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Regioni.it

n. 4330 - venerdì 8 luglio 2022

Sommario
- Istat: Rapporto 2022 tra pandemia, ripresa e problemi sociali
- PIAO: la semplificazione a vantaggio di cittadini e amministrazioni
- Pandemia: aumenta l'indice di trasmissibilità
- Gioco pubblico: la posizione sull'intesa del 2017 con l'analisi delle leggi regionali
- Scuola: il rapporto Invalsi 2022
- Fedriga all'assemblea di Confcooperative: puntare su una programmazione di medio e lungo periodo

Documento della Conferenza delle Regioni del 6 luglio

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Gioco pubblico: la posizione sull'intesa del 2017 con l'analisi delle leggi regionali

Il documento è stato illustrato il 7 luglio dall'Assessore della Regione Umbria, Luca Coletto, in un'audizione

(Regioni.it 4330 - 08/07/2022) Il 7 luglio si è tenuta un’audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni presso la commissione parlamentare d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato della Repubblica nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione dell’intesa tra governo, regioni ed enti locali concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico, del 7 settembre 2017. Ad illustrare la posizione della Conferenza delle Regioni (contenuta in un documento approvato il 6 luglio) è stato l’assessore della Regione Umbria, Luca Coletto (vedi “Regioni.it” di ieri).
“L’Intesa sancita in sede di Conferenza Unificata del 7 settembre 2017 – si legge nel documento della Conferenza delle Regioni - è scaturita dalla presa d’atto che l’incremento dell’offerta di gioco d’azzardo legale, in particolare delle slot, attuato in passato con l’obiettivo di porre argine alla diffusione incontrollata dell’offerta di gioco illegale, aveva provocato in realtà una nuova emergenza sociale che non poteva più essere trascurata”. L’obiettivo era quello “di intervenire regolando la distribuzione dell’offerta di gioco e, tenendo conto delle accresciute esigenze sociali, in primo luogo determinandone una forte riduzione”.
“Il complesso di interventi delineati dall’Intesa si inscrive in un approccio di “prevenzione ambientale”, che considera l'importanza degli stimoli ambientali e sociali e dei processi automatici nell'influenzare il comportamento”.
“L’Intesa intendeva colmare un vuoto normativo in questa direzione e prefigurava l’emanazione di un Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze che, riprendendone i contenuti, avrebbe dovuto operare una riforma completa del settore del gioco pubblico”” Un provvedimento che “ad ormai quasi cinque anni di distanza non è stato adottato, con la conseguenza di un forte depotenziamento dell’Intesa e del persistere della frammentazione normativa e della disomogeneità territoriale antecedenti”.
“In questo quadro, le iniziative legislative assunte autonomamente dalle Regioni e Province Autonome fin dagli anni 2013-14 hanno supplito all’assenza di un intervento statale organico ed incisivo”.
“Tutte le Regioni, inoltre, hanno definito e implementato – si legge nel documento della Conferenza delle Regioni - propri Piani di azione con il supporto del fondo costituito presso il Ministero della Salute con la legge 28 dicembre 2015 n. 208, art. 1, c. 946; i Piani, orientati prevalentemente alla prevenzione del Disturbo da Gioco d’Azzardo, seguono le indicazioni dello stesso Ministero e sono da questo sottoposti a valutazione e monitoraggio periodico con il contributo dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave”.
“Anche in questo caso, le differenti impostazioni dei Piani regionali se da un lato rispondono alle specificità dei territori, dall’altro scaturiscono dal mancato esercizio di un ruolo effettivo di indirizzo e coordinamento da parte del livello statale”.
“Attraverso una analisi approfondita delle disposizioni contenute nelle leggi delle Regioni e delle Province Autonome in relazione alle specifiche previsioni contenute nell’Intesa, si evidenziano gli elementi di coerenza riportati di seguito in forma sintetica; per una illustrazione più completa e dettagliata, si rimanda al documento allegato”, in ogni caso “e leggi regionali non contengono elementi riguardanti l’obiettivo dell’Intesa di ridurre l’offerta di gioco, sia dei volumi che dei punti vendita […] in quanto entrambi gli ambiti non rientrano nelle competenze delle Regioni e Province Autonome. Tutte le leggi regionali e provinciali intervengono sulla distribuzione territoriale e temporale dei punti di gioco, subordinando l’autorizzazione all’esercizio o all’installazione di apparecchi da gioco a vincoli di ubicazione” “Nella quasi totalità dei casi viene demandata ai Comuni – prosegue il documento della Conferenza delle Regioni - la possibilità di individuare ulteriori luoghi sensibili rispetto a quelli identificati. Il riferimento alle limitazioni temporali all’esercizio di gioco è presente, seppur con alcune differenze, nella maggior parte delle normative regionali”.
“Il criterio della trasparenza nella comunicazione sul gioco d’azzardo è trattato dalla maggior parte delle leggi, con primario riferimento ai rischi connessi alla dipendenza, attraverso l’obbligo di esporre materiale informativo sul gioco d’azzardo patologico e sui servizi di assistenza/trattamento in modo che sia ben visibile e accessibile al pubblico”.
Anche “L’accesso selettivo ai locali con attività di gioco d’azzardo è un tema presente in numerose disposizioni, con particolare riferimento al divieto e, quindi, al controllo dell’accesso e della fruizione del gioco da parte dei minori di 18 anni”, così come “Il rispetto dei vincoli architettonici, dimensionali e strutturali degli esercizi con gioco d’azzardo lecito”.
“Nel complesso, l’attenzione al controllo e alla qualità dell’offerta di gioco [….] è principalmente finalizzata a garantire la tutela della salute e un approccio al gioco sano e consapevole da parte dell’avventore, in modo da prevenire il rischio di dipendenza, sia attraverso canali informativi espliciti, sia indirettamente tramite la predisposizione di contesti (il locale di gioco, gli spazi ad esso esterni e, più in generale, il territorio/comunità) in cui siano implementate misure tese a contenere l’offerta di gioco e controllarne le modalità di erogazione e fruizione, in linea con l’approccio di prevenzione ambientale”.
“L’attenzione ai controlli è perseguita dalla quasi totalità delle Regioni, salvo alcune eccezioni. La competenza in materia di controlli e vigilanza viene generalmente affidata ai Comuni territorialmente competenti o al personale della struttura provinciale competente in materia di polizia amministrativa, i quali collaborano alla pianificazione di interventi rimessi alle Forze dell’Ordine e ai Corpi di polizia municipale per garantire il contrasto all’esercizio illegale od abusivo delle attività di gioco con vincite in denaro”. “Le sanzioni derivanti dalle irregolarità dei punti di gioco vengono destinati alla pubblica amministrazione o alle attività di proprio interesse. Il principale destinatario dei proventi si individua nei Comuni”.
“In ciascuna delle normative regionali/provinciali le finalità preventive vengono declinate secondo molteplici modalità. Nella quasi totalità delle leggi viene istituito un Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo, o in alternativa tavoli tecnici, comitati consultivi o gruppi di lavoro analoghi, al fine di monitorarne gli effetti nelle dimensioni culturali, legali, di pubblica sicurezza, sanitarie, epidemiologiche ed economiche, garantendo anche la predisposizione di strategie e linee di intervento, nonché l’individuazione di buone prassi e verifiche dell’impatto della legislazione. E’ altrettanto diffusa la previsione del marchio regionale per il contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo, seppur differente nei contenuti grafici, che viene rilasciato ai titolari che decidono di disinstallare o non installare nei propri esercizi apparecchi per il gioco”.
“Particolare rilevanza viene infine data all’approccio intersettoriale, che vede coinvolti nelle iniziative di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico molteplici stakeholder, tra cui organizzazioni di volontariato e gruppi di auto mutuo aiuto, enti del terzo settore, associazioni di rappresentanza delle imprese e degli operatori di settore, associazioni di tutela dei diritti dei consumatori/utenti e ancora, a vario titolo, Uffici scolastici regionali e istituzioni scolastiche”.
“A distanza di diversi anni dall'adozione, e alla luce dei mutamenti intervenuti nel fenomeno e delle più recenti acquisizioni tecnico-scientifiche, si rende opportuno – si sottolinea nel documento della Conferenza delle Regioni - approfondire un’analisi dei contenuti dell’Intesa”.
“Per quanto riguarda la riduzione dei punti di gioco, l’Intesa prevede che, al termine del processo di riduzione e rottamazione, ne rimangano 55.000; di questi, ben 47.000 dovrebbero comprendere bar, tabacchi e non meglio definiti “negozi”. Questa distribuzione non tiene conto che i locali come i bar, i tabacchi e i "negozi" sono esercizi che si caratterizzano per la prossimità ai luoghi vita delle persone, siano essi abitativi, lavorativi, scolastici, ricreativi, sanitari, e che la prossimità dei luoghi di gioco ai luoghi di vita costituisce il fattore di rischio più importante per l'iniziazione al comportamento di gioco, per lo sviluppo di una carriera di gioco problematico/patologico e per la "ricaduta" nel comportamento di gioco da parte di soggetti in trattamento”
Le “misure come messaggi di avvertimento statici sono poco efficaci; tali messaggi, per essere efficaci dovrebbero essere personalizzati, secondo la ricerca scientifica, e combinati con informazioni derivate dal monitoraggio dell'attività di gioco, e quindi sul ricorso al tracciamento dell'attività disposto a livello nazionale”. “Analogamente, la formazione del personale degli esercizi con offerta di gioco pubblico, prevista dalla gran parte delle leggi regionali, dovrebbe essere obbligatoria a livello nazionale, gestita da esperti che non siano in posizione di conflitto di interessi, ripetuta ad intervalli regolari, e soprattutto includere non solo informazioni su come riconoscere i giocatori problematici ma anche una guida su come intervenire nei loro confronti”. “E’ a livello nazionale, infine, che occorre intervenire al fine di garantire un accesso costante e automatico ai dati necessari per comprendere l’evoluzione del fenomeno del gioco d’azzardo in tutte le sue dimensioni, con attenzione alle specifiche situazioni territoriali, su cui basare una appropriata attività programmatoria: occorre accelerare l’adozione del decreto del Ministero della Salute per il nuovo SIND-Sistema Informativo Nazionale delle Dipendenze”.
“Le Regioni e le Province autonome manifestano, in conclusione, la propria disponibilità a riprendere il percorso avviato con l’Intesa, ad analizzare ed attualizzarne i contenuti in relazione alle evoluzioni dei fenomeni di interesse intercorsi in questi ultimi anni e alle evidenze scientifiche maturate in ambito nazionale e internazionale, purché nello spirito di una comune e condivisa assunzione di responsabilità da parte di tutte le istituzioni coinvolte nella regolamentazione dell’offerta di gioco legale e nel contrasto del gioco illegale, con la finalità ultima e prevalente della tutela della salute pubblica”.
Il Documento riporta infine, in allegato, una breve analisi delle leggi regionali in materia di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico in riferimento alle previsioni dell’Intesa, ai sensi dell’art. 1, c. 936, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), tra Governo, Regioni ed Enti locali concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico.

Il testo integrale del  documento della Conferenza delle Regioni



( red / 08.07.22 )
Regioni.it

Il periodico telematico a carattere informativo plurisettimanale “Regioni.it” è curato dall’Ufficio Stampa del CINSEDO nell’ambito delle attività di comunicazione e informazione della Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

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