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Regioni.it

n. 3855 - venerdì 5 giugno 2020

Sommario3
- La scuola nell'agenda di Governo e Regioni
- Fase 3: il rilancio della nostra economia e gli interventi europei
- Autonomia: si riapre il dibattito dopo la pandemia
- L'economia dei territori prima del coronavirus
- Misure per intercettazioni, ordinamento penitenziario e giustizia, allerta Covid-19
- Misure urgenti di accesso al credito e adempimenti fiscali per le imprese

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La scuola nell'agenda di Governo e Regioni

Fase 3: tabelle richieste e interventi

(Regioni.it 3855 - 05/06/2020) Sono in corso in Parlamento le votazioni sul Dl scuola e il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina annuncia: “stiamo lavorando per un ritorno a scuola di tutti in piena sicurezza. L'impegno è a consegnarvi una scuola più a misura dei vostri desideri e delle vostre necessita in un mondo che cambia velocemente”.
Ieri sera si è svolta a Palazzo Chigi a cui ha partecipato la Conferenza delle Regioni, guidata da Stefano Bonaccini, e il premier Giuseppe Conte proprio sul tema scuola e sullla ripartenza dell’intero sistema.
L'incontro presieduto dal Presidente del Consiglio, si è svolto alla presenza delle ministre dell'Istruzione, Lucia Azzolina e dei Trasporti, Paola De Micheli, del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, del coordinatore del Cts Agostino Miozzo, e dei rappresentanti di enti locali e parti sociali.
L'obiettivo del Governo è stato spiegato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è il rientro nelle aule dopo l'estate. Si valuta, inoltre, la possibilità di compartimentare i banchi con divisori, "anche per garantire maggiore sicurezza", ha spiegato Azzolina.
Stefano Bonaccini ha sottolineato, tra l’altro, la necessità di avere linee guida condivise e risorse e personale necessari per la riapertura nel rispetto delle prescrizioni indicate dal Cts, il Comitato tecnico scientifico. Sono  diverse ancora le questioni sul tappeto: sblocco dell'assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta.
Azzolina ha rassicurato che “sulla scuola stiamo mobilitando risorse per oltre 4 miliardi di euro e ci sarà subito un nuovo stanziamento di altri 330 milioni per l'edilizia scolastica leggera”.
Giuseppe Conte ha spiegato che nell'emergenza “siamo stati costretti a chiudere la scuola, ma abbiamo tratto una lezione. Siamo stati costretti alla didattica a distanza. Ho sempre avvertito preoccupazione per chi non poteva accedervi. C'è il tema del divario digitale. Col nuovo anno scolastico l'obiettivo è tornare a scuola in piena sicurezza. La didattica a distanza può essere un'opportunità in più per potenziare offerta didattica, ma certo dobbiamo ritornare in presenza”.
“Servono al più presto linee guida definite. - rileva Stefano Bonaccini - Altrimenti rischiamo di riaprire le scuole a dicembre e non a settembre. E’ necessario mettersi subito al lavoro, assieme ad Anci e Upi. Dunque, il ministero ci convochi al più presto. Vanno definite linee guida per cercare il massimo di lezioni in presenza, avere certezza di risorse, ad oggi non sufficienti per potenziare il trasporto scolastico dato che milioni di bambini e ragazzi dovranno tornare a scuola, e potrebbe essere necessario organizzare l’attività su più turni con classi anche meno numerose. Infine, si adeguino gli organici perché a oggi gli insegnanti non sono sufficienti a fare fronte alle nuove esigenze.
Inoltre, se si vuole tornare a scuola a settembre non si può votare oltre la metà del mese, perché vorrebbe dire rischiare di tornare sui banchi a ottobre. Da parte della Conferenza delle Regioni c’è la massima disponibilità, come abbiamo sempre fatto, a ricercare soluzioni condivise e utili, perché noi vogliamo che le scuole a settembre riaprano. Sono già state chiuse abbastanza”.
Critico il presidente della regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti, sulle ipotesi di compartimentare in classe i banchi con dei divisori, annunciate da Azzolina: "Prima di acquistare i plexiglass per separare gli alunni ricorderei al ministro Azzolina che nelle nostre scuole mancano i docenti, le connessioni wifi, le biblioteche e...la carta igienica! Senza dimenticare che alcune scuole cadono a pezzi. Ripartiamo dalle basi...scolastiche”.


Coronavirus - Fase 3: tabella relativa agli interventi economici delle Regioni - aggiornata al 05.06.2020


Coronavirus - Fase 3: tabella relativa alle richieste delle Regioni al Governo - aggiornata al 05.06.2020


Scuola: Toti, prima di plexiglass Azzolina pensi a docenti


##Scuola,Conte: si torna in presenza. Ma vertice non scioglie nodi Sindacati e enti locali chiedono risorse. Confermato sciopero


Scuola, Azzolina: obiettivo tornare in presenza, Paese se lo aspetta ""Stiamo mobilitando risorse per oltre 4 miliardi""


Scuola: Bonaccini, linee guida o rischio non aprire a settembre


++ Scuola: Azzolina, obiettivo riaprire tutti in presenza ++ 'Piano su più livelli seguirà andamento del contagio'


AUTONOMIA. BOCCIA: PRIMA LIVELLI ESSENZIALI, POI SI COMPLETA /FOTO BONACCINI: NOI NON CI RINUNCIAMO, MA NON A 20 SCUOLE DIVERSE


[Veneto] SCUOLA: DONAZZAN, “SERVE COORDINAMENTO DELLE REGIONI PER NON ARRIVARE IMPREPARATI ALLA RIPRESA A SETTEMBRE, GRAVE IL RITARDO DEL GOVERNO”


Coronavirus: De Luca, abbiamo retto meglio di altre a pandemia


[Veneto] AGENDA DIGITALE. MARCATO SU COMMISSIONE SPECIALE. “BENE I 31 MILIONI DI EURO IN VENETO PER IL PIANO SCUOLE BANDA ULTRALARGA. ORA IL GOVERNO RIDEFINISCA CRITERI DI RIPARTIZIONE E SBLOCCHI I CANTIERI NEI COMUNI”



( gs / 05.06.20 )

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Fase 3: il rilancio della nostra economia e gli interventi europei

Tabelle leggi e ordinanze

(Regioni.it 3855 - 05/06/2020) La Banca centrale europea rilancia gli acquisti di debito per l'emergenza economica dovuta alla pandemia da coronavirus. L'orizzonte temporale in cui la Bce condurrà gli acquisti di titoli per l'emergenza pandemica 'sarà esteso almeno fino a fine giugno 2021' dall'attuale scadenza di dicembre di dicembre 2020.
Per il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri alcune banche sono state 'più rapide' a erogare subito i prestiti garantiti previste dalle misure del Governo, mentre altre “hanno avuto malfunzionamenti” anche 'colpevoli' che vanno risolti. La moratoria sui prestiti bancari decisa dal Governo, afferma Gualtieri, è 'stata un successo' e ha raggiunto quota 260 miliardi di euro. “In un contesto di incertezza e fragilità, diventa fondamentale ricostruire un sistema sanitario fondato sulla centralità della persona e non sull'interesse economico. Il suo smantellamento ha creato le condizioni per un impoverimento sociale”.  
Il Recovery fund "sarà senza dubbio votato e approvato" dai Paesi membri dell'Unione europea, nonostante alcune capitali stiano esprimendo dubbi e contrarietà, dichiara il commissario all'economia, Paolo Gentiloni. "Alcuni dettagli saranno cambiati e negoziati, ma il cuore della proposta sarà approvato", precisando che "è possibile che l'accordo al Consiglio europeo arrivi a luglio. Il primo luglio comincerà la presidenza semestrale tedesca dell'Ue, e anche questo aiuterà". Gentiloni quindi sottolinea che "se la Commissione europea, per la prima volta nella sua storia, mette in campo risorse per centinaia di miliardi, credo che abbia anche il dovere di assicurare una coerenza fra queste risorse senza precedenti e un impatto sulla competitività e sulla qualità della vita nei nostri Paesi. Per questo la transizione verde dovrà essere un elemento fondamentale dei Piani nazionali di ripresa". 
Per il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, "non cogliere l'occasione del Mes sarebbe delittuoso. Sono 37 miliardi dell'Europa disponibili subito, senza condizioni e a zero interessi. Potrebbero finanziare un gigantesco piano di investimenti in sanita', il ministro Speranza sta lavorando a una proposta da 20 miliardi: ospedali moderni, pronti soccorso, strutture per le cure intermedie, Rsa".  Per Rossi così "potremmo creare centinaia di migliaia di posti di lavoro evitando che la crisi sociale ci sommerga".
Dopo l'emergenza da coronavirus, sostiene Stefano Bonaccini, "mi auguro che piu' nessuno metta in discussione il bisogno del Paese di una sanita' pubblica e universalistica perche' il virus che non ha guardato al portafoglio". "C'e' una grandissima opportunita' per il piu' grande investimento in Italia mai visto dal Dopoguerra. E a fronte di questo ci faremo trovare pronti" ha concluso il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, .
"Il sì al Mes? E' l'esempio delle cose che dovremmo e si potrebbero fare in fretta: miliardi a tassi molto vantaggiosi per costruire ospedali, portare la sanità sul territorio, assumere personale, investire nelle nuove tecnologie". Così Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. "Tutto l'insieme di investimenti insomma che proprio il Covid ci ha mostrato essere fondamentali. La protezione delle persone passa per una buona sanità e questa è la buona occasione per tras formare i bisogni in concretezza. Noi per anni abbiamo parlato di una sanità che si avvicina ai territori - afferma zingaretti - non bisogna tornare indietro. Investire sulla sanità è anche una possibilità di sviluppo del nostro pil".
"Il Mes non lo decide la Regione Veneto, lo decide il Governo italiano se lo vuole accettare". Cosi' il presidente Luca Zaia. "Io esprimo le mie considerazioni quando vedo i vincoli che ci sono. È un problema del Governo, se decide di portarsi i soldi a casa vuol dire che avra' deciso che sono un affare. Non spetta a me decidere sul Mes".
Per il presidente della regione Molise, Donato Toma, "una delle cose che abbiamo imparato da questa pandemia è che occorre rimodulare i nostri stili di vita e riequilibrare quel rapporto uomo-ambiente alterato da comportamenti scorretti che hanno ferito la natura e compromesso gravemente l'ecosistema e la biodiversità". "Si è parlato molto, in tempo di Covid-19 del fatto che questa crisi porterà a rivalutare le aree interne, luoghi salubri, poco antropizzati, incontaminati, e le risorse che questi territori possono mettere in campo. Si tratta, però, di chiarire l'equivoco che ha fin qui caratterizzato l'elemento spaziale nella governance dei territori, nel senso che tali aree sono rimaste pressoché vergini perché escluse dalle direttrici di sviluppo e, dunque, isolate. La pandemia - osserva Toma - ci ha insegnato che l'isolamento del territorio, la bassa densità demografica possono essere una carta da giocare".


 
Coronavirus: Tabella relativa alle leggi e alle ordinanze regionali - aggiornata al 05.06.2020
 
>ANSA-SCHEDA/Bce quasi raddoppia il Pepp contro la pandemia Il Qe pandemico balza a 1.350 mld fino a giugno 2021

>>>ANSA/Gualtieri, alcune banche lente. Fca, impegni o rimborso Sace, 430milioni di garanzie partite. Richiesta Lingotto in linea

 
Ue: Gentiloni, ok Recovery a luglio; aiuta presidenza tedesca


MES: ROSSI "RINUNCIARE SAREBBE DELITTUOSO"


Mes: Zingaretti, è occasione per Paese e per sanità migliore

 
SANITÀ. ZAIA: NON SPETTA A ME DECIDERE SUL MES, TOCCA AL GOVERNO 'ESPRIMERÒ MIE CONSIDERAZIONI UNA VOLTA VISTI I VINCOLI'

 
[Molise] Giornata mondiale dell’ambiente, Toma: ripartire dalle aree interne




( gs / 05.06.20 )

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Autonomia: si riapre il dibattito dopo la pandemia

Fase 3: tabella potenziamento servizi sanitari

(Regioni.it 3855 - 05/06/2020) Si rilancia il tema, congelato dal coronavirus, della maggiore autonomiasu alcune materie alle regioni che la richiedono. In questo ambito, afferma il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, “abbiamo seguito la Costituzione, abbiamo avviato un percorso con il Governo: io non rinuncio alla richiesta di autonomia. E' una autonomia differente da quella hanno chiesto altri, è nel solco di quello che il Paese prevede e non vogliamo scassare nulla”. “I confini e l'unità nazionale sono sacri – osserva Bonaccini – è soltanto un cercare di avere meno burocrazia e un po' più di libertà su questioni che attengono molto al tuo territorio e non al Paese”. Inoltre “noi non abbiamo chiesto tutte le materie che la Costituzione assegna possano essere chieste perché alcune materie devono stare in capo allo Stato e poco alle regioni”. “Non abbiamo chiesto tutte le materie che assegna la Costituzione", come la promozione del turismo all'estero o la scuola: "Sono contrario a 20 scuole regionali", rileva Bonaccini, ma è giusto “decidere la dotazione di insegnanti. La nostra autonomia e' diversa da quella richiesta da altri e i confini nazionali rimangono sacri”.
Per il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, l'autonomia “non è andata nel dimenticatoio”, sottolineando che "la partita dell'emergenza del Coronavirus imponeva a tutti noi la leale collaborazione tra le istituzioni e credo che l'abbiamo dimostrata fino in fondo”. Per Zaia con il Coronavirus “ce la meritiamo ancora di più. Il problema è che a Roma la parola Autonomia la percepiscono come una sottrazione di potere, in Veneto la percepiamo invece come un'assunzione di responsabilità”. “Qui inizia il nuovo Rinascimento altrimenti siamo finiti. – aggiunge Zaia - Abbiamo approfittato di questi mesi per elaborare materiale, per portare avanti questa partita: adesso è inevitabile che il Governo, chiusa la partita dell'emergenza Coronavirus, si ritroverà il dossier bello caldo, pronto per essere affrontato”.
“L'autonomia quando è sussidiarietà rafforza l'unità nazionale". Cita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia: “mai nessuno ha messo in discussione il tema di tenere le risorse sul territorio" e "l'attuazione del principio di sussidiarietà è emersa con tutta la sua forza in questo periodo" e che "i livelli essenziali di prestazione continuano a essere la conditio sine qua non", su cui si deve esprimere il Parlamento. In particolare i temi da affrontare sono sanita', tpl, assistenza e scuole”.

Coronavirus - Fase 3: Tabella relativa ai potenziamenti sanitari nelle Regioni - aggiornata al 05.06.2020


Autonomia: Bonaccini, non rinuncio alla richiesta


AUTONOMIA. BOCCIA: PRIMA LIVELLI ESSENZIALI, POI SI COMPLETA /FOTO BONACCINI: NOI NON CI RINUNCIAMO, MA NON A 20 SCUOLE DIVERSE


Autonomia: Zaia, non andata in dimenticatoio Italia esce da Medioevo solo con nuova ossatura istituzionale


==Fase 3: Zaia, da Conte un libro dei sogni Fiscalità di vantaggio per il Sud?



( gs / 05.06.20 )

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L'economia dei territori prima del coronavirus

(Regioni.it 3855 - 05/06/2020) L'Istat pubblica alcuni dati relativi all'economia dei territori prima della crisi da pandemia coronavirus. E' una fotografia del nostro Paese che sembra di un'altra era geologica, ma  utile per capire la base di prospettive, cambiamenti e interessi comuni di sviluppo.
Si tratta dei risultati economici delle imprese e delle multinazionali a livello territoriale e dei conti economici territoriali.
Nel 2017 il 5% dei comuni più grandi ha generato il 57,8% del valore aggiunto nazionale. E' uno dei dati più significativi.
La nostra economia proviene per il 37,7% dal Nord-ovest e il 25,4% dal Nord-est; seguono il Centro con il 20,5% e il Mezzogiorno con il 16,4%. Rispetto al 2016 la crescita del valore aggiunto delle regioni del Nord ne ha determinato anche un aumento del peso percentuale: +0,2 punti per il Nord-ovest controbilanciato dal calo di 0,2 punti percentuali del Centro, dovuto in particolare alla minor crescita percentuale del valore aggiunto della regione Lazio.
In termini di macro settori, rispetto al 2016 l’industria perde peso nel Mezzogiorno (-0,3 punti percentuali) in favore del Nord-ovest (+0,3 punti), il comparto dei servizi acquista rilevanza economica nel Nord-est e nel Nord-ovest (entrambi +0,2 punto) mentre la riduce al Centro (-0,3).
L’insieme costituito dal 5% dei comuni più grandi è localizzato principalmente nel Centro (8,1%) dove arrivano a generare tre quarti del valore aggiunto della ripartizione (74,8%), specialmente nel Lazio e in Toscana in cui l’89,3% e il 62,7% del valore aggiunto regionale è realizzato con il contributo dei sistemi urbani ad alta specializzazione e nei sistemi urbani pluri-specializzati.
"Nel Mezzogiorno si trovano il 6,7% dei comuni più grandi che sviluppano quasi due terzi del valore aggiunto (63,4%), con punte in Puglia (73,5%), Sicilia (72,6%) e Campania (68,7%) nei sistemi urbani pluri-specializzati e prevalentemente portuali.
Nel Nord-ovest il 5% dei comuni più grandi genera oltre la metà del valore aggiunto (54,3%) in particolare in Liguria e Lombardia coprono rispettivamente il 69,9% e 53,8% del valore aggiunto, proveniente in larga parte dai sistemi urbani prevalentemente portuali e urbani ad alta specializzazione.
Infine nel Nord-est, dove si deve ai comuni più grandi meno della metà (45,6%) del valore aggiunto della ripartizione, spicca l’Emilia Romagna (57%) principalmente con il contributo dei sistemi urbani ad alta specializzazione".
Le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri rappresentano meno dell’1% delle unità locali del Paese e generano il 15,3% del valore aggiunto nazionale. Oltre la metà sono concentrate in Lombardia e nel Lazio e assorbono oltre un quinto del valore aggiunto delle rispettive economie regionali.
Più contenuto il ruolo delle multinazionali estere nelle regioni del Mezzogiorno in termini di quota di valore aggiunto prodotto sul totale delle unità locali di multinazionali estere. Tuttavia in regioni come l’Abruzzo e la Sardegna le unità locali di multinazionali estere generano quote di valore aggiunto delle rispettive economie regionali pari rispettivamente al 10,7 e al 9,9%.
Considerando il solo settore industriale, le unità di multinazionali estere localizzate nel Lazio e in Piemonte producono un valore aggiunto che supera per entrambe il 18% del valore aggiunto regionale dell’industria. Segue la Liguria con 17,2%, la Lombardia (15,6%), l’Abruzzo (14,7%) e la Toscana (14,2%).
Nei servizi, le unità locali di multinazionali estere della Lombardia generano oltre un quarto del valore aggiunto regionale, quelle del Lazio il 21,7% e quelle della Liguria il 20,2%.
Le unità locali di gruppi multinazionali italiani, pari all'1,1% del totale nazionale, forniscono un contributo di quasi il 21% al valore aggiunto dell’intera economia. Le regioni che più contribuiscono a tale risultato sono la Lombardia con il 25,2% di valore aggiunto del totale prodotto dai gruppi multinazionali italiani, l’Emilia-Romagna con il 13% e il Lazio con il 10,7% (Figura 4).
Anche se nel Mezzogiorno sono minori sull’intera economia, in Basilicata il valore aggiunto prodotto dalle unità locali di imprese multinazionali italiane supera il 28% del totale regionale, quota che raggiunge il 45% nel settore industriale.
Le Marche registrano la crescita del Pil più elevata, con un 3% di aumento rispetto all’anno precedente. Un deciso recupero dell’attività produttiva si rileva anche per l’Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del 2017, e per la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (+2%).
Con 36,2mila euro nel 2018 (35,7mila nel 2017) il Nord-ovest resta l’area geografica con il Pil per abitante più elevato (misurato in termini nominali). Seguono il Nord-est, con 35,1mila euro (34,3mila euro nel 2017) e il Centro, con 31,6mila euro (31,1mila euro nel 2017). Il Mezzogiorno, con 19mila euro (poco più della metà di quello del Nord-ovest), supera lievemente il livello del 2017 (18,7mila euro).


( gs / 05.06.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 21 maggio

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Misure per intercettazioni, ordinamento penitenziario e giustizia, allerta Covid-19

Le osservazioni al Ddl di conversione in legge del Dl 28/2020

(Regioni.it 3855 - 05/06/2020) La Conferenza delle Regioni del 21 maggio, che si è svolta in videoconferenza, ha espresso il parere favorevole in sede di Conferenza Stato-Regioni, con le osservazioni contenute nel documento inviato per via telematica al Governo e di seguito qui riportato. Si tratta delle "misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta Covid-19".
In particolare per quanto riguarda l'App immuni, la Conferenza delle Regioni evidenzia l’importanza strategica che questo strumento può avere sulle attività sanitarie gestite dalle Regioni, quindi la Conferenza delle Regioni richiede ai Governo di condividere quanto prima tutte le informazioni esistenti e di formalizzare in un documento di “visione strategica” gli obiettivi a breve e a medio/lungo periodo che si intendono perseguire, nonché il funzionamento dell’applicazione e una roadmap delle azioni che dovranno essere messe in atto.
Di seguito il documento della Conferenza delle Regioni ed il link all'atto della Conferenza Stato-Regioni.
Posizione sull'articolo 6 - sistema allerta covid 19 - del disegno di conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2020 n. 28, recante 
"misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta covid-19"
Parere, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281
Punto 6) Conferenza Stato-Regioni
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni.
L’applicazione denominata APP IMMUNI, che dovrà cercare di aiutare a contenere l’epidemia in atto, è stata scelta dal Governo a seguito di apposito avviso pubblico. Dalle informazioni fino ad ora rese disponibili si sa che questa APP dovrebbe trattare dati in forma anonima, ma non si è a conoscenza se essa debba essere destinata a diventare uno strumento di supporto al Dipartimento di prevenzione e finalizzata all’attività di “intervista e reperimento dei contatti dì prossimità”. Si ritiene condivisibile l’adozione di un’unica APP nazionale per il tracciamento dei contatti, anche possibilmente interoperabile a livello europeo in modo da permettere - attraverso le misure di sorveglianza sanitaria - d’interrompere l’eventuale catena di contagi “importati/esportati” da confine a confine.
Restano però ad oggi ancora inevase alcune domande.
Dalle informazioni apprese dal Ministero della Salute l’assistito che volontariamente scaricherà questa APP abiliterà il proprio telefono a far funzionare Immuni, quindi a registrare con il bluetooth gli incontri ravvicinati e, nel caso il soggetto interessato sia trovato positivo al coronavirus SARS-COV-2, riceverà dai servizi di sanità pubblica un codice di sblocco e, se lo digiterà, farà scattare il sistema di notifiche per avvertire la rete delle persone con le quali è entrato in contatto fisico recentemente. I soggetti che riceveranno la notifica saranno avvisati di rivolgersi ai propri medici di medicina generale al fine di avere indicazioni su quali azioni devono essere messe in campo. Una sorta di pre-filtro. Pare non ci siano interazioni di tali procedure con i sistemi regionali e con le diverse strutture e presidi del Servizio Sanitario Regionale.
Stante queste premesse, occorre cercare di intervenire affinché un’applicazione digitale di contact tracing, qualora non opportunamente integrata con i servizi sanitari territoriali, possa diventare un appesantimento tecnico/amministrativo per le strutture sanitarie, senza peraltro raggiungere appieno il suo obiettivo di contribuire alla netta riduzione della pandemia in atto.
Considerata l’importanza strategica che questo strumento può avere sulle attività sanitarie gestite dalle Regioni, la Conferenza richiede ai Governo di condividere quanto prima tutte le informazioni esistenti e di formalizzare in un documento di “visione strategica” gli obiettivi a breve e a medio/lungo periodo che si intendono perseguire, nonché il funzionamento dell’applicazione e una roadmap delle azioni che dovranno essere messe in atto.
Roma, 21 maggio 2020

Link al documento della Conferenza delle Regioni del 21 maggio 2020: Posizione sull'articolo 6 - sistema allerta covid 19 - del disegno di conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2020 n. 28, recante "misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta covid-19"

Link all'atto della Conferenza Stato-Regioni del 21 maggio 2020: Parere, ai sensi dell'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sull'articolo 6 - sistema allerta Covid 19 - del disegno di conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2020 n. 28, recante "Misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta Covid-19"


( red / 05.06.20 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 21 maggio

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Misure urgenti di accesso al credito e adempimenti fiscali per le imprese

Gli emendamenti al Decreto Legge 23/2020

(Regioni.it 3855 - 05/06/2020) La Conferenza delle Regioni del 21 maggio, svoltasi in videoconferenza, ha esaminato il decreto-legge n. 23/2020 concernente l'accesso al credito e adempimenti fiscali per le imprese, poteri speciali nei settori strategici e interventi in materia di salute e lavoro di proroga dei termini amministrativi e processuali (c.d. "Liquidità"). Nel merito ha espresso parere favorevole in sede di Conferenza Unificata, ma condizionato all'accoglimento di emendamenti inviati - per via telematica - al Governo.
Tra gli aspetti segnalati e ritenuti prioritari: l’istituzione di un fondo nazionale a sostegno sistema fieristico; la modifica all’art. 13 sul Fondo Centrale di Garanzia PMI; le proroghe in materia di trasporto nelle acque interne e per interventi per mitigazione del rischio idrogeologico.
Di seguito la premessa al documento della Conferenza delle Regioni, e i link al testo integrale e all'atto della Conferenza Unifcata.
Posizione sul decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 recante 
“misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro di proroga dei termini amministrativi e processuali”
Parere ai sensi dell’articolo 9, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281
Punto 4) Odg Conferenza Unificata
PREMESSA
Nel dettaglio, il decreto si pone quattro principali obiettivi, come di seguito evidenziati:
1. Il sostegno alla liquidità, mobilitando 400 miliardi di garanzie per il supporto delle imprese e dell’export, potenziando l’intervento del Fondo di garanzia per le PMI. Il Fondo è stato rifinanziato con 1,729 miliardi di euro. Inoltre, è previsto un nuovo intervento di garanzia di SACE a copertura dei finanziamenti bancari concessi alle grandi imprese e alle imprese piccole e medie che abbiano esaurito la propria capacità di accesso al Fondo di Garanzia. Sono previste garanzie per 200 miliardi di finanziamenti.
2. Interventi di natura fiscale, consistenti in un’ulteriore sospensione dei versamenti tributari e contributivi.
3. Adozione di un pacchetto di misure che, a tutela della continuità aziendale nella fase emergenziale, impattano sul diritto societario e su quello concorsuale: tra queste è previsto il rinvio di un anno dell’entrata in vigore del Codice della Crisi e dell’Insolvenza (rinvio calendarizzato al 1° settembre 2021).
4. Il rafforzamento della disciplina dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica. In particolare, le misure in tema di poteri speciali puntano ad ampliare le prerogative del Governo, estendendo l’ambito applicativo dei Golden Power a tutti i settori ritenuti di rilevanza strategica dalla disciplina europea sullo screening degli investimenti esteri diretti e anche a investimenti effettuati da soggetti appartenenti all’Unione europea.
Quali considerazioni preliminari si evidenzia quanto segue:
1) Pur registrandosi lo sforzo per andare incontro anche alle esigenze delle imprese in difficoltà, non sono chiari i meccanismi individuati per ridurre i tempi di erogazione dei finanziamenti, specie considerando che è proprio nella tempestività dell’erogazione che si gioca l’efficacia dell’intervento stesso. 
È necessario rendere trasparenti e più semplici le procedure che devono seguire i soggetti finanziatori nell’erogazione del finanziamento, nonché assicurare chiarezza con riferimento alla documentazione che le imprese richiedenti devono fornire a corredo delle istanze.
Il meccanismo scelto, che si posa principalmente sul sistema bancario, non garantisce trasparenza e trattamento omogeneo: emerge quindi il rischio di una disparità di trattamento fra i soggetti destinatari e soprattutto, in considerazione della limitatezza delle risorse a disposizione, non è assicurata la copertura di tutte le esigenze manifestate dalle imprese e, in particolare, di quelle che si trovano in una situazione di maggiore difficoltà e che non hanno rapporti consolidati con le banche.
2) Risulta necessario sfruttare tutte le opportunità offerte dalla normativa in materia di aiuti di stato: nello specifico è assolutamente necessario che il Governo si adoperi tempestivamente per procedere alle notifiche generali (c.d. notifiche ombrello) sia con riferimento al quadro temporaneo delle misure di aiuto a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID 19, sia con riferimento all’art 107 2 b del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea in tema di aiuti per i danni dovuti alle calamità.
3) le scelte operate non sono state adottate con il coinvolgimento preventivo delle regioni: a titolo esemplificativo la scelta di sopprimere anticipatamente e definitivamente la disposizione contenuta nell’articolo 18 comma 1 lett r) del Dlgs 112/1998 anche nei confronti delle Amministrazioni in cui era attualmente operativa testimonia un mancato coordinamento ed un vulnus nei confronti del principio di leale collaborazione quanto mai necessario in questo momento di emergenza.
4) gli interventi di sostegno alle imprese sono limitati al settore delle garanzie sul credito e non sono previste misure a fondo perduto come particolarmente richiesto dalle imprese e dalle Regioni e Province autonome.
Alla luce di quanto sopra al fine di assicurare copertura a tutte le imprese ed intercettare le loro ulteriori esigenze, sarebbe opportuno prevedere a complemento delle misure poste in essere dal Governo, un fondo straordinario da ripartire tra le regioni per sostenere la fase di riavvio delle attività delle imprese sul territorio in maniera diretta e incisiva con piani di azione straordinari da affiancare alle misure già assunte dalle stesse Regioni con fondi propri.

Link al documento della Conferenza delle Regioni del 21 maggio 2020: Posizione sul decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 recante “misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro di proroga dei termini amministrativi e processuali”

Link all'atto della Conferenza Unificata del 21 maggio 2020: Parere, ai sensi dell'articolo 9, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sul decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 recante "Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga dei termini amministrativi e processuali"


( red / 05.06.20 )
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