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Regioni.it

n. 3995 - lunedì 1 febbraio 2021

Sommario3
- Pandemia: si fa il punto sulla campagna vaccinale
- PNRR: Regioni, Anci e Upi in audizione alla Camera il 29 gennaio
- Pandemia: nuova circolare e nuove ordinanze del ministero della Salute
- Rigenerazione urbana: contributo alla discussione in Senato sui disegni di legge in materia
- Pandemia e nuove aperture: serve ancora la massima attenzione
- Sviluppo sostenibile: strumenti di governance per le strategie regionali

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Pandemia: si fa il punto sulla campagna vaccinale

Previsti incontri Governo-Regioni

(Regioni.it 3995 - 01/02/2021) Il contenzioso con le case farmaceutiche per il mancato rispetto degli accordi di fornitura dei vaccini antiCovid continua, ma arrivano anche segnali di distensione nei rapporti con l’Unione europea.
“Da  Pfizer arriveranno 60milioni di dosi alla Ue nel 2021”, annuncia  il presidente della Commissione europea Von der Leyen: “Lavoriamo con le aziende farmaceutiche per assicurare che i vaccini vengano consegnati agli europei. Pfizer-Biontech consegnerà 75 milioni di dosi in più nel secondo trimestre dell'anno e fino ad un totale di 600 milioni di dosi nel 2021”.
L'azienda farmaceutica quindi fornirà un'aggiunta di 75 milioni di dosi nel secondo trimestre di quest’anno e l’Ema rileva che entro Pasqua ne avremo 5 tipi diversi, Johnson & Johnson e Novavax sono in fase avanzata e la Bayer annuncia la produzione di 160 milioni dosi CureVac dal 2022.
Intanto c’è stata anche l'approvazione da parte dell'Aifa del farmaco di AstraZeneca, più adatto a fascie d’età più giovani.
“L'unità delle Regioni sul piano di somministrazione dei vaccini è fondamentale”, afferma il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia sottolineando che verrà convocato probabilmente domani il coordinamento Stato-Regioni "per programmare - dice ancora Boccia - con il ministro Speranza e il commissario Arcuri, la distribuzione dall'8 febbraio in poi adeguandola all'arrivo parallelo dei tre vaccini oggi disponibili: Pfizer, Moderna e Astrazeneca”.
Per Fedriga “l'incertezza delle forniture di vaccini in questo periodo è estremamente reale e concreta. Rispetto le indicazioni forniteci, nel secondo trimestre si dovrebbero fornire più di 70 milioni in più di vaccini Pfizer all'Ue, ci auguriamo sia così per proseguire in modo più massivo la campagna vaccinale”, dichiara il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, spera che “questo Paese autorizzi l'uso, se vogliamo anche compassionevole, degli anticorpi monoclonali. Si tratta di una speranza di salute e di vita che si sa gia' che funziona nelle prime fasi. Noi ci candidiamo anche a questa sperimentazione di Aifa ovviamente”.
Infine Roma si candida a sede per l’Agenzia Ue sicurezza sanitaria Covid, annuncia Alessio D'Amato, assessore alla Sanita' della Regione Lazio: "Roma e' una citta' ricca di storia ma anche di scienza. Qui viene formata la gran parte degli operatori sanitari italiani. Ci siamo candidati per ospitare l'Agenzia europea per la sicurezza sanitaria (Hera) e credo che abbiamo tutte le carte in regola per ambire a svolgere questo ruolo al servizio dell'Italia e dell'Europa”.


Vaccini, Zaia: noi siamo pronti, ci basta avere materia prima


Vaccini, Zaia: noi siamo pronti, ci basta avere materia prima


Vaccini: Fedriga, incertezza forniture è reale e concreta


VACCINO: BOCCIA "AZIENDE RISPETTINO IMPEGNI"


CORONAVIRUS: MIOZZO, 'SERVE INDICAZIONE UNIVOCA PER TUTTE REGIONI SU PRENOTAZIONE VACCINI' =


Vaccini Covid, da Pfizer 75 milioni di dosi in più all'Europa 


++ Von der Leyen,a lavoro per garantire consegne vaccini a Ue ++


Vaccini: Boccia, unità Regioni fondamentale per piano


VACCINO. BOCCIA: DOPO OK AD ASTRAZENECA AL LAVORO CON REGIONI E COMMISSARIO


VACCINO. BOCCIA: OLTRE 620 MILA DEFINITIVI, PRIMI IN EUROPA


SANITÀ: D'AMATO "ROMA HA CARTE IN REGOLA PER OSPITARE AGENZIA SICUREZZA"


AIFA: autorizzata vaccino AstraZeneca - 30.01.2021



( gs / 01.02.21 )

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PNRR: Regioni, Anci e Upi in audizione alla Camera il 29 gennaio

(Regioni.it 3995 - 01/02/2021) “Il PNRR è un’opportunità ed è una sfida importante sulla quale non è più rimandabile un confronto serio e definitivo con il sistema delle Regioni italiane”, lo  ha detto, il 29 gennaio, Donatella Tesei (presidente Regione Umbria), coordinatrice della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni, nel corso di un’audizione di fronte alla V commissione della Camera dei Deputati, a cui hanno partecipato anche l’assessore della Regione Lombardia Davide Caparini (coordinatore della Commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni) e il Vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola (coordinatore della Commissione Infrastrutture della Conferenza delle Regioni). “Esaminando il documento del PNRR - ha spiegato la Presidente dell’Umbria - per il sistema delle Regioni ci sono alcune questioni fondamentali da affrontare.
La prima riguarda il ruolo delle Regioni che hanno competenze costituzionali su molti settori dove il PNRR interviene. Le Regioni si sono proposte come soggetto catalizzatore per realizzare sul territorio gli investimenti nell’ambito delle priorità condivise fra i livelli istituzionali, ma non abbiamo mai avuto risposte. Serve un percorso condiviso per evitare ‘effetti spiazzamento’ con le Politiche di Coesione 2021-2027. Anche su questo le nostre proposte sono sul tavolo da settembre, ma non abbiamo mai avuto interlocuzioni istituzionali.
La seconda riguarda il metodo di lavoro, la governance e l’attuazione del PNRR. Nel prendere atto dei contenuti del PNRR, rileviamo che le idee e le proposte che le Regioni hanno inviato in questi mesi si ritrovano solo in parte nel testo. Ora c’è da capire la “messa a terra” del programma in progetti specifici. Le Regioni ricordano ancora una volta che quando cominceremo a confrontarci bisognerà inevitabilmente considerare prima di tutto la dimensione territoriale, cioè l’allocazione degli interventi e delle risorse: e non solo tra nord, centro e sud del Paese, ma anche tra aree metropolitane, città medie, aree rurali ed aree interne; perché questo Paese si salva tutto insieme, con le sue peculiarità e specificità. Proprio la Governance – ha sottolineato coordinatrice della Commissione Affari europei della Conferenza delle Regioni - è il presupposto per la “messa a terra” del PNRR e ne determinerà il successo o il fallimento.
La terza questione riguarda il fatto che il “pacchetto” delle risorse del Recovery Fund va considerato in modo integrato e sinergico con le risorse di React EU e della politica di coesione 2021-2027. Serve – ha proseguito Donatella Tesei - una visione comune. Fino ad oggi, lo abbiamo chiesto più volte, ma non abbiamo avuto alcuna risposta. Leggendo le tabelle del PNRR, l’utilizzo di React EU sembra sia stato già “deciso”, senza prevederne un’allocazione nella programmazione regionale. Le Risorse del REACT EU sono un supporto per favorire la ripartenza e dovrebbero essere utilizzate anche dalle Regioni, perché, non necessitando del cofinanziamento nazionale non appesantiscono i bilanci con il cofinanziamento. Sulla Programmazione 2021-2027 si è svolta una prima interlocuzione con il Ministro Provenzano, ma senza discutere la complementarietà tra PNRR e programmazione 2021-2027 e il tema del cofinanziamento a carico dei bilanci regionali, già prosciugati dall’emergenza pandemica. Occorre affrontare queste partite congiuntamente, e prevedere meccanismi in cui un maggiore sforzo finanziario sia preso in carico dal Governo.
Quarta ed ultima questione: l’attuazione degli strumenti richiede riforme, perché arriveranno molte risorse europee da spendere in pochi anni. Senza snellire i procedimenti e semplificare le norme sarà difficilissimo riuscirci. Negli incontri abbiamo già accennato alla necessità di una riforma del codice degli appalti e delle norme in materia di autorizzazioni, di una semplificazione delle procedure di spesa, di un “Piano di rafforzamento amministrativo” nazionale che preveda un’immissione di forze fresche, di un Fondo rotativo per la progettazione, perché solo una progettazione anticipata e seria permette di mettere a terra con celerità gli interventi.
Tutti temi su cui è necessario fare chiarezza. Temi su sui si gioca il presente ed il futuro del Paese, il benessere e le speranze della nostra e delle generazioni future. Il PNRR, come le altre risorse che arriveranno dall’Europa, sono la benzina per alimentare il motore della nostra ripartenza. Le Regioni – ha concluso la Presidente dell’Umbria - ci sono, sono pronte alla sfida per rilanciare l’Italia e renderla capace di spendere le risorse europee”.
Antonio Decaro, presidente dell'Anci e sindaco di Bari, durante la stessa audizione davanti alla commissione Bilancio della Camera (nel corso della quale sono stati  ascoltati i rappresentanti di Comuni, Province e Regioni) ha voluto avvertire che "Sulle materie di diretta competenza degli enti locali confluiranno almeno 43 miliardi di euro del Recovery Plan: sarà fondamentale che i finanziamenti siano diretti, definire la governance e dare ai Comuni gli strumenti necessari, a cominciare dal  personale, per spendere presto e bene queste risorse. O si perderà l'occasione". Decaro ha poi osservato che "la versione del piano approvata lo scorso 12  gennaio in Consiglio dei ministri è economicamente più consistente  delle bozze precedenti, perché ai 209 miliardi sono state sommate le  risorse del React Eu, del Bilancio dello Stato e quelle della nuova  programmazione comunitaria, fino a raggiungere un totale di oltre 310  miliardi di euro" e "una prima analisi porta a stimare un valore di  circa 43 miliardi di euro impegnati su materie di competenza diretta degli enti locali locali".
La valutazione complessiva dell'Anci sul Pnrr, il Piano nazionale di  ripresa e resilienza, è positiva. "Apprezziamo alcune chiare
indicazioni, nelle linee di finanziamento, coerenti con i 10 punti del manifesto 'Città Italia' che noi sindaci abbiamo concepito e
consegnato al Governo. Tuttavia - ha aggiunto Decaro - dobbiamo segnalare anche alcune lacune o incertezze di merito e di metodo". In particolare, spiega il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, "non riscontriamo nelle misure legate a politiche sociali e socio-assistenziali la centralità del ruolo dei Comuni, che pure  assolvono una funzione essenziale per potenziare la qualità dei  servizi e per rafforzare la capacità di dare risposte adeguate ai  bisogni dei cittadini. Riteniamo, per esempio, che vada costruito uno  snodo efficiente e robusto fra redditi di sostegno e politiche attive  del lavoro che abbia al centro la persona: uno snodo che solo il  Comune può costituire". Altrettanto importante, poi, "è il metodo di gestione e applicazione  del piano: non ci sono elementi sulla gestione delle risorse, sulle  modalità di attuazione del piano e sul ruolo operativo riservato ai Comuni; elementi che influiranno moltissimo su quella certezza dei  tempi che la Commissione Europea ci chiede. Del resto - ricorda Decaro - proprio la Commissione Ue invita i Governi a prevedere una  legislazione che acceleri l'iter e consenta l'assegnazione delle  risorse in un tempo limitato e certo". La direzione indicata dal presidente dell'Anci è quella di  "finanziamenti diretti ai Comuni e procedure più snelle, compatibili  con un'attuazione rapida degli interventi. L'altra questione
fondamentale che incrocia merito e metodo - ha concluso Decaro - riguarda il potenziamento del personale che dovrà attuare il piano: un piano  organico straordinario per evitare il paradosso di avere le risorse ma non il capitale umano necessario per realizzare i progetti entro le  scadenze date. Da molto chiediamo una non più rinviabile rimozione di  paletti sulle assunzioni, vecchi di oltre dieci anni, che non hanno  più ragione di esistere".
Anche per il rappresentante dell'Unione delle Province d'Italia, Luca Menesini, "L'impianto generale del Piano è migliorato, ma ci sono alcuni nodi che il Parlamento può e deve sciogliere, a partire dalla chiarezza sulla governance. Regioni, Province e Comuni sono le istituzioni cui sarà demandata la messa a terra della maggior parte delle principali azioni: stante questo ruolo chiave, e' evidente devono trovare pari centralità anche nella governance di gestione del Pnrr. Occorre il pieno riconoscimento di queste istituzioni nella Cabina di regia nazionale che, a nostro parere, dovra' essere individuata per accompagnare e monitorare l'attuazione del Piano".
Menesini ha poi illustrato le proposte delle Province con le richieste rispetto alle singole linee di intervento, sottolineando alcune priorita'. "Si parta dalla scuola- ha detto il rappresentante Upi- riservando espressamente una quota delle risorse destinate nella Missione due per la rivoluzione verde e transizione ecologica, alla realizzazione di 100 nuove scuole secondarie superiori - innovative, digitali e sostenibili dal punto di vista energetico - una per ogni Provincia e Città metropolitana. Quanto agli investimenti sulle infrastrutture, è assurdo che il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali sia riservato esclusivamente alle grandi opere, quando da ormai tre anni sottolineiamo l'urgenza di un piano di monitoraggio degli oltre 30.000 ponti, viadotti e gallerie che insistono sulla rete viaria secondaria provinciale, per garantire l'incolumità dei cittadini.  Per quanto riguarda gli interventi sulla Pa - ha poi aggiunto- intervenire solo con la digitalizzazione, senza un percorso di valorizzazione e rafforzamento della capacità organizzativa della Pubblica Amministrazione, in particolare di quella locale, non puo' essere efficace.  Serve dunque un Piano straordinario di assunzioni che consenta l'immissione in ogni Provincia di personale tecnico specializzato, in grado di assicurare capacita' di programmazione ed un adeguato coordinamento dei territori. E' un passaggio necessario, considerato che tutta l'attuazione del Pnrr si basa sulla capacità di organizzare una forte programmazione degli interventi in chiave di sistemi territoriali e le Province hanno un ruolo chiaro di regia e di coordinamento, in stretto raccordo con gli enti locali direttamente interessati allo sviluppo delle aree interne".


( red / 01.02.21 )

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Pandemia: nuova circolare e nuove ordinanze del ministero della Salute

Circolare sulla diffusione nel mondo delle nuove varianti del Covid

(Regioni.it 3995 - 01/02/2021) Nuova circolare e nuove ordinanze firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, rispetto alla gestione sanitaria della pandemia.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità l'emergenza di nuove varianti di SarsCov2 “sottolinea l'importanza, per chiunque, compresi coloro che hanno avuto l'infezione o che sono stati vaccinati, di aderire rigorosamente alle misure di controllo sanitarie e socio-comportamentali”, indica la nuova circolare del ministero della Salute sulla diffusione delle varianti. Inoltre il Centro europeo controllo malattie Ecdc ritiene “molto alta” la probabilità di introduzione e diffusione in comunità nei paesi Ue delle varianti e in particolare di quella 'inglese' e l'impatto dell'introduzione in comunità delle varianti in Ue è ritenuto “alto”.
Quindi la nuova circolare del ministero della Salute sulla diffusione nel mondo delle nuove varianti del Covid spiega che il Centro europeo per il controllo delle malattie ECDC, ai fini del monitoraggio delle varianti del virus SasrCov2, raccomanda di sequenziare “almeno circa 500 campioni selezionati casualmente ogni settimana a livello nazionale” seguendo delle priorità, a partire dagli “individui vaccinati contro SarsCov2 che successivamente si infettano nonostante una risposta immunitaria al vaccino”.
Bisogna dare priorità alla ricerca e alla gestione dei contatti di casi COVID-19 sospetti/confermati da variante e identificare tempestivamente sia i contatti ad alto rischio (contatti stretti) che quelli a basso rischio. Si ribadisce inoltre di eseguire un test molecolare ai contatti (ad alto e basso rischio) il prima possibile dopo l'identificazione e al 14ø giorno di quarantena, per un ulteriore rintraccio di contatti, “considerando la maggiore trasmissibilità delle varianti”, e di “non interrompere la quarantena al decimo giorno”.
Inoltre Speranza ha firmato altre due nuove Ordinanze il 29 gennaio 2021 - quelle delle indicazioni di fascia colore per ogni regione rispetto alla gravità dell'andamento epidemiologico - che sono in vigore dal primo febbraio, in base ai dati e alle indicazioni della Cabina di regia.
La prima classifica in area gialla le Regioni Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
La seconda classifica in area arancione Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano, oltre a confermare sempre in area arancione Puglia e Umbria.
Pertanto la ripartizione delle Regioni e Province Autonome nelle aree gialla, arancione e rossa è la seguente, a partire dal 1° febbraio:
- area gialla: Abruzzo, Calabria, Campania, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto
- area arancione: Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria.
- area rossa: nessuna Regione

 
Covid-19, Ordinanze 29.01.2021 Min. Salute Regioni Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Puglia, Sicilia, Umbria e PA Bolzano: Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31.01.2021
 
[Ministero Salute] Andamento della mortalità giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19 - 1 settembre 2020 - 19 gennaio 2021

 



( gs / 01.02.21 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 3 dicembre

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Rigenerazione urbana: contributo alla discussione in Senato sui disegni di legge in materia

(Regioni.it 3995 - 01/02/2021) La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella seduta del 3 dicembre 2020, ha approvato un documento che esprime la posizione in merito ai disegni di legge in materia di rigenerazione urbana (S 970 e abbinate), in discussione al Senato. Il testo è stato poi trasmesso come "contributo per l’esame del provvedimento" alla Presidente della 13° commissione del Senato,  Vilma Moronese, al Relatore, Franco Mirabelli e alla Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali, Emanuela Corda.
Si riporta di seguito il testo integrale della posizione della Conferenza delle Regioni.
Posizione in merito ai disegni di legge in materia di rigenerazione urbana (s 970 e abbinate)
Ø  Premessa
E’ stato ampiamente riconosciuto che il modello di sviluppo urbano dal secondo dopoguerra è caratterizzato dalla assoluta indifferenza nei confronti della sostenibilità.
La rigenerazione urbana al contrario incarna, a tutti gli effetti, le strategie per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva.
Recuperare aree caratterizzate da fenomeni di dismissione o restituire nuova qualità ambientale, economica e sociale a quartieri degradati risponde pienamente all’idea di città sostenibile, limitando il consumo di nuovo suolo, riducendo gli impatti ambientali propri delle aree urbanizzate e incoraggiando processi di partecipazione civica nella definizione delle scelte progettuali e nelle fasi di verifica.
L’obiettivo principale è ridare efficienza, sicurezza e vivibilità alle nostre città che ospitano gran parte della popolazione, che sono il principale patrimonio non solo culturale ma anche economico e produttivo del nostro territorio.
In questo senso l’attuazione delle strategie per la rigenerazione urbana rappresenta un impegno di primaria importanza nell’agenda politica pubblica attuale e dei prossimi decenni.
Ø  Sintesi osservazioni principali
Preliminarmente, si sottolinea che si ritiene prioritario procedere ad un riassetto normativo complessivo in materia di governo del territorio, a partire dall’aggiornamento di una legge nazionale che ne disciplini i principi, di cui la rigenerazione urbana dovrebbe costituire uno dei primari temi ed obiettivi.
L’introduzione di norme che si pongono un orizzonte parziale (sulla rigenerazione, sul consumo di suolo, sui centri storici ecc.) rischia di frammentare ancora di più una disciplina che, viceversa, avrebbe necessità di ritrovare un assetto organico, nonché coerenza e consequenzialità tra obiettivi, pratiche e strumenti.
Si ritiene che un qualunque DDL in materia dovrebbe porre particolare attenzione ai seguenti punti.
- Considerare la rigenerazione come “LA” questione urbanistica, di cui gli strumenti regionali e comunali esistenti debbano, con le necessarie riscritture, modifiche e integrazioni, occuparsi; senza introdurre nuove ed ulteriori forme di pianificazione o di strumenti specifici, che si sommano ad un quadro già farraginoso e complesso e assai diversificato su base regionale, comportando effetti del tutto opposti a quelli di una semplificazione desiderata. Analogamente non si ritiene necessaria l’individuazione di specifici procedimenti urbanistici dedicati alla rigenerazione che andrebbero anche in questo caso, verosimilmente, a sovrapporsi con le procedure ordinarie e semplificate già contenute nelle varie legislazioni nazionali e regionali.
- Considerare altresì la rigenerazione come un processo complesso, inevitabilmente condiviso e partecipato, che tocca più dimensioni (urbanistico-edilizia o meglio urbanistico-architettonica, ambientale, sociale, culturale, economica) e che si sviluppa non solo attraverso “progetti”, ma anche attraverso pratiche e politiche più trasversali; riconoscendo un valore intrinseco anche a quei processi bottom-up in grado di attivare, anche con forme di riuso estemporaneo, luoghi e spazi delle città, nonché con forme partecipative previste dal Codice degli appalti agli articoli 189 e 190, quali il partenariato sociale e il baratto amministrativo in quanto applicazioni del principio di sussidiarietà sociale orizzontale che può essere esercitato con autonome iniziative dei cittadini finalizzate alla riqualificazione e alla tutela del territorio, e per i quali sono già previsti incentivi fiscali;
- Considerare la compatibilità ambientale come elemento centrale nella individuazione degli obiettivi delle politiche di sviluppo per la rigenerazione urbana e per la realizzazione di reti infrastrutturali, sia materiali che digitali, necessarie per le trasformazioni urbane che stanno avvenendo in questi anni (smart-city), anche attraverso la definizione di un sistema di criteri aperto, flessibile, oggettivo e condiviso che consenta di dare efficacia all’azione amministrativa nella programmazione delle misure attuative.
- La rigenerazione rappresenta, inoltre, l’occasione di implementare e sostenere percorsi di inclusione delle fasce di popolazione più fragile, laddove si sviluppano progetti di housing sociale e di co-housing, che pur contando ormai numerose esperienze a livello regionale non ha una norma nazionale dedicata. Declinare i programmi di rigenerazione urbana in progetti e azioni a medio e lungo termine è un’opportunità per generare quei cambiamenti che qualificano non solo l’abitare come spazio ma soprattutto come luogo dove creare e vivere qualitativamente le relazioni.
- Definire un quadro di principi generali in materia, a partire dal principio della priorità del riuso che possa costituire una cornice di riferimento chiara per le legislazioni regionali; definendo terminologie, obiettivi, risorse, modalità di lavoro, regole e norme, in ossequio alle ripartizioni delle competenze Stato-Regioni (art. 117 della Costituzione Italiana) che assegna allo Stato, nella materia governo del territorio, la definizione dei principi fondamentali. Risulta, inoltre, indispensabile un maggior raccordo con le esperienze (normative e non solo) già in atto nelle singole regioni, al fine di non vanificarne, paradossalmente, gli effetti. A tal fine si allega un elenco delle principali norme regionali in materia di rigenerazione urbana e/o di consumo di suolo.
- Individuare risorse strutturali, congrue (500 mln/anno almeno) e per un periodo non inferiore ai 15 anni; da verificare con forme di collaborazione istituzionale Stato-Regioni (ipotesi di Cabine di Regie), e da assegnare attraverso riparti periodici programmati; evitando ove possibile il ricorso a bandi estemporanei, spesso con tempistiche troppo strette e rafforzando piuttosto, sia a livello statale che regionale, le fasi di monitoraggio e soprattutto di valutazione degli esiti delle politiche e dei programmi di intervento.
- Concludere urgentemente il processo di aggiornamento delle normative statali vigenti, quali il DPR 380/2001 e soprattutto il DM 1444/1968, avviato con i tavoli tecnici di confronto Stato-Regioni già da oltre due anni, non potendosi più continuamente proporre una perenne logica di deroga a norme ormai desuete, ma apparentemente immortali, che altro esito non ha se non di aumentare rischi di contenzioso.
- Affrontare il tema degli incentivi, non tanto in termini edilizio-urbanistici (di competenza generalmente regionale e comunale, e peraltro assai poco efficaci negli ultimi anni, come premialità volumetriche), quanto economico-fiscali (essendo questa materia di competenza statale), potendosi agire (come alcune PDL propongono) su molti fattori che potrebbero aiutare progetti e pratiche di rigenerazione, a partire da defiscalizzazioni mirate, incentivazioni (a imprese o attività, o conferma o rafforzamento dei bonus fiscali già vigenti ma potenzialmente incrementabili in ambiti o politiche di rigenerazione), o all’utilizzo di strumenti oggi residuali (social bond, crowdfunding, ecc.), fornendo quindi in tal senso un set di strumenti chiaro ed In merito alle proposte incentivanti che prevedono una riduzione di oneri e tributi a livello locale risulta indispensabile prevedere adeguate forme di sostegno per gli enti locali a ristoro dei mancati introiti.
- Prevedere una specifica articolazione che tenga conto di particolari contesti urbani di carattere storico e culturale.
- Con specifico riferimento, quindi, ai centri storici minori oggetto dei disegni di legge 970, 1302, 985 si ritiene che la loro riqualificazione e valorizzazione non possa prescindere da un’azione congiunta e integrata con politiche per la casa, finalizzate a incentivare il recupero a fini abitativi degli stessi centri e politiche per il lavoro finalizzate a promuovere forme di lavoro alternative, caratterizzate dall’assenza di vincoli orari o spaziali (smart working), previa infrastrutturazione digitale del territorio.
Ø  Sintesi degli elementi principali delle Proposte di legge.
Rigenerazione Urbana
PdL 1131 Misure per la Rigenerazione urbana”
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prevista una Cabina di Regia Stato-Regioni ed un Fondo dedicato agli interventi di rigenerazione pari a 500M€ annui ed oltre;
- previsto un Piano nazionale della rigenerazione a cui le regioni devono attenersi.
- La Cabina di regia nazionale è una proposta interessante, viceversa il Piano nazionale pare complesso e rischia di rallentare i processi che vorrebbe governare, sembrerebbe più funzionale una Cabina di regia che definisca linee guida e indirizzi per la gestione del fondo e la ricognizione dello stato di attuazione della politica.
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riconosciuta alle Regioni la gestione dei bandi per selezionare gli interventi di rigenerazione urbana da finanziare; i tempi previsti non sempre appaiono congrui.
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Si definiscono limiti dimensionali per l’applicazione delle premialità volumetriche (max 20%), senza tuttavia tener conto di una possibile flessibilità riferita ai singoli contesti, alle diverse densità edilizie e caratteristiche tipologiche.
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È previsto l’obbligo di ricorrere a Concorsi di progettazione e concorsi di idee per il conseguimento di una elevata qualità progettuale. (Si ritiene molto interessante e condivisibile, anche se più gravoso sotto il profilo procedimentale)
Ddl 1943- “Misure e strumenti per la rigenerazione urbana”
Come nel caso del Ddl 1131, la proposta risulta molto articolata e puntuale.
- Prevede un programma di rigenerazione urbana attuato tramite i piani di recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico (PdiR); sovrapposizione a norme urbanistiche regionali nelle quali non è più previsto il PdR.
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Il rimando ai Piani Paesaggistici è interessante, ma prevederne l’approvazione entro sei mesi non è credibile ed inoltre vanno incentivate le regioni che li fanno
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Il ricorso all’ISTAT nella mappatura del perimetro dei centri e dei nuclei abitati, appare incomprensibile.
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previsti obblighi troppo gravosi per i Comuni forse improponibili in termini di onerosità e di fattiva applicazione nei tempi indicati.
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Introduzione del concetto di “cintura verde”, potrebbe essere interessante da sviluppare;
- Prevista la delega al Governo per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di governo del territorio e di contrasto al consumo di suolo; necessario tuttavia prevedere un confronto allargato (in primo luogo con le Regioni) e una più adeguata tempistica (3 mesi sembrano pochi…).
-  Art.
9-Funzione sociale della proprietà - E’ previsto che i beni non utilizzati per più di dieci anni che hanno perso la loro costituzionale funzione sociale per colpa o dolo del proprietario sono definiti beni abbandonati, rientrano nel patrimonio pubblico dei comuni in cui si trovano e devono essere destinati a soddisfare l’interesse generale: non sono previsti criteri oggettivi per l’individuazione dello stato di abbandono.
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Discutibile e difficilmente applicabile la previsione che entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, le regioni provvedono a selezionare gli interventi di rigenerazione urbana sul proprio territorio e a darne comunicazione al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per il riparto delle risorse del fondo nazionale per la rigenerazione.
- Critica la disposizione che prevede lo scioglimento dei consigli comunali per violazione della legge.
Ddl 1981 – “Norme per la rigenerazione urbana”
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Appare migliorabile la parte delle definizioni (sarebbero auspicabili definizioni più elastiche al fine di un più agevole adattamento delle definizioni già in uso).
-Interessante la declinazione dei “criteri direttivi”, l’utilizzo della conferenza dei servizi a costituire titolo edilizio e variante allo strumento urbanistico (da approfondire), il riconoscimento e la diffusione delle buone prassi.
- Apprezzabile la declinazione degli incentivi per la rigenerazione, l’agevolazione all’accesso al credito con istituzione di un fondo presso la Cassa Depositi e Prestiti, gli incentivi fiscali e l’istituzione di un fondo nazionale per la rigenerazione urbana.
Tutela e valorizzazione dei Centri Storici
Pdl 970 “Disposizioni in materia di tutela dei centri storici, dei nuclei e dei complessi edilizi storici”
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La norma introduce un vincolo paesaggistico OPE LEGIS in tutto analogo alla Legge Galasso, laddove delega alla strumentazione urbanistica la disciplina del vincolo.
- La norma non riconosce alle Regioni la competenza propria in materia paesaggistica, e non tiene conto dei PPR in vigore, assegnando un forte ruolo operativo al Mibact che potrebbe costituire un aggravio del procedimento anche per il Ministero stesso.
- Buona parte delle LUR prevedono già specifiche norme per la tutela dei centri storici.
- Positiva l’attenzione verso misure di contenimento dello spopolamento dei centri storici e di aiuto al mantenimento di attività commerciali.
- Sarebbero da trattare come tema a parte invece i centri storici delle città turistiche d’arte, articolando diversamente la norma, rispetto ai centri storici minori.
Pdl 985 “Misure per la tutela e la valorizzazione delle mura di cinta storiche e relative fortificazioni e torri, dei borghi e dei centri storici”
I contenuti sono molto specifici e potrebbe avere senso integrarli in una disposizione più generale per la tutela dei centri storici.
Pdl 1302 “Modificazioni alla legge 6 ottobre 2017, n.158, in materia di sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni e di riqualificazione e recupero dei centri storici dei medesimi comuni”
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Sono condivisibili le finalità del DDL in merito alla necessità di promuovere azioni di contrasto allo spopolamento e al sottoutilizzo dei centri storici dei piccoli comuni,
- Si ritiene che gli aspetti sanzionatori legati alle responsabilità degli uffici delle amministrazioni pubbliche siano eccessivamente penalizzanti e non risolutivi rispetto agli obiettivi che si vogliono perseguire.
Ø  Valutazioni finali
Alla luce delle considerazioni evidenziate in premessa, sulle PdL presentate si osserva in sintesi che:
- si ritiene utile l’individuazione di una cabina di regia nazionale con funzioni di coordinamento e monitoraggio;
- si ritiene non utile e anzi assolutamente problematica l’individuazione di ulteriori atti o strumenti di pianificazione urbanistica comunale che andrebbero, inevitabilmente, a sovrapporsi a quelli previsti nelle varie legislazioni regionali;
- analogamente si ritiene non utile l’individuazione di specifici procedimenti urbanistici dedicati alla rigenerazione che andrebbero anche in questo caso, verosimilmente, a sovrapporsi con le procedure ordinarie e semplificate contenute nelle varie legislazione regionali;
- si ritiene utile la definizione di una disciplina di incentivi economici (riduzione contributo di costruzione e agevolazioni fiscali) che possa costituire il comune denominatore per le iniziative delle singole regioni, ferma restando la necessità di adeguate forme di sostegno per gli enti locali con riferimento ai mancati introiti.
Ø  Conclusioni
Ciò detto, nel richiamato rispetto delle competenze costituzionali e nell'ottica della salvaguardia delle previgenti normative regionali, si ritiene metodologicamente più opportuno che su queste materie venga istituito un tavolo di lavoro congiunto tra Stato e Regioni, sul modello di quelli già sperimentati per l’elaborazione del Regolamento Edilizio Tipo (RET), ovvero per l’aggiornamento del DM 1444/68 e del DPR 380/2001.
In ogni caso, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome chiede che si facciano sempre ed espressamente salve tutte le normative regionali previgenti già in linea con gli obiettivi nazionali, al fine di tutelare i processi già avviati, garantendone la prosecuzione in un quadro normativo già assestato.
Roma, 3 dicembre 2020
Allegato - Norme Regionali in materia di Rigenerazione Urbana o al Consumo di suolo
Regione Veneto
-Legge n.14 del 06.06.2017 "Disposizioni per il contenimento del Consumo di suolo e modifiche della L.R.23.04.2004 n.11 "Norme per il governo del territorio.""
-Legge n.14 del 04.04.2019 "Veneto 2050: politiche per la riqualificazione urbana e la rinaturalizzazione del territoriale e modifiche della L.R. 23.04.2004 n.11 "Norme per il governo del territorio."
Regione Piemonte
Legge regionale n. 56 del 05 dicembre 1977 “Tutela ed uso del suolo.”
Legge regionale n. 16 del 04 ottobre 2018 "Misure per il riuso, la riqualificazione dell'edificato e la rigenerazione urbana".
Piano paesaggistico regionale (Ppr), approvato con D.C.R. n. 233-35836 del 3 ottobre 2017
Regione Toscana normativa rigenerazione contenuta:
- L.R. n. 65 del 10 novembre 2014: Norme di governo del territorio
- Piano di Indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico approvato con D.C.R.T. n. 37 del 27 marco 2015.
Regione Emilia Romagna
LEGGE REGIONALE 21 dicembre 2017, n. 24
DISCIPLINA REGIONALE SULLA TUTELA E L’USO DEL TERRITORIO
Regione Marche
LEGGE REGIONALE 5 agosto 1992, n. 34 “Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio”;
LEGGE REGIONALE 23 febbraio 2005, n. 16 “Disciplina degli interventi di riqualificazione urbana e indirizzi per le aree produttive ecologicamente attrezzate
LEGGE REGIONALE 23 novembre 2011, n. 22 “Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico e modifiche alle Leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 "Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio" e 8 ottobre 2009, n. 22 "Interventi della regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile".
Regione Liguria
Legge regionale 7 agosto 2018 n. 15 “Modifiche alla legge regionale 4 settembre 1997 n. 36 (Legge urbanistica regionale) e altre disposizioni di adeguamento in materia di governo del territorio”
 Legge regionale 29 novembre 2018, n. 23 “Disposizioni per la rigenerazione urbana e il recupero del territorio agricolo”
 Legge regionale 24 dicembre 21019 n. 30 “Disciplina per il riutilizzo di locali accessori, di pertinenza di fabbricati e d immobili non utilizzati”
Regione Lombardia
-Legge Regionale 26 novembre 2019, n. 18 “Misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio) e ad altre leggi regionali”;
-Legge Regionale 28 novembre 2014, n. 31 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo Degradato”
-D.g.r. 5 agosto 2020 - n. XI/3508 Approvazione dei criteri per l’accesso all’incremento dell’indice di edificabilità massimo del PGT (art. 11, comma 5 della l.r. 12/05) - Attuazione della legge di rigenerazione urbana e territoriale (l.r. 18/19)
-D.g.r. 5 agosto 2020 - n. XI/3509 Approvazione dei criteri per l’accesso alla riduzione del contributo di costruzione (art. 43 comma 2 quinquies della l.r. 12/05) - Attuazione della legge di rigenerazione urbana e territoriale (l.r. 18/19)
Regione Lazio
LR 18 luglio 2017, n. 7 “Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio”;
LR 27 febbraio 2020, n. 1 “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”;
LR 7 agosto 2020, n. 9 “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione".
Regione Puglia
- LEGGE REGIONALE 11 maggio 1990, n. 26  - "Programmi integrati di interventi per la riqualificazione urbana”; 
- LEGGE REGIONALE 21 maggio 2008, n. 12  - "Norme urbanistiche finalizzate ad aumentare l'offerta di edilizia residenziale sociale";
 - LEGGE REGIONALE 10 giugno 2008, n. 13  - "Norme per l'abitare sostenibile";
 - LEGGE REGIONALE 10 giugno 2008, n. 14 - "Misure a sostegno della qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio"; 
 - LEGGE REGIONALE 29 luglio 2008, n. 21 - “Norme per la rigenerazione urbana”
 - LEGGE REGIONALE 30 aprile 2019, n. 18  - “Norme in materia di perequazione, compensazione urbanistica e contributo straordinario per la riduzione del consumo di suolo e disposizioni diverse”;

Link al documento approvato della Conferenza delle Regioni del 3 dicembre: Posizione in merito ai disegni di legge in materia di rigenerazione urbana (s 970 e abbinate)


( red / 01.02.21 )

+T -T
Pandemia e nuove aperture: serve ancora la massima attenzione

(Regioni.it 3995 - 01/02/2021) Preoccupazione sanitaria per i rischi di aumento del contagio con il possibile abbassamento della guardia dei livelli di prevenzione evidenziati dai nuovi assembramenti, non solo di giovani al ritorno delle fasce gialle in molte regioni, e per le aperture delle scuole.
“In Veneto – spiega il presidente Luca Zaia - a breve verrà avviato un monitoraggio con test nelle scuole sul grado di circolazione del virus. In giornata ultimerò l'ordinanza per il monitoraggio e il trattamento dei casi positivi: una delle misure prevede che, il ragazzo positivo vada a casa in quarantena, mentre ai suoi compagni venga fatto il tampone e se negativi rimangano in aula”. Si tratta del piano di test randomici per tenere sotto controllo la popolazione scolastica. Zaia si è detto comunque preoccupato per la riapertura perchè, anche se al 50%, in Veneto significa “250mila persone tra studenti, insegnanti e operatori scolastici”.
“Da oggi cambia lo schema di gioco, entriamo in uno scenario diverso. Da oggi pesa molto di più la responsabilità individuale”, evidenzia Zaia in merito al passaggio di fascia, da zona arancione a zona gialla: “la preoccupazione è grande, serve la massima attenzione. Oggi dobbiamo stringere ancora di più il patto con i cittadini. Ho visto le immagini degli assembramenti e dico ai cittadini 'diamoci una mano', è un lavoro di comunità questo perché è un attimo tornare alle fasce arancioni o rosse”.
il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, riferendosi all’appello anti-assembramenti, afferma di non aver “contestato i sindaci, ho fatto un appello affinché aiutino il sistema per controllare il territorio utilizzando tutte le risorse disponibili ed evitare gli assembramenti. Non era assolutamente mia intenzione contestare la capacità, la funzione, la competenza dei sindaci”.
“Sono preoccupato e sono amareggiato. – afferma l'assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini - Lo ripeto: per entrare in zona gialla, Dio solo sa quanti sacrifici è costato ai cittadini e alle imprese, ci si mette qualche settimana. Mentre per riprendere un corso epidemiologico severo, che possa fare scattare ulteriori restrizioni, bastano pochi giorni di disattenzione, di comportamenti irresponsabili o di comportamenti collettivi e individuali disattenti”.
“Il miglior atteggiamento di generosità e altruismo nei confronti dei più vulnerabili, anziani e non solo, è quello - sottolinea Donini - di comportarsi nella massima responsabilità. Diversamente vuol dire che prevale un atteggiamento molto egoistico”.
Anche il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, rileva che essere in zona gialla è "un'occasione che dobbiamo vivere con grande senso di responsabilità affinché gli sforzi fatti finora non siano vanificati".

CORONAVIRUS: MIOZZO A DECARO, 'NESSUNA CONTESTAZIONE MA APPELLO A SINDACI PER CONTROLLI' =


Covid:Giani, assembramenti? cerchiamo di essere responsabili


CORONAVIRUS: ZAIA, 'NO NUOVE ORDINANZE MA PRUDENZA DA CITTADINI' =


CORONAVIRUS: FONTANA, 'ZONA GIALLA CON RESPONSABILITA' PER NON VANIFICARE SFORZI' =


CORONAVIRUS: ZAIA, 'VENETO IN ZONA GIALLA, MA SIAMO ANCORA IN PIENA PANDEMIA' =


++ Covid: Fontana, viviamo zona gialla con responsabilità ++


Covid, Zampa: resse in città una sconfitta, ora serve pugno duro


[Friuli Venezia Giulia] Covid: Fedriga, situazione Fvg in miglioramento ma guardia resta alta


SCUOLA: ZAIA, 'MONITORAGGIO CON TEST NEGLI ISTITUTI' =


Scuola, ripartono 7 Regioni: torna sui banchi 1 mln di studenti



( gs / 01.02.21 )

Papers 2020 - Programma di “Formazione in materia europea” del Cinsedo

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Sviluppo sostenibile: strumenti di governance per le strategie regionali

(Regioni.it 3995 - 01/02/2021) Lo Sviluppo sostenibile e la governance è il tema al quale sono dedicati i “Papers 2020” del Programma di formazione in materia europea del Cinsedo. "Regioni.it" pubblica come supplemento al numero odierno  il volume intitolato Sviluppo sostenibile: strumenti di governance per le Strategie regionalie lo spunto proviene proprio da uno dei seminari di formazione svoltisi lo scorso anno nell’ambito del programma di formazione in materia europea del Cinsedo.
Tenendo conto dello scenario attuale, i Papers approfondiscono e aggiornano il tema dell’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU, trattata al seminario in riferimento alla governance.
Dalla data del seminario ad oggi, infatti, è scoppiata una crisi sanitaria ed economica senza precedenti. Una crisi globale - come si legge nella presentazione della pubblicazione - i cui effetti continueranno a interessare per lungo tempo, in modo trasversale, i cittadini, le imprese, i governi. In questo scenario, la necessità di costruire società ed economie più resilienti rende ancora più urgente il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda ONU. Una governance efficace è un elemento cruciale del processo in corso.
I Papers sono destinati in particolare ai funzionari delle Regioni e delle Province autonome, e intendono mantenere alta l’attenzione verso le politiche più significative per le Regioni, alla luce dell’attualità, delle priorità europee e degli impegni assunti a livello internazionale.



( red / 01.02.21 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

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