezza e preparazione. (Applausi. L'Assemblea e i rappresentanti del Governo si levano in piedi).

Per quanto riguarda le sanzioni, l'Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell'Unione europea, primi fra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi. Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive verso la Russia, in relazione alla decisione - questa è la fase iniziale - di riconoscere l'indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk. Queste misure consistono nel bando alle importazioni e alle esportazioni da entità separatiste, sul modello di quanto fu fatto nel 2014 in occasione dell'invasione e dell'annessione illegale della Crimea. Consistono anche in sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, come il divieto di rifinanziamento del debito sovrano sul mercato secondario e il congelamento di asset di tre istituti bancari; in sanzioni mirate nei confronti di individui e entità, come gli oltre 300 membri della Duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e che hanno votato a favore.

In seguito all'invasione russa dei giorni scorsi, nel Consiglio europeo di ieri abbiamo approvato altre misure molto più stringenti e incisive, che erano in preparazione da settimane. Per questa preparazione vorrei ringraziare la Presidente e gli uffici della Commissione, perché è stato un lavoro estremamente complesso e coordinato con tutti gli altri alleati del G7. I relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles, quindi potrò dare un resoconto soltanto parziale del loro contenuto. Questi saranno finalizzati in tempi rapidissimi (credo oggi stesso), comunque martedì ritornerò sul tema. Queste sanzioni includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell'Unione europea; misure sul settore dell'energia, mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate solitamente utilizzate nella raffinazione; misure nel settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie, i servizi destinati al settore aereo; un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni; la sospensione degli accordi di facilitazione dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi. Prevediamo inoltre un secondo pacchetto, che includa membri della Duma non ancora sanzionati.

In questi giorni l'Unione europea ha dato prova della sua determinazione, della sua compattezza. Siamo pronti a misure ancora più dure nel caso queste non dovessero dimostrarsi sufficienti o proporzionate al dramma che sta avendo luogo in questi giorni.

Le sanzioni che abbiamo approvato e quelle che potremo approvare in futuro ci impongono di considerare con grande attenzione il loro impatto sulla nostra economia. (Applausi). La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi. Circa il 45 per cento del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27 per cento di circa dieci anni fa. Le vicende di questi giorni dimostrano l'imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. (Applausi).

In Italia abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all'anno nel 2000 a circa tre miliardi di metri cubi nel 2020, a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante, tra i 70 e i 90 miliardi di metri cubi circa. Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità ed evitare il rischio di crisi future.

Il Governo segue in modo costante i flussi di gas, in stretto coordinamento con le istituzioni europee. Abbiamo riunito diverse volte il Comitato di emergenza gas, per regolamentare e analizzare i dati operativi e gli scenari possibili. Gli stoccaggi italiani beneficiano dell'aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quella di altri Paesi europei e, anche grazie alla qualità delle infrastrutture di cui disponiamo, il livello di riempimento aveva raggiunto il 90 per cento alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75 per cento. Gli stoccaggi sono stati poi utilizzati a pieno ritmo e nel mese di febbraio hanno già raggiunto il livello che hanno generalmente a fine marzo. Questa situazione, che sarebbe stata più grave in assenza di infrastrutture e di politiche adeguate, è simile a quella che vivono altri Paesi europei, tra cui la Germania. La fine dell'inverno e l'arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni. L'Italia è impegnata inoltre a spingere l'Unione europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune, che aiutino tutti i Paesi a fronteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture. Ci auguriamo che questa crisi possa accelerare finalmente una risposta positiva su questo tema.

Il Governo è comunque al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica. Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati. Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico. Il Governo è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative. Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti. Il presidente americano Biden ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti e voglio ringraziarlo per questo. Tuttavia la nostra capacità di utilizzo è limitata dal numero ridotto di rigassificatori che sono in funzione oggi. Per il futuro è quanto mai opportuna una riflessione anche su queste infrastrutture. (Applausi).

Il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico, come il TAP dall'Azerbaijan, il Transmed dall'Algeria e dalla Tunisia e il Greenstream dalla Libia. Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell'immediato. Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell'energia, ove questo fosse necessario (e credo che sarà necessario). (Applausi). Per il futuro la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture. Voglio ringraziare il ministro Cingolani per il lavoro che svolge quotidianamente su questo tema così importante per il nostro futuro. (Applausi).

Ho parlato del gas, ma la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili (Applausi), anche e soprattutto con una maggiore semplificazione delle procedure per l'installazione degli impianti. Occorre osservare che il limite ad una rapida espansione delle rinnovabili non sono le tecnologie, la disponibilità di materiali e i costi stessi, ma è la complessità delle procedure autorizzative. (Applausi). Dobbiamo necessariamente superare queste complessità, almeno in parte. Alcune di esse sono legittimi passaggi di controllo, ma sono di una complessità straordinaria, per cui tutto quanto sta sperimentando un rallentamento di cui il ministro Cingolani vi può rendere informati ad ogni occasione, come credo stia già facendo.

Il gas resta tuttavia essenziale come combustibile per la transizione nella quale siamo. (Applausi). Dobbiamo rafforzare il Corridoio Sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione e aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni. Il gas prodotto in Italia non è infatti solo più gestibile, ma è meno caro.

La crisi di portata storica che l'Italia e l'Europa hanno davanti potrebbe essere lunga e difficile da ricomporre, anche perché sta confermando l'esistenza di profonde divergenze sulla visione dell'ordine internazionale mondiale; divergenze che non sarà facile comporre.

Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza. Per farlo, è essenziale il vostro appoggio, della maggioranza e anche dell'opposizione. (Applausi). In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro leader. Vorrei ringraziarli tutti. Vi sono sinceramente grato, perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia, la casa di tutti gli italiani (Applausi) e la sua vicinanza esprime la vicinanza del Paese.

Davanti alle terribili minacce che abbiamo di fronte, per essere uniti con l'Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi. Grazie. (Prolungati applausi. L'Assemblea si leva in piedi).

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