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Regioni.it

n. 4326 - lunedì 4 luglio 2022

Sommario3
- La tragedia della Marmolada
- Pnrr e Tpl: potenziamento, diversificazione e sperimentazione idrogeno
- Siccità: prima gli stati di emergenza regionali e poi il decreto
- Assistenza territoriale: firmati i contratti di sviluppo
- Ddl Montagna e decreto portale prestazione energetica edifici : presentati emendamenti
- Cirio: tutelare la salute e tutelare la privacy

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La tragedia della Marmolada

Le dichiarazioni di Draghi a Canazei

(Regioni.it 4326 - 04/07/2022) Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per esprimere cordoglio e vicinanza per la tragedia della Marmolada. Lo rende noto la stessa Provincia. "Il capo dello Stato ha voluto trasmettere anche alla nostra comunità oltre che ai parenti delle vittime il proprio cordoglio. Allo stesso tempo ha espresso parole di gratitudine ai soccorritori che si stanno prodigando, in condizioni non certo facili, alla ricerca delle vittime della grossa frana che ieri pomeriggio ha causato morte e devastazione", ha spiegao il Presidente Maurizio Fugatti  che su faceboo è tornato sulle dinamiche della tragedia: "La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della #Marmolada è scesa da una velocità di 300 chilometri l'ora. È quanto hanno accertato i tecnici del Soccorso Alpino Trentino che hanno mappato tutta l'area della montagna in cui si è verificato il crollo del seracco. Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un'altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri. Se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell'equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza. Il materiale che si è staccato è invece esteso su un fronte di due chilometri sulla via normale ad un'altezza di circa 2.800 metri: e questo significa, appunto, che la massa di materiale staccatosi ha percorso almeno 500 metri con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l'ora".
Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia ha "sentito stamattina il presidente Mattarella" che lo ha "pregato di portare, oltre che la sua vicinanza per le vittime, anche il sostegno e i complimenti agli operatori e ai volontari che operano sul posto". "Quella della Marmolada è una situazione drammatica - ha proseguito - con sei decessi di cui tre veneti. Poi l'inquietudine dei dispersi perché siamo costretti alla conta delle auto nei parcheggi e in particolar modo la cosa è tragica rispetto al conto degli stranieri, che magari non avvisano casa. Dall'altro la tragedia del contesto nel quale è avvenuta la frana e quindi il distacco del seracco, perché è un contesto nel quale i corpi sono dilaniati e c'è un problema di identificazione"". "Siamo inquietati dalla conta che rischia di essere veramente tragica, lo è già adesso, lo sarà ancora di più".  L'assessore Giampaolo Bottacin, Protezione civile del Veneto, che lo accompagna, conferma che i dispersi potrebbero essere  una trentina e che nelle scorse ore sono stati avvistati dai droni alcuni resti umani sul ghiacciaio. "Dieci gradi su a Punta Rocca significano scioglimento. Da qui a pensare che si stacchi un 'condominio' di ghiaccio con detriti e massi ciclopici ne passa molto. Penso che sia stata anche una tragica fatalità". Lo ha detto ai giornalisti il presidente del Veneto Luca Zaia, arrivando a Canazei per l'incontro con il premier Draghi. "Non posso dire altro che i fatti - ha aggiunto Zaia - e i fatti ci dicono che le temperature alte non favoriscono queste situazioni, dopodiché devono essere gli esperti a dare indicazioni", ha concluso.
"L'imponente distacco di ghiaccio della Marmolada segnerà la memoria delle nostre Alpi, chiedendoci oggi di stringerci alle famiglie delle vittime e di rappresentare la nostra partecipazione e il nostro cordoglio per la sofferenza subita". Lo scrive il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, in un messaggio di vicinanza inviato al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e al Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per la tragedia avvenuta sulla Marmolada. "Per mio tramite, i Valdostani e il Governo regionale vogliono anche esprimere il forte senso di vicinanza e di solidarietà - si legge ancora - rivolto alle vostre comunità colpite dalla tragedia, testimoniando ancora una volta la fragilità delle montagne che ci accomunano e che richiedono attenzione, riconoscimento e impegno affinché possano continuare a costituire un fattore di sviluppo e di crescita nel rispetto della piena sostenibilità: per le nostre valli e per il nostro Paese".
"Il Piemonte si stringe forte alle famiglie delle vittime e dei dispersi della tragedia avvenuta sul ghiacciaio della Marmolada. Ho scritto ai presidenti Fugatti e Zaia per esprimere la nostra solidarietà e mettere a disposizione il Soccorso Alpino piemontese e il nostro sistema di Protezione Civile per qualunque cosa dovesse servire". Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio
Nel primo pomeriggio a Canazei è arrivato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dove si è tenuto alla centrale operativa un vertice tecnico sul disastro della Marmolada, con lo stesso presidente del Consiglio dei ministri e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Assieme a Draghi e Curcio vi sono il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, i presidenti di Veneto e Provincia autonoma di Bolzano, Luca Zaia e Arno Kompatscher, il commissario del Governo e Prefetto di Trento, Gianfranco Bernabei, il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard e gli operatori impegnati nelle operazioni di ricerca delle vittime.
Draghi ha voluto subito "ringraziare tutti" i soccorritori "per il loro coraggio, queste operazioni si svolgono in una situazione di grande pericolo". Poi  ha sottolineato come  "Questo è un dramma che certamente ha dell'imprevedibilità, ma certamentre dipende dal deterioramento dell'ambiente e della situazione climatica".  "Bisogna prendere dei provvedimenti affinchè quanto accaduto sulla Marmolada non accada più in Italia".
"L'Italia piange queste vittime e tutti gli italiani si stringono con affetto". "Questo è un dramma - ha dichiarato, commosso - che certamente ha delle imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell'ambiente e dalla situazione climatica. Il  Governo deve riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimenti perché quanto accaduto abbia una bassissima probabilità di succedere e anzi venga evitato",  "Oggi sono qui a Canazei per rendermi conto di persona di quel che è successo e, vi assicuro, è molto importante essere venuti". Lo ha sottolineato il premier."Abbiamo fatto un punto tecnico operativo - ha aggiunto - con tutti quelli che hanno collaborato alle operazioni, ma soprattutto sono qui per esprimere la più sincera affettuosa accorata vicinanza alle famiglie delle vittime, dei dispersi e  dei feriti, e alle comunità che sono state colpite da questa tragedia, Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato in questo giorno e mezzo".
Draghi ha voluto ringraziare in particolare "la Protezione civile, i Vigili del fuoco, il Soccorso alpino, le autorità sanitarie, i volontari, tutti, per loro generosità, la  professionalità e il coraggio. Come sapete - ha rimarcato - queste operazioni si svolgono in una situazione di grande pericolo. Voglio anche ringraziare i presidenti Zaia, Fugatti, con il quale ci siamo sentiti immediatamente ieri, e Kompastscher", ha concluso.
"Molte volte il Paese viene giudicato sulla capacità di stare insieme: la risposta operativa è stata la migliore possibile". Lo ha sottolineato Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della protezione civile, nel corso di una conferenza stampa a Canazei sulla tragedia della Marmolada. "L'intero sistema nazionale è stato attivato, noi non ci fermiamo, siamo disponibili a qualsiasi esigenza - ha assicurato - Faccio mio l'appello a che sia mantenuto questo livello di comunicazione, nel rispetto di quanti stanno lavorando in sicurezza alle ricerche e di quanti restano in attesa di risposte per i loro familiari".
"Ringrazio il presidente del Consiglio Mario Draghi per la presenza a Canazei, è un grande segnale di vicinanza a tutti i territori colpiti da questa tragedia, è un grande segnale di umanità e di attaccamento al territorio". Così il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, da Canazei, dopo le dichiarazioni di Draghi. "Abbiamo incontrato i familiari delle persone colpite e il presidente del Consiglio ha manifestato tutta la solidarietà e l'umanità "Il senso di dolore è tanto e molto profondo. In queste ore abbiamo lavorato e stiamo lavorando per definire il numero delle persone coinvolte. Da parte nostra c'è stata la volontà di essere il più possibile lineari e chiare perchè ci sono famiglie che stanno soffrendo, quindi per dare le notizie ci vuole la giusta ponderazione". Il bilancio parziale del disastro della Marmolada è di sette vittime, di cui tre identificati, e 8 feriti di cui due in condizioni delicate. Lo ha riferito alle 16.30 il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. Sono 14 le persone "reclamate", cioè i dispersi per i quali i familiari si sono fatti vivi con le autorità perché non rientrati a casa. Di queste quattro sono cittadini stranieri: della Repubblica ceca e un austriaco.
"Le ricerche continuano dopo il temporale. lo dobbiamo ai familiari e a chi è ancora lassù", ha aggiunto il presidente della regione Veneto Luca Zaia, intervenendo a Canazei al punto stampa. "Il Veneto sta pagando una situazione pesante con tre vittime, sette dispersi, tre ricoverati, due sono stranieri tedeschi. Una situazione pesante che mai avrei pensato di dover affrontare". Zaia ha precisato che dei tre ricoverati in veneto, due sono tedeschi, uno all'ospedale di Belluno e l'altro in rianimazione a Feltre. C'è poi un 40enne non identificato in terapia intensiva a Treviso.
"Per il governo ci sono molti livelli di possibilità di intervento. Quelli sul mutamento climatico sono i più difficili ma allo stesso tempo i più urgenti. In Puglia potremmo diminuire tanto le emissioni di CO2 nell'atmosfera dovute all'ex Ilva e a Cerano. La seconda possiamo chiuderla più facilmente. Si tratta delle due più grandi fonti emissioni in Italia: intervenire sarebbe molto importante". Queste le parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ospite di Timeline su Sky Tg24. "Molto importante - prosegue - è anche il monitoraggio del territorio. Penso all'aerospazio: i satelliti possono darci una mano a monitorare e a sorvegliare dall'alto ciò che a terra è invisibile o complicato da vedere".
"Draghi - conclude - ha le idee chiare su come l'Italia possa dare il proprio contributo all'umanità, dal punto di vista climatico, da quello relativo al rafforzamento dell'Unione Europea e sul progetto di pace in Ucraina, oltre che riguardo al rapporto con la Russia. Bisogna tenere duro e andare avanti".


( red / 04.07.22 )

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Pnrr e Tpl: potenziamento, diversificazione e sperimentazione idrogeno

(Regioni.it 4326 - 04/07/2022) In audizione in commissione Lavori pubblici in Senato sul dl Mims 2, in merito al potenziamento delle infrastrutture per il trasporto locale, è stato sottolineato come le amministrazioni locali possano valutare l'opportunità di pensare a soluzioni come il “tram-treno”, che è in grado di circolare tanto su rotaie tram tanto in rotaie ferroviarie, in modo di permettere a chi viaggia in un'area vasta di muoversi senza dover cambiare mezzo di trasporto.
Nel contempo l’Istat pubblica alcuni dati 2020 sul trasporto pubblico locale che evidenziano un sostanziale minore utilizzo dovuto alla pandemia, evidenziando nel contempo come non si arrestino gli investimenti nella mobilità urbana. Infatti sono in crescita bus a basse emissioni, reti di tram e filobus.
In particolare i servizi di micromobilità elettrica ampliano l’offerta di mobilità condivisa in 22 capoluoghi.
Arrivano segnali positivi su infrastrutture e rinnovamento del parco circolante.
Nel 2020 si registrano alcuni progressi sulle due principali linee di sviluppo del trasporto pubblico locale (Tpl) indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa e il rinnovamento del parco circolante.
Per quanto riguarda le infrastrutture, continuano a crescere in particolare le reti di filobus e tram. Rispetto all’anno precedente, la lunghezza delle filovie in esercizio aumenta dell’8,4% (+29,6% dal 2015) e quella delle tranvie del 3% (+5,7% dal 2015).
Offerta di Tpl poco diversificata, in tre città su quattro solo trasporto su gomma Le reti più sviluppate in rapporto alla superficie urbanizzata sono quelle tranviarie di Milano e Torino (121,8 e 64,6 km per 100 km2), le metropolitane di Milano e Brescia (48,9 e 25,6 km per 100 km2) e le reti filoviarie di La Spezia e Bologna (121,5 e 99,1 km per 100 km2). 
La dotazione infrastrutturale dei comuni capoluogo, dove risiede circa il 30% della popolazione nazionale, resta carente: in 81 città (tre su quattro, fra cui Bari e Reggio di Calabria) l’autobus è l’unica modalità di Tpl disponibile o rappresenta oltre il 99,0% dell’offerta, mentre in altri 22 (fra cui Genova, Bologna, Firenze, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) copre più di due terzi dell’offerta complessiva.
Soltanto sei città dispongono di un’offerta più diversificata, con quote consistenti coperte dalle altre modalità di trasporto: Milano (dove il 65,1% è fornito dalla metropolitana e un altro 15,3% da tram e filobus), Napoli (64,3% metropolitana, 7,1% tram, filobus e funicolare), Roma (56,9% metropolitana, 4,4% tram e filobus), Venezia (42,2% trasporti per vie d’acqua, 9,8% tram), Brescia (40% metropolitana) e Torino (22,9% tram, 21,4% metropolitana).
Sono previsti inoltre investimenti per 530 milioni del Pnrr per realizzare la sperimentazione dell'uso dell'idrogeno nel trasporto ferroviario, in ambito locale e regionale, e nel trasporto stradale, con particolare riferimento al trasporto pesante.
Lo prevedono i due decreti firmati dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, che fissano le modalità per lo sviluppo della filiera
dell'idrogeno nel trasporto ferroviario e la realizzazione di 40 stazioni di rifornimento dei mezzi di trasporto a idrogeno sulla rete stradale, nel rispetto del principio di non arrecare un danno significativo all'ambiente e delle norme per la sicurezza.
Per entrambi gli interventi, una quota pari ad almeno il 40% è destinata a progetti da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno. Le risorse previste per la sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto ferroviario, pari a 300 milioni, sono destinate a trasformare i servizi regionali o locali che attualmente vengono effettuati con treni a gasolio o altri idrocarburi di origine fossile altamente inquinanti.
L'investimento interessa tutta la filiera: produzione dell'idrogeno green, trasporto, stoccaggio, realizzazione delle stazioni di servizio, acquisto dei treni. Le dieci stazioni di rifornimento di idrogeno dovranno essere ultimate entro il 30
giugno 2026 e l'assegnazione delle risorse per la loro realizzazione dovrà avvenire entro il 31 marzo 2023.
La localizzazione degli investimenti tiene conto, in via prioritaria, delle aree e delle esigenze già individuate nel Pnrr e in altri provvedimenti per l'implementazione dell'idrogeno, tra cui la Valcamonica e il Salento, la ferrovia Circumetnea e quella Adriatico Sangritana, le linee ferroviarie regionali Cosenza-Catanzaro, il collegamento ferroviario tra la città di Alghero e l'aeroporto, la tratta Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona.
Le proposte progettuali devono prevedere una valutazione quantitativa integrata della filiera industriale e di quella operativa relativa alla conversione a idrogeno della linea ferroviaria, e includere un'analisi di fattibilità tecnico-economica della trasformazione dei servizi di trasporto locale e/o regionale con alimentazioni alternative.
La sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto stradale stabilisce invece le modalità per attuare gli investimenti, che ammontano a 230 milioni.
L'obiettivo è quello di sviluppare la sperimentazione dell'idrogeno attraverso la realizzazione di almeno 40 stazioni di rifornimento per veicoli leggeri e pesanti entro il 30 giugno 2026, prevedendo la notifica dell'aggiudicazione degli appalti entro il 31 marzo 2023.



( gs / 04.07.22 )

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Siccità: prima gli stati di emergenza regionali e poi il decreto

(Regioni.it 4326 - 04/07/2022) In serata il Governo affronterà il tema siccità e si prevede il via libera allo stato di emergenza richiesto finora dalle regioni Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Veneto.
E’ prevista anche la successiva approvazione, in un altro Consiglio dei ministri, del decreto legge con le misure di contrasto alla siccità e di potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche. Quindi prima il passaggio degli stati di emergenza regionali e poi il decreto siccità.
Il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, intanto dichiara che “probabilmente, dai risultati dell'osservatorio, se la siccità continua a questi livelli, se le  temperature arrivano a 39 gradi come oggi, anche noi saremo costretti  a dichiarare stato di calamita' per parte del territorio della Toscana”.
Giani quindi spiega che “si riunisce l'Osservatorio che e' l'organo  competente per darci delle indicazioni tecniche, e sulla base di  queste indicazioni in Giunta prenderemo le nostre decisioni. La Toscana si presenta in una situazione differenziata rispetto ad altre Regioni: è il motivo per cui finora non e' stato dichiarato lo stato  di calamità”.
Inoltre per Giani “è chiaro che vi sono parti di  Toscana che hanno condizioni molto problematiche che lo giustificano.  Altre hanno una situazione migliore, semplicemente perche' in passato  abbiamo fatto le cose, a differenza di tanti altri: pensate a cosa  significano quei 70 milioni di metri cubi d'acqua che e' in grado di  contenere il lago di Bilancino".
Secondo Giani "questo deve far riflettere: occorre avere lungimiranza nel fare opere che magari sono  contrastate da quello o quell'altro”.
Mentre l
a Regione Umbria ha invece già chiesto lo stato di  emergenza per la siccita'. Il presidente Donatella Tesei spiega che “dopo aver gia' posto nei giorni scorsi,  durante la Conferenza Stato Regioni, il tema degli interventi  governativi urgentissimi per la siccita' in Umbria, e in maniera particolare per il lago Trasimeno – afferma Tesei- ho chiesto quest'oggi al  Governo e alla Protezione civile nazionale la dichiarazione dello  Stato di Emergenza e conseguentemente ho rappresentato ai ministeri  competenti la necessita' di far rientrare il nostro bacino lacustre  nel redigendo Decreto Siccita'. Ho inoltre dato la mia disponibilita'  - aggiunge Tesei - nel ricoprire per l'Umbria il ruolo di vice commissario  per l'emergenza, sulla base dell'esperienza della ricostruzione post  sisma, cosi' da poter gestire al meglio una serie di interventi  ordinari e straordinari di cui il Trasimeno necessita". Tesei evidenzia "la stretta connessione di interscambio idrico tra il lago  di Chiusi, inserito nello stato di crisi, e il Trasimeno,  sollecitando che quest'ultimo possa, nonostante non abbia prelievi di  carattere potabile ma proprio per l'interconnessione citata,  avvalersi del provvedimento emergenziale".

Nel rapporto SNPA (Sistema nazionale delle agenzia di protezione dell'ambiente), 'Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la sostenibilità ambientale', si rileva che nelle 20 città capoluogo e Bolzano si riscontrano forti perdite idriche, che nel 2018 "restano sempre elevate nella maggior parte delle città campione con alcuni casi in cui i valori superano il 50%". Anche se con valori altalenanti, "sono solo 8 le città che riducono le proprie perdite con in testa Napoli che passa dal 41,2% del 2012 al 31,6% del 2018". Si conferma, quindi, "alto lo spreco di una risorsa naturale che, specialmente in questo 2022, vediamo sempre più minacciata dal cambiamento climatico".





( gs / 04.07.22 )

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Assistenza territoriale: firmati i contratti di sviluppo

Aggiornamenti dal sito dell'Agenas

(Regioni.it 4326 - 04/07/2022) Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Regolamento per la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nell’ambito del Servizio sanitario nazionale (Vedi "Regioni.it" del 23 giugno), sono stati sottoscritti, in anticipo rispetto alle scadenze previste, i Contratti istituzionali di sviluppo (CIS) tra il Ministero della Salute e ciascuna Regione e Provincia Autonoma.
Due importanti traguardi - si legge sul sito dell'Ageniza nazionale per i servzi sanitari regionali (Agenas) -previsti nella Missione 6 salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per rendere sempre più efficace il nostro Sistema Sanitario Nazionale, con l'obiettivo di garantire equità di accesso alle cure, nonché rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio.
Il Contratti Istituzionali di Sviluppo (Cis) rappresentano uno degli strumenti di programmazione identificato dalla normativa nazionale per la Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza - PNRR  (art. 56 del Decreto Legge 31 maggio 2021 n. 77) e sono stati sottoscritti dal Ministero della Salute e dalle Regioni e Province Autonome a fine maggio 2022.

Approfondimenti dal sito dell'Agenas:
Decreto 23 maggio 2022, n. 77: Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale - Decreto link 16 (LINK)
Bandi Ministero
Slide a cura del Direttore Generale di AGENAS, dott. Domenico Mantoan, “Salute e Territorio nel PNRR: la rete dell’assistenza delineata dalla Missione 6”, presentate durante l’evento "Missione Italia" al centro congressi la Nuvola di Roma, organizzato da Federsanità Anci il 23 giugno 2022 - Slide PDF Logo (PDF)

Video-Intervento del dott. Domenico Mantoan, Direttore Generale di AGENAS - Video link 16 (LINK)
Video-Intervento del dott. Francesco Enrichens, Project Manager PonGov Cronicità di AGENAS - Video link 16 (LINK)




( red / 04.07.22 )

Documenti della Conferenza delle Regioni del 21 giugno

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Ddl Montagna e decreto portale prestazione energetica edifici : presentati emendamenti

Rinviato il parere in Conferenza Stato-Regioni, slittati anche altri provvedimenti

(Regioni.it 4326 - 04/07/2022) Nelle ultime riunioni della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Regioni del 21 giugno diversi punti all’ordine del giorno sono stati rinviati.
Fra questi il decreto sulle "modalità di funzionamento del portale nazionale sulla prestazione energetica degli edifici” su cui la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome avrebbe espresso, in Conferenza Unificata. parere favorevole, condizionandolo però all’accoglimento di due proposte di emendamento riportate in un documento.  Con gli emendamenti proposti si chiede un maggior coinvolgimento delle Regioni che “pur apprezzando lo sforzo compiuto dal Governo in materia energetica, rivendicano il diritto di poter contribuire fattivamente e continuativamente alla scelta delle linee strategiche in materia di transizione energetica per i territori di competenza”.
Sempre nel corso della Conferenza Unificata è stato rinviato il disegno di legge recante “disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane.” Le Regioni e le Province autonome – si legge in un documento approvato - prendono positivamente atto che nel Disegno di Legge, approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri in data 10 marzo 2022, vengono introdotte misure organiche a sostegno dello sviluppo delle zone montane, raccogliendo in un testo unitario e sistematico interventi normativi finalizzati a ridurre le condizioni di svantaggio di questi territori”. Ma “In un’ottica di leale collaborazione, le Regioni e le Province autonome, nel ritenere condivisibili gli obiettivi del citato DDL, esprimono parere favorevole con osservazioni di carattere generale e alcuni emendamenti migliorativi e puntuali al testo, alcuni dei quali considerati prioritari”.
Tra le Osservazioni di carattere generale una riguarda la “Classificazione dei comuni montani”. Secondo le Regioni nel disegno di legge andrebbe prevista “la costituzione di una commissione inter-istituzionale (composta da rappresentanti del Dipartimento degli Affari Regionali e le autonomie, delle Regioni, in rappresentanza della diversa tipologia di montagna italiana, dell’ANCI, UPI e dell’UNCEM) che abbia il compito di definire i criteri e aggiornare l’elenco dei comuni montani. Le Regioni chiedono, inoltre, di inserire tra i compiti del Tavolo tecnico scientifico permanente per lo sviluppo della montagna italiana di cui all’art. 3 del disegno di legge, anche il supporto per la definizione dei criteri”. “Considerazioni di carattere generale” che “possono ritenersi superate nel caso in cui il Ministero competente […] si impegnasse ad adottare un decreto per l’istituzione di un gruppo di lavoro formato, tra l’altro, da rappresentanti delle regioni in rappresentanza della diversa tipologia di montagna italiana, con il compito di formulare proposte per la classificazione dei comuni montani.
Un’altra osservazione riguarda il “Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane” rispetto al quale si chiede la concertazione in Conferenza Unificata dei criteri di ripartizione degli stanziamenti relativi agli interventi di competenza statale e di quelli relativi agli interventi di competenza delle Regioni e degli enti locali da attuarsi previa intesa in Conferenza Stato Regioni.
Inoltre, le Regioni ritengono necessario fare più chiarezza sulla ripartizione dei ruoli, anche gestionali, tra i livelli istituzionali. I destinatari del Fondo devono essere, in via principale, le Regioni e queste, in base, anche alla programmazione propria territoriale e in coerenza con la SNAMI, provvedano ad assegnare i fondi ai Comuni o alle Unioni di Comuni montani o finanziano servizi propri erogati. Si chiede pertanto di inserire in legge la precisazione che gli stanziamenti siano trasferiti nei bilanci regionali (e non direttamente ai Comuni anche per gli interventi di competenza statale), valutando che l’attribuzione delle relative risorse ad altro livello di governo, in particolare alle Regioni, deve essere attuato in tutti i casi in cui ricorrano esigenze di programmazione o di omogeneità territoriale rappresentate dalle stesse in sede di intesa, nel rispetto dei principi di sussidiarietà di cui all’art. 118 Cost. e di leale collaborazione, quest’ultimo in quanto principio di sistema come forma di confronto nel procedimento decisionale.
Si propone di prevedere che gli stanziamenti del FOSMIT relativi agli interventi di competenza delle Regioni siano ripartiti sulla base di una “programmazione territoriale e in coerenza con la SNAMI” anziché sulla base “della normativa regionale di sostegno e valorizzazione delle zone montane”.
In relazione all’istituzione del “Tavolo tecnico scientifico permanente per lo sviluppo della montagna italiana”, le Regioni chiedono di inserire tra i compiti del Tavolo, oltre alle attività di supporto tecnico-scientifico nei confronti del Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie per la predisposizione della relazione annuale sullo stato della montagna, della Strategia Nazionale per la montagna italiana, e dei criteri di classificazione per la classificazione dei comuni montani; si chiede inoltre di precisare che i tre componenti regionali siano selezionati in rappresentanza della diversa tipologia di montagna italiana. Quest’ultima osservazioni, in analogia a quella formulata in merito alla classificazione dei comuni montani, il Ministero competente si impegni ad adottare un decreto per l’istituzione di un gruppo di lavoro formato, tra l’altro, da rappresentanti delle regioni in rappresentanza della diversa tipologia di montagna italiana, con il compito di formulare proposte per la classificazione dei comuni montani ai sensi dell’art. 2 della legge in argomento.
Il documento della Conferenza delle Regioni contiene poi altri emendamenti di dettaglio.
Nella Conferenza Stato-Regioni del 21 giugno è stato rinviato il decreto legislativo recante attuazione dell’articolo 14, comma 2, lettere e), relativamente all’individuazione delle misure di emergenza in attuazione degli articoli 257 e 258 del regolamento (UE) 2016/429 su cui le Regioni avrebbero sancito l’accordo, condizionandolo però ad un emendamento relativo alla funzione di responsabile del servizio veterinario.
Rinviato in Conferenza Stato-Regioni anche il decreto per adeguare e raccordare la normativa nazionale in materia di prevenzione e controllo delle malattie animali, che sono trasmissibili agli animali o all’uomo, alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016. Il parere della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sarebbe stato favorevole, ma condizionato all’accoglimento di diverse proposte emendative contenute in un documento.
Rinviato infine anche il decreto ministeriale che istituisce il fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.  Anche in questo caso la Conferenza delle Regioni avrebbe dato il via libera all’intesa condizionandola però all’accoglimento di alcuni emendamenti contenuti in un documento.


( red / 04.07.22 )

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Cirio: tutelare la salute e tutelare la privacy

(Regioni.it 4326 - 04/07/2022) A Torino si è svolto un convegno sulla protezione dei dati personali, organizzato per celebrare i 25 anni dell'istituzione Garante della privacy.
Tra i temi affrontati le prospettive tecnologiche e giuridiche connesse al metaverso, la cybersecurity, la cyberwar, la disinformazione online e le innovazioni connesse a tecnologie come intelligenza artificiale e internet of things.
Pasquale Stanzione, presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, evidenzia che “prima si trattava di proteggere il contenuto dei dati personali, ora questo si trasforma nel diritto di controllare la corretta circolazione dei propri dati, che se distorti possono addirittura trasformare la nostra identità”.
Il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, crede che "nel lavoro del garante della privacy e sul tema della protezione dei dati personali", vi deve essere "un'attenzione particolare, perché avendo come Regione competenza sulla Sanità abbiamo il compito di tutelare i dati sanitari. E' però importante farlo spiegando di più ai cittadini che quello che può sembrare un vincolo è in realtà una tutela".
“E' importante - sottolinea Cirio - che il Governo spieghi di più che cosa fa l'authority, perché quello che può essere compreso come un ulteriore vincolo burocratico è invece una protezione delle libertà dei cittadini, perché non c'è libertà se con c'è tutela".
"Durante la pandemia – aggiunge Cirio - mi sono trovato nel paradosso di avere la responsabilità della salute dei miei cittadini, ma di non poter sapere se erano vaccinati o no contro il Covid. Poi però abbiamo lavorato anche con le altre Regioni e abbiamo trovato un equilibrio fra le due esigenze: tutelare la salute e tutelare la privacy”.



( gs / 04.07.22 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
via Parigi, 11 - 00185 - Roma
Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
Registrazione r.s. Tribunale Roma n. 106, 17/03/03

Conferenza Stato-Regioni
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