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Regioni.it

n. 4320 - mercoledì 22 giugno 2022

Sommario3
- Emergenza siccità: Fedriga, massima sintonia con la protezione civile
- Autonomia: aggiustamenti al progetto della legge-quadro
- Siccità: servono interventi urgenti
- Emergenza idrica: Zingaretti firma decreto stato di calamità naturale
- Dimensionamento scolastico: Conferenza delle Regioni approva proposta di riparto
- Tirocini curricolari: le valutazioni sul Testo Unificato

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Emergenza siccità: Fedriga, massima sintonia con la protezione civile

Regioni pronte al confronto con il Governo su progettualità di lungo periodo

(Regioni.it 4320 - 22/06/2022) “Totale sintonia tra la Conferenza delle Regioni e la Protezione Civile per cercare le soluzioni migliori e rispondere alla carenza idrica sia in termini emergenziali che in prospettiva per il futuro, giacché la siccità è purtroppo un fenomeno che dobbiamo considerare ricorrente”, lo ha dichiarato il Presidente, Massimiliano Fedriga, al termine del confronto che la Conferenza delle Regioni ha avuto oggi con il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.
“Oggi abbiamo iniziato un proficuo confronto con la Protezione Civile, ma nei prossimi giorni lo faremo anche con il Governo. Due sono i fattori di intervento.
Da un lato – ha spiegato Fedriga - la situazione emergenziale contingente, ovvero le misure da mettere in atto subito. Lavoreremo con la protezione civile per una soluzione nella quale si individuino in modo puntuale i criteri per la dichiarazione dello stato di emergenza e soprattutto gli interventi che, in questo caso, si possono fare.
Dall’altro lato è necessario confrontarci   - soprattutto con il Governo - in una visione di prospettiva. C’è infatti l’esigenza di interventi strutturali perché da qui ai prossimi anni ci aspettiamo di trovarci spesso purtroppo in situazioni come quella attuale. Occorre fare sistema e creare le infrastrutture necessarie alla gestione coordinata e continuativa per affrontare in modo efficace ogni possibile carenza d’acqua. Dobbiamo pensare ad una infrastrutturazione con bacini e ad una forte semplificazione normativa anche sotto il profilo ambientale. Pensiamo alle difficoltà che incontra ogni azione per lo o sghiaiamento dei bacini o agli ostacoli che si frappongono oggi alla creazione di nuove infrastrutture.


( red / 22.06.22 )

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Autonomia: aggiustamenti al progetto della legge-quadro

(Regioni.it 4320 - 22/06/2022) Per la maggiore Autonomia alle Regioni su alcune materie c'è un clima sereno e costruttivo. Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, riferisce così l’avvenuta riunione di alcuni presidenti di regione con il ministro per gli affari Regionali, Mariastella Gelmini: “Si è tenuto l'incontro, direi positivo, un clima sereno e soprattutto costruttivo. Adesso si tratta di aggiustare ancora il progetto della legge-quadro, ma direi che siamo alle ultime limature".
All'incontro a Roma sull'autonomia differenziata promosso dal ministro agli Affari regionali, Mariastella Gelmini, erano presenti i presidenti Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Zaia (Veneto), Cirio (Piemonte), Fontana (Lombardia), Giani (Toscana), Toti (Liguria), Fugatti (Provincia autonoma di Trento).
“Ovviamente - precisa Zaia - ascoltando anche le istanze di tutti coloro che magari non condividono il nostro progetto, visto e considerato che il percorso si è fatto, i compiti per casa li abbiam fatti, questa non è la secessione dei ricchi, ma la volontà di andare avanti con un progetto di modernità e di efficientamento del paese".
Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, “Autonomia significa permettere alle Regioni più efficienti di avere la possibilità di lavorare per far crescere tutto il Paese. Chi sostiene che le disuguaglianze esistenti tra territori, tra nord e sud, siano frutto delle autonomie sbaglia analisi: sono decenni di scelte sbagliate e di assenza di responsabilità delle classi dirigenti ad aver prodotto queste diversità. Perseverare sarebbe diabolico, ancora di più oggi che abbiamo da spendere i soldi del Pnrr".
“Non perdiamo altro tempo- aggiunge Toti- e facciamo ripartire in modo concreto questo cammino. Ne abbiamo parlato oggi con i presidenti Bonaccini, Zaia, Fontana, Fedriga, Cirio, Giani, Fugatti, seduti allo stesso tavolo con il ministro Mariastella Gelmini, che ringraziamo per aver ripreso in mano un tema così importante per il Paese".
Far "ripartire questo percorso oggi è ancora più urgente di prima, alla vigilia di scelte strategiche come quelle sul Pnrr e la nuova programmazione europea.
Durante la pandemia le Regioni si sono guadagnate sul campo un ruolo da protagoniste, dimostrando di essere in grado di guidare con responsabilità e buonsenso prima la gestione dell'emergenza e poi la ripartenza. Dietro di noi non ci sono i partiti, qui rappresentiamo i nostri territori per cui lavoriamo in prima linea ogni giorno e che hanno bisogno delle giuste occasioni per lo sviluppo dell'Italia intera”.
"Il clima è molto positivo e soprattutto c'è la volontà di trovare una risposta alle nostre istanze", commenta il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
L'autonomia, spiega Fontana, "è uno strumento che serve a responsabilizzare chi amministra, non a creare diseguaglianze. E posso dire che, in questo senso, oggi sono stati compiuti passi in avanti", e nel corso dell'incontro, "siamo entrati nel merito delle proposte fatte dal Governo confrontandole alle richieste portate avanti dalle Regioni".
Anche per il presidente della regione Emilia-Romagna, il vertice è stato positivo: “c'e' la volonta' comune di definire il Disegno di legge quadro in tempi rapidi, ci sono tutte le condizioni per farlo":
L'Emilia-Romagna ha avanzato alcune  proposte emendative, fra cui quella di fissare un limite temporale  per definire i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni da  garantire in tutto il Paese.  "Ringrazio la ministra Gelmini per l'attenzione e il continuo  confronto con le Regioni -sottolinea Bonaccini -. A lei e al Governo abbiamo ribadito la  volonta' di portare a compimento il percorso dell'autonomia  differenziata, che in Emilia-Romagna e' stato condiviso con enti  locali e parti sociali del Patto per il Lavoro e per il Clima e non  ha mai registrato un solo voto contrario in Assemblea legislativa. Il  Governo ha l'occasione per una riforma che permetterebbe di dare  risposte efficaci e veloci ai cittadini, alle famiglie e alle  imprese. L'autonomia differenziata che, ricordo, non prevede il  trasferimento all'Emilia-Romagna di un solo euro in piu' rispetto a  oggi, aiuterebbe molto anche il compimento delle opere strategiche previste dal Pnrr".
Quindi si auspica un percorso spedito del disegno di legge, servono infatti tempi rapidi per consentire al ddl di poter avviare presto il suo iter Parlamentare prima della fine della legislatura.




( gs / 22.06.22 )

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Siccità: servono interventi urgenti

(Regioni.it 4320 - 22/06/2022) Dopo l’incontro con la Conferenza delle Regioni del 22 giugno sul tema emergenza siccità, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, afferma: “stiamo ragionando sui parametri tecnici per andare incontro alle richieste" del territorio. Le Regioni "che hanno sollecitato lo stato di emergenza. Ricordiamoci che lo stato di emergenza serve a fare delle cose. Si sta lavorando per definire quali sono le attività che seguono allo stato di emergenza che non è un'idea ma consiste in una serie di azioni che vanno fatte. Insieme alla dichiarazione vanno verificate le azioni, ci stiamo lavorando".
Per Curcio “non c'è dubbio che c'è una criticità importante dovuta al fatto che non piove da settimane, I fiumi sono in grossa dismissione, il cuneo salino nel Po arriva addirittura a decine di chilometri. La situazione ha una sua complessità. Le tendenze non sono positive quindi per le prossime settimane: non ci attendiamo una inversione di tendenza dal punto di vista meteorologico. Ci attendono ancora periodi di siccità". 
Intanto - spiega Curcio - abbiamo fatto un punto sullo stato dell’arte dalla parte fisica: temperature, stato dei livelli dei fiumi; quindi, stiamo ragionando sui parametri tecnici.  

Il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, evidenzia che “soprattutto al nord, dove vediamo il Po in che stato si presenta, i problemi sono molto forti. Nella mia regione abbiamo una situazione leggermente migliore perché abbiamo fatto delle opere. E’ indubbio che la strada in tutta Italia consiste nella programmazione con norme che possano agevolare la costruzione di invasi e depositi di acque reflue perché il futuro si preannuncia con le condizioni di difficoltà che oggi abbiamo. Occorrerà uno stato di emergenza anche da parte dello Stato".
"
La situazione esposta da Curcio – rileva Fontana, presidente della regione Lombardia - è di una eccezionalità che si sta ripetendo da qualche anno ma mai grave come quest'anno. Come Regione Lombardia già da due mesi abbiamo in essere una serie di interventi che cercano di mantenere il delicato equilibrio tra le esigenze idropotabili e le esigenze di irrigazione. Bisogna guardare avanti con interventi strutturali che sono necessari e improcrastinabili. Si dovrà intervenire magari con i fondi del Pnnr".
Per Zaia "c
on l'escalation di siccità che si sta registrando in questi giorni, ogni minuto è sempre più prezioso. Non si può più aspettare; la situazione deve essere affrontata con massima velocità anche dal Governo. Ho scritto al Presidente del Consiglio sollecitando l'immediata dichiarazione dello stato di emergenza come avevo già richiesto ormai due mesi fa”, dichiara il Presidente della regione Veneto, Luca Zaia.
“Era il 21 aprile scorso, infatti - prosegue Zaia - quando ho inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al Capodipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, nella quale richiedevo di valutare la dichiarazione dello 'Stato di emergenza' finalizzata ad ogni opportuna azione che possa definire le modalità di gestione sovraregionale della crisi idrica. Nel documento ho anche richiesto un congruo sostegno economico al fine di assicurare tutti quegli interventi necessari per assicurare la pubblica incolumità, il ripristino dei danni subiti dal patrimonio sia pubblico sia privato – rileva Zaia - e le normali condizioni di vita della popolazione".
Per il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, “dobbiamo gestire la risorsa acqua in maniera intelligente: la Regione sta preparando un piano -annuncia De Luca -  che vi illustreremo quando saremo pronti - per realizzare invasi collinari che si aggiungeranno alla diga di Campolattaro, che è il più grande investimento che facciamo, con l'obiettivo di essere come Regione pienamente autonomi dal punto di vista della risorsa idrica sia per le forniture alimentari sia per gli usi agricoli industriali”.
"Il tema delle forniture idriche – aggiunge De Luca - rischia di diventare drammatico. Cercheremo anche di recuperare qualche progetto rimasto per strada".
“Se non è questo il momento di agire sul clima, mi domando quando dovrebbe essere”. Così il vicepresidente della Commissione Ue Timmermans sottolinea la drammaticità sociale e ambientale provocata dall’attuale siccità in Europa: “La scienza è molto chiara, gli eventi climatici che si stanno verificando in tutta Europa minacciano la sicurezza alimentare. Il 70% dei suoli è in cattive condizioni e questo limita la produzione di cibo. Un impollinatore su tre è in declino, anche se l'80% delle nostre colture dipende da loro. Guardiamo le grandinate in Croazia, le siccità estreme in Italia che stanno portando a un'orribile carenza d'acqua, o al Gota fr¡a in Spagna”.
Sulle difficoltà per il nostro settore agricolo interviene  il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli: "credo sia necessario un percorso di avvicinamento, scandito nel tempo in modo intelligente, all'obbligo assicurativo”.
Intanto è valutata  di 3 miliardi da Coldiretti la perdita per il settore agricolo dovuta finora alla siccità nel nostro Paese.
Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po-MiTE, spiega la situazione di grave siccità del bacino padano: "Non è ancora cominciata l'estate e siamo in assenza di risorse idriche, è la tempesta perfetta", "perché negli ultimi 6-8 mesi la neve dell'inverno ha raggiunto un picco di meno 60-70%", influendo negativamente sullo "stoccaggio dell'acqua necessaria al riempimento dei grandi laghi regolati. Secondo, non piove nel bacino padano da almeno 120 giorni. Terzo, le temperature sono più alte di 3-4 gradi rispetto alla media del periodo”.
Per Timmermans "usare la guerra in Ucraina per annacquare le  proposte e far paura agli europei facendo credere che la  sostenibilita' equivalga a meno cibo e' da irresponsabili"
"Le crisi del clima e della biodiversita' sono una  minaccia quotidiana ovunque si viva. E la scienza e' molto chiara su  questo: questo e' quel che minaccia la nostra salute alimentare a lungo termine".
Il Parlamento europeo approva intanto la riforma dell'Ets, il Fondo sociale per il clima e la posizione sul Cbam.

 





( gs / 22.06.22 )

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Emergenza idrica: Zingaretti firma decreto stato di calamità naturale

(Regioni.it 4320 - 22/06/2022) Con un decreto firmato oggi, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha proclamato lo stato di calamità naturale per l'intero territorio e fino alla data del 30 novembre 2022 a causa della "grave crisi idrica determinatasi per l'assenza di precipitazioni meteorologiche ed in conseguenza della generalizzata difficoltà di approvvigionamento idrico da parte dei Comuni".
Nel decreto, il Presidente ha ribadito che "per la gestione dell'emergenza idrica e per il sostegno alle popolazioni e alle attività produttive sono indispensabili misure di natura straordinaria ed emergenziale". Per questo Zingaretti chiederà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile, "di valutare la dichiarazione dello stato di emergenza, ai sensi dell'articolo 24, comma 1, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, sulla base della evoluzione degli scenari di severità idrica in corso, provvedendo alla successiva trasmissione dei dati e del quadro dei fabbisogni per la verifica della sussistenza dei requisiti e dei presupposti al fine di fronteggiare adeguatamente la situazione emergenziale".
Il decreto è stato trasmesso alla Giunta ed al Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 15, comma 2 della L.R.  26 febbraio 2014, n. 2 e sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio e contestualmente trasmesso a tutti gli Enti locali interessati dal presente atto.


( red / 22.06.22 )

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Dimensionamento scolastico: Conferenza delle Regioni approva proposta di riparto

(Regioni.it 4320 - 22/06/2022) La Conferenza delle Regioni ha condiviso la proposta avanzata dal ministero dell’istruzione sui criteri relativi al dimensionamento scolastico.
La decisione – assunta nella riunione di ieri - consentirà che la prossima assegnazione dei dirigenti tenga conto del numero delle autonomie scolastiche e della media degli alunni presenti in ciascun territorio.
La decisione delle Regioni è maturata dopo un lungo e proficuo confronto fra le Regioni stesse e il ministero dell’Istruzione.
Il Presidente Massimiliano Fedriga ha voluto ringraziare tutti gli Assessori della Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni, coordinata da Claudio Di Berardino (assessore della Regione Lazio) per il lavoro svolto con senso di responsabilità, individuando un percorso di grande equilibrio che “porterà ad un accordo in una prossima Conferenza Unificata per rendere finalmente effettiva quella autonomia più volte negli anni auspicata e richiesta dalle Regioni”.
La Conferenza delle Regioni attribuisce grande importanza alla validità triennale dell'accordo che sarà sancito e raccomanda di aggiornare la posizione delle Regioni Marche, Sardegna e Umbria con riferimento ai Programma Operativo Nazionale (PON).
La decisione della Conferenza è stata già comunicata, con una lettera del Presidente Massimiliano Fedriga, al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, e alla ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini.
 


( red / 22.06.22 )

Documento della Conferenza delle Regioni del 21 giugno

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Tirocini curricolari: le valutazioni sul Testo Unificato

(Regioni.it 4320 - 22/06/2022) La Conferenza delle Regioni del 21 giugno ha approvato un documento di "Valutazioni in merito al testo unificato recante “istituzione e disciplina dei tirocini curricolari” (C 1063). Il testo è stato poi illustrato nel corso di un'audizoe parlamentare dall'assessore della Regione Lazio, Claudio di Berardino, coordinatore della commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni (vedi "Regioni.it" n.4319) ed è stato inviato a  Emanuela Corda, Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali
Si riporta di seguito il testo integrale del documento.
Valutazioni in merito al testo unificato recante “istituzione e disciplina dei tirocini curricolari” (c 1063)
CONSIDERAZIONI GENERALI
La proposta abbraccia ogni tipo di tirocinio curriculare, anche quelli finalizzati al conseguimento di una qualifica professionale.
Nel disciplinarlo però sembra avere a riferimento principalmente, se non esclusivamente, i tirocini attivati in ambito scolastico ed universitario, piuttosto che quelli rientranti nella competenza regionale.
Inoltre, l’impostazione della proposta è quella dei tirocini extracurriculari, senza tenere quindi in adeguato conto che si tratta in questi casi di fattispecie diversa: il tirocinio curriculare è parte integrante di un corso di formazione riconosciuto dalla Regione/Provincia autonoma e la sua finalità primaria non è l’occupazione, bensì l’acquisizione di un titolo/qualifica. In tal senso, infatti, occorre ricordare che lo strumento del tirocinio curriculare e quello del tirocinio extracurriculare hanno una valenza differente e in alcun modo comparabile:
- Il tirocinio curriculare si configura come esperienza formativa, svolta in contesto lavorativo, finalizzata a integrare l’apprendimento dei giovani frequentanti un percorso di istruzione o formazione;
- Il tirocinio extracurriculare, invece, si qualifica come esperienza professionalizzante in ambiente produttivo volto all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Il tirocinio curriculare non ha una sua autonomia rispetto al corso complessivo; deve prendere a riferimento la disciplina della formazione. Quindi i vincoli sulle durate non possono essere stabiliti in maniera identica per ciascun tirocinio, perché dipendono da cosa prevede lo standard formativo del corso di formazione. Infatti, il monte ore minimo di tirocinio è specifico di ogni percorso di qualifica e in alcuni casi è previsto obbligatoriamente negli Accordi in Conferenza Stato Regioni e in Conferenza delle Regioni.
L’attestazione prevista per la verifica del raggiungimento dei tirocini non può sostituire l’esame finale dinanzi a Commissione regionale, step indispensabile per il rilascio della qualifica/abilitazione.
Per l’accesso agli esami finali è richiesta la frequenza di un monte ore prestabilito, per cui non può essere derogato.
Da considerare che nei corsi di formazione professionale e, in particolare, nei corsi di formazione regolamentata, il tirocinio è spesso previsto obbligatoriamente, sia ai fini dell’acquisizione di una qualifica, sia di un’abilitazione all’esercizio di attività o professioni.
Prevedere oneri, compresa l’indennità, a carico del soggetto ospitante può portare all’indisponibilità ad ospitare i tirocini, il che avrebbe impatti rilevanti sulla possibilità delle persone di accedere alla formazione, specie quando è obbligatoria (si pensi i corsi per OSS).
Sebbene sia condivisibile prevedere un tetto al numero dei tirocini attivabili, va considerata l’eventualità che tale previsione impatti sulla disponibilità ad ospitare i tirocini.
Bisognerebbe quindi inserire le specifiche della formazione regionale, a cominciare dall’accreditamento e dall’autorizzazione, il rispetto delle durate e modalità di erogazione della formazione, l’esame finale.
Da ultimo, c’è da considerare che di recente la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato un Accordo in materia di tirocini curriculari in caso di formazione regolamentata. Tale Accordo (22/82/CR/4ter/C17/C7 del 28.04.2022) andrebbe quindi puntualmente richiamato, oppure che un articolo specificasse che queste disposizioni non si applicano alla formazione obbligatoriamente richiesta per l’esercizio di attività e professioni.
OSSERVAZIONI SULL’ARTICOLATO
Art.1. (Definizioni e finalità)
Comma 1
Andrebbe definito meglio il campo di applicazione della norma ricomprendendo anche quanto previsto dal decreto legislativo 77/2005 in tema di alternanza scuola lavoro. Le presenti disposizioni non disciplinano:
- l’alternanza scuola-lavoro di cui al D.lgs 77/2005;
- i tirocini realizzati nell’ambito di percorsi di formazione professionale non finalizzati al conseguimento di un titolo formalmente riconosciuto;
La prima frase andrebbe riformulata nel seguente modo:
- Il tirocinio curriculare è parte integrante di un percorso formativo finalizzato al conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica professionale formalmente riconosciuti.
Andrebbe inoltre chiarito il significato di quelle fattispecie di cui manca ancora una condivisione univoca: stage, tirocinio curricolare, alternanza scuola lavoro, termini che troppo spesso si sovrappongono o vengono utilizzati in maniera indistinta.
Comma 3
Si condivide in particolare laddove espressamente si qualifica il tirocinio curriculare come dedicato esclusivamente all’acquisizione di CFU oppure alla preparazione dell’elaborato finale, escludendo la possibilità di attivare tirocini curriculari aggiuntivi, senza acquisizione di CFU, che nella pratica rappresentano, sebbene talvolta siano anche retribuiti, una forzatura dello strumento. Sembrerebbe comunque opportuno richiamare l’autonomia delle istituzioni formative (cfr. co. 4, art.1 e successivi del dlgs 226/2005)
Comma 5
Non è possibile aver assolto il diritto-dovere a 15 anni e quindi non si può accedere a corsi di formazione professionale, ma solo a percorsi triennali e quadriennali (o percorsi del sistema dell’istruzione). Da considerare inoltre che il sistema duale (che prevede l’alternanza scuola lavoro) è rivolto ai ragazzi/e dai 14 ai 18 anni. E’ vero che quasi nessun 14enne fa tirocinio, però la previsione della proposta rischia di entrare in contraddizione con quanto è formalmente previsto appunto per il sistema duale.
Il comma andrebbe riformulato nel seguente modo:
“Possono accedere gli studenti che abbiano assolto il diritto-dovere all’istruzione e formazione professionale fino al compimento del diciottesimo anno di età.”
Oppure
nonché gli studenti iscritti a percorsi di istruzione e formazione professionale per l’assolvimento del diritto dovere all’IFP, che abbiano compiuto 15 anni”.
Comma 6
Al fine di risultare speculare al c.3 e per meglio evidenziare il parallelismo tra le due tipologie di soggetti promotori (scuole/Università e Enti di formazione) e le diverse discipline di dettaglio che saranno applicabili, si propone la seguente riformulazione del testo:
6. Nell'ambito dei percorsi triennali e quadriennali di istruzione e formazione professionale, i tirocini curriculari sono disciplinati …”.
Appare restrittivo rinviare ad apposite linee guida definite previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per la sola IeFP. Sembrerebbe più opportuno estendere tale riferimento a tutta la formazione professionale di competenza regionale.
Infine, sarebbe opportuno un richiamo a IFTS e ITS che sembra non vengano ricompresi dalla norma.
Art.2. (Soggetti promotori e soggetti ospitanti)
Comma 1
Nei soggetti promotori vengono compresi: Università, AFAM, scuole (statali e paritarie), centri di formazione professionale. Non vengono inseriti, invece, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS).  Tuttavia, nell’art. 5 (durata dei tirocini), comma 2, lett. b) si parla di “studenti di scuole o corsi di perfezionamento e di specializzazione post-secondari, anche non universitari”, quindi di fatto, prevedendo, tra i diversi destinatari, anche gli studenti ITS. È comunque necessario inserire gli ITS e armonizzare le due norme.
Inoltre, con riferimento ai centri di formazione professionale, andrebbe fatto riferimento ai sistemi di accreditamento/autorizzazione regionali apportando la seguente modifica:
1. L'attivazione dei tirocini può essere promossa da università o istituti di istruzione universitaria statali e non statali legalmente riconosciuti, istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), istituzioni scolastiche statali e paritarie, centri di formazione professionale accreditati e/o autorizzati dalla Regione /Provincia Autonoma competente per territorio operanti in regime di convenzione con la Regione o la Provincia competenti per territorio, di seguito denominati «soggetti promotori».
Art.3. (Modalità di attivazione e disciplina del tirocinio curricolare)
In questo articolo si ipotizza che nelle convenzioni siano contenute numerose informazioni di dettaglio. Il rischio è che per ogni tirocinio da attivare sia necessaria una nuova convenzione rendendo di fatto tale strumento di difficile utilizzo. Sarebbe invece più opportuno prevedere convenzioni “quadro” che rimandando ai PFI il dettaglio non solo dei contenuti specifici ma anche della tipologia di tirocinio.
Si propongono le seguenti modifiche al testo:
- al comma 1 invece che “1. I tirocini sono svolti sulla base di apposite convenzioni stipulate tra i soggetti promotori e i soggetti ospitanti. Le convenzioni possono riguardare diversi tirocini e hanno durata massima non superiore a 36 mesi”.
- Riformulare: “1. I tirocini sono svolti sulla base di convenzioni quadro, stipulate tra soggetti promotori e soggetti ospitanti, di durata massima non superiore a 36 mesi
- invece che “2 b) modalità di attivazione, decorrenza, durata ed eventuali proroghe del tirocinio
- Riformulare “2 b) modalità di attivazione ed elementi essenziali del Piano Formativo Individuale, di cui all’ articolo 4
- al comma 1, lettera d) sostituire il termine “stagisti” con “tirocinanti” (per uniformità, nel testo non si parla mai di stagisti, solo qui);
- al comma 3, come anticipato, si parla di allegare alle convenzioni il PFI già sottoscritto dai rappresentanti del soggetto promotore, del soggetto ospitante e dal tirocinante: questo significa non avere convenzioni “quadro” bensì dover sottoscrivere una nuova convenzione praticamente ad ogni tirocinio. Con aggravio di procedure e allungamento delle tempistiche. Nel caso si optasse per il sistema delle “convenzioni quadro” tutto il comma andrebbe eliminato e la previsione della sottoscrizione del PFI da parte dei rappresentanti dei soggetti promotore/ospitante e del tirocinante andrebbe spostata all’ articolo 4, dove si parla di Piano Formativo Individuale.
- al comma 4 si prevede un numero massimo di tre tirocinanti assegnabili al tutor del soggetto ospitante. Pur comprendendo la ratio di tale norma si ritiene che “limiti numerici” così rigidi possano disincentivare l’utilizzo di questo strumento formativo proprio mentre il PNRR assegna ingenti risorse per lo sviluppo del canale “duale”.
- al comma 5, il piano formativo deve essere coerente con gli standard professionali e formativi della qualifica regionale. Il tirocinio, infatti, non è a sé stante bensì finalizzato al conseguimento della qualifica e deve quindi rispettare i parametri stabiliti per lo specifico corso.
- Ai commi 6 e 7 vengono indicati espliciti divieti in merito alla possibilità di ospitare tirocinanti in sostituzione di lavoratori licenziati. Al comma 8 vengono ulteriormente definite le sanzioni. Tuttavia in tali previsioni normative non viene specificato attraverso quali modalità debbano essere accertate le eventuali violazione e quale sia il soggetto su cui grava la responsabilità di comminare le relative sanzioni.
Art.4 (Piano formativo individuale)
Si propongono le seguenti modifiche al testo:
1. al comma 2, dopo le parole Il progetto formativo individuale inserire quanto tolto all’ articolo 3, c.3 e cioè “sottoscritto dai rappresentanti legali, o dai loro delegati, del soggetto promotore e del soggetto ospitante e dal tirocinante
2. al comma 2, lett a) aggiungere “in coerenza e conformità con il percorso formativo formalmente riconosciuto”
3. al comma 2 lett. d) si parla di erogazione di indennità e di rimborso spese: andrebbe anticipato che si tratta delle indennità e rimborsi di cui all’ articolo 8
4. sempre al comma 2, dopo la lettera f) che parla di assicurazioni contro infortuni e responsabilità civile, andrebbe aggiunta una lettera g) con le parole “le modalità di assolvimento degli obblighi formativi in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro
Art.5 (Durata del tirocinio e impegno orario)
Il comma 1 dovrebbe essere modificato sempre nell’ottica di inserire nelle convenzioni quadro le indicazioni di principio e rinviare i dettagli al progetto formativo.
Si propone la seguente modifica al testo:
Al comma 1 “1. La durata dei tirocini di cui al comma 2, è richiamata dalle convenzioni fra soggetto promotore e soggetto ospitante e definita in dettaglio, nel rispetto dell'autonomia scolastica e universitaria, secondo quanto stabilito dagli ordinamenti di studio”
Art.6 (Obblighi di comunicazione)
Sull’estensione della comunicazione obbligatoria anche ai tirocini curriculari non si riscontrano pareri univoci. Tale disposizione è vista con favore nella misura in cui l’analisi delle comunicazioni obbligatorie promuova un monitoraggio sistematico dei tirocini. Al contrario potrebbe rappresentare un elemento disincentivante in termini di oneri amministrativi, complicando e rallentando l’utilizzo dello strumento.
Art. 8. (Indennità e rimborso spese)
L’obbligo in capo alle aziende di riconoscere un’indennità di partecipazione al tirocinante, anche in caso di tirocinio curriculare, rischia di snaturare la finalità del tirocinio stesso oltreché di comprometterne la diffusione. Il rischio concreto è, infatti, che soprattutto le aziende di minori dimensioni siano sempre meno disponibili ad ospitare tirocinanti (curriculari), soprattutto nel caso delle persone più fragili.
Appare invece condivisibile prevedere un rimborso delle spese (trasporto, vitto, ecc) effettivamente sostenute dal tirocinante, nei termini definiti dalla convenzione con il soggetto proponente. È comunque necessario che siano definiti in modo più puntuale le spese rimborsabili integralmente.
Art.9 (Clausole premiali)
Non è chiaro dove e in che modo possono essere previste le clausole premiali oggetto dell’articolo. Le clausole premiali rimangono difficilmente applicabili senza un dettaglio maggiore a livello operativo.
Art.10 (Numero massimo di tirocini)
L’impostazione seguita è quella dei tirocini extracurriculari, che hanno diversa natura e finalità.
Sebbene mettere un tetto al numero massimo di tirocini attivabili presso un soggetto ospitante possa essere ragionevole, anche per prevenire abusi, non è chiaro il legame con l’occupazione e l’assunzione, perché il tirocinio curriculare ha come suo obiettivo l’apprendimento.
Non sembra inoltre condivisibile la cumulabilità del numero massimo di tirocini curriculari ed extracurriculari attivabili contemporaneamente stante la diversa natura dei due istituti e il maggior presidio dei soggetti promotori dei tirocini curriculari.
Potrebbe essere condivisibile introdurre uno specifico numero massimo di tirocini curriculari attivabili contemporaneamente, valutando la capacità formativa e la dimensione del soggetto ospitante.
Art.11 (Monitoraggio)
In questo articolo non viene previsto un ruolo delle Regioni in considerazione della competenza in ambito di formazione professionale.
Inoltre, al comma 3risulta poco comprensibile la finalità del collegamento, in tema di monitoraggio, fra la valutazione del tirocinio curricolare e il sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 13/2013.


( red / 22.06.22 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
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Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

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