Assemblea - Stralcio resoconto stenografico del 23 febbraio 2023 - interrogazione a risposta immediata: Posizione italiana negli attuali negoziati europei in materia di transizione energetica

venerdì 24 febbraio 2023


Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00243

Atto n. 3-00243

Pubblicato il 22 febbraio 2023, nella seduta n. 41

Svolto question time il 23 febbraio 2023 nella seduta n. 42 dell'Assemblea

ROMEOBIZZOTTOBERGESIOBORGHESIBORGHI ClaudioCANTALAMESSACANTÙCENTINAIODREOSTOGARAVAGLIAGERMANÀMARTIMINASIMURELLIPAGANELLAPIROVANOPOTENTIPUCCIARELLISPELGATTISTEFANITESTORTOSATO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. –

Premesso che:

nel percorso verso il raggiungimento dell'obiettivo di neutralità climatica fissato dell'Unione europea al 2050, l'Europa rischia di compromettere la tenuta del tessuto economico italiano, imponendo stringenti obblighi in nome della transizione energetica;

sui tavoli negoziali a Bruxelles sono in discussione il regolamento "CO2 Auto" e la direttiva "case green" sull'incremento delle prestazioni energetiche degli edifici, che impongono pesanti interventi su due settori strategici e peculiari del nostro Paese, quali l'automotive e l'edilizia;

il settore automotive, inteso come industria, commercio, distribuzione carburanti, assicurazioni, è uno dei principali driver dell'economia nazionale pari al 19 per cento del PIL, e rappresenta un'eccellenza sullo scenario mondiale, anche in termini di avanguardia e innovazione tecnologica;

la transizione energetica nell'automotive è la sfida prioritaria del secolo, ed è un errore clamoroso non dare alternative all'elettrico, non garantendo il principio di neutralità tecnologica, fondamentale per la tenuta e la resilienza dei comparti interessati, e per rispondere alla domanda di energia per la ricarica di un parco auto esclusivamente elettriche; i più recenti studi di settore stimano infatti che, per garantire l'energia necessaria per ricaricare tutte le auto elettriche che sarebbero in circolazione in Italia, servirebbero 15 centrali nucleari;

un'Europa moderna, credibile e orientata verso un percorso di neutralità climatica sostenibile non può prescindere da una valutazione degli impatti ambientali di tutto il ciclo di vita dei veicoli, dalla produzione all'utilizzo allo smaltimento, e non limitarsi a valutare agli impatti puntuali delle emissioni allo scarico dei veicoli;

nel percorso di transizione energetica, l'Italia e la stessa Europa sono ancora ampiamente lontane dalla completa indipendenza dalle economie extra UE, per quanto concerne la disponibilità di materie prime, la loro capacita di trasformazione, smaltimento e riciclo, e per la creazione di tutte le componenti necessarie per la costruzione dei veicoli, batterie incluse, in particolare dalla Cina;

oltretutto, le batterie cinesi, inclusi i componenti per realizzarle, sono prodotte attraverso il ricorso alle centrali a carbone, il che si configura con una compensazione in negativo della nostra transizione energetica;

sul fronte dell'edilizia, il 75 per cento circa del patrimonio italiano ha classe energetica tra G e F, che quindi dovrà essere oggetto di ristrutturazione in base ai dettami europei; secondo dati ISPRA del 2021, gli immobili italiani emettono l'1,1 per cento delle emissioni mondiali del settore edilizio, e la riduzione delle emissioni operative in Italia rispetto alla direttiva case green è stimata soltanto nello 0,11 per cento delle emissioni globali, una cifra irrisoria a fronte di costi stimati in circa 1.500 miliardi di euro;

inoltre, nel percorso drastico avviato dalla UE per l'efficientamento energetico degli immobili, è fondamentale che la Commissione tenga in considerazione anche la qualità dell'aria interna che gli abitanti degli edifici resi "efficienti" da finestre sigillate e da cappotto ai muri, saranno costretti a respirare; si deve evitare che in nome della transizione energetica si vada contro anche i principi fondamentali di tutela della salute dei cittadini;

la mancanza di una progettualità basata su misure intese a garantire un adeguamento graduale ai dettami europei e rispondente alle caratteristiche dei singoli Stati membri mette a rischio tutte le competenze che si sono sviluppate nel nostro Paese, e che sono ampiamente riconosciute a livello mondiale, con un impatto sociale disastroso in termini di disoccupazione, stimato in oltre 50.000 posti di lavoro,

si chiede di sapere quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo in ambito europeo per garantire il superamento dell'approccio ideologico alla transizione energetica.

RISPOSTA

Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 042 del 23/02/2023

Stralcio:

[…]

PRESIDENTE. Il senatore Romeo ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00243 sulla posizione italiana negli attuali negoziati europei in materia di transizione energetica, per tre minuti.

ROMEO (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, la nostra domanda è molto semplice. Chiediamo di sapere quali iniziative il Governo intende adottare per contrastare e superare la follia ideologica green portata avanti dall'attuale Unione europea, soprattutto su due questioni, anche se sarebbero tantissime ma non c'è tempo: auto e casa.

Per quanto riguarda le auto, mettiamo il punto solo sull'aspetto ambientale e tralasciamo quello economico, che di solito è l'aspetto che viene più sviluppato. Non riusciamo a comprendere perché non sia stato garantito il principio della neutralità tecnologica e si sia voluto puntare solo ed esclusivamente sull'elettrico, togliendo tutto quello che poteva essere legato ai biocarburanti, all'idrogeno e ad alternative che portavano indubbiamente verso emissioni zero, che è poi l'obiettivo che si voleva portare avanti. Ciò senza dimenticare il fatto che le batterie vengono prodotte per la stragrande maggioranza in Cina, grazie alle centrali a carbone, quindi tutti i nostri sforzi verrebbero vanificati e compensati in negativo proprio dalle centrali a carbone della Cina. Senza dimenticare un'altra questione: attualmente abbiamo in circolazione in Italia 40 milioni di veicoli, se dovessimo ricaricare altrettante vetture elettriche tutte insieme, magari la sera, per poi usufruire dell'auto il giorno dopo, come potremmo fare? Qualcuno stima che ci vorrebbero almeno 15 centrali nucleari, anche se nel nostro Paese ci sono delle forze politiche che non ne vogliono neanche sentir parlare.

Quanto al tema della casa, ci chiediamo come sia possibile alla fine arrivare a dover essere obbligati a ristrutturare il 75 per cento dei nostri immobili per avere un beneficio, a livello di riduzione delle emissioni, stimato nello 0,11 per cento: praticamente il nulla; ci fanno spendere 1.500 miliardi per il nulla. Quindi la domanda è: da un punto di vista ambientale, quali sarebbero i risultati puntando solo sull'elettrico e con la direttiva relativa alle case green? Lasciamo perdere l'aspetto economico.

Ci viene il sospetto che l'obiettivo dei nostri governanti europei non sia quello di ridurre l'impatto delle emissioni, migliorare la qualità dell'aria e tutelare l'ambiente, ma, con la scusa della tutela dell'ambiente, favorire gli interessi di qualche Paese o di qualche multinazionale. Lei cosa ne pensa? (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

PICHETTO FRATIN, ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, onorevoli interroganti, in merito al quesito posto, sin dal discorso di insediamento del Governo Meloni è stato chiaro che l'attuale Esecutivo intende raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica attraverso la piena attuazione del principio della neutralità tecnologica, senza però ingessare il processo di transizione ecologica in schemi rigidi, che rischiano di avere delle esternalità negative in termini sociali e in termini economici.

In relazione alla proposta europea per il regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 per le auto, peraltro anche oggetto di una delle interrogazioni al collega Urso citata dagli interroganti, il Governo ha manifestato a più riprese le proprie perplessità sui tempi e i modi che l'Europa ha stabilito per il superamento dei motori a benzina e diesel.

L'azione governativa procederà lungo due direttrici: da un lato promuovere una maggiore gradualità nello stop alla commercializzazione dei veicoli; dall'altra spingere al massimo nella produzione di biocarburanti, che rappresentano comunque una filiera pulita che consentirebbe di mantenere l'attuale impostazione del sistema di produzione automotive, di fatto adattabile ai motori endotermici.

Ciò non vuol dire rimettere in discussione gli obiettivi ambientali finali; benzina e diesel sono inquinanti e devono essere gradualmente sostituiti, ma deve essere garantito al contempo un processo di ristrutturazione del comparto automotive che garantisca salde prospettive di sviluppo e massima tutela dei livelli occupazionali.

Da ultimo, in relazione alla direttiva sull'efficientamento delle abitazioni, la cosiddetta direttiva case green, in sede di Consiglio europeo l'azione negoziale italiana che si è sviluppata nel corso del 2022 (la chiusura operativa è avvenuta prima dell'insediamento del Governo Meloni, il 22 ottobre, mentre il 25 ottobre c'è stato il pronunciamento finale, fatto dal sottoscritto a nome del Governo Meloni) ha cercato di migliorare i vincoli posti nel testo iniziale dalla Commissione, che non erano condivisi neanche dal Governo precedente.

È da sottolineare come durante l'esame in Commissione, in Parlamento europeo, i rappresentanti delle forze politiche che compongono l'attuale maggioranza abbiano votato contro la proposta di direttiva emersa dei lavori parlamentari, che presenta dei parametri e dei target più stringenti rispetto al testo iniziale della Commissione e automaticamente molto più stringenti rispetto agli obiettivi del Consiglio. Nel corso dei negoziati, il cosiddetto trilogo interistituzionale tra Parlamento, Consiglio e naturalmente Commissione europea, che saranno avviati nelle prossime settimane, l'azione italiana sarà concentrata a rendere concretamente realizzabili i target di efficientamento energetico, in un percorso però che tenga conto, sia dal punto di vista delle tempistiche che delle modalità di realizzazione degli interventi, della peculiarità del patrimonio edilizio italiano, molto spesso risalente nel tempo ed in grande parte dislocato in contesti particolare, sia dal punto di vista della conformazione orografica, come i piccoli borghi montani, sia dal punto di vista dei vincoli paesaggistici ed ambientali, come i centri storici.

Con gli ecobonus abbiamo fatto interventi su 360.000 immobili: i numeri sono noti a quest'Aula. Un intervento come quello previsto dall'impostazione della Commissione, o peggio ancora del Parlamento europeo, riguarderebbe tra i 3,5 e i 4 milioni di immobili. Vi invito a prenderlo come parametro di riferimento e a valutare. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Bizzotto, per due minuti.

BIZZOTTO (LSP-PSd'Az). Signor Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta e condividiamo pienamente l'impegno del Governo nel difendere gli interessi dell'Italia e nel fermare le due "eurofollie" sulle case green e sullo stop alle auto diesel e benzina. È necessario agire subito nei confronti di Bruxelles, per bloccare due direttive pericolose che avrebbero conseguenze economiche devastanti per milioni di famiglie e imprese italiane. Provvedimenti profondamente sbagliati, che dimostrano ancora una volta come l'Europa prenda decisioni ideologiche e fuori dalla realtà, totalmente scollegate dalla vita reale dei nostri cittadini. (Applausi).

La direttiva sulle case green altro non è che una euro-patrimoniale sulla casa, che metterebbe fuori legge 9 milioni di abitazioni in Italia.

Allo stesso modo, l'obbligo di produrre solo auto elettriche dal 2035 sarebbe un vero e proprio suicidio economico, che metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro.

Tutti siamo d'accordo sulla necessità di una maggiore sostenibilità ambientale, ma questo non si realizzerà mai se prima non viene garantita e tutelata la sostenibilità economica e sociale delle nostre imprese, dei nostri lavoratori e delle nostre famiglie.

Signor Ministro, finalmente abbiamo un Governo che ha il coraggio di dire no alle decisioni scellerate e anti italiane che l'Europa vorrebbe imporre al nostro Paese. È finito il tempo dei Governi di sinistra che subivano passivamente qualunque ordine arrivasse da Bruxelles.

La Lega e il Governo di centrodestra daranno battaglia in ogni sede per difendere le case, il lavoro e il risparmio degli italiani. (Applausi).

[…]