Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 418 del 24/03/2022 (Definitivo): Interrogazioni a risposta immediata: Misure di bilancio a sostegno della competitività delle imprese nella congiuntura attuale

martedì 29 marzo 2022


Stralcio

Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 418 del 24/03/2022 (Definitivo)

 

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,04)

 

 

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro dell'interno.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

 

Il senatore Faraone ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03194 sulle misure di bilancio a sostegno della competitività delle imprese nella congiuntura attuale, per tre minuti.

 

FARAONE (IV-PSI). Signor Presidente, signor Ministro, il tema della nostra interrogazione riguarda la situazione economica del nostro Paese. A due anni di distanza dall'inizio della pandemia, con la conseguente crisi sanitaria ed economica, si è aggiunta purtroppo la guerra russo-ucraina, che sta determinando il forte rischio di una recessione complessiva nel Continente; nel nostro Paese, che ha un'economia più fragile e una più grossa dipendenza dal gas russo, tale rischio di recessione è però molto più forte. L'impennata dei prezzi dell'energia e del gas stanno producendo pesanti ripercussioni sulle imprese, ormai in grosse difficoltà nel mantenere la propria capacità produttiva e nel far fronte al pagamento delle spese relative alle utenze. Vi sono altresì ripercussioni sulle famiglie e sui lavoratori; i prezzi salgono, ma i salari restano sempre gli stessi.

L'extracosto stimato per le imprese italiane nel 2022, a causa solo dell'aumento dei prezzi delle tariffe elettriche ammonta a quasi 36 miliardi. Bisogna intervenire e bisogna farlo urgentemente. Tale evoluzione dello scenario energetico, secondo i calcoli effettuati dal Centro studi di Confindustria, comporta per la manifattura italiana un incremento dei costi per la fornitura di energia, che passano dagli 8 miliardi di euro circa nel 2019 ad oltre 20 miliardi di euro nel 2021 e ad oltre 37 nel 2022, ovvero un aumento del costo complessivo del 350 per cento nel 2021 e del 650 per cento rispetto ai costi del 2020. Così le imprese non potranno mai reggere.

Dal bilancio realizzato da Unioncamere-BMTI sull'evoluzione delle tariffe pagate nell'ultimo anno dalle piccole e medie imprese italiane del 13 gennaio 2022 emerge, inoltre, che a pesare sugli aumenti è il forte rincaro delle quotazioni internazionali del gas naturale, a causa degli squilibri nel mercato tra l'aumento della domanda mondiale di gas e le rigidità dell'offerta.

Considerato che le stime 2022 del Governo sulla crescita si sono ridotte intorno al 3 per cento rispetto al 4,7 per cento, vorremmo capire quali sono le azioni che il Governo metterà in campo. Quest'ultimo infatti è già intervenuto e sta intervenendo, ma, se non si agisce urgentemente, i rischi per il futuro saranno grandi.

PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, dottor Franco, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

FRANCO, ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo è consapevole dell'impatto inflazionistico riconducibile al repentino aumento dei prezzi di talune materie prime, ivi incluse quelle energetiche, anche in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina. Al fine di contenere i costi energetici, il Governo è intervenuto più volte a partire dall'estate scorsa, da ultimo con il cosiddetto decreto energia del 21 marzo, che ha stanziato 2,7 miliardi per ridurre le accise sui carburanti e sostenere la liquidità delle imprese più colpite dall'aumento del prezzo del gas e dell'energia elettrica. A questi si aggiungono ulteriori risorse a favore degli autotrasportatori per circa 560 milioni. Tali risorse si aggiungono a quelle previste da precedenti provvedimenti legislativi pari a circa 16 miliardi. Nel complesso gli interventi introdotti finora superano 19 miliardi; di questi circa 14 sono destinati ai primi due trimestri dell'anno in corso.

Il piano energetico del Governo prevede inoltre di ridurre la dipendenza italiana diversificando nel minor tempo possibile le fonti di approvvigionamento nel rispetto degli impegni in tema di decarbonizzazione. Tale piano risulta pienamente coerente con quello lanciato dalla Commissione europea per ridurre la dipendenza dell'Unione europea dalle forniture di gas russo prima del 2030.

Nel Programma di stabilità 2022 sarà messo a punto il quadro previsivo macroeconomico e di finanza pubblica e saranno considerati i fattori di rischio legati alla guerra in corso.

In sede europea si sta considerando con grande attenzione la proroga dell'applicazione della clausola generale di salvaguardia attualmente prevista a scadere al termine di quest'anno.

Per quanto concerne il quesito su eventuali ulteriori misure per le imprese, il Governo sta valutando il nuovo quadro temporaneo in materia di aiuti di Stato adottato ieri dalla Commissione europea per sostenere l'economia nel contesto dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. In tale atto sono contemplati, entro determinati limiti e condizioni, interventi a favore delle imprese per esigenze di liquidità e misure compensative per i costi dell'energia, che appaiono in linea con gli interventi messi in campo dal Governo italiano con i recenti decreti-legge.

A favore delle imprese, in particolare di quelle di piccole e medie dimensioni, permangono peraltro condizioni particolarmente favorevoli per il rilascio di garanzie pubbliche sui finanziamenti. Per esigenze di liquidità determinate dall'aumento dei costi dell'energia, le garanzie sono gratuite fino al 30 giugno 2022. L'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche di finanza pubblica consentirà di valutare approfonditamente la necessità di ulteriori eventuali misure di sostegno alle imprese.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Faraone, per due minuti.

FARAONE (IV-PSI). Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta del Governo. È stata certamente importante l'azione immediata da parte del Governo stesso rispetto alla crisi energetica figlia di questa guerra. Naturalmente non sono sufficienti le misure che abbiamo emanato. Ne dovremo prendere altre per evitare la recessione, parola che sembrava ormai tanto distante dal linguaggio corrente dell'ultimo periodo.

Tali misure dovranno essere prese anche per mantenere il consenso di cui il Governo gode in questo momento, per l'azione positiva che sta compiendo rispetto alla crisi internazionale in atto e rispetto anche alle misure economiche e alla gestione della pandemia. Consenso vuol dire evitare la crescita ulteriore di nuove pulsazioni nazionaliste, dell'euroscetticismo che spingerebbe a disgregare un valore che invece abbiamo ritrovato, e cioè l'unità europea. Quindi le due giornate e i provvedimenti che verranno presi dal Governo in seguito in Europa saranno assolutamente decisivi per mantenere quel consenso necessario per creare le condizioni affinché gli italiani possano avere le risposte che meritano.

PRESIDENTE. Il senatore De Bertoldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-03191 sull'introduzione di crediti di imposta volti a sostenere le imprese in seguito all'aumento dei costi dell'energia, per tre minuti.

DE BERTOLDI (FdI). Signor Presidente, signor Ministro, Fratelli d'Italia richiama l'attenzione del Governo Draghi e del Ministro su un tema di grande importanza: le nostre imprese e i nostri cittadini sono fiaccati dalla pandemia, dalla crisi energetica e dalla crisi internazionale. Hanno bisogno di risposte immediate e non di ulteriori problemi.

Quindi, signor Ministro, a proposito di energia, i crediti d'imposta che sono stai previsti anche nel recentissimo decreto Ucraina, per le imprese che hanno bisogno di energia e di gas, sono sicuramente condivisibili. Signor Ministro, noi chiediamo però un miglioramento, in termini sia di percentuale di intervento che di durata di tale intervento e di maggiore accessibilità alla misura. Ma soprattutto, signor Ministro, ci riferiamo a un tema gravissimo che in questo momento rischia di mandare davvero a gambe all'aria - come si suol dire - molte imprese italiane. Sto parlando del tema della limitazione alla cessione dei crediti d'imposta. Tale tema accomuna oggi i crediti dei bonus edilizi, i crediti del superbonus 110 per cento e i crediti d'imposta riconosciuti per la crisi energetica.

Questa limitazione, signor Ministro - mi creda - non serve a ridurre le frodi e sta penalizzando tutto il nostro Paese. Penalizza i cittadini, che oggi si trovano nell'impossibilità di andare avanti, di vedere i loro lavori terminare e che hanno spesso in pancia dei crediti che non riescono più a cedere perché nessuno più di compra. Penalizzano le imprese, che non riescono più a trovare banche che gli acquistino i crediti, a causa delle limitazioni alla circolazione dei crediti. Quindi siamo di fronte a rischio di fallimenti.

Signor Ministro, ho quasi concluso, ma le chiedo davvero da parte sua e del Governo che si possa intervenire su questi temi immediatamente.

Ribadisco a voce alta che, nel momento in cui ci sono la tracciabilità dei crediti, l'individuazione del credito e una piattaforma finanziaria sul quale girano, a cui si aggiungono i visti di conformità dei professionisti, a quel punto non ha alcun senso prevedere limitazioni alla cessione del credito.

Auspichiamo davvero, signor Ministro, con viva energia da parte sua, di cambiare la strada che ha portato, sta portando e porterà - ahimè - gravi problemi al nostro Paese. Non vogliamo limitazioni alla cessione dei crediti, ma chiediamo ovviamente controlli per tutti i bonus, come dimostra il fatto che nel superbonus 110 per cento non ci sono state frodi. Con quei controlli che ci sono nel superbonus 110 per cento, non ci saranno frodi negli altri bonus edilizi e neppure nei crediti di imposta per l'energia.

PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, dottor Franco, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

FRANCO, ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, segnalo che con il decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, le misure agevolative finalizzate alla copertura dei maggiori oneri derivanti dall'incremento dei prezzi dei prodotti energetici sono state rafforzate proprio mediante crediti d'imposta. In particolare, l'articolo 3 ha previsto l'erogazione di un contributo, sotto forma di credito d'imposta, a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica, pari al 12 per cento della spesa sostenuta nel secondo trimestre del 2022. All'articolo 4 è prevista l'erogazione di un contributo a favore delle imprese per l'acquisto di gas naturale, pari al 20 per cento della spesa sostenuta nel secondo trimestre del 2022. L'articolo 5 ha elevato la misura dei crediti d'imposta a favore delle imprese energivore e delle imprese a forte consumo di gas naturale rispettivamente al 25 e al 20 per cento, in luogo del 20 e del 15 per cento precedentemente previsti. L'articolo 18 ha previsto l'erogazione di un contributo, ancora sotto forma di credito d'imposta, per l'acquisto di carburanti per l'esercizio dell'attività agricola e della pesca, pari al 20 per cento della spesa sostenuta nel primo trimestre del 2022.

I crediti d'imposta sopracitati sono fruibili dalle imprese beneficiarie per il pagamento mediante compensazione dei tributi e dei contributi da esse dovuti; in particolare è possibile utilizzarli, tra l'altro, per il versamento delle ritenute che detti soggetti operano in qualità di sostituti d'imposta dell'IVA, delle imposte sui redditi, dell'Irap, dei contributi previdenziali e assistenziali, dei premi INAIL. Oltre all'utilizzo diretto che, tenuto conto della varietà e dell'ampiezza dei versamenti compensabili, sarà presumibilmente prevalente, è stato previsto che le imprese beneficiarie possano cedere i cosiddetti crediti d'imposta. Oltre la prima cessione, si prevede la possibilità di due ulteriori cessioni in favore di istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Questa disciplina della cedibilità dei crediti risponde a due obiettivi: da un lato, a garantire il pieno esercizio delle facoltà riconosciute ai contribuenti beneficiari delle agevolazioni fiscali; dall'altro, ad attuare un efficace presidio antifrode, impedendo cessioni di credito effettuate da soggetti che non abbiano diritto al credito stesso. Si ricorda infatti che, nell'ambito delle cessioni dei bonus edilizi, sono stati riscontrati significativi fenomeni di frode. Si è quindi intervenuti a salvaguardia degli interessi erariali che non sarebbero adeguatamente tutelati ammettendo la facoltà di cedere i crediti senza limitazioni.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore De Bertoldi, per due minuti.

DE BERTOLDI (FdI). Signor Ministro, purtroppo devo dichiarare l'assoluta insoddisfazione per una risposta che temevo, ma che speravo potesse cambiare. Non c'è ragione obiettiva - lo dico e lo ribadisco, signor Ministro - per perseverare nell'errore. State perseverando - e lo state facendo davanti a 60 milioni di italiani - nell'errore di prevedere delle limitazioni alla cessione del credito, che non servono a nulla, perché nel superbonus 110 per cento le frodi sono praticamente ridotte allo zero. Nel momento in cui c'è un visto di conformità, laddove i professionisti che lo appongono sono ope legis assicurati e quindi responsabili nei confronti dello Stato, non c'è rischio di frodi. I limiti alla cessione dei crediti portano a un unico risultato, signor Ministro: a paralizzare il mercato. Oggi i plafond sono esauriti. Poste compra solo dai privati e le principali banche nazionali hanno esaurito la capacità fiscale e non comprano.

Le chiedo di riflettere davvero. Per il bene degli italiani, ponga fine all'assurda limitazione nella cessione dei crediti d'imposta. (Applausi).