Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 072 del 25/05/2023: interrogazione a risposta immediata: aliquota del contributo di solidarietà sugli extraprofitti delle aziende del settore energetico

venerdì 26 maggio 2023


Interrogazione a risposta immediata: aliquota del contributo di solidarietà sugli extraprofitti delle aziende del settore energetico

Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00469

Atto n. 3-00469

Pubblicato il 24 maggio 2023, nella seduta n. 71

MAGNIDE CRISTOFARO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. –

Premesso che:

l’articolo 5 del “decreto bollette” in fase di conversione in legge riserva un trattamento di favore nei confronti delle aziende del settore energetico prevedendo una modalità di calcolo del contributo di solidarietà sugli extraprofitti realizzati nel periodo d’imposta antecedente al 1° gennaio 2023 ridotta rispetto a quella, già largamente generosa, stabilita dall’articolo 37, comma 2, del decreto-legge n. 21 del 2022, come modificato dall’articolo 1, commi da 115 a 119, della legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio per il 2023): una misura che determinerà per il bilancio statale per il solo anno 2023 un mancato gettito del 15,8 per cento ed un conseguente relativo aggravio di oneri pari a 404 milioni di euro;

la stessa relazione di accompagnamento prevede che, “in un’ottica di estrema prudenza e in assenza dei dati dichiarativi relativi all’utilizzo delle suddette riserve nel 2022, si è ipotizzato che in tale annualità l’utilizzo delle riserve in sospensione sia pari al 30% del loro ammontare complessivo con una riduzione della base imponibile del contributo pari a circa 1,6 miliardi di euro”;

ancora una volta questo Governo decide di affrontare la crisi energetica derivante dall’effetto della guerra in Ucraina e delle sanzioni economiche internazionali con una misura redistributiva a giudizio degli interroganti tiepida ed inadeguata, foriera di una scelta di totale asservimento ai colossi energetici del settore fossile, attingendo solo in minima parte al totale dei 40 miliardi di euro di extraprofitti accumulati da questi ultimi nel 2022, con l’aggravante che il restringimento della base imponibile del contributo di solidarietà comporterà una sensibile compromissione del gettito atteso per il 2023, rinunciando ad incamerare somme che avrebbero potute essere destinate a politiche energetiche diverse, di transizione energetica, in primis quelle di investimento in fonti rinnovabili e di superamento della dipendenza dalle fonti fossili;

l’impennata dell’inflazione nel 2022 ha finito per provocare il più forte impoverimento delle famiglie italiane nella storia recente. Negli ultimi tre mesi del 2022, calcola l’ISTAT, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 3,7 per cento rispetto al trimestre precedente. Un calo peggiore (pari al 5,6 per cento) lo si era registrato solo all’inizio del 2000 (4,6 per cento in meno) e nella primavera 2020, ma in quel caso era stato un effetto collaterale dell’inizio della pandemia, subito bilanciato dall’aumento pari al 6,6 per cento del trimestre successivo. Stavolta sarebbe impossibile aspettarsi un rimbalzo: la causa della caduta del potere di acquisto non è il calo dei redditi (che, al contrario, sono cresciuti dello 0,8 per cento) ma l’aumento dei prezzi, con l’inflazione che ha sfiorato il 12 per cento nell’ultima parte dello scorso anno;

considerato il perdurare della crisi energetica, la situazione di fortissima difficoltà vissuta dalle persone, i salari immobili da 30 anni, l’inflazione altissima, le condizioni della sanità pubblica, il precariato generalizzato cui sono soggette non solo le nuove generazioni ma intere categorie di lavoratori e lavoratrici,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno prevedere nel prossimo provvedimento utile l’integrale restituzione degli extraprofitti realizzati da parte delle società energetiche durante il conflitto russo-ucraino, elevando al 100 per cento l’aliquota di cui all’articolo 37, comma 2, del decreto-legge n. 21 del 2022, e destinando il relativo maggior gettito a politiche energetiche che sostengano realmente le persone, le famiglie e le imprese italiane.

RISPOSTA

Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 072 del 25/05/2023

Stralcio

[…]

PRESIDENTE. Il senatore Magni ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00469 sull'aliquota del contributo di solidarietà sugli extraprofitti delle aziende del settore energetico, per tre minuti.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Ministro, parto dall'articolo 5 del decreto bollette appena convertito in legge, che modifica la modalità di calcolo del contributo di solidarietà sugli extraprofitti imposto alle aziende del settore energetico, riservando loro un trattamento di favore rispetto a quello già previsto, già molto generoso; una misura che determinerà per il bilancio statale, per il solo 2023, un mancato gettito del 15,8 per cento, con conseguente relativo aggravio di oneri pari a 404 milioni. Ancora una volta, quindi, questo Governo decide di affrontare la complicatissima situazione di crisi vissuta dal nostro Paese e derivante dall'effetto della guerra in Ucraina e dalle sanzioni economiche internazionali intervenendo sugli extraprofitti con una misura redistributiva totalmente inadeguata, che dimostra asservimento ai colossi energetici del settore fossile, attingendo solo in minima parte al totale di 40 miliardi di extraprofitti accumulati negli ultimi anni.

Si rinuncia quindi a incamerare somme che avrebbero potuto essere destinate a politiche energetiche diverse di transizione energetica, in primis quelle da investimento in fonti rinnovabili e superamento della dipendenza da fonti fossili. E non solo: gli ultimi dati ci dicono che le famiglie italiane in difficoltà economica sono più che raddoppiate rispetto all'inizio del 2022, passando dal 10 per cento dello scorso anno al 23 per cento di quest'anno. Un italiano su tre è in una situazione economica difficile, metà ha grosse difficoltà a pagare le bollette, uno su tre ha dovuto rinunciare alle spese mediche e all'acquisto di carne e pesce.

La causa la conosciamo tutti. Siamo davanti a un'inflazione strutturale come non si vedeva da trent'anni: aumento dei prezzi, salari bloccati da decenni, precariato generalizzato. All'impennata dell'inflazione corrisponde il crollo del potere d'acquisto delle famiglie e delle persone in genere e, mentre le persone sono obbligate a pagare bollette astronomiche, le società energetiche stanno facendo grandi guadagni non previsti, anzi grandissimi guadagni che questo Governo decide di non intaccare, se non in minima parte.

Ma la punta dell'iceberg è che, a fronte di una situazione come questa, la ricetta del Governo sembra essere acqua fresca e non parlo solo degli extraprofitti: si è fatto un gran parlare delle misure sul cuneo fiscale per poi scoprire che il tutto si risolve con una una tantum di 500 euro che non ha continuità almeno nel 2024. L'Italia è l'unico Paese europeo nell'area OCSE in cui i salari sono diminuiti dal 1990 al 2000 e al 2020 il salario medio annuale è diminuito del 2,9 per cento, mentre in altri Stati come Francia e Germania è aumentato. A questo si aggiunge che il lavoro atipico - ovvero tutte le forme di contratto diverso dal contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o a tempo pieno - rappresenta l'83 per cento delle nuove attivazioni, con un aumento del 34 per cento negli ultimi anni.

Queste ricette ci sembrano del tutto inadeguate. Chiediamo dunque di aumentare il contributo di solidarietà sugli extraprofitti realizzati da parte delle società energetiche per destinare il relativo maggiore gettito a politiche energetiche che sostengano realmente le persone, le famiglie e le imprese italiane. E chiediamo di sapere, oltre a queste, quali nuove iniziative intenda mettere in campo il Governo per combattere la crisi economica in atto.

PRESIDENTE. Il ministro dell'economia e delle finanze, onorevole Giorgetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

GIORGETTI, ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, in riferimento al quesito posto dal senatore Magni, rilevo che, sebbene nelle premesse i senatori interroganti facciano riferimento al contributo di solidarietà straordinario sotto forma di prelievo temporaneo per l'anno 2023, di cui alla legge di bilancio 2023, chiedono che sia aumentata sino al 100 per cento l'aliquota del contributo straordinario contro i rincari energetici di cui all'articolo 37 del decreto-legge n. 21 del 2022, che fa invece riferimento a un esercizio finanziario oggetto di bilanci già approvati.

Tanto premesso, il Governo - con riferimento al contributo relativo all'esercizio 2022 - è intervenuto a più riprese e, dopo un attento bilanciamento degli interessi costituzionalmente tutelati, ha fissato l'aliquota al 37 per cento. Con riferimento, invece, al contributo relativo all'anno 2023, avente una base imponibile differente, ha ritenuto di poter fissare la relativa aliquota al 50 per cento. Tale percentuale è stata oggetto di una valutazione del Governo in ordine al necessario contemperamento dei principi costituzionalmente tutelati - quali la capacità contributiva e la libera iniziativa economica - con l'esigenza di reperire tempestivamente risorse da destinare alla tutela delle fasce più deboli della popolazione.

Vorrei assicurare al senatore Magni che l'attenzione continua a essere massima da parte del Governo e a breve avrà anche - credo - sorprese positive per quanto riguarda i suoi interessi. Voglio anche rilevare che - come già annunciato in sede di audizione parlamentare, alla quale il senatore Magni ha partecipato - l'intervento da parte del Governo nei confronti dei lavoratori dipendenti si è sostanziato non nei miseri 15 euro tanto declamati dall'opposizione, ma in realtà in cifre ben più consistenti, come dimostrato da ricerche documentate anche da parte dei media.

Concludo dicendo che prudenzialmente il Governo ha stimato l'imposta sui maxiprofitti energici, concepita da questo Governo nella legge di bilancio. Credo che a breve, quando saranno eseguiti i versamenti, avremo delle sorprese positive di maggior gettito da mettere a disposizione delle famiglie più vulnerabili. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Magni, per due minuti.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Ministro, in merito agli extraprofitti ho già avuto modo di interrogarla e di discutere con lei. Resta un dato: il Governo di cui lei precedentemente faceva parte aveva previsto 10 miliardi; poi avete ridotto a 2,5 miliardi e adesso riducete nuovamente. Questo è ciò che è successo.

Il dato vero è che quelle aziende non solo hanno guadagnato nel 2021 e nel 2022, ma continuano a guadagnare. Questa è la verità. Il problema è che nella tassazione i lavoratori dipendenti e i pensionati hanno una contribuzione fissa da pagare e non hanno un extragettito, per cui riducono la loro capacità a causa dell'inflazione - perché l'inflazione c'è - e quindi perdono potere d'acquisto. Essi non sono pertanto in grado di sopperire a esigenze dal punto di vista sociale e intaccano i propri risparmi di fronte al fatto che ci sono persone che guadagnano oltre il profitto. Questo è il punto. Quindi, per tale ragione sono totalmente insoddisfatto della sua risposta.

Se poi mi spiegherà che anziché 2,5 sono 3 i miliardi, sono più che contento, ma siamo sempre alle briciole rispetto a una situazione in cui i guadagni sono decisamente extra. Per intervenire su questo ci vuole la volontà politica, e a mio avviso fino a oggi tale volontà non è stata dimostrata.