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Regioni.it

n. 4334 - giovedì 14 luglio 2022

Sommario3
- Emergenza cinghiali: Caner, tutte le Regioni chiedono un provvedimento urgente da parte del Governo
- Riforma spettacolo: soddisfazione Regioni per l’approvazione definitiva
- Fedriga: tornare a valorizzare le Province
- Emergenza cinghiali: le dichiarazioni di Cirio, Mammi, Scilla, Protopapa, Carloni e Onorati
- Emergenza cinghiali: Prandini (Coldiretti), situazione fuori controllo
- Pnrr: realizzare opere in tempi previsti

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Emergenza cinghiali: Caner, tutte le Regioni chiedono un provvedimento urgente da parte del Governo

(Regioni.it 4334 - 14/07/2022) “L’emergenza cinghiali interessa ormai tutti i territori ed è urgentissimo un intervento normativo del Governo per modificare la legge 157 del 1992 con l'ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette”. Lo ha ribadito Federico Caner (Assessore della Regione del Veneto e coordinare della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni) nel corso di un incontro con la stampa nella sede della Conferenza delle Regioni al quale hanno partecipato (in presenza e in videocollegamento) tutti gli Assessori delle Regioni e delle Province autonome ed il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
"Occorre superare l’oltranzismo di una parte estremista del mondo ambientalista e fare i conti con la realtà e con i numeri dell’emergenza cinghiali.
Siamo di fronte ad un problema gravissimo che può diventare irrisolvibile se non si interviene subito".
Quattro gli allarmi lanciati oggi da Caner.
“La devastazione dei terreni che sta compromettendo diversi raccolti con danni economici rilevantissimi per l’agricoltura del nostro Paese.
La questione sanitaria con le necessità di prevenzione rispetto al diffondersi della peste suina africana.
La sicurezza dei cittadini minacciata sempre più dalla presenza dei cinghiali anche nei centri abitati o nei luoghi turistici e dalla frequenza di incidenti stradali, spesso anche gravi, causati da questi ungulati.
Il decoro urbano che subisce un danno evidente di immagine, collegato alla presenza di branchi, con ricadute negative sul turismo.
Il provvedimento che stiamo richiedendo al Governo – e che è stato condiviso con il Ministero della Transizione ecologica e a livello tecnico anche con Ministero delle Politiche agricole – consentirebbe alle Regioni di poter utilizzare leve importanti per contenere il fenomeno entro limiti accettabili anche con azioni temporanee. E il fatto che lo abbiano invocato oggi a gran voce gli assessori di tutte le Regioni dovrebbe essere – ha concluso Caner - un elemento sufficiente per accelerarne il varo”.

Galleria fotografica:

Emergenza cinghiali: Conferenza stampa degli Assessori della Commissione Agricoltura - 14.07.2022

Dal canale YouTube di Regioni.it:



( red / 14.07.22 )

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Riforma spettacolo: soddisfazione Regioni per l’approvazione definitiva

Cavo: concrete forme di tutela per il settore

(Regioni.it 4334 - 14/07/2022) “Soddisfazione per l'approvazione definitiva, da parte della Camera, della legge delega per la riforma dello spettacolo, per le importanti novità che introduce in tema di welfare e di tutela dei lavoratori, sino ad oggi senza alcuna forma di protezione.”, dichiara la Coordinatrice della Commissione Cultura delle Regioni Ilaria Cavo (Assessore della Regione Liguria) che ha condiviso i contenuti del disegno di legge delega presentato dal Governo al Parlamento, sostenendo la necessità di una rapida approvazione per consentire al Ministero l'emanazione dei decreti delegati entro il termine della legislatura.
“Fondamentali per i lavoratori dello spettacolo sono l'introduzione del Sostegno Economico Temporaneo e dell'indennità di discontinuità – aggiunge Ilaria Cavo - per la prima volta questo settore, così duramente colpito dalle misure per la lotta al Covid, riceve concrete forme di tutela".
Ora si attende il passaggio dell’esecutivo, afferma Cavo: "L'augurio adesso è che il Governo proceda con i decreti delegati senza indugi: troverà negli Assessori regionali alla Cultura interlocutori attenti e determinati a procedere con celerità”.
 


( gs / 14.07.22 )

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Fedriga: tornare a valorizzare le Province

Gabusi: svolgono un ruolo di raccordo tra i territori e il governo centrale per lo sviluppo dell’Italia intera

(Regioni.it 4334 - 14/07/2022) Scuola, infrastrutture, politiche per la famiglia e riforme istituzionali per rafforzare gli Enti provinciali. “Dobbiamo tornare a valorizzare le Province. Una pianificazione del territorio - senza le Province e senza la centralità che quell’Ente ha storicamente visto nel nostro Paese - rappresenta un fallimento e soprattutto un disservizio per i cittadini”, lo ha sottolineato il Presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga nel suo intervento all’Assemblea Nazionale delle Province Italiane a Ravenna.
Il ruolo delle Regioni, province ed enti locali deve essere valorizzato soprattutto ora con l’attuazione del Pnrr dove "col governo precedente” si è registrata “una forte centralizzazione delle scelte”, senza un adeguato coinvolgimento dei territori. "Oggi la situazione sta migliorando e il governo ci chiede di tornare ad essere protagonisti, ma i binari sono molto più stretti rispetto a quanto si sarebbe potuto costruire".
Sotto questo profilo le Province vanno valorizzate, perché pensare di pianificare il territorio senza tenere conto del loro apporto sarebbe un fallimento per tutto il paese. E per evitare di far fallire gli intenti del Pnrr, occorre "fare un'alleanza" forte tra governo centrale, Regioni e gli enti locali. Un’alleanza – ha spiegato Fedriga - per mettere a terra gli investimenti previsti e non fallire gli obiettivi che ci siamo dati e sono stati validati dall'Europa".
Servono quindi tutte le forze istituzionali per non far fallire il Pnrr e un’alleanza con il territorio, ribadisce Fedriga.
Le Province vanno valorizzate, perché pensare di pianificare il territorio, senza tenere conto dell'apporto delle Province, sarebbe un fallimento per tutto il Paese. E per evitare di far fallire gli intenti del Pnrr, occorre "fare un'alleanza" tra governo centrale e gli enti locali.
"Un'occasione per testimoniare l'attenzione sempre viva del sistema delle regioni e delle Autonomie, nei confronti delle province che - sottoliea Fedriga - auspico tornino presto ad essere centrali nell'architettura del Paese".
“Il rapporto tra territorio e governo centrale – spiega Fedriga - credo che si sia rafforzato molto durante la pandemia per affrontare l'emergenza e ulteriormente con il Pnrr. Il Pnrr è stato strutturato escludendo dal processo di scelta gli enti locali soprattutto nella prima fase con il governo precedente.
Oggi dobbiamo fare un'alleanza per metterlo a terra e non fallire gli obiettivi che ci siamo dati e sono stati validati dall'Europa”.
Nell’ambito della tavola rotonda ‘Come cambiano le Province: le riforme istituzionali e la riorganizzazione della mission’ l’assessore della Regione Piemonte, Marco Gabusi (coordinatore della Commissione Affari Istituzionali della Conferenza delle Regioni), ha sottolineato proprio il ruolo delle Province di raccordo tra i territori e il governo centrale per lo sviluppo dell’Italia intera. Nei due giorni fitti di contenuti ed incontri, durante i quali si sono susseguiti diversi Ministri, Presidenti di Regione, Presidenti di Provincia, Sindaci e Consiglieri per fare il punto sulle questioni di maggiore attualità, tra cui le opportunità del PNRR e le riforme istituzionali, l’assessore Marco Gabusi ha più volte sottolineato il valore delle Province nel contesto attuale: “Le Regioni e l'Italia – ha evidenziato -, hanno bisogno di Provincie economicamente e amministrativamente solide. È proprio nei periodi difficili, come quello pandemico, che la collaborazione tra territorio e governo diventa fondamentale ed è proprio in queste situazioni che risulta imprescindibile l'apporto chi vive in prima linea i problemi quotidiani”.
L’assessore Marco Gabusi si è infine soffermato sul tema della riforma delle Province, che considera assolutamente necessaria. “Nonostante la legge Delrio – ha detto l’assessore piemontese – le Province hanno dimostrato, soprattutto negli ultimi due anni di pandemia, la capacità centrale e strategica di coordinare attività di programmazione e pianificazione sui territori, svolgendo appieno la funzione di ‘Casa dei Comuni’ come modello di crescita e sviluppo che trova proprio nella Provincia l’ente guida e il punto di riferimento”.1
"Le Province – afferma il presidente del Consiglio Mario Draghi in  un messaggio indirizzato all'Assemblea generale dell'Upi - hanno un ruolo di sintesi tra le esigenze dei territori e quelle dei Comuni. Il Piano nazionale di  ripresa e resilienza prevede che gli enti locali abbiano la  responsabilità e l'opportunità di ideare progetti per contribuire alla crescita sostenibile dell'Italia, in linea con le necessità e le  priorità dei cittadini. E' un'innovazione significativa, che  testimonia la nostra determinazione a portare avanti l'interesse  nazionale con quello dei territori".
“E' anche per questo - scrive Draghi – che abbiamo intrapreso la revisione del Testo Unico delle leggi  sull'ordinamento degli enti locali: vogliamo rafforzare le Province  come importante livello di governo del territorio”.



( gs / 14.07.22 )

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Emergenza cinghiali: le dichiarazioni di Cirio, Mammi, Scilla, Protopapa, Carloni e Onorati

(Regioni.it 4334 - 14/07/2022) "Non si puo' perdere la vita per un  cinghiale. Questa tragedia e' inaccettabile. Denunciamo da tempo che  il problema e' di sicurezza pubblica e non solo legato ai danni  all'agricoltura. Abbiamo piu' volte convocato tutte le prefetture e  messo in campo ogni strumento che la legge ci da'. Strumenti che
pero' sono totalmente inadeguati. Ora basta. Ieri sera una famiglia  e' stata distrutta e non possono piu' bastare le parole di  solidarieta' e di circostanza. E' necessario che lo Stato intervenga.  Ha il dovere di farlo e subito", ha detto il presidente della  Regione Piemonte, Alberto Cirio, dopo che Ieri sera a Villanova  Mondovi', nel Cuneese, ha perso la vita una donna di 55 anni in un  incidente d'auto causato da un cinghiale.
Prolungare di almeno due mesi la stagione di caccia per far fronte all'emergenza cinghiali. E' la richiesta che arriva dall'Emilia-Romagna e indirizzata al Governo, ribadita anche oggi in Conferenza delle Regioni dall'assessore all'Agricoltura, Alessio Mammi. "Il Governo intervenga con urgenza per fronteggiare l'emergenza cinghiali- manda a dire Mammi- occorre l'ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità di effettuare piani di controllo e selezione anche nelle aree in cui oggi non è possibile intervenire. L'Esecutivo deve mettere le Regioni nelle condizioni di poter operare. Non ce più tempo da perdere". L'Emilia-Romagna, continua l'assessore, "ha messo in campo tutti gli strumenti normativi a disposizione, ma ne servono altri più incisivi e di carattere nazionale come quelli previsti nel decreto in attesa di approvazione". Le Regioni infatti si aspettano che il Governo "approvi il decreto interministeriale presentato più di due mesi fa- ricorda Mammi- che contiene provvedimenti necessari e urgenti volti a contrastare la presenza di cinghiali sul territorio".
La popolazione di ungulati ha infatti "raggiunto livelli insostenibili- afferma l'assessore- come dimostrano i tanti episodi quotidiani come i danni alle colture agricole, gli incidenti stradali, le aggressioni alle persone e i potenziali rischi per la diffusione della peste suina". E proprio per "rendere davvero efficaci e concrete le misure e per prevenire la peste suina- sottolinea Mammi- la prima condizione necessaria è diminuire il numero di cinghiali sul territorio e difendere gli allevamenti".  La Regione Emilia-Romagna ha approvato a fine 2021 il piano di controllo dei cinghiali e ha messo a disposizione un milione di euro nell'assestamento di bilancio 2022 per coprire i danni da fauna. "Ora continueremo -chiude l'assessore- a sostenere gli allevamenti suini e garantire la biosicurezza. Per questa ragione abbiamo stanziato 6,7 milioni di euro tramite il Psr, per misure preventive alla peste suina, e siamo pronti a investire ulteriori 2,4 milioni".
Serve un intervento urgente da parte del Governo nazionale per contrastare l'emergenza cinghiali. C'è la necessità di estendere il periodo di caccia al cinghiale e di effettuare piani di controllo e selezione anche nelle aree in cui oggi non è possibile intervenire. Non si può più temporeggiare su un problema che mette a serio rischio l'incolumità dei cittadini". a ribadirlo è l'assessore regionale all'Agricoltura, Toni Scilla, comunicando la posizione condivisa stamattina a Roma dagli assessori dell'Agricoltura di tutte le Regioni d'Italia durante la commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni, che ha dedicato un'apposita conferenza stampa all'emergenza in atto. "Adesso - prosegue Scilla - si attende il decreto interministeriale, il cui testo è stato già presentato dalle Regioni alcuni mesi fa, contenente provvedimenti per osteggiare la presenza di cinghiali e porre fine ai seri rischi legati alla diffusione della peste suina, ma anche, e soprattutto, per evitare ingenti danni alle colture agricole".
Più guardie venatorie e personale dedicato alle attività di controllo e contenimento dei cinghiali in Piemonte. E' la richiesta che l'assessore all'Agricoltura della Regione Marco Protopapa ha rivolto questa mattina allo Stato nella conferenza stampa nella sede della conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. a Roma, con la partecipazione dei 21 assessori regionali all'agricoltura. "In Piemonte - ha detto - ci troviamo in una situazione ancora più grave, e siamo qui a chiedere allo Stato di risolvere un'emergenza. Siamo di fronte ad un bollettino di guerra dovuto ai gravi danni in agricoltura, con i campi devastati, e alla mancanza di sicurezza sulle strade con incidenti mortali. L'ultimo è avvenuto ieri notte nel Cuneese, a Villanova Mondovì, dove ha perso la vita una donna". Lo Stato, ha aggiunto Protopapa, "non ci aiuta con una legge vecchia ferma al 1992. In più il Piemonte è sotto scacco della peste suina africana, e nei luoghi interessati abbiamo dovuto fermare tutte le attività. Abbiamo bisogno di soluzioni e di ristori, e di aprire temporaneamente l'attività venatoria. Non possiamo affidarci ai soli cacciatori, ma occorrono più guardie venatorie e personale dedicato alle attività di controllo e di contenimento".
Anche il vicepresidente Regione Marche Mirco Carloni , assessore all'Agricoltura, appoggia la protesta a Roma degli assessori regionali: "Non è con il falso ecologismo che si risolvono i problemi degli agricoltori. E' grave che una parte del parlamento nazionale e delle Commissioni, soprattutto a guida del Movimento 5 Stelle, ostacoli l'approvazione di un decreto condiviso tra le Regioni e il Ministero della transizione ecologica, sul quale anche altri ministeri competenti concordano". "A distanza di due mesi - afferma Carloni - è giunto il momento di decidere e assumersi le responsabilità. Abbiamo sostenuto convintamente l'assessore del Veneto,  Federico Caner, coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, che ha indetto una giornata di protesta a Roma, affinché la politica non si sovrapponga alle ragioni tecniche, alle questioni amministrative e al buonsenso nella gestione dei problemi, in questo caso quello dei cinghiali". "C'è un ampio consenso trasversale, tra tutti gli amministratori delle Regioni, - aggiunge Carloni - espressioni di coalizioni politiche diverse, sulla necessità che la bozza del decreto interministeriale di modifica all'articolo 19 della legge 157 del 1992, possa concludere il suo iter e venga emanato - prosegue - questo decreto contiene due questioni attese dal territorio: l'ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità, da parte delle Regioni, di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. E' ora che l'iter del provvedimento riprenda il suo corso, per risolvere un'emergenza nazionale, già ampiamente fuori controllo".
"Ho partecipato alla conferenza stampa sull'emergenza cinghiali organizzata dal coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, Federico Caner, per ribadire come Regione Lazio l'insostenibilità della situazione legata alla presenza di cinghiali nel nostro territorio, così come nell'intero Paese, e l'urgente necessità di un serio e concreto intervento da parte del Governo. Parliamo di una emergenza che mette in discussione non solo il lavoro dei nostri agricoltori, ma anche la sicurezza dei nostri cittadini. Al netto della presenza di casi di peste suina africana nel Lazio, il tema della fauna selvatica non è ormai più rinviabile né possibile pensare che sia problematica da attribuire a una Regione piuttosto che a un'altra, essendo chiaramente una emergenza nazionale". Lo ha dichiarato in una nota l'Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati.
In Liguria un piano di contenimento dell'emergenza cinghiali partirà dalla prossima settimana per porre un argine al dilagare degli ungulati che si sono spinti sempre più nelle aree cittadine, fino ad arrivare a ridosso delle spiagge e delle abitazioni.
E' stato deciso nel corso della riunione che si è svolta oggi in Regione alla presenza del presidente Giovanni Toti, del vicepresidente e assessore regionale all'Agricoltura Alessandro Piana, del commissario straordinario alla peste suina africana Angelo Ferrari, del direttore generale di Alisa, Filippo Ansaldi e del il direttore generale del dipartimento Salute e Servizi sociali Francesco Quaglia.
Alla luce degli ultimi incidenti avvenuti a Genova e in Liguria e delle conseguenti esigenze di salute pubblica, il piano si prefigge di mettere in atto azioni incisive di contenimento del numero dei cinghiali, in armonia con le indicazioni di sanità derivanti dal contrasto e dalla lotta alla peste suina africana. Le misure da adottare sono in via di valutazione ma il piano andrà di pari passo con il posizionamento delle reti previsto dalla ordinanza commissariale per evitare il dilagare della peste suina, già in stato di attuazione sul territorio ligure. I lotti già installati sono posizionati tra Tiglieto e Mele e in via di posizionamento tra Casella e Montoggio.
La Giunta regionale dell'Umbria, su proposta dell’assessore alla Salute, Luca Coletto, ha approvato il Piano per gli anni 2022-2026 con interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della Peste Suina Africana nei suini d’allevamento e per i cinghiali. “La Peste Suina Africana - ha ricordato l’assessore Coletto – è una malattia virale che, a livello internazionale, è riconosciuta come la minaccia più rilevante per l’intero settore suinicolo ed è presente sin dal 1978 in Sardegna e dal 2022 nel nord e centro Italia. Con la legge ‘n.29 del 7.4.2022’ le Regioni e le Province autonome sono state chiamate ad adottare un Piano regionale di interventi urgenti con l’obiettivo generale di ridurre il rischio di introduzione dell’infezione e migliorare la gestione del cinghiale nel territorio di competenza ed eventualmente facilitare l’applicazione delle misure previste in caso di emergenza da PSA”. Coletto ha sottolineato che in sintesi il Piano vigente, è articolato in cinque ambiti principali di attività: sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali, sorveglianza passiva negli allevamenti di suini, controllo numerico della popolazione di cinghiali, verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza e campagna di formazione ed informazione degli stakeholders. Inoltre è stato attivato un numero unico regionale per   agevolare e supportare le segnalazioni di ritrovamento delle carcasse di cinghiale alle Aziende sanitarie competenti per territorio,  è stato formalizzato un  Gruppo di lavoro regionale per la peste suina africana e istituito il Tavolo interassessorile con rappresentanti del Servizio Foreste, Montagna, Sistemi naturalistici e Faunistica venatoria, del Servizio Energia, Ambiente e Rifiuti, dell’IZSUM (CEREP e Osservatorio Epidemiologico) e delle Aziende USL, con il mandato di dare seguito alle iniziative già prese a livello nazionale di coordinamento delle attività di gestione della fauna selvatica ed in particolare del cinghiale.


(Fonte: agenzie di stampa)


( red / 14.07.22 )

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Emergenza cinghiali: Prandini (Coldiretti), situazione fuori controllo

(Regioni.it 4334 - 14/07/2022) "Abbiamo una situazione fuori controllo. Noi chiediamo gli interventi perché abbiamo salutato positivamente i 200mila ettari che la commissione ci ha permesso di coltivare. Ma abbiamo perso più di 800mila ettari, perché la presenza dei cinghiali devasta il raccolto e gli agricoltori abbandonano. C'è un doppio effetto: il danno economico per le imprese agricole in un momento delicato come questo" e "un danno di carattere ambientale perché dove c'è l'abbandono del territorio agricolo abbiamo un territorio che non tiene. E' necessario dare una risposta concreta sul contenimento dei cinghiale diventa una risposta effettiva a un tema di carattere ambientale". Lo ha detto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, intervendo nella conferenza stampa convocata dagli Assessori delle Regioni (nella sede della Conferenza delle Regioni), proprio sull'emergenza cinghiali.
"Oggi abbiamo bisogno di una norma nazionale - ha aggiunto - . Serve un indirizzo chiaro per il contenimento dei cinghiali", ha sottolineato ricordando che in Italia sia hanno oltre 2 milioni di cinghiali sul territorio "e sono solo quelli censiti"
"La peste suina c'e' stata anche in altri  stati membri, i provvedimenti sono stati immediati nelle fasi di  contenimento e noi riteniamo che non e' passando tramite il  riposizionamento delle reti che risolveremo il problema. E' uno  spreco di risorse economiche non tollerabile. L'unico strumento che  noi oggi abbiamo e' quello di allargare il periodo della caccia  finalizzato al contenimento dei cinghiali e creare un monitoraggio", ha aggiunto il presidente della Coldiretti.
Nell'ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore a causa dell'invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla e invadono ormai campagne, città, strade e spiagge mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini. E' quanto emerge dall'analisi di Coldiretti su dati Asaps, dopo il sinistro mortale avvenuto a Villanova Mondovì (Cuneo) dove è morta una donna a causa di un cinghiale sbucato all'improvviso dal buio, attraversando la carreggiata dove viaggiava la sua auto. In dieci anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.
"Nell'ultimo anno si contano 13 vittime e 261 feriti gravi. L'incidente di Cuneo- sottolinea Coldiretti- dimostra come la situazione sia ormai ingovernabile. A testimoniarlo è anche la protesta da parte delle Regioni al Cinsedo a Roma, con la partecipazione del presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sul fatto la bozza di decreto interministeriale che prevedeva l'ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette è rimasta lettera morta. E intanto le campagne continuano ad essere devastate dai selvatici. "È paradossale che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai
selvatici- denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini- Ma ci sono anche agricoltori che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile". Proprio per fermare l'invasione la Coldiretti ha promosso un'alleanza tra il mondo agricolo e il mondo venatorio e della gestione faunistica con il Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn). Si tratta di una grande rete di migliaia di aziende per il monitoraggio e la gestione del territorio nazionale con l'obiettivo di rappresentare un argine alla proliferazione indiscriminata di fauna selvatica che mette a rischio la vita dei cittadini sulle strade e le produzioni agroalimentari Made in Italy, a partire - conclude Coldiretti - dai suoi settori di punta, ma anche di tutelare l'ambiente, attraverso una presenza capillare in grado di prevenire gli incendi e i pericoli legati al dissesto idrogeologico e combattere il cambiamento climatico valorizzando il ruolo dei boschi di catturare Co2.


( red / 14.07.22 )

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Pnrr: realizzare opere in tempi previsti

(Regioni.it 4334 - 14/07/2022) “Il portale sul Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà on line a breve: sarà importante rendere pubblico lo stato di attuazione dei lavori, gli importi in gioco, in modo che anche la popolazione possa essere informata”, annuncia il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz.
“Il decreto-legge 77/2021 qualifica le singole amministrazioni, comprese Regioni ed enti locali, come soggetti attuatori – spiega Lavelaz - degli interventi previsti dal Pnrr: la trasversalità degli argomenti dei bandi rende sostanzialmente difficile una gestione centralizzata, che pure abbiamo e che svolge un lavoro di coordinamento. La ricognizione sugli interventi e progetti è stata effettuata, da ultimo, con il report relativo al secondo bimestre 2022, predisposto dalla Struttura per l'attuazione del Pnrr in ambito regionale. Alla loro realizzazione provvedono le singole strutture dirigenziali competenti per materia, assumendo i compiti, assai numerosi e complessi, propri dei soggetti attuatori".
Inoltre "il 'Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale', istituito per sostenere il rilancio della progettazione su scala territoriale degli investimenti, ha avuto ricadute su 44 Comuni per un importo totale di 833 mila Euro”.
Il ministro per le infrastrutture e i trasporti Enrico Giovannini spiega che “ci sono gare del Pnrr che vanno deserte come accaduto a Genova ma molte gare non vanno deserte. La realtà è quindi nei fondi già destinati come i 2,7 miliardi del sistema elettronico innovativo per la digitalizzazione delle ferrovie che sono state assegnate".
"Sappiamo anche – dichiara sempre Giovannini - che ci sono alcuni problemi e il governo è intervenuto con il decreto extra costi da dieci miliardi che è in attuazione e in preparazione e speriamo, come dice anche l'associazione costruttori, che il mercato sia in condizioni rilassate, anche se le sfide per realizzare opere in tempi previsti dal Pnrr sono molto importanti”.
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, spiega che "r
ispetto al Pnrr, col governo precedente c'è stata una forte centralizzazione delle scelte, senza coinvolgere i territori. La costruzione del Piano è stata fatta in modo da escludere i territori, oggi la situazione sta migliorando e il governo ci chiede di tornare ad essere protagonisti, ma i binari sono molto più stretti rispetto a quanto si sarebbe potuto costruire".
"
Cosa si sarebbe dovuto fare? - aggiunge Fedriga - Credo che lo Stato centrale avrebbe dovuto indicare le sei missioni, così come ha fatto, poi decidere quali fossero i progetti di carattere nazionale chiedendo invece ai territori come intendessero raggiungere quegli obiettivi". Sviluppare, quindi "progetti territoriali, dopo averli validati con il governo, perché i diversi territori hanno punti di partenza differenti, ma gli obiettivi devono essere gli stessi".



( gs / 14.07.22 )
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Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Proprietario ed Editore: Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione
Direttore responsabile: Stefano Mirabelli
Capo redattore: Giuseppe Schifini
Redazione: tel. 064888291 - fax 064881762 - email redazione@regioni.it
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Progetto grafico: Stefano Mirabelli, Giuseppe Schifini
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